1. Scelta modale: viaggiare barbon a Napoli
A Napoli i taxi assomigliano molto alle altre grandi città italiane: pochi, antipatici, e costosissimi. In più, personale esperienza, hanno sempre cercato di fregarmi: forse devo ringraziare il mio accento del Nord, fatto sta che abitando a Fuorigrotta da tre anni ho preso a evitarli come la peste.
Quando poi ti chiedono 30€ per 15 minuti di corsa diurna feriale, a bordo di un'auto così, nel 2024, col tassametro nascosto dietro la leva del cambio e invisibile, ti passa proprio la voglia.
Un’altra categoria, certamente più simpatica ma non meno problematica, è quella degli autisti degli autobus, fortemente sindacalizzati. Così fortemente che l’intero servizio di TPL è programmato di fatto su misura per loro: funziona tutto alla perfezione al mattino, quando tutti sono ben disposti a lavorare, per poi degradare man mano che si va verso sera. La notte, poi, è fuori discussione. All’1 i bus in giro sono meno di 10 (e parliamo della terza città d’Italia, dalla vita notturna scatenatissima!), alle 2 scompaiono definitivamente.
Fatto sta che, volendo evitare taxi e non essendoci mezzi pubblici, occorre rivolgersi ai tassisti abusivi, che a prezzi onesti scarrozzano di notte le persone in giro per la città. La mia cooperativa di fiducia fa capo a un tale Don* Enrico: gli si scrive origine, destinazione e ora di partenza, e lui fa apparire un’auto con un numero variabile di persone a bordo, ma (quasi) sempre meno di 5, portandoti poi al luogo di destinazione passando per varie tappe, con persone che salgono e scendono.
La storia whatsapp con cui, ogni notte, Don Enrico informa la clientela degli orari di operatività.
La puntualità è assicurata, il prezzo — 7.5€ per il centro, 15€ per l’aeroporto — stabilito in anticipo già dalla chat whatsapp. E quindi Don Enrico sia: prenotato per le 4:30, da Fuorigrotta a Capodichino.
*Non commenterò la naturalezza con cui, in città, si continuano a chiamare “Don” tutti i taxi abusivi. D’altronde ovunque non arrivi la legalità, nello spazio e nel tempo, il vuoto viene riempito da qualcos’altro.
A Napoli i taxi assomigliano molto alle altre grandi città italiane: pochi, antipatici, e costosissimi. In più, personale esperienza, hanno sempre cercato di fregarmi: forse devo ringraziare il mio accento del Nord, fatto sta che abitando a Fuorigrotta da tre anni ho preso a evitarli come la peste.
Quando poi ti chiedono 30€ per 15 minuti di corsa diurna feriale, a bordo di un'auto così, nel 2024, col tassametro nascosto dietro la leva del cambio e invisibile, ti passa proprio la voglia.
Un’altra categoria, certamente più simpatica ma non meno problematica, è quella degli autisti degli autobus, fortemente sindacalizzati. Così fortemente che l’intero servizio di TPL è programmato di fatto su misura per loro: funziona tutto alla perfezione al mattino, quando tutti sono ben disposti a lavorare, per poi degradare man mano che si va verso sera. La notte, poi, è fuori discussione. All’1 i bus in giro sono meno di 10 (e parliamo della terza città d’Italia, dalla vita notturna scatenatissima!), alle 2 scompaiono definitivamente.
Fatto sta che, volendo evitare taxi e non essendoci mezzi pubblici, occorre rivolgersi ai tassisti abusivi, che a prezzi onesti scarrozzano di notte le persone in giro per la città. La mia cooperativa di fiducia fa capo a un tale Don* Enrico: gli si scrive origine, destinazione e ora di partenza, e lui fa apparire un’auto con un numero variabile di persone a bordo, ma (quasi) sempre meno di 5, portandoti poi al luogo di destinazione passando per varie tappe, con persone che salgono e scendono.
La storia whatsapp con cui, ogni notte, Don Enrico informa la clientela degli orari di operatività.
La puntualità è assicurata, il prezzo — 7.5€ per il centro, 15€ per l’aeroporto — stabilito in anticipo già dalla chat whatsapp. E quindi Don Enrico sia: prenotato per le 4:30, da Fuorigrotta a Capodichino.
*Non commenterò la naturalezza con cui, in città, si continuano a chiamare “Don” tutti i taxi abusivi. D’altronde ovunque non arrivi la legalità, nello spazio e nel tempo, il vuoto viene riempito da qualcos’altro.
Ultima modifica da un moderatore: