Vi seguo da tanti anni e ho visto tantissimi
TR di posti magnifici e voli incredibili, così tanti che mi avete fatto voglia d condividere con voi il mio unico viaggio degno di TR.
Al momento del viaggio non avevo assolutamente idea che un giorno avrei deciso di farne un racconto e quindi le foto sono quel che sono, spero possa interessare.
Per capire la storia ed il perché di questo viaggio devo fare però un preludio un po’ lunghetto.
La mia passione numero uno sono i motori, le auto da corsa, le gare. Da buon Emiliano la Ferrari è un dogma col la quale si cresce fin da piccoli e ti viene stampata dentro nelle vene. Amo tantissimo le corse di durata (guardo ogni anno per intero la 24 di LeMans) ma anche le corse americane.
Gli ovali americani mi affascinato fin da piccolo e la Nascar con quelle macchine che non sembrano aver nulla di racing ma con dei motoroni da paura mi hanno sempre stregato.
Finito il preambolo possiamo andare al momento della decisione di intraprendere questo viaggio che col senno di poi si rivelerà una esperienza magica e che ogni giorno ricordo con piacere per tante cose che mano a mano racconterò.
È una bollente sera di Luglio 2019 (andiamo indietro, praticamente un altro mondo) sono in un periodo personale difficile ma in lenta ripresa, sto guardando come solito una delle innumerevoli corse della Nascar quando all’improvviso mi dico “ma se ci andassi? Ma se realizzassi finalmente il mio sogno di vedere la 500 miglia di Daytona dal vivo?”
Per chi non lo sapesse la Daytona 500 è la gara di apertura del campionato Nascar ed al contempo la più importante e prestigiosa.
Negli States è cosi storica e sentita che viene chiamata la “The Great American Race”
Gli USA si fermano solo in 4 occasioni durante l’anno, il Superbowl, le finali di baseball, la Indy 500 ed appunto la Daytona 500, quindi mica pizza e fichi.
Per più di 20 anni l’ho guardata in streaming con pixel grandi come quadri o con settimane di ritardo dopo che qualcuno la pubblicava su YouTube.
Decido che si, ci andrò. Non devo chiedere il permesso a nessuno, non ho limitazioni e mi sto riprendendo dal momento difficile, quindi perché no?
Mi tuffo sul sito ufficiale a comprare i biglietti quando mancano 7 mesi all’evento.
La corsa si tiene sempre tra la seconda e terza domenica di Febbraio, appena due settimane dopo il Superbowl quindi ho tempo per fare tutto.
Compro i biglietti per l’intero evento dal mercoledì alla domenica, voglio viverlo al 100% con tutti gli spettacoli collaterali, prove libere, gare delle categorie minori, qualifiche.
Sarà una scelta che azzeccatissima.
Bene, i biglietti li ho presi, ma ora come ci arrivo?
Il giorno dopo sono in agenzia di viaggio e prenoto.
I voli ci sono tutti i giorni, la corsa si corre la domenica quindi potrei partire il lunedì dopo ma conoscendo gli americani non mi fido e decido di ripartire il martedì che non si sa mai. In totale saranno dunque 7 giorni.
(Tranquilli tra poco si parte ed anche le foto arrivano, portate pazienza)
Il viaggio sarà :
BLQ - LHR (BA)
LHR - CLT (AA)
CLT - DAB (AA)
Il ritorno seguirà lo stesso percorso ma all’inverso è con le stesse compagnie.
Prenoto in Economy, il viaggio sarà lungo avrò 4 ore di connessione a LHR e due a CLT, facendo il calcolo da casa fino all’arrivo a Daytona ed il risultato è 24 ore di viaggio. Non proprio una passeggiata considerando anche il fatto che in aereo NON riesco a dormire.
Provo a mettermi l’anima in pace accettando che se sopravvivo arriverò come uno straccio pieno di dolori ovunque.
Siamo a Natale continua la mia ripresa ma qualche dubbio sulla lunghezza del viaggio iniziano a venirmi, come posso fare? Decido che si vive na volta sola e prenderò l’upgrade per fare tutto il viaggio in Business, sarà la mia prima volte assoluta. (Siamo a Dicembre 2019 un upgrade aveva costi umani, non come ora)
Siamo ad inizio Febbraio e quindi è la settimana prima di partire, passo in agenzia a prendere tutti i documenti e l’addetta mi ripete come un mantra che “nonostante sei in business ed hai accesso alla lounge DEVI presentarti al check in per il controllo passaporto”
Io annuisco prendo i documenti saluto e me ne vado.
Martedì 11 Febbraio 2020, il mondo da lì ad un mese non sarebbe più stato lo stesso, si inizia a parlare sempre più insistentemente di una malattia strana che sta causando problemi in Cina ma qua da noi è ancora tutto normale e quella cosa sembra una cosi lontana. Per me è il giorno della partenza, sono le 3 della mattina e suona la sveglia per dirigersi a BLQ, prenderò il primo volo di giornata alle 7.30.
Saluto i miei genitori col magone e sento la tensione salire.
Nel 2018 una grossa crisi nervosa mi aveva reso il fantasma di me stesso. Non riuscivo nemmeno ad andare fuori di casa, passando anche un pomeriggio ed una sera in ospedale con crisi di panico e pianto isterico il tutto condito da mesi di terapia con antidepressivi e psicologo.
Questo viaggio è quindi la prova del 9 per me stesso. Voglio farcela per realizzare il sogno ma anche per dimostrare a me stesso che sono guarito e sono la persona di prima.
Arrivo a BLQ e per la prima volta entro in una lounge, mi ritrovo in uno stato misto tra contento ed addormentato.
Non mi aspettavo molto da quella di Bologna ed infatti la realtà non supera l’immaginazione ma essendo quasi l’alba inizio a mangiare tutto quello che mi passa sotto il naso (da bravo barbone che si ritrova in paradiso)
T
Finito di spazzolare il “buffet” mi dirigo airside e bello beato passo i controlli di sicurezza (dalla lounge ci sono quelli dedicati) passo il controllo del passaporto per entrare nell’area extra schengen e vado al mio gate.
Al momento dell’imbarco chiamano i passeggeri di first e business ed io arrivo come terzo della fila ma mi sento dire dall’assistente “ah eccolo dove cavolo si era cacciato”
Rimango basito e non capisco ma lei giustamente ribatte : “lo sa che io la dovrei lasciare a terra?
Preso dall’agitazione del viaggio e la smania di andare in Lounge ho completamente bypassato il check in con il controllo documenti. Avevo completamente rimosso il dogma inculcatomi dall’agenzia di viaggio!
Il cuore si ferma e realizzo che il viaggio potrebbe concludersi ancora prima di partire, vedo i soldi spesi finire giù nello sciacquone del water quando l’assistente con tono molto seccato mi guarda dicendo : “glielo farò io il controllo” (era arrabbiata vera, chissà quante volte all’alto parlante avranno detto il mio nome per presentarmi al check in zona partenza)
Mi prende il passaporto lo passa nel macchinino e fulminandomi con lo sguardo mi ridá i documenti dicendomi : però signore bisogna che si svegli la prossima volta la lascio a terra per davvero”
Io con la tachicardia mista a sudorazione over 9000 e le pive nel sacco prendo i documenti, mi scuso a più non posso e mi dirigo al cobus. (giuro che la lezione l’ho imparata e stampata in memoria)
Ci imbarchiamo ed io ho il posto 1A
L’aereo è un A320 CEO.
Siamo pronti a partire quando il comandante annuncia 40 minuti di attesa perché LHR è congestionato e non ci danno via libera. Poco male ho 4 ore di transito, e ho modo di “godermi” la business all’europea, le assistenti portano acqua e soft drink oltre che il tovagliolo caldo per rinfrescarsi.
Dopo circa 50 minuti si parte ed appena raggiunta la quota di crociera arriva la colazione.
Ho scofanato tutto in lounge poco prima ma non importa, ho deciso che mangerò tutto, devo far fruttare il viaggio fino all’ ultimo centesimo.
Arriviamo a Heathrow, e rimango sconvolto.
Non ho mai visto un aeroporto così grande, non immaginavo che sottoterra ci fosse una città nascosta con strade, parcheggi, uscite ed ingressi e rimango affascinato.
Sbarchiamo al T5, mentre il mio volo per Charlotte parte dal T3, quindi cercando di orientarmi tra controlli, cambi di terminal ed estasi mi passa un’ora senza nemmeno che me ne accorga.
Arrivato al T3 mi dirigo alla Luonge di American Airlines
Mi diverto come un bambino nel paese dei balocchi, per la prima volta ho l’occasione di vedere tutti questi wide body da vicino.
Prendo un posto vicino alla finestra ed ammiro il panorama.
Non ho fame ma nulla deve essere lasciato indietro.
La lounge per me è meravigliosa e sono contentissimo, sono le 10 di mattina e ma non è affollata e quindi c’è calma e si sta bene.
Sono passati quasi 5 anni da allora ma una cosa è ancora viva come fosse ieri.
L’aria condizionata!
Siamo a metà febbraio e questi hanno l’aria condizionata sparata come fosse ferragosto mentre io Io col giubbotto cercavo di non diventare un pezzo di ghiaccio.
Giuro non potrò mai comprendere perché inglesi ed americani mettano l’aria condizionata a prescindere dalla stagione anche se palesemente non sia necessaria.
Continua.
TR di posti magnifici e voli incredibili, così tanti che mi avete fatto voglia d condividere con voi il mio unico viaggio degno di TR.
Al momento del viaggio non avevo assolutamente idea che un giorno avrei deciso di farne un racconto e quindi le foto sono quel che sono, spero possa interessare.
Per capire la storia ed il perché di questo viaggio devo fare però un preludio un po’ lunghetto.
La mia passione numero uno sono i motori, le auto da corsa, le gare. Da buon Emiliano la Ferrari è un dogma col la quale si cresce fin da piccoli e ti viene stampata dentro nelle vene. Amo tantissimo le corse di durata (guardo ogni anno per intero la 24 di LeMans) ma anche le corse americane.
Gli ovali americani mi affascinato fin da piccolo e la Nascar con quelle macchine che non sembrano aver nulla di racing ma con dei motoroni da paura mi hanno sempre stregato.
Finito il preambolo possiamo andare al momento della decisione di intraprendere questo viaggio che col senno di poi si rivelerà una esperienza magica e che ogni giorno ricordo con piacere per tante cose che mano a mano racconterò.
È una bollente sera di Luglio 2019 (andiamo indietro, praticamente un altro mondo) sono in un periodo personale difficile ma in lenta ripresa, sto guardando come solito una delle innumerevoli corse della Nascar quando all’improvviso mi dico “ma se ci andassi? Ma se realizzassi finalmente il mio sogno di vedere la 500 miglia di Daytona dal vivo?”
Per chi non lo sapesse la Daytona 500 è la gara di apertura del campionato Nascar ed al contempo la più importante e prestigiosa.
Negli States è cosi storica e sentita che viene chiamata la “The Great American Race”
Gli USA si fermano solo in 4 occasioni durante l’anno, il Superbowl, le finali di baseball, la Indy 500 ed appunto la Daytona 500, quindi mica pizza e fichi.
Per più di 20 anni l’ho guardata in streaming con pixel grandi come quadri o con settimane di ritardo dopo che qualcuno la pubblicava su YouTube.
Decido che si, ci andrò. Non devo chiedere il permesso a nessuno, non ho limitazioni e mi sto riprendendo dal momento difficile, quindi perché no?
Mi tuffo sul sito ufficiale a comprare i biglietti quando mancano 7 mesi all’evento.
La corsa si tiene sempre tra la seconda e terza domenica di Febbraio, appena due settimane dopo il Superbowl quindi ho tempo per fare tutto.
Compro i biglietti per l’intero evento dal mercoledì alla domenica, voglio viverlo al 100% con tutti gli spettacoli collaterali, prove libere, gare delle categorie minori, qualifiche.
Sarà una scelta che azzeccatissima.
Bene, i biglietti li ho presi, ma ora come ci arrivo?
Il giorno dopo sono in agenzia di viaggio e prenoto.
I voli ci sono tutti i giorni, la corsa si corre la domenica quindi potrei partire il lunedì dopo ma conoscendo gli americani non mi fido e decido di ripartire il martedì che non si sa mai. In totale saranno dunque 7 giorni.
(Tranquilli tra poco si parte ed anche le foto arrivano, portate pazienza)
Il viaggio sarà :
BLQ - LHR (BA)
LHR - CLT (AA)
CLT - DAB (AA)
Il ritorno seguirà lo stesso percorso ma all’inverso è con le stesse compagnie.
Prenoto in Economy, il viaggio sarà lungo avrò 4 ore di connessione a LHR e due a CLT, facendo il calcolo da casa fino all’arrivo a Daytona ed il risultato è 24 ore di viaggio. Non proprio una passeggiata considerando anche il fatto che in aereo NON riesco a dormire.
Provo a mettermi l’anima in pace accettando che se sopravvivo arriverò come uno straccio pieno di dolori ovunque.
Siamo a Natale continua la mia ripresa ma qualche dubbio sulla lunghezza del viaggio iniziano a venirmi, come posso fare? Decido che si vive na volta sola e prenderò l’upgrade per fare tutto il viaggio in Business, sarà la mia prima volte assoluta. (Siamo a Dicembre 2019 un upgrade aveva costi umani, non come ora)
Siamo ad inizio Febbraio e quindi è la settimana prima di partire, passo in agenzia a prendere tutti i documenti e l’addetta mi ripete come un mantra che “nonostante sei in business ed hai accesso alla lounge DEVI presentarti al check in per il controllo passaporto”
Io annuisco prendo i documenti saluto e me ne vado.
Martedì 11 Febbraio 2020, il mondo da lì ad un mese non sarebbe più stato lo stesso, si inizia a parlare sempre più insistentemente di una malattia strana che sta causando problemi in Cina ma qua da noi è ancora tutto normale e quella cosa sembra una cosi lontana. Per me è il giorno della partenza, sono le 3 della mattina e suona la sveglia per dirigersi a BLQ, prenderò il primo volo di giornata alle 7.30.
Saluto i miei genitori col magone e sento la tensione salire.
Nel 2018 una grossa crisi nervosa mi aveva reso il fantasma di me stesso. Non riuscivo nemmeno ad andare fuori di casa, passando anche un pomeriggio ed una sera in ospedale con crisi di panico e pianto isterico il tutto condito da mesi di terapia con antidepressivi e psicologo.
Questo viaggio è quindi la prova del 9 per me stesso. Voglio farcela per realizzare il sogno ma anche per dimostrare a me stesso che sono guarito e sono la persona di prima.
Arrivo a BLQ e per la prima volta entro in una lounge, mi ritrovo in uno stato misto tra contento ed addormentato.
Non mi aspettavo molto da quella di Bologna ed infatti la realtà non supera l’immaginazione ma essendo quasi l’alba inizio a mangiare tutto quello che mi passa sotto il naso (da bravo barbone che si ritrova in paradiso)
T
Finito di spazzolare il “buffet” mi dirigo airside e bello beato passo i controlli di sicurezza (dalla lounge ci sono quelli dedicati) passo il controllo del passaporto per entrare nell’area extra schengen e vado al mio gate.
Al momento dell’imbarco chiamano i passeggeri di first e business ed io arrivo come terzo della fila ma mi sento dire dall’assistente “ah eccolo dove cavolo si era cacciato”
Rimango basito e non capisco ma lei giustamente ribatte : “lo sa che io la dovrei lasciare a terra?
Preso dall’agitazione del viaggio e la smania di andare in Lounge ho completamente bypassato il check in con il controllo documenti. Avevo completamente rimosso il dogma inculcatomi dall’agenzia di viaggio!
Il cuore si ferma e realizzo che il viaggio potrebbe concludersi ancora prima di partire, vedo i soldi spesi finire giù nello sciacquone del water quando l’assistente con tono molto seccato mi guarda dicendo : “glielo farò io il controllo” (era arrabbiata vera, chissà quante volte all’alto parlante avranno detto il mio nome per presentarmi al check in zona partenza)
Mi prende il passaporto lo passa nel macchinino e fulminandomi con lo sguardo mi ridá i documenti dicendomi : però signore bisogna che si svegli la prossima volta la lascio a terra per davvero”
Io con la tachicardia mista a sudorazione over 9000 e le pive nel sacco prendo i documenti, mi scuso a più non posso e mi dirigo al cobus. (giuro che la lezione l’ho imparata e stampata in memoria)
Ci imbarchiamo ed io ho il posto 1A
L’aereo è un A320 CEO.
Siamo pronti a partire quando il comandante annuncia 40 minuti di attesa perché LHR è congestionato e non ci danno via libera. Poco male ho 4 ore di transito, e ho modo di “godermi” la business all’europea, le assistenti portano acqua e soft drink oltre che il tovagliolo caldo per rinfrescarsi.
Dopo circa 50 minuti si parte ed appena raggiunta la quota di crociera arriva la colazione.
Ho scofanato tutto in lounge poco prima ma non importa, ho deciso che mangerò tutto, devo far fruttare il viaggio fino all’ ultimo centesimo.
Arriviamo a Heathrow, e rimango sconvolto.
Non ho mai visto un aeroporto così grande, non immaginavo che sottoterra ci fosse una città nascosta con strade, parcheggi, uscite ed ingressi e rimango affascinato.
Sbarchiamo al T5, mentre il mio volo per Charlotte parte dal T3, quindi cercando di orientarmi tra controlli, cambi di terminal ed estasi mi passa un’ora senza nemmeno che me ne accorga.
Arrivato al T3 mi dirigo alla Luonge di American Airlines
Mi diverto come un bambino nel paese dei balocchi, per la prima volta ho l’occasione di vedere tutti questi wide body da vicino.
Prendo un posto vicino alla finestra ed ammiro il panorama.
Non ho fame ma nulla deve essere lasciato indietro.
La lounge per me è meravigliosa e sono contentissimo, sono le 10 di mattina e ma non è affollata e quindi c’è calma e si sta bene.
Sono passati quasi 5 anni da allora ma una cosa è ancora viva come fosse ieri.
L’aria condizionata!
Siamo a metà febbraio e questi hanno l’aria condizionata sparata come fosse ferragosto mentre io Io col giubbotto cercavo di non diventare un pezzo di ghiaccio.
Giuro non potrò mai comprendere perché inglesi ed americani mettano l’aria condizionata a prescindere dalla stagione anche se palesemente non sia necessaria.
Continua.
Ultima modifica: