[TR] Folle weekend a Londra


Viking

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Io competo con Sokol, ma scrivo male con errori/orrori e ho pochissime foto.
Gli occhi sono meglio dei video e foto.
Sokol fa finta di scrivere male, invece è un raffinato scrittore che vende un sacco di libri in più lingue. In più si è’ scoperto che le foto che postava erano prese da altri siti o TR di altre persone. Assolutamente un fake man.

Invece tu potresti scrivere le tue avventure down under mettendo anche delle foto in b&w come ogni tanto fa anche Nebbia di Londra [mention]londonfog [/mention] quando ci ricorda la sua amicizia coi fratelli Wright, le bevute con Lindbergh e i voli con Amelia Earhart.


Sent from somewhere
 
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Ferro97

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3. Londra

Qualche ora dopo riemergo dal letargo e ciondolo fino al take away più vicino, una polleria. “Il posto giusto per iniziare a farsi spennare”, penso tra me e me, ma poi mangio dei nuggets a prezzo assolutamente onesto (direi quasi barbon), mentre ascolto una sorta di strano colloquio di lavoro procedere al tavolo accanto a me. Lui, bianco alto dai capelli mori e l’aria furba, sembra spiegare a lei, ragazza di colore riccia non completamente in sé, una serie di cose, e se dovessi scommettere direi che l’affar di cui si parla è il trasporto di droga.

Ma tutto questo avviene quando sono ancora a corto di caffè, e potrei tranquillamente essermi sognato tutto. Salgo su un DLR al volo verso Canary Wharf, dove tra l’altro c’è anche Caffè Nero, l’unica catena UK che conosca in grado di servire un caffè deglutibile.

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Persino le anatre, a Canary Wharf, hanno il colletto bianco.


Da un sovrappassaggio nelle vicinanze si vede un cantiere la cui gestione degli spazi manderebbe in sollucchero il mio professore di Progetto dei cantieri.


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È tutto così ben recintato, diviso, ordinato, assegnato, separato, sicuro. Chissà se poi faranno anche qualcosa, forse era solo un esercizio di stile.


La prossima tappa del viaggio prevede una gustosa novità: l’Elizabeth Line.

Ho sempre avuto opinioni contrastanti sulla metropolitana di Londra, di cui si parla forse troppo bene. Treni minuscoli, assolutamente claustrofobici, infilati in tunnel grandi appena abbastanza per contenerli, dove quasi non si riesce a stare in piedi. Nessun impianto di climatizzazione, insonorizzazione non pervenuta, segnale internet a singhiozzo o del tutto assente. Certo, la tube map di Harry Beck, la rete estesa, i colori, i cartelli scritti in inglese, tutto è così internescional, ma in quanto a sicurezza non ci siamo proprio.

Ecco, l’Elizabeth Line non ha niente a che vedere con tutto questo. Tunnel spaziosi, treni molto ampi con finestrini ad altezza degli occhi, porte di banchina. E le stazioni: soffitti altissimi, spazi in cui si respira, trovo tutto progettato ed eseguito a regola d’arte.


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“Quanto spazio serve?” “Sì”
[Foto del giorno successivo, qualcosa mi dice non a Canary Wharf ma non ne sono sicuro]


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Per la serie la sicurezza non è mai troppa: uno spesso vetro infrangibile impedisce di buttarsi sotto il treno; ciò comunque non è parso abbastanza ai designer, che hanno comunque previsto la britannicissima scritta “Train departing. Please stand clear”. Scrivere “Please”, ah, it feels SO righteous.


Parrebbe tutto perfetto, vero? Peccato che sto per avere un’altra esperienza assolutamente british, una bella disruption.

5 minuti di attesa, che si fanno 8, 10, e la banchina di Canary Wharf si fa sempre più piena. Dopo 14 minuti il treno arriva, sale circa la metà dei passeggeri ché non c’è posto per tutti, partiamo, e inizia una sorta di roulette sulla destinazione del treno. Prima è diretto a Heathrow, poi non farà fermate intermedie tra Paddington e Hayes, poi invece no, le fa tutte ma è limitato ad Hayes, infine proseguirà per Heathrow senza fermate dopo Ealing Broadway.

Scendo sconsolato a Ealing Broadway, dove inizia a piovere. Salgo sul treno successivo che avrà avuto un load factor del 160%, e scendo sudato a Hayes&Harlington, dove un bus dal nome altisonante mi porta di fronte al Marriott Hotel.


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Questo double-decker pensa di essere in un tubo pneumatico.


Si sente forte e chiaro il rombo dei motori in decollo da Heathrow. Sono nel posto giusto.

Mi faccio coraggio e mi dirigo verso la prima meta, lo Sky Bar al 6° piano.

Coraggio, sì, perché in tutto questo io sono un utente del forum da poche ore: la mail di conferma non è mai arrivata nonostante vari tentativi. Alla fine sono riuscito ad attivare l’account solo per mano di un’impeccabile tech support (@Dancrane) , sì e no 24 ore prima dell’incontro. La follia del titolo è in fondo questa: imboscarsi platealmente a una tavolata di amici da completo estraneo. E nemmeno hanno potuto leggere niente, né un TR, né un commento qualunque!

L’alcol però fa il suo dovere, offuscando le loro capacità di valutazione, e vengo subito accolto con calore. Con una passione in comune e un luogo sicuro dove sfogarla senza ammorbare parenti e amici, bastano pochi minuti per creare un rapporto speciale.

* * *​

Il giorno successivo è dedicato al Royal Air Force Museum, che si rivela una rara opportunità di imparare come funzionano le cose: i musei della tecnica sono gravemente sottovalutati, pensati soprattutto per bambini, e vanno visitati con qualcuno tipo chi frequenta queste pagine, per avere un’idea del mondo che c’è dietro, delle sfide insormontabili e delle soluzioni allucinanti trovate loro.

A questo post potete dare un’occhiata a un po’ di foto. Tra l’altro @Jambock mi insegna, sotto un elicottero, come fa quell’insetto troppo cresciuto a librarsi in aria. Lezione magistrale ma ora non so bene se voglio mai metterci piede.

La cena al Founder’s Arms è un’esperienza prelibata, specie le porzioni dei dessert.

Se questa parte del TR è così breve è perché, come disse O’Leary atterrando a LIN, il tempo vola quando ci si diverte!
 
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Ferro97

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4. Verso il rientro

Domenica mattina mi tratto bene: colazione da Lidl con croissant al sapore di compressione salariale, senza indesiderati retrogusti di diritti sul lavoro. Il portafoglio però ringrazia.

Ho ancora tempo, il volo di rientro non è che di sera. Mi dirigo verso il centro con un double-decker.


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Di domenica, si può parcheggiare sulla preferenziale per i bus. Scandalo cittadino! Incivili!! Orrore!1! Devono fallireh, mi grida la Ronda Padana del mio subconscio.


Davanti a noi si para il double-decker nonno dai capelli grigi.

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Per la rubrica “trova le differenze”.



Eccomi di fronte alla Caverna dei 40 ladroni British Museum: c’è una coda esagerata per chi, come me, non ha prenotato, ma ci sono già entrato in passato e non voglio starci una giornata intera. Mi prenoto per il primo accesso utile al pomeriggio, alle 14.40, e vado a fare una passeggiata a Russell Square.

Appena trovo una panchina libera si mette a piovere, ma piovere di brutto, che manco in Friuli. Scappo nel primo posto che fa da mangiare che trovo, un promettente locale dal nome Plan Burrito, dove mangio una piadina enorme a un prezzo immenso.

Presto smette di piovere e si fa l’ora di entrare al museo. Scelgo con accuratezza la più lenta delle code del varco di sicurezza, dove mi fanno completamente svuotare il mio zaino per sincerarsi che non abbia vernici, scotch, o altri ammenicoli che possano nuocere ai dipinti. La tentazione di urlare “JUST STOP OIL!!” e fuggire è altissima, ma mi trattengo.


L’obiettivo principale della visita è la scacchiera di Lewis, che dopo aver visto l’isola a fine aprile lascia tutta un’altra sensazione.

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Prodotti nel XII secolo intagliando avorio di tricheco, ci sono 94 pezzi totali, di cui 11 al Museo di Edimburgo e 82 qui. Devo dire che almeno quattro o cinque potevano lasciarglieli, a quei poveretti su a Stornoway.

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L’espressione che hai quando il nuovo volo appena annunciato non ha affatto orari buoni per il weekend.


Per stemperare la sensazione che tutto qui sia stato comprato per due perline o direttamente trafugato in secoli di scorribande, vado alle stanze del tesoro di Sutton Hoo.

Notevoli le coppe di vetro ritrovate nelle tombe anglosassoni.

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S’è fatta una certa, ed è il momento di filare. Un’oretta tra tube e treno e sono a Gatwick. Non ho foto del rientro: ho passato tutto il tempo su Flightradar, nell’ansia.

Già, perché il maltempo di stamattina sta per giocarmi un bello scherzetto.
 

Ferro97

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Sono ormai passate le 17, in Italia, e ancora da Napoli non è partito nessuno dei tre aerei che devono venire qui a LGW e tornare indietro. Tornare indietro, prima del coprifuoco delle 23, derogabile fino all’1, ma non oltre.

Il primo di questi voli è un easyJet con STD 15:40, seguono il mio Wizz alle 16:25, e un altro easyJet alle 16:35. Tutti e tre sarebbero potuti partire puntuali, e tutti e tre sono a terra a NAP, con uno slot appioppatogli da Gatwick, a cui importa del coprifuoco partenopeo tanto quanto a Cesare Caldi di un volo il mercoledì.

Alla fine, alle 17:16 italiane, il primo easyJet appare sullo schermo, per poi decollare alle 17:29. Alle 18:06 compare Wizz, che decolla alle 18:12, e a ruota segue l’altro avione arancione. Faccio rapidamente due conti: se tutto fila assolutamente liscio, ce la facciamo per un soffio. Un minimo inconveniente, e finiamo a Fiumicino in piena notte.

Visto che non c’è molto da fare se non aspettare sotto la spada di Damocle, vado a fare un po’ di foto agli avioni in coda.

Gatwick South è un orrido centro commerciale completamente chiuso, e per vedere qualcosa tocca infilarsi tra i gate. Trovo comunque un buon posticino.


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Un frullino di Jump Air, noleggiato ad Aurigny per zompare su e giù dalle Isole del Canale. In questo caso è il volo GR607 per Guernsey.


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L’avione di Corendon in livrea speciale FC Nürnberg. Brutto, ma…


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… mai quanto questo A220 Air Baltic in livrea speciale Lettonia. Quelle onde mi fanno venire la nausea e i motori verdi confermano la sensazione di disgusto.


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Questa volta per Mauritius c’è l’A350 3B-NCF, intitolato a Trochetia boutoniana, il fiore nazionale dell’isola.


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Ancora avioni a nolo con questo 737 MAX 8 di Ascend Airways, che oggi vola ad Heraklion per conto di TUI. STD 14:55, ma sono le 18:51 ed è ancora qui.


Continua…
 

Ferro97

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5. Wizz Air: Londra Gatwick-Napoli (?)

L’avione protagonista oggi, 9H-WDV, sfoggia la livrea di Wizz Air Abu Dhabi, la controllata emiratina della compagnia ungherese. In realtà quell’aereo se ne sarebbe dovuto, secondo i piani originali di Varadi, stare buono in Asia centrale. Poi però panico, orrore, allora è vero quel che si dice sui GTF, non siamo più fighi degli altri: i motori P&W reggono molto male il clima desertico, e occorre loro una manutenzione molto più frequente ed onerosa. Ecco allora che a AUH ci han spedito A321ceo per quanto possibile (MLE, BEG, SJJ, FCO e TIA, operate da AUH, necessitano comunque il neo), per tamponare il problema, e oggi girano alcuni neo per l’Europa con la scritta “Abu Dhabi”.


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Al centro, un 787 di Air India pronto a partire per Cochin. Sopra, il mio A321neo da Napoli in atterraggio.


Alle 20:46 locali il mio aereo tocca terra, e alle 20:50 sono pronti ad accoglierlo al gate 24.


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C’è persino lo spingione già pronto.


La speranza cresce.


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Oplà.


Ma non è questo il giorno: ci informano dal gate che l’equipaggio è finito fuori ore, e che non torneremo a Napoli con loro. Attendiamo invece una crew di riserva che dovrebbe arrivare qui in un’ora: LGW è a sua volta base Wizz.

Persa ogni speranza di farcela in tempo per il coprifuoco napoletano, al 100% atterreremo a Roma. Questa cosa al gate non la sanno ancora, e non viene annunciata.

Lo spingione che era pronto mestamente se ne va a spingere chi ha ancora ore per lui.

Poco dopo il primo dei voli di easyJet riparte per Napoli. Sarà l’unico a farcela, stasera.



Ormai al buio, vado a fare un giretto per il mall. Stanno chiudendo tutti i negozi ma riesco a fare una foto a questo piccolo set lego.

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Da quel che ne so, sono autorizzato a comprare il Titanic e a salire sul mio volo dichiarando che lo infilerò sotto il sedile.


Nel mio piccolo, cerco di combattere la disinformazione spiegando quel che so in giro, riguardo ai risarcimenti, che purtroppo non ci spettano, e riguardo ai pasti in durata proporzionata all’attesa. Quelli ci spettano eccome, e giacché nessuna mail con voucher è arrivata, possiamo pasteggiare a piacimento, solo che sono ormai passate le 22 e sono rimasti solo i distributori automatici, che per giunta hanno problemi con le carte e di fatto accettano solo monete. Se non altro l’enorme burrito di prima sta ancora navigando su e giù per il tubo digerente, e non ho per niente fame.


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Ore 22:55, di nuovo luci accese nel cockpit. Manca poco, vero? Vero??


Verso le 23 la crew nuova, che sa benissimo che andremo a Fiumicino e si è guardata bene dal passare attraverso la sala imbarchi, rende nota la destinazione al personale di terra. L’annuncio che ne segue dà origine alla prima, strepitosa calca di gente che urla “dovete fallirehh!!”.

Dopo qualche minuto di assalto delle locuste, la povera assistente di terra riesce a raggiungere il microfono e a sospirarci dentro che “if you continue to shout at me in italian this plane will not land in Naples, and will probably not take off at all”.

Alle 23:15 dunque, sedate le locuste, imbarchiamo, e senza pensarci troppo mi infilo sul middle seat assegnatomi casualmente, perché è proprio accanto a uno dei compagni di sventura con cui avevo scambiato due chiacchiere.

Mal me ne incolse: accanto a me lato corridoio si siede il partenopeo più gigantesco che abbia mai visto. È enorme, alto, largo, smisurato, ma anche innocuo e mansueto.


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Poteva andare peggio: poteva piovere!


Giunge l’annuncio dal flight deck: due tizi si son rifiutati di volare a Roma, avevano — ça va sans dire — valigie in stiva e quindi attenderemo “circa dieci minuti” per scaricarle.

Davanti a noi, sulla fila di emergenza, siedono alcune persone in divisa Wizz, che scopro essere l’equipaggio napoletano finito fuori ore. Sbircio anche un foglietto con il loro turno: si sono smazzati NAP-TRN-NAP-LGW. Ho poi scoperto che hanno un mix di turni, alcuni prevedono tre equipaggi in un giorno e altri invece solo due, e quest’ultimo caso significa per chi fa il pomeriggio iniziare alle 11:45 e finire poco prima delle 23. Questo nonostante abbiano un surplus di AAVV a NAP, avendo avuto 2 aerei in base fino a settembre 2023 e alla scure firmata P&W abbattutasi sulla flotta ungherese. Vassavèr, come dicono nei Quartieri Spagnoli.

Uno stanchissimo steward seduto tra loro, dopo aver negato di essere parte dell’equipaggio fuori ore (suppongo per non sentirsi dire “dovete fallireh!”), mi spiega che l’equipaggio che sta operando il volo è di Roma. Quando gli chiedo se allora l’equipaggio di riserva di Gatwick sta operando il volo di ritorno per Roma, lui risponde “… è complicato”. Capisco che non è il miglior momento per fare domande da aviopirla impiccione e mi ritraggo nel mio posto.

Nel frattempo invece di 10 minuti ne sono passati 50, e ancora niente. Alle 0:07 l’annuncio del captain, il personale che deve scaricare i bagagli proprio non s’è visto, e stanno cercando di capire dove sia finito. Mi riprometto di acquistare un set di freccette e bersaglio con il logo di Menzies Aviation.

Alle 0:16 gli agenti di rampa arrivano.

Alle 0:19, un’anziana coppia di signori napoletani seduti davanti vuole scendere. Si alzano e iniziano a brandire minacciosamente il loro trolley tirato giù dalla cappelliera.
Alle 0:24 lì attorno è in piedi mezzo aereo, e urlano tutti. Per il momento non si va da nessuna parte. So da quand’eravamo in attesa che i due signori hanno anche loro una valigia in stiva, e trovo la faccenda molto preoccupante.

Nel mentre un’hostess passa dalle mie parti, le chiedo se faremo un bel go-around a Fiumicino. Mi guarda stranita per un istante, poi capisce e scoppia a ridere: “sì, ci manca solo quello, vero?”

I gentili signori ripongono infine minacce e trolley a posto e, incredibile ma vero, possiamo partire.

Alle 0:28 inizia, ad opera di un ritrovato spingione, il pushback. Sull’aereo cala il silenzio.

Alle 0:38 risuona in cabina l’agognato “cabin crew, take off.”, e decolliamo un minuto più tardi.


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Le luci in cabina vengono tenute molto basse, e nessuno si azzarda a venderci niente. L’ho molto apprezzato, anche perché con simili ritardi in Ryanair se ne fregano e vociano di imperdibili gratta e vinci alle 2 del mattino.


Crollo nel sonno come del resto fa l’intero aereo e alle 3:29 locali, dopo 1:50 in volo, atterriamo a FCO.


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Tra taxi e attesa gratuita del pullman non scendiamo che alle 3:58.


Al controllo passaporti ci infiliamo tutti allegramente nel canale extra UE. Veniamo presto reindirizzati da una guardia giovane e sorridente, che si mette a smistare noi sprovveduti.

Alle 4:15, passati i controlli, scopro con qualche stupore che l’assistenza a terra sbandierata a bordo c’è: è un signore col cartello, che informa che verremo portati tutti quanti con diversi mezzi a Napoli. Ci informa anche che se desideriamo fare altrimenti va benone, ma non potremo chiedere rimborso.


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Il tizio diventa, naturalmente, una perfetta occasione per un nuovo assalto delle locuste, questa volta certe di trovarsi di fronte qualcuno che parla la loro lingua, e riprendere a urlare “dovete fallirehh!!”.

Di fronte a questo spettacolo ne ho abbastanza: ho un aggancio a Roma, informato dei fatti, e posso sfruttarlo per passare quel poco che rimane della notte in un letto vero e proprio.

Prendo il Cotral per Tiburtina delle 4:45; ne conoscevo l’esistenza, ma ho notato che c’è un utile messaggio sugli schermi sopra i nastri di riconsegna bagagli.


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Ha inizio una folle corsa per attraversare una Roma deserta.

Arrivo a Tiburtina alle prime luci dell’alba, e da Tiburtina riparto la sera successiva.

Mentre ronfo da FCO inviano un aereo a vuoto a Napoli alle 6 del mattino. Le tre rotazioni del giorno dell’aereo Wizz di base a Napoli (JMK, CFU e LGW) verranno completate tutte con un ritardo compreso tra una e due ore; sempre meglio di easyJet che, avendo lasciato un aereo su a Londra mandando tutti in hotel, ha cancellato tout-court i 4 voli che avrebbe dovuto fare fino al primo pomeriggio. Per quanto mi riguarda, non posso che approvare la strategia degli ungheresi, che dovrebbero invece migliorare molto l’aspetto comunicativo.


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Dall’inattesa sosta romana: questi Solaris 18 metri sono tra i più moderni bus in dotazione all’ATAC. E sono bellissimi, specie quando non li fotografo io.


Per non stonare col resto, anche l’ultima parte del viaggio è super-barbon: viaggio con itabus da Roma a Napoli. 2h 20’ di tragitto, 7€ acquistato 2 ore prima di partire; mi pare un ottimo rapporto qualità-prezzo.

Poco prima di me dall’autostazione di Tiburtina vedo partire un coraggioso Flixbus per Agrigento.


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Non fa fermate intermedie sul continente, la prima è Messina. Per quanto mi sforzi, c’è chi è più barbon di me.


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Il mio itabus non è da meno: da Napoli prosegue fino a Siracusa.


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I Neoplan Skyliner a due piani usati da itabus su tutte le tratte notturne sono moderni e confortevoli. Una volta ci ho fatto Ferrara-Napoli in notturna e me la son cavata con meno di una settimana di fisioterapia: promossi!


Alle 23 si può ancora fare a meno di UberX Don Enrico, grazie alle ultime corse della linea 2 della metropolitana di Napoli. In realtà è un passante ferroviario, il più antico d’Italia, inaugurato nel 1925. La maggior parte dei treni oggi è effettuata coi Coradia Stream, detti “Pop”.


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Dentro questi affari fa più freddo che a Londra.


In Olanda dove funziona tutto li usano come treni ad alta velocità. Qui da noi che invece siamo poveri e squattrinati e soprattutto non capiamo niente li usiamo come metropolitani, mentre lasciamo l’AV a dei veri treni AV.


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Bah, gli italiani sbagliano sempre tutto.


Ed eccomi ritornato a Fuorigrotta. Vi saluto col fabbricato viaggiatori di Napoli Campi Flegrei, pronto per andare a nanna, è ormai lunedì sera.


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Grazie per tutti i messaggi di apprezzamento che mi avete già scritto, e non mi resta che dirvi al prossimo TR!
 

Edoardo

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Grazie per la condivisione del TR.
Non sono così sicuro che Wizzair non risponda per la EU261 in questo caso.

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Dall’inattesa sosta romana: questi Solaris 18 metri sono tra i più moderni bus in dotazione all’ATAC. E sono bellissimi, specie quando non li fotografo io.
Un paio di settimane fa sono stati consegnati gli ancora più nuovi E-Citaro Mercedes, in funzione ad Autoservizi Troiani per conto di ATAC



Per non stonare col resto, anche l’ultima parte del viaggio è super-barbon: viaggio con itabus da Roma a Napoli. 2h 20’ di tragitto, 7€ acquistato 2 ore prima di partire; mi pare un ottimo rapporto qualità-prezzo.
Politica dei prezzi completamente fuori mercato e suicida. Yield di 0,03€/km insostenibile per qualsiasi azienda di autobus a media/lunga percorrenza.
 
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5 minuti di attesa, che si fanno 8, 10, e la banchina di Canary Wharf si fa sempre più piena. Dopo 14 minuti il treno arriva, sale circa la metà dei passeggeri ché non c’è posto per tutti, partiamo, e inizia una sorta di roulette sulla destinazione del treno. Prima è diretto a Heathrow, poi non farà fermate intermedie tra Paddington e Hayes, poi invece no, le fa tutte ma è limitato ad Hayes, infine proseguirà per Heathrow senza fermate dopo Ealing Broadway.
19 miliardi spesi, tre anni di ritardo, e la Betty si rompe ogni altro giorno e nei weekend non ferma a Hayes e Acton... Ah, notare anche le macchie sui muri dove ci sono i sedili.

Per il resto, tutto moltobbello.
 
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venexiano

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Umorismo, spirito d'osservazione e senso del dovere da forumista: la ricetta per un TR coi fiocchi. Bravo!


19 miliardi spesi, tre anni di ritardo, e la Betty si rompe ogni altro giorno e nei weekend non ferma a Hayes e Acton... Ah, notare anche le macchie sui muri dove ci sono i sedili.
Sono stati fortunati a farla inaugurare dalla Vecchia Regina in persona e non, che so, dal ministro Matthew Little Blanks (cfr. M4 a Milano guasta il giorno dopo l'inaugurazione).
 
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Ferro97

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Grazie per la condivisione del TR.
Non sono così sicuro che Wizzair non risponda per la EU261 in questo caso.
Dici che vale la pena provare a chiedere i 400€? In teoria non ne ho diritto, essendo tutto nato a causa delle restrizioni a LGW causa meteo avverso.

Politica dei prezzi completamente fuori mercato e suicida. Yield di 0,03€/km insostenibile per qualsiasi azienda di autobus a media/lunga percorrenza.
Sì, va detto che 24 ore prima li vendevano a 20€, e che i prezzi scendono molto last minute per evitare di avere posti vuoti a bordo e racimolare qualche spicciolo in più.
 

Luca Paglia

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22 Gennaio 2015
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Tutti abbiamo un TR incompiuto nella sezione storica! :) :) :) :) :)

Tu pero' non lasciarti influenzare dai vecchi pigri e brontoloni :) :) :)
Io sono riuscito a scrivere un capitolo nuovo di un TR incompiuto appena dopo che il sommo forumista me l’aveva spostato nella sezione storica. La mia “audacia” non è piaciuta particolarmente….
 
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