Sono ufficialmente ripresi i viaggi di lavoro. Dopo tre anni di moratoria (non ci sono sesterzi, si inquina, Teams è la cosa più bella mai creata per l'umanità), qualcuno si è reso conto che le cose stavano andando a rotoli, e quindi si corregge il tiro con un serie di meeting/training in giro per l'Europa tra febbraio e inizio ottobre, nonostate i prezzi di aerei e hotel sia completamente fuori controllo. Ne consegue che yours truly finalmente rimette le chiappone sugli aerei per lavoro, e che voi vi sorbite questo tedioso TR a base di Ryanair dello scorso fine maggio/inizio giugno, che poi è una scusa per qualche foto OT.
Sia come sia, nonostante la follia del periodo riesco anche a cercare i voli per arrivare a Bucarest; da Malpensa o si parta prima dell'alba, o si arriva ben dopo la mezzanotte, anche facendo scalo. Non volendo impiegare tre ore per arrivare a Bergamo dalla ridente Varese, opto per la partenza antelucana. Spero di non aver creato un precedente...
A quell'ora buia e infame, a Malpensa ci si arriva solo in taxi; 74 eurozzi che a quanto pare schifano in molti, visto che tre taxi hanno accettato e disdetto la corsa nelle 24 ore precedenti su FreeNow. Un'anima pia raccoglie l'invito su itTaxi (giusto perché aveva portato un pax da Malpensa a Castiglione Olona ed era comodo avere un pax per tornare a Malpensa...) e non verrà mai troppo tardi quando Bolt e Uber potranno liberamente fare un Red Wedding della categoria.
Tassista che arriva con 10 minuti abbondanti di ritardo, e si perde nei vicoli di Varese sud prima di imboccare l'autostrada. Ritardo totale - 25 minuti rispetto al mio piano originale, per cui occorre correre. Per fortuna ho solo bagaglio a mano e sembra che l'efficienza ai controlli sicurezza con i nuovi scanner sia davvero assai elevata (mai stato in coda più di due o tre minuti da quando li hanno installati). Mi capicollo per i terminal fino all'estremo nord dove si trovano i controlli sicurezza, non prima di scattare una foto, mentre corro, allo spettrale terminal vuoto delle 5 del mattino:
Il controllo passaporti è una croce: 3 macchinette per i pax italiani, due per quelli UE e altre 3 per gli extra UE che possono usare gli e-gate; il risultato è il caos, con gente che salta le code per non perdere i voli. La singola addetta a fare da cane da guardia sbuffa e sbraita con i poliziotti dietro, smadonnando che la coda ormai sta per arrivare al bar Ferrari, finché i fancaz... ehm, i solerti agenti non danno l'ok per spostare i nastri tagliacode e permettere di smaltire un po' della coda IT/UE. Capicollo una seconda volta, dopo aver passato l'e-gate, indietro verso il Sat B, ora diviso da barriere provvisorie per consentire il doppio flusso Schengen/non-Schengen, e dove il povero bar temporaneo ha una ressa che neppure la metro di Tokyo alle 8 del mattino.
Tratta: Milano-Malpensa (MXP) >>> Bucharest-Otopeni (OTP)
Volo: FR8374
Aereo: Boeing 737-8AS
Marche: 9H-QCQ
Età: 7.2 anni
Posto: 29A
Sched/Actual: 0545-0900 // 0555-0850
Durata volo: 1h 55′
Gate: B77
Il gate è già aperto da un po' e vado alla coda priority, dove vengo fatto passare subito, per andare a incodarmi alla fila dei pax in attesa del bus, e quindi finalmente salire sull'avione.
Il finestrino è lercio; le foto vengono come se fossero ripassate nell'olio del McDonalds. Tiro fuori un fazzolettino e pulisco il vetro, con sconcerto della vicina instagrammer rumena che nel frattempo è arrivata e ha le unghie più pittate di un quadro di Seurat. Ok, molto meglio ora. Non che ci sia moltoda fotografare allo stand, nel buio della brughiera: il nostro vicino è un easyJet, una delle ultime volte prima che gli arancioni riprendano possesso del T2.
Il volo è assolutamente, e incredibilmente, pieno, con una quantità di bambini che non ho mai visto neppure su uno scuolabus. Nel senso, non mi aspettavo che un volo così scomodo potesse attirare molti passeggeri, ma a quanto pare la penuria di voli post-covid è così acuta che c'è l'assalto alla diligenza.
La cabina viene preparata per la partenza, la demo di sicurezza come al solito ignorata dal 90% dei passeggeri, e le luci messe in modalità Emergency Paging Dr Beat.
Appena ci muoviamo, c'è qualcosa di appena più interessante da vedere; a quanto pare, qualche alto papavero del governo saudita è in gita shopping a Milano col 340 di stato (c'era anche un 320 a registrazione saudita ad accompagnarlo, per la servitù credo).
Da una democrazia all'altra, Air China starà cercando nuova paccottiglia di bassa qualità da smerciare in Europa grazie a quel quasi-malware che è Temu. Almeno l'alba è gradevole.
Partiamo quasi puntuali e c'è appena il tempo di sorvolare una Castano Primo, prima di trovarsi dentro, tra e sopra le nuvole.
Faccio in tempo a vedere un 787 di Qatar passarci a fianco, probabilmente in discesa su Malpensa, prima di iniziare a leggere qualcosa per passare il tempo.
Il volo va via tranquillo, i Maneskin (sì, ascolto i Maneskin!) nelle orecchie mi impediscono di percepire le urla dei marmocchi presenti in massa, ma mi appisolo ugualmente per un'oretta.
Mi sveglio quando siamo in discesa e passiamo sopra la pianura rumena, dove evidentemente i buoni principi della pianificazione urbanistica non sono ancora arrivati.
Nuove costruzioni in corto finale:
Atterriamo sulla pista 08L dell'Henri Coanda e rulliamo tra cimeli di altra epoca, come questi due BAC 1-11 passati per mezzo mondo:
e più recenti abbandoni, Blue Air e Tarom:
Low-cost moldavo-rumena, tale HiSky.
Blocchiamo, sbarchiamo, aspettiamo i bus. Sembra un po' una festa di paese.
Il controllo passaporti è manuale ma efficiente e veloce, forse perché la maggior parte dei passeggeri sono rumeni. Sono sveglio dalle tre, sono neppure le 9 e ho fame. Prendo un cappuccino e quel che dovrebbe essere una brioche, dura come il marmo; poi salgo sul primo taxi disponibile e vado in ufficio, dove la strada è bloccata per un piccolo incendio avvenuto qualche ora prima, e per il quale il tassista allunga di due chilometri la corsa... dopo un paio di ore di lavoro pranzo coi colleghi con cibo take-away preso in un chiosco a fianco - fegato, rape rosse, patate, una mezza polpetta finita dentro per sbaglio - ditemi che sono in paradiso!!!
L'ufficio mi mette a disposizione un'auto per andare in hotel il pomeriggio, dove incontro alcuni colleghi per visionare le sale meeting per i giorni successivi e accertarci che tutto sia pronto e funzionante. Alloggio e meeting sono all'Hotel Caro, ricavato da una vecchia struttura industriale in mattoni degli anni '30, che era usata per distillare alcol a partire dal glucosio (così credo di aver capito).
Quanta verità in una scritta.
Tutta la zona è in pieno rinnovamento in puro stile anonimo contamporaneo (ovvero: grattacieli, centri commerciali multifunzionali) anche se mantiene qualche memoria del passato, a partire dall'arteria principale della zona che si chiama ancora Fabrica de Glucoza. La zona è tranquilla, c'è una fermata della metro a circa 900m e i traballanti tram di Bucharest passano proprio a fianco.
Una delle sere organizziamo una cena estemporanea di gruppo al più famoso ristorante tipico di Bucharest, Caru' cu Bere. La metro di Bucharest avrebbe bisogno di una rinfrescata.
La cucina tradizionale rumena è sorprendentemente simile a quella del nord Italia - carne, maiale, polenta: sostanziosa e famigliare.
Il ristorante è anche un'attrazione turistica, essendo un locale storico della città.
A due passi si trova la chiesa ortodossa del monastero Stavropoleos.
A parte l'hotel e lavorare come un pazzo, non vedo molto altro ma fortunatamente avevo già visitato Bucharest qualche anno addietro; avendo il 2 giugno a disposizione, decido quindi di spostarmi un po' più a nord, a Brasov, in cerca di aria fresca, paesaggi montani e Dracula.
Sia come sia, nonostante la follia del periodo riesco anche a cercare i voli per arrivare a Bucarest; da Malpensa o si parta prima dell'alba, o si arriva ben dopo la mezzanotte, anche facendo scalo. Non volendo impiegare tre ore per arrivare a Bergamo dalla ridente Varese, opto per la partenza antelucana. Spero di non aver creato un precedente...
A quell'ora buia e infame, a Malpensa ci si arriva solo in taxi; 74 eurozzi che a quanto pare schifano in molti, visto che tre taxi hanno accettato e disdetto la corsa nelle 24 ore precedenti su FreeNow. Un'anima pia raccoglie l'invito su itTaxi (giusto perché aveva portato un pax da Malpensa a Castiglione Olona ed era comodo avere un pax per tornare a Malpensa...) e non verrà mai troppo tardi quando Bolt e Uber potranno liberamente fare un Red Wedding della categoria.
Tassista che arriva con 10 minuti abbondanti di ritardo, e si perde nei vicoli di Varese sud prima di imboccare l'autostrada. Ritardo totale - 25 minuti rispetto al mio piano originale, per cui occorre correre. Per fortuna ho solo bagaglio a mano e sembra che l'efficienza ai controlli sicurezza con i nuovi scanner sia davvero assai elevata (mai stato in coda più di due o tre minuti da quando li hanno installati). Mi capicollo per i terminal fino all'estremo nord dove si trovano i controlli sicurezza, non prima di scattare una foto, mentre corro, allo spettrale terminal vuoto delle 5 del mattino:
Il controllo passaporti è una croce: 3 macchinette per i pax italiani, due per quelli UE e altre 3 per gli extra UE che possono usare gli e-gate; il risultato è il caos, con gente che salta le code per non perdere i voli. La singola addetta a fare da cane da guardia sbuffa e sbraita con i poliziotti dietro, smadonnando che la coda ormai sta per arrivare al bar Ferrari, finché i fancaz... ehm, i solerti agenti non danno l'ok per spostare i nastri tagliacode e permettere di smaltire un po' della coda IT/UE. Capicollo una seconda volta, dopo aver passato l'e-gate, indietro verso il Sat B, ora diviso da barriere provvisorie per consentire il doppio flusso Schengen/non-Schengen, e dove il povero bar temporaneo ha una ressa che neppure la metro di Tokyo alle 8 del mattino.
Tratta: Milano-Malpensa (MXP) >>> Bucharest-Otopeni (OTP)
Volo: FR8374
Aereo: Boeing 737-8AS
Marche: 9H-QCQ
Età: 7.2 anni
Posto: 29A
Sched/Actual: 0545-0900 // 0555-0850
Durata volo: 1h 55′
Gate: B77
Il gate è già aperto da un po' e vado alla coda priority, dove vengo fatto passare subito, per andare a incodarmi alla fila dei pax in attesa del bus, e quindi finalmente salire sull'avione.
Il finestrino è lercio; le foto vengono come se fossero ripassate nell'olio del McDonalds. Tiro fuori un fazzolettino e pulisco il vetro, con sconcerto della vicina instagrammer rumena che nel frattempo è arrivata e ha le unghie più pittate di un quadro di Seurat. Ok, molto meglio ora. Non che ci sia moltoda fotografare allo stand, nel buio della brughiera: il nostro vicino è un easyJet, una delle ultime volte prima che gli arancioni riprendano possesso del T2.
Il volo è assolutamente, e incredibilmente, pieno, con una quantità di bambini che non ho mai visto neppure su uno scuolabus. Nel senso, non mi aspettavo che un volo così scomodo potesse attirare molti passeggeri, ma a quanto pare la penuria di voli post-covid è così acuta che c'è l'assalto alla diligenza.
La cabina viene preparata per la partenza, la demo di sicurezza come al solito ignorata dal 90% dei passeggeri, e le luci messe in modalità Emergency Paging Dr Beat.
Appena ci muoviamo, c'è qualcosa di appena più interessante da vedere; a quanto pare, qualche alto papavero del governo saudita è in gita shopping a Milano col 340 di stato (c'era anche un 320 a registrazione saudita ad accompagnarlo, per la servitù credo).
Da una democrazia all'altra, Air China starà cercando nuova paccottiglia di bassa qualità da smerciare in Europa grazie a quel quasi-malware che è Temu. Almeno l'alba è gradevole.
Partiamo quasi puntuali e c'è appena il tempo di sorvolare una Castano Primo, prima di trovarsi dentro, tra e sopra le nuvole.
Faccio in tempo a vedere un 787 di Qatar passarci a fianco, probabilmente in discesa su Malpensa, prima di iniziare a leggere qualcosa per passare il tempo.
Il volo va via tranquillo, i Maneskin (sì, ascolto i Maneskin!) nelle orecchie mi impediscono di percepire le urla dei marmocchi presenti in massa, ma mi appisolo ugualmente per un'oretta.
Mi sveglio quando siamo in discesa e passiamo sopra la pianura rumena, dove evidentemente i buoni principi della pianificazione urbanistica non sono ancora arrivati.
Nuove costruzioni in corto finale:
Atterriamo sulla pista 08L dell'Henri Coanda e rulliamo tra cimeli di altra epoca, come questi due BAC 1-11 passati per mezzo mondo:
e più recenti abbandoni, Blue Air e Tarom:
Low-cost moldavo-rumena, tale HiSky.
Blocchiamo, sbarchiamo, aspettiamo i bus. Sembra un po' una festa di paese.
Il controllo passaporti è manuale ma efficiente e veloce, forse perché la maggior parte dei passeggeri sono rumeni. Sono sveglio dalle tre, sono neppure le 9 e ho fame. Prendo un cappuccino e quel che dovrebbe essere una brioche, dura come il marmo; poi salgo sul primo taxi disponibile e vado in ufficio, dove la strada è bloccata per un piccolo incendio avvenuto qualche ora prima, e per il quale il tassista allunga di due chilometri la corsa... dopo un paio di ore di lavoro pranzo coi colleghi con cibo take-away preso in un chiosco a fianco - fegato, rape rosse, patate, una mezza polpetta finita dentro per sbaglio - ditemi che sono in paradiso!!!
L'ufficio mi mette a disposizione un'auto per andare in hotel il pomeriggio, dove incontro alcuni colleghi per visionare le sale meeting per i giorni successivi e accertarci che tutto sia pronto e funzionante. Alloggio e meeting sono all'Hotel Caro, ricavato da una vecchia struttura industriale in mattoni degli anni '30, che era usata per distillare alcol a partire dal glucosio (così credo di aver capito).
Quanta verità in una scritta.
Tutta la zona è in pieno rinnovamento in puro stile anonimo contamporaneo (ovvero: grattacieli, centri commerciali multifunzionali) anche se mantiene qualche memoria del passato, a partire dall'arteria principale della zona che si chiama ancora Fabrica de Glucoza. La zona è tranquilla, c'è una fermata della metro a circa 900m e i traballanti tram di Bucharest passano proprio a fianco.
Una delle sere organizziamo una cena estemporanea di gruppo al più famoso ristorante tipico di Bucharest, Caru' cu Bere. La metro di Bucharest avrebbe bisogno di una rinfrescata.
La cucina tradizionale rumena è sorprendentemente simile a quella del nord Italia - carne, maiale, polenta: sostanziosa e famigliare.
Il ristorante è anche un'attrazione turistica, essendo un locale storico della città.
A due passi si trova la chiesa ortodossa del monastero Stavropoleos.
A parte l'hotel e lavorare come un pazzo, non vedo molto altro ma fortunatamente avevo già visitato Bucharest qualche anno addietro; avendo il 2 giugno a disposizione, decido quindi di spostarmi un po' più a nord, a Brasov, in cerca di aria fresca, paesaggi montani e Dracula.