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Salta la tregua olimpica: passeggeri imbufaliti, bloccato anche il ministro dell´Interno. Vertice nella notte dal prefetto
Sulla pista di Caselle atterra il caos
Sciopero a sorpresa contro sette licenziamenti, voli sospesi
DIEGO LONGHIN
A diciassette giorni dalle Olimpiadi l´aeroporto di Caselle è bloccato. Dalle 16 di ieri non si decolla e non si atterra in quella che sarà la principale porta di accesso dei Giochi. Quasi tutto il personale dell´assistenza - dal check-in al trasporto bagagli - ha deciso di scioperare a sorpresa, violando le norme sulle astensioni nei trasporti e mettendo a rischio la tregua olimpica firmata pochi giorni fa a Palazzo Chigi. È la prima volta che succede nella storia dello scalo torinese, dove per ore è regnato il caos. Ventisei i voli in partenza cancellati, venti quelli in arrivo. Nove quelli dirottati su Malpensa e Cuneo. Oggi ci potrebbe essere il bis, a meno che, nella notte, sindacati e aziende, convocate subito dal prefetto, non abbiano trovato un accordo sui licenziamenti che hanno scatenato lo sciopero selvaggio.
Passeggeri a terra imbufaliti, tra cui anche il ministro all´Interno, Giuseppe Pisanu, che è poi riuscito ad imbarcarsi su un volo privato. Nulla da fare invece per Alain Elkann, numero uno della fondazione del Museo Egizio, diretto a Roma: «Non entro nel merito della vertenza, certo non è bello». Stessa meta per l´ex presidente della Camera di Commercio, Giuseppe Pichetto che, con filosofia, ha deciso di prendere un´auto per raggiungere la capitale: «Sarebbe meglio che queste controversie si risolvessero prima delle Olimpiadi».
Un fermo improvviso, scattato alle 16 quando si è rotto il tavolo della trattativa in Regione, per protestare contro il licenziamento di undici persone, scese a sette durante la trattativa, deciso dall´Aviapartner, multinazionale di Bruxelles che gestisce parte dei servizi a terra dello scalo torinese, in concorrenza con Sagat Handling. Un problema che si trascina da mesi, da quando l´azienda belga, ad ottobre, ha perso la compagnia Meridiana, passata a Sagat che non vuole farsi carico dei lavoratori licenziati. «Aviapartner - spiega il presidente Maurizio Magnabosco - non riconosce la clausola di reciprocità. Noi, quando abbiamo perso un vettore importante come Lufthansa, passato un anno fa all´azienda belga, avevamo un esubero di trenta persone, ma le abbiamo tenute. Ora non possiamo prenderne altre undici. Certo, non ci aspettavamo un gesto così estremo. Cosa c´entriamo noi con Aviapartner?». Ma per i sindacati entrambe le aziende sono responsabili di «farsi concorrenza sulla pelle dei lavoratori. O vengono ritirati i licenziamenti o viene riconosciuta in pieno la clausola di salvaguardia, altrimenti la protesta continuerà ad oltranza», sottolinea Davide Masera della Filt-Cgil.
Situazione che si è ribaltata sui passeggeri, in coda ai check-in e ai banchi delle compagnie, in pista con le valigie per raggiungere il terminal a piedi, stesi in mezzo alla sala partenze. «Ci vorrebbe un´azione di forza della polizia - dice Claudio - queste cose non dovrebbero succedere». Per Umberto Spampinato è un dramma: «Dovevo partire per Palermo alle 18.15, mi hanno telefonato, ho mio padre in fin di vita. Proprio una bella cosa hanno fatto questi qui». Felix Vacchino viene da Imperia e dopo quattro ore di treno ha scoperto che il volo per Parigi delle 18.25 è cancellato: «Dovevo andare a Shanghai, in vacanza, posso scordarmelo». Boparai, invece, è un ingegnere indiano da anni a Torino: «Volevo raggiungere la famiglia a Nuova Delhi, pazienza, la prendo con filosofia». Molti hanno perso le staffe, come Carmine De Rosa, che ha vagato per più di due ore alla ricerca del suo bagaglio: «Eravamo sul pulmino - dice - ci hanno lasciati lì, solo dopo un po´ è arrivato il capo scalo dell´AirOne per dirci che perdevamo il biglietto. Un servizio schifoso e non ci spiegano dove sono i bagagli. Arrivo da Milano, devo andare a Roma, pensavo che almeno qui le cose funzionassero». Alle 23 la mediazione del prefetto aveva prodotto uno spiraglio: i sette vengono assorbiti da coop all´interno dell´aeroporto. Un´ipotesi che piace poco al sindacato. Oggi si rischia il bis del blocco.
(La Repubblica - Torino)
CIAO
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Sulla pista di Caselle atterra il caos
Sciopero a sorpresa contro sette licenziamenti, voli sospesi
DIEGO LONGHIN
A diciassette giorni dalle Olimpiadi l´aeroporto di Caselle è bloccato. Dalle 16 di ieri non si decolla e non si atterra in quella che sarà la principale porta di accesso dei Giochi. Quasi tutto il personale dell´assistenza - dal check-in al trasporto bagagli - ha deciso di scioperare a sorpresa, violando le norme sulle astensioni nei trasporti e mettendo a rischio la tregua olimpica firmata pochi giorni fa a Palazzo Chigi. È la prima volta che succede nella storia dello scalo torinese, dove per ore è regnato il caos. Ventisei i voli in partenza cancellati, venti quelli in arrivo. Nove quelli dirottati su Malpensa e Cuneo. Oggi ci potrebbe essere il bis, a meno che, nella notte, sindacati e aziende, convocate subito dal prefetto, non abbiano trovato un accordo sui licenziamenti che hanno scatenato lo sciopero selvaggio.
Passeggeri a terra imbufaliti, tra cui anche il ministro all´Interno, Giuseppe Pisanu, che è poi riuscito ad imbarcarsi su un volo privato. Nulla da fare invece per Alain Elkann, numero uno della fondazione del Museo Egizio, diretto a Roma: «Non entro nel merito della vertenza, certo non è bello». Stessa meta per l´ex presidente della Camera di Commercio, Giuseppe Pichetto che, con filosofia, ha deciso di prendere un´auto per raggiungere la capitale: «Sarebbe meglio che queste controversie si risolvessero prima delle Olimpiadi».
Un fermo improvviso, scattato alle 16 quando si è rotto il tavolo della trattativa in Regione, per protestare contro il licenziamento di undici persone, scese a sette durante la trattativa, deciso dall´Aviapartner, multinazionale di Bruxelles che gestisce parte dei servizi a terra dello scalo torinese, in concorrenza con Sagat Handling. Un problema che si trascina da mesi, da quando l´azienda belga, ad ottobre, ha perso la compagnia Meridiana, passata a Sagat che non vuole farsi carico dei lavoratori licenziati. «Aviapartner - spiega il presidente Maurizio Magnabosco - non riconosce la clausola di reciprocità. Noi, quando abbiamo perso un vettore importante come Lufthansa, passato un anno fa all´azienda belga, avevamo un esubero di trenta persone, ma le abbiamo tenute. Ora non possiamo prenderne altre undici. Certo, non ci aspettavamo un gesto così estremo. Cosa c´entriamo noi con Aviapartner?». Ma per i sindacati entrambe le aziende sono responsabili di «farsi concorrenza sulla pelle dei lavoratori. O vengono ritirati i licenziamenti o viene riconosciuta in pieno la clausola di salvaguardia, altrimenti la protesta continuerà ad oltranza», sottolinea Davide Masera della Filt-Cgil.
Situazione che si è ribaltata sui passeggeri, in coda ai check-in e ai banchi delle compagnie, in pista con le valigie per raggiungere il terminal a piedi, stesi in mezzo alla sala partenze. «Ci vorrebbe un´azione di forza della polizia - dice Claudio - queste cose non dovrebbero succedere». Per Umberto Spampinato è un dramma: «Dovevo partire per Palermo alle 18.15, mi hanno telefonato, ho mio padre in fin di vita. Proprio una bella cosa hanno fatto questi qui». Felix Vacchino viene da Imperia e dopo quattro ore di treno ha scoperto che il volo per Parigi delle 18.25 è cancellato: «Dovevo andare a Shanghai, in vacanza, posso scordarmelo». Boparai, invece, è un ingegnere indiano da anni a Torino: «Volevo raggiungere la famiglia a Nuova Delhi, pazienza, la prendo con filosofia». Molti hanno perso le staffe, come Carmine De Rosa, che ha vagato per più di due ore alla ricerca del suo bagaglio: «Eravamo sul pulmino - dice - ci hanno lasciati lì, solo dopo un po´ è arrivato il capo scalo dell´AirOne per dirci che perdevamo il biglietto. Un servizio schifoso e non ci spiegano dove sono i bagagli. Arrivo da Milano, devo andare a Roma, pensavo che almeno qui le cose funzionassero». Alle 23 la mediazione del prefetto aveva prodotto uno spiraglio: i sette vengono assorbiti da coop all´interno dell´aeroporto. Un´ipotesi che piace poco al sindacato. Oggi si rischia il bis del blocco.
(La Repubblica - Torino)
CIAO
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