[TR] In vista di Expo (cit.), MXP-IST-ADB and Back


flyLILB

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Cara Aviazione Civile,

Dopo quasi un anno costretto a terra, durante il quale mi è toccato scappottare per i bar del Canton Ticino e dell'Oberland zurighese, torno su questo sito con un nuovo rapporto di viaggio. Purtroppo, neanche stavolta potrò narrare di destinazioni di nicchia né pantagrueliche spaghettate (cit.) da compagnia cinque stelle - per queste ultime, solitamente uso la macchina ché ci metto niente ad andarci - sarà infatti un'altra piatta trasferta da contractor mercenario. Come le altre volte, tenterò di rendere la lettura meno soporifera con qualche nota di colore. Ringrazio in anticipo tutti per la magnanimità e soprattutto per le foto da cellulare [nel senso di polizia penitenziaria].

Come in tutti i (pochi) TR che ho postato, anche questo nasce da una chiamata improvvisa da parte di un cliente nel bel mezzo di una delle mie allegre scappottate. Qui dobbiamo fare il meeting di kick-off, c'è da far venire i contractors dall'Italia - ché poi sarei solo io - presentare il team e il business, giovedì devi esser qua, manchi solo tu. E pensare che questo è dai primi di luglio che mi sta dietro, lo so benissimo che hai passato gli ultimi due mesi a cercare l'indiano da pagare due rupie e una patacca [di Macao] ma il rate standard, ammmore, è questo. Morale, contratti firmati e scambiati via mail e arrangiamento del viaggio. Faremo un non eccitante Malpensa - Istanbul Atatürk - Smirne con la barbon class di Turkish Airlines. Come giustamente suggerisce il titolo del report, andremo nella città che, se Milano non ci avesse inopinatamente messo lo zampino, avrebbe ospitato con successo Expo 2015. [Perdonatemi, ma io quando sento la parola Expo subito prima o dopo Milano, sudo freddo.] La località è collegata anche tramite Pegasus da BGY via SAW (biglietto unico, mica self-hubbing) ma gli orari facevano un po' senso. Lufthansa propone un diretto MUC-ADB non male, però il ritorno era introvabile. Destinazione finale tipicamente da vacanziere russe - chissà se ne troveremo... - ma io vado a far tutto fuorché vacanza.



Partenza da casa con molto anticipo, perchè come d'abitudine quando sono in aeroporto me la voglio prendere comoda, alla ricerca di qualche spunto interessante per questo TR. Bentornati a MXP 1, l'aeroporto che di fare lo hub non ne vuole proprio sapere. Facciamocene una ragione.

Notare i consueti abusivi scorrazzare coi carrellini. Tralasciamo di richiamare La Terra dei Cachi di Elio, ché la sappiamo a memoria.



Ricordiamo che dal 15.09 anche in area partenze ci sono le telecamere che ti leggono la targa, ché se non te ne vai entro dieci minuti (o ti infili nei posteggi paganti) ti mandano la multa a casa. Quindi, scaricare in fretta e fuori dalle balle.

Non faccio in tempo ad entrare nel terminal che l'accostamento Milano / Expo descritto poc'anzi mi fa sudare freddo.



Questo stanzone lo conosciamo tutti.



Pure il pavimento.



Andando avanti però qualcosa cambia.



Pure il pavimento.



Andiamo ad affidare il carrellino alla signorina. Per ora c'è gente, ma non troppa.



L'ignobile vegetale pubblicitario. Dal vivo, è veramente brutto (cit.). Ma il povero Arcimboldo ormai si è stufato di rivoltarsi nella tomba.



Meglio guardare un po' fuori, va'.

Al terzo satellite si vede solo il triplone EK per DXB. Sullo sfondo, il pari grado SQ decolla per SIN.



Al satellite di mezzo un'ucraina attende tutta sola di tornare a KBP.



Il panorama comunque è desolante. Sempre al secondo satellite, il 738 LY per TLV.



Vabbe' dai, scendiamo nell'antro dei diffusori di radionuclidi. Visto il momento prandiale, ci metteremo poco a farci irraggiare.



Il Tagesplan di MXP 1 prevede sufficiente varietà di destinazioni, perlomeno per gli standard di casa nostra.



Prima però di oltrepassare la barriera di Schengen, andiamo per un momento contromano, verso gli imbarchi A.

Sarebbe imperdonabile infatti - roba da ban immediato dal forum, nonché da interdizione per cinque anni da qualsiasi dispositivo con funzionalità Web - non testimoniare la visita al luogo che, se non fosse che a Skytrax non gliene frega un'emerita cippa, porterebbe gli scali milanesi ai vertici mondiali per il livello dei suoi servizi.



No ammmore, il completino che si illumina al buio non te lo regalo! Sei matta, con quello che costa! E poi lo sai, che io sono un tipo semplice e preferisco il contenuto al contenitore.

Questi invece non li c**o manco se mi pagano. Comunque la bella signorina in vetrina non mi è nuova, mi sa che l'ho vista nello stesso posto dove ho conosciuto la Cameron Diaz e la Jessica Rabbit.



Ma va' al gate giusto, va', lascia perdere le donnine di carta e plastica e pensa piuttosto a quelle in carne e ossa.
Abbandoniamo Schengen.



A me la parte vecchia degli imbarchi B pare piccola, tortuosa e opprimente. Anche più avanti, dove c'è la food court, l'impressione non è molto diversa.



Troviamo una piccola vetrata dalla quale scorgere il primo satellite. Un 321 tedesco tutto solo.



Questo patetico trompe-l'œil nasconde i lavori che non sono mai stati fatti in questo aeroporto.



Ecco, una doppia curva e comincia la parte "nuova".



Mamma mia, com'è vuoto.

[Il Baby Pit Stop onestamente non mi quaglia tanto come espressione. Mi ricorda più il box della Ferrari che i patelli della Lines. Scusate ma io non sono un anglosassone acquisito come molti senatori del forum.]



Lui mi ricorda un collega di qualche anno fa.



Intanto il parterre si anima leggermente. L'ucraina di prima ha finito di aspettare e sta lasciando l'apron.



Il nostro 738 TK è arrivato e sta scaricando pax e packs, ma noi c***eggiamo ancora un po'.



Lui non ha trovato nessun albero sotto il quale infrattarsi.



Wow, dopo la pausa estiva sono finalmente tornate le brasiliane! Ci vediamo la settimana prossima.



Questo 738 lo aspettavo perchè volevo fortissimamente scrivere ТРАНСАЭРО e non Transaero in questo TR. Lui comunque arriva da VKO.



AZ786 va a NRT.



Per lui invece è giunta l'ora di andare a casa, sulle rive del Golfo.



Mi piacciono le signorine di EK, anche se mi aspettavo di meglio. Loro però vanno dall'altra parte, con l'altro triplone per JFK.



Intanto il cugino di Zidane torna al paesello.



Mio cuggino, mio cuggino / Mio cuggino è ricercato / Amico di tutti... (cit.)

Prima però di appropinquarci al gate, facciamo il nostro personale pit-stop.
Ma anche no.
Scotch per pacchi, penna a sfera e siamo a posto con la 626. Almeno qua a Milano non fanno a pugni con la grammatica di Sua Maestà. La cosa mi solleva assai.



Eccoci quindi al nostro cancelletto, in attesa che ci facciano imbarcare.

Wed., Sep. 17th, 2014
MXP-IST
Flight: TK1896
Class: Y
Seat: 09A
Eqp: B737-8F2
Reg: TC-JVF
Scheduled: 1500-1850
Block to Block: 1500-1845
In Air: 1512-1833 (Dur: 2hrs 21min)



Ci sediamo un po' mostrando le scarpe ripetutamente risuolate dal sciur taccoexpress. Intorno a me, riconoscibili dalle etichette bagaglio tutte uguali, una nutrita comitiva di un tour operator che non conosco.



Al momento della chiamata, la coda è abbastanza ordinata. Lasciamo scorrere e poi ci avviciniamo pure noi.



Una posizione davvero ignobile per fotografare il nostro aviogetto. [A volte ritornano, certe espressioni, eh.]



Il Comandante e Numero Uno completano la lista della spesa.



Un ultimo sguardo indietro.



Guadagniamo la nostra seggiola subito dopo l'arrivo di un nostro fratellino. Lui, anziché a IST, andrà sull'altra riva del Bosforo, a SAW.



Facciamo subito insospettire la famigliola dei posti 09B/C/D, eseguendo il tradizionale Pitch Test. Sembra quasi umano.



Altrettanto subito, lo staff ci consegna le cuffiette e il dolcino di benvenuto. Io non ho la più pallida idea di come si chiami il dolcino, ma mi ricorda vagamente il panforte di Siena. Riveleremo in seguito il forte legame che c'è tra la città del Palio e la Turchia.



Ci stacchiamo in orario.



Un anonimo piccoletto tutto solo in mezzo al tarmac.



Taxeggiamo verso la 35L.



Mentre atterra il cargo giapponese.



Svolta a sinistra.



Ci allineiamo alla pista...



E via, per questa nuova avventura.



Tschüss!



Non mi abituerò mai abbastanza ai ratei di salita elevati.



Il cielo sotto di noi sarà piuttosto nuvoloso per quasi tutta la durata del viaggio. Un volo fondamentalmente uneventful, ma cerchiamo di farcelo rendere meno noioso possibile.



Il CFM ruzza.



Leviamo gli occhi dal finestrino e vediamo che il nostro mezzo ha il più recente layout degli interni. Seggiole con poggiatesta regolabile, IFE e cappelliere apparentemente più grandi. In Y siamo pieni a tappo, mentre in J c'erano quattro gatti e due orsi.



Le lucette blu sul soffitto, che piacciono tanto a grandi e piccini.



L'IFE ha funzionalità touch-screen.



Momento fetish: Safety card.







Nel frattempo la crew ci ha distribuito il menü. Melanzane fritte con pomodoro e formaggio, scelta tra pasta e straccetti di manzo & pollo, tortino al cioccolato. Bibite alcooliche ed analcooliche a profusione.





In uno dei rari momenti sgombri da nubi, individuiamo alcune isolette della Dalmazia. Quelle mi sembrano Veglia e Pervicchio.



Tu non hai fame?!? chiede il mio avatar fino alla noia. Un giorno o l'altro ti butterò giù dall'aereo, Carletto. Ad ogni modo abbiamo superato il test di commestibilità.



Sì, la birra locale l'ho chiesta apposta all'AV, per poter perpetuare una delle tante curiose usanze di questo forum.

Concludo il pasto con un bicchierino di thé.



L'airscio' mi dice che siamo sopra Sofia. La capitale della Bulgaria, perdiana, non fate sempre i maliziosi.



Altro momento fetish: Winglets.





A questo punto ho il tempo di ravanare con l'IFE. Il funzionamento è intuitivo e il sistema reagisce velocemente agli stimoli. Il database di film e telefilm è adeguato per quantità e varietà di generi, e per un volo di questa durata mi pare più che sufficiente. Le tracce audio, oltre agli artisti mainstream, comprendono pressoché tutti i generi della canzone turca e, per chi ci crede, anche il Corano in forma di audiolibro. Visto che non trovo la mia musica preferita - ma questo già lo sapevo - allora cerco qualche schifezza da lap-dance tipo Rihanna o Katy Perry, tanto per autosuggestionarmi. Le trovo come previsto, ma mi rendo conto che l'aggiornamento degli album è in ritardo di un paio d'anni. Ma tanto ormai siamo sopra la Turchia europea, è ora di scendere. Ci tuffiamo nelle nuvole.



L'avvicinamento alla 05 di IST si fa con una manovra a S sibilante: arrivando da ovest, ci si mette in coda e si svolta a destra (verso sud-ovest) e poi si fa inversione a U per centrare la pista. [I termini non tecnici della spiega, naturalmente sono intenzionali.]

Questo è il Mar di Marmara. Mamma mia, è più nero del Mar Nero.



La Costa Cara si appropinqua a Bisanzio.



Pure questo piccolo naviglio.



C'era una volta un piccolo naviglio / Che non poteva navigar / Era lontano dalla riva un miglio / Vedeva il porto e non poteva più approdar... (cit.)

Mamma mia, se piove.



Intravediamo la terraferma. Dai che ce la facciamo.



Ci siamo.



Che diluvio.



Il fratellino ci sta pedinando.



Eh già, qua c'è solo pinna rossa.





Tra i pochi intrusi, anche se non si vede una mazza, questo Россия.



E questo cargo.



Posteggiamo a fianco di questo fratellino.



Prima di salutare TC-JVF, diamo un ultimo sguardo alle seggiole.



E rubiamo un'immagine del club level. Su questo mezzo, poltrone dedicate.



Seguiamo il branco in direzione dell'immigration, dove la coda pare infinita ma scorre come l'olio. In Turchia, come noto, entri anche con la carta d'identità, ma in questo caso ti danno uno scontrino con i tuoi dati e i timbrini di entrata e uscita. Da tenere sempre appresso.



Per andare a prendere il mezzo per ADB, occorre uscire landside, come se si fosse arrivati alla destinazione finale, e poi scarpinare fino al terminal domestico. Un transito di due ore tra volo internazionale e volo domestico sembra tanto, ma a IST è meglio non perdere tempo.



Nel frattempo, speravo di fare un inebriante salto all'indietro nel tempo prelevando alcuni fantastiliardi di lire alla macchinetta sparasoldi... invece sono arrivato troppo tardi, gli zeri li hanno tolti diversi anni fa. La macchinetta mi insultava in caratteri cirillici nonostante io avessi cliccato sulla lingua inglese, quindi annullo tutto e passo al français.

Veduta dall'alto del terminal domestico. Non molto grande, piuttosto affollato e francamente un po' trascurato. Fatica a reggere la forte crescita dei pax, ma in vista del costruendo aeroporto evidentemente tutti si turano il naso.



I gates sono disposti tutti intorno alla food court.



Il Tagesplan di IST D prevede luoghi che solo un noto forumista potrà dire di conoscere con certezza.



Guardiamo un po' fuori. Qua c'è sempre il diluvio universale.



Potete ricaricare tutti gli arnesi che volete, basta che paghiate. Una lira, ma non si capisce quanto tempo dura.



Intanto siamo arrivati al nostro cancelletto.



La nostra accompagnatrice è appena arrivata.

Wed., Sep. 17th, 2014
IST-ADB
Flight: TK2340
Class: Y
Seat: 09A
Eqp: B737-752
Reg: TC-JKJ
Scheduled: 2100-2205
Block to Block: 2107-2221
In Air: 2130-2216



Al momento dell'ultima chiamata, i pax si avvicinano senza troppa foga. Pochissimi in partenza per business, la quasi totalità sono vacanzieri di vario assortimento per età e nazionalità.



Il leghista scozzese con la magliettina che fa pendant con le seggiole ha capito in anticipo come andrà a finire il referendum. Sconsolato, ha già deciso di andare al mare.



Mentre attendiamo in coda nel tentacolo, salutiamo il nostro vicino di banco.



Giunti alla nostra seggiola, eseguiamo immediatamente il Pitch Test. Anche questo è umano.



Nuovo momento fetish.







Sbirciamo un po' in cabina. Anche questa tratta è bella pienotta. Al 09C c'era una signorina del luogo che mi pareva interessante, ma con mio grande disappunto un trasfertone turco si è messo in mezzo. Gli interni hanno purtroppo un'aria vissuta.



Pushback. In cabina si fa buio.



Mentre fuori il Capitano accende i fanali.



Decolliamo dalla 35L. Questo è il meno peggio che potevo documentare della banlieue di IST.



Vista la durata netta del volo, non facciamo in tempo a raggiungere la quota di crociera che lo staff ci porta la pappa. Il convento ci propone 1) la via turca alla parmigiana di melanzane (n'altra volta?), 2) paninetto con tacchino (be', se siamo in Turkey non potevamo non aspettarci il turkey), 3) pantegana (mouSe, cit.) al cioccolato. Il succo d'arancia, seppur richiesto, lo vedrò solo nei miei sogni. Valuterò se intentare una class action contro TK, o in subordine chiedere la testa della signorina sbadata.



Il volo procede senza scossoni. Là sotto, le luci di Smirne (o İzmir o Σμύρνη secondo i punti di vista). Siamo quasi arrivati.



Si atterra sulla 34R. Arrivando da IST, si costeggia l'aeroporto lasciandolo alla nostra sinistra e poco dopo si vira a babordo di 180°.
Si vede solo la winglet, ma vi assicuro che là in fondo c'è la pista.



Siamo tra gli ultimi della giornata. Posteggiamo soli soletti ai remoti. Il pullmino ci aspetta.



Un occhio alla seggiola che dimostra molti più anni di quanti non ne abbia.



E salutiamo e ringraziamo TC-JKJ che ci ha portato fin qui.



Ritiro bagagli del terminal dei voli interni, anche a ADB le strutture sono a compartimenti stagni come a IST.



Arriva il carrellino...



Anzi no, qua non potrà mai arrivare.

Questo perchè in Turchia il bagaglio di un pax partito dall'estero (e che prima è transitato da un altro aeroporto turco) finisce al terminal internazionale, mentre il pax arriva al terminal domestico come è naturale che sia. I due seguono percorsi diversi. Il bagaglio viene sdoganato alla destinazione finale e non al primo punto di accesso in Turchia; il pax invece viene sdoganato appena mette piede nel Paese. Non so se mi spiego, ma se avete già fatto un itinerario "misto" come questo allora già sapete il giro del fumo.
Questo "inconveniente", se vogliamo chiamarlo così, può essere evitato se ritirassimo il bagaglio a IST o al primo punto d'accesso in Turchia, e poi lo reimbarcassimo sul volo domestico successivo, come è d'obbligo negli USA.
Ecco perchè appena siamo stati scaricati dal Cobus, c'erano alcune signorine che ci urlavano delle robe incomprensibili in turco: infatti dicevano ai pax partiti dall'estero come me di seguirle per andare al luggage claim dell'altro terminal.

Le signorine ci fanno incamminare in una direzione che credo in condizioni normali i passeggeri non dovrebbero prendere, si vedeva infatti la segnaletica orizzontale per i trattorini.



Alla fine del lungo tragitto, come volevasi dimostrare, il nostro carrellino trottolava allegramente sul nastro insieme a quelli degli altri pax internazionali. Lo prendiamo al volo e poi acchiappiamo uno degli ultimi taksi disponibili per Smirne centro.

Il vialone che collega l'aeroporto col centro città si fa notare per i numerosi night clubs spennapolli, ne avrò contati quasi una decina. Sì ho capito che volevate le foto, specie degli interni - maliziosi che non siete altro! - se mi capiterà di tornare quaggiù farò il possibile per rimediare.

Arriviamo finalmente all'hotel di destinazione, che per intenderci è quello del noto gelataio svizzero. Scarichiamo le nostre cianfrusaglie ed aprendo il cassetto della scrivania non troviamo ovviamente - per l'amor del Cielo! - la Bibbia, ma questo adesivo che indica la direzione della Mecca.



Andiamo a dormire, va'. Domani abbiamo da lavorare, barbone. Nel prossimo post faremo un OT della città di Smirne davvero ignobile - degno di un contractor mercenario al quale non è stato dato neanche un momento per andare al night club di cui sopra, quindi non aspettatevi nulla di buono - e in seguito documenteremo l'itinerario di ritorno.

Grazie ancora per la vostra pazienza.
 

valuk

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26 Giugno 2013
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Hmmm, la differenza di passeggeri a MXP e IST ha colpito anche me, è proprio l'aeroporto che non sarà mai hub :( Aspetto il ritorno, ottima narrazione:)
 

carloz

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13 Gennaio 2007
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Hmmm, la differenza di passeggeri a MXP e IST ha colpito anche me, è proprio l'aeroporto che non sarà mai hub :( Aspetto il ritorno, ottima narrazione:)
Bell'inizio complimenti. Anche a me capitava le prime volte di dirigermi al terminal nazionale dell'aeroporto per i bagagli infischiandomene dei richiami rivolti ai passeggeri provenienti dall'estero. Diciamo che le mie sembianze non tipicamente turche mi erano di aiuto ad essere individuato, riacciuffato e portato al giusto terminal.

Sono curioso di vedere il tuo OT di Izmir.

P.S. I dolcetti che hai mostrato all'inizio si chiamano Lokum
 

flyLILB

Utente Registrato
Ringrazio sentitamente tutti coloro che, commentatori o semplicemente osservatori, sono riusciti a portare a termine questa lunga lettura. Ricordiamoci che siamo solo a metà del percorso.

Come preannunciato, l'OT smirnense sarà assolutamente ignobile e limitato a una passeggiata all'alba sul lungomare della città - che come abbiamo ricordato all'inizio di questo viaggio, sarebbe stata la sede di Expo 2015 se Milano non avesse partecipato alla competizione. Se è confermato che non vedremo le vacanziere russe, è altrettanto vero che non vedremo neanche i monumenti principali, il che dice tutto sul tempo libero che il cliente mi ha lasciato nel giorno e mezzo che mi ha trattenuto qua. [Cavoli non pretendevo di andare al night club spennapolli, però non mi ha neanche lasciato cenare da solo!] Dalle foto che vedremo, manco pare d'essere in Turchia.

La baia di Smirne vista da Piazza della Repubblica. Sarà un paio d'anni che non sento l'odore del mare.



Là in fondo, credo sia il quartiere di Karşıyaka.



La parte settentrionale del Kordon, così si chiama il lungomare.



Un branco di cani sciolti si accapiglia. Fonti locali mi hanno detto che il randagismo è una piaga sociale - e non è una battuta.



Piazza della Repubblica.



Il Padre della Patria is watching you. Lo troveremo in ogni dove, a partire dalle banconote.



Sul Kordon si pesca alla grande.



Andiamo un po' più in giù. Oltre ai cani, incontreremo diverse persone di ambo i sessi fare jogging.



La Costa Nulla, gemella della Costa Cara, si appropinqua al porto.



E i soliti piccoli navigli insieme a lei.



Questo è il Molo di Konak, progettato da Gustave Eiffel: a fine Ottocento magazzino portuale, oggi centro commerciale.





Là in fondo, mi pare il quartiere di Çiğli.



Andiamo ancora un po' più in giù, verso la fermata del vapuru.



Nonostante le apparenze, il Bossi non ha molto seguito da queste parti. Credo sia più considerato il Siffredi.



Lisca di missultin o scheletro di barca, fate un po' voi.



Il randagio mi mette un po' paura. Torniamo indietro, ché tra l'altro è tardi e dobbiamo andare a lavorare.



Un gruppetto di pendolari corre per non perdere il vaporetto delle 7:30.



Sì sì, ce l'hanno fatta.



I taksista locali vanno quasi tutti con le romene di origine francese e con le Fiat Palio Quattroporte - ossia le Siena. Ve l'avevo detto che tra la città toscana e i turchi c'è una relazione di lunga data. Ai piedi del palo, un'altra Fiat che dalle mie parti non vedevo più circolare dall'inizio degli anni Ottanta.



Il parco auto della Turchia meriterebbe un post a sé stante. Si spazia dagli scassoni Fiat 131 che ormai non producono più neanche loro, alle romene di cui sopra, agli innumerevoli Doblo', alle vetture appariscenti come la mia (ché in Italia ne avranno vendute tre in croce, di LSD o come c***o le vuole chiamare la mia amica, ma in ogni nazione dove vado mi imbatto sempre in una uguale!).

Sempre in tema di mezzi di locomozione, anche qua hanno i velocipedi in comunione.



Guardiamo verso l'interno. Dalla foto non si capisce, però le palazzine ammucchiate sulle colline, da lontano fanno molto favela brasiliana. [Da vicino, un po' meno.] Smirne ha tre milioni di abitanti, e da qualche parte dovranno pur starci, eh.



In basso però il panorama è dominato dai palazzoni, come in tante città dell'Europa mediterranea. Questo mi pare sia il municipio.



Mimetizzato tra gli altri edifici ed evidenziato dalla freccia rossa, il monumento simbolo della città, la Torre dell'Orologio. Certo che devo essere proprio rinc******ito per averlo scoperto solo al mio ritorno a casa, e per di più averlo avuto sotto il naso e averlo fotografato a mia insaputa.



Sì va bene, torniamo in fretta all'albergo di Piazza della Repubblica. Ma prima salutiamo la nave scuola dei pompieri, che usano anche come museo.



Concludiamo questo ignobile OT con una veduta dall'alto della città al tramonto. Per la cronaca, sotto i nostri piedi c'è la Cumba (i turchi leggono Giumba), un posto che sopra pare di essere all'autogrill - e infatti è un'affollata stazione di servizio sulla superstrada Smirne-Magnesia! - ma che scendendo con un ascensore si rivela essere un romantico ristorante tipico con giardino all'aperto. Niente foto delle numerose portate, perchè io lo faccio solo con i pasti aerei.



Nel prossimo post torneremo ai soggetti istituzionali con la narrazione del viaggio di ritorno.
 

flyLILB

Utente Registrato
Sì sì, con questo finisco, su siate comprensivi.

Il terzo giorno (cit.) il mio cliente non mi dà nemmeno il tempo di fare una nuova passeggiata per i dintorni dell'hotel - ché magari la Torre dell'Orologio riuscivo a vederla da vicino! per non dire di qualche cosa turca! [sull'Acropoli ci avevo già messo una pietra sopra] - e mi viene a caricare col suo Doblo' la mattina presto per andare in ufficio, il quale sta a una quarantina di chilometri di distanza. In tangenziale troviamo una coda che più coda non si può, quindi ci fumiamo tutti i nostri buoni propositi di produttività. [Tie'!]
Ma tanto, arrivati a destinazione, il cliente non mi fa lavorare subito, bensì mi porta a fare un giro per la fabbrica con la golf car. Pare d'essere nella trasmissione Com'è fatto, manca solo la graziosa Barbara Gulienetti, frigoriferi lavatrici televisori che escono a getto continuo, questo posto è immenso, per quanto è grande ci hanno pure fatto un documentario sul National Geographic, ci lavorano migliaia di persone ché quando è l'ora della pausa caffè (alla turca, ovviamente) c'è una vera e propria transumanza e le luci sopra le linee di produzione si spengono. È proprio il caso di esclamare terrorizzati Mamma li Turchi! questi ci fanno il c**o ragazzi, come dieci anni fa quando vidi quello che facevano i polacchi negli stabilimenti delle auto (e non solo). Ma torniamo al nostro viaggio.

Abbandoniamo il cliente nel primo pomeriggio e ci facciamo portare con un altro Doblo' all'aeroporto di Smirne. Il tragitto è abbastanza spedito e lo chauffeur procede piuttosto allegramente come la maggior parte degli indigeni - non hanno mai visto la neve ma fanno lo slalom come l'Alberto Tomba dei tempi d'oro - a parte la solita pattuglia di Polis in agguato sulla superstrada e un ingorgo nella zona dei night clubs spennapolli di cui abbiamo già parlato all'andata.

Eccoci quindi al terminal domestico di ADB. Mi pare bello nuovo.



Andiamo, come dice un mio amico quando va in vacanza in Carinzia - ché non capirò mai perchè parla al plurale, visto che non mi invita e ci va rigorosamente da solo.



L'area check-in, alla quale si accede solo dopo aver subito una prima doccia radioattiva.



Dopo aver affidato il carrellino a una signorina che divorava avidamente un abbondante piatto di c***i propri con una comare, facciamo la consueta (seconda) doccia radioattiva per passare airside.

Il Tagesplan di İzmir D: molte navette per il Bosforo, nonostante i codeshare potrebbero trarre in inganno. Apprendiamo che a sinistra si va alla moschea, a destra al mio gate.



L'ambiente è un po' vuoto, ma è luminoso.





Torre di controllo.



C'è nessuuunooo?!? (cit.) [Grazie al Cielo l'odiosa particella è stata buttata giù dall'aereo.]



Un cavallo alato è fermo ai remoti.



Arrivati al nostro cancelletto.



Lui lascia lo stallo per far posto al nostro mezzo.



Andiamo al chioschetto a comprare qualche cianfrusaglia per le nostre fidansate e ci sediamo un po'. A scanso di equivoci, i piedi non sono sulla seggiola, è un effetto ottico, io non ho questo tipo di abitudini.



Ops, è arrivato.



Dopo un po', la coda che si forma è piuttosto ordinata.



Lasciamo correre e alla fine ci appropinquiamo pure noi.

Fri., Sep. 19th, 2014
ADB-IST
Flight: TK2327
Class: Y
Seat: 28F
Eqp: A320-232
Reg: TC-JLL
Scheduled: 1650-1755
Block to Block: 1654-1808
In Air: 1705-1800





Mentre attendiamo in coda nel tentacolo, salutiamo questo B737 XQ.



Vista dalla finestra in penultima fila.



Distacco. Guardo la dedica dell'aeroporto [per la cronaca, trattasi di un ex-primo ministro turco] e scopro finalmente l'origine dello strano nome di quella mia amica di Zurigo.



Taxeggiamo verso la 34R.



Mentre ci allineiamo alla pista, fotografiamo delle robe che non dovremmo.





Takeoff.



Traffico regolare in tangenziale.



La banlieue smirnense. Il centro ce lo abbiamo sotto il c**o, il mare è dalla parte opposta.





Quella è Magnesia (o Manisa o Μαγνησία), dove abbiamo passato gli ultimi due giorni. La zona industriale è più grande della città stessa.



Per metà del cammino il paesaggio è più o meno così.



Il cestino della merenda. Paninetto col formaggio di pecora (kaşar), insalata di fagiolini verdi, tortino al cioccolato. Stavolta il succo d'arancia me lo hanno portato, quindi rinuncio ufficialmente alla class action. Avendo mangiato tutto ed avendo postato qua l'immagine, vuol dire che era commestibile. Sono di bocca buona, io.



Vista della cabina e della graziosa signorina che mi ha portato il cestino della merenda - e che ringrazio.



Intanto rivediamo il Mar di Marmara.



L'isola di Paşalimanı.



E parzialmente coperta dalle nuvole, l'isola di Marmara.



Ah, dimenticavo. Pitch Test. Sarà una mia impressione, ma è molto più stretto che nei voli di andata.



E... I just wanna feel this [fetish] moment... (cit.)







Ritorno sopra il Vecchio Continente. Là sotto, Marmaraereğlisi.



Comincia la discesa.



Foto immonda di aeroporto non identificato. Non sono in grado di dire se si tratti veramente di TEQ (Tekirdağ).



Addio, bilanciamento del bianco.



Büyükçekmece (cinque lire a chi lo sa pronunciare correttamente!) come ho verificato su Google Maps. Abbiamo appena iniziato il sentiero di avvicinamento a S sibilante che abbiamo descritto all'andata.



Nuvolaglia. Anticipiamo che stavolta a IST troveremo bel tempo, meno male.



Il solito piccolo naviglio.



Aliscafo (o così pare).



Siamo ormai arrivati. Il lungomare di Bakırköy dev'essere un paradiso per gli spotters, ma mi sa che la Turchia non li ama molto.



Traffico regolare in tangenziale.



Touchdown ancora sulla 05.



Étendons la lingerie, comme d'habitude.



Quella sarà l'unica cosa di Istanbul che ho potuto vedere alla luce del sole.



Solito scenario da pinna rossa al terminal internazionale.



Lui, sempre a pedinarci.



Ecco, le pinne rosse si vedono meglio.





Tra i pochi intrusi, una dubaina.



E una romena.



Manca poco al terminal domestico.



Cavoli è come un'ombra... pussa via!



E posteggiamo a fianco di questo cuginetto.



Mentre aspetto che i pax davanti sgomberino, arrivano gli addetti a valigioni e carrellini.



Qua a IST si fa sul serio, i nostri bagagli li lanciano ;) coi guanti bianchi, mica pizza e fichi.



Quando le due sciure cinesi in vacanza hanno finalmente lasciato i loro 28D/E, facciamo un'ultima panoramica della cabina. Anche i voli interni hanno la business, però le seggiole sono come in economy.



E salutiamo TC-JLL.



Come due giorni fa, per andare a prendere la coincidenza per MXP occorre uscire landside, scarpinare fino al terminal internazionale, fare il controllo documenti (e se si ha la carta d'identità, farsi timbrare il fogliettino ricevuto all'andata), scomporre i propri componenti come Jeeg Robot d'Acciaio e assumere una nuova dose di radionuclidi. Il tutto con un paio d'ore a disposizione. Non è un transito molto tirato, ma non è che puoi stare a pettinar le bambole, eh (cit.).

Il luggage claim di IST D.



Luci rosse a Istanbul. Parlo dei riflessi del vetro ovviamente, non fate i maliziosi come al solito.



Manca poco all'area arrivi di IST I.



E poi saliamo di sopra, in zona check-in e partenze.



Il posto lo trovo affollato e sottodimensionato rispetto al traffico che deve accogliere, proprio come il terminal domestico. Ma tanto non ci devo passare la vita, qua dentro. E poi so che tra qualche anno cambierà.



Intanto stanno facendo delle riprese non ho ben capito se di una pubblicità o di una telenovela turca. Le signorine mi piacciono molto, peccato per il capitano capellone che rovina tutta la scena. Sono fortunosamente riuscito a salvare questa immagine dalle grinfie di un energumeno della produzione che voleva scavallarmi il cellulare. Ma con una mossa degna di un'anguilla del Lario sono riuscito a fuggire.



C'è abbastanza coda al controllo passaporti. Nulla di biblico, però si avanza meno rispetto all'andata. Molti vacanzieri, ma i trasfertoni come me si notano.



Il Polis turco mi vuole sequestrare per motivi che Allah solo sa. [Forse ha sentito l'energumeno della produzione della telenovela...] Dopo cinque minuti col telefono in mano, sbarra lo sportello lasciando i pax dietro di me con una faccia così e mi trascina dal suo capo. Il nostro confabula con quest'ultimo, il quale però gli fa una faccia del tipo Ma che cavolo mi devi rompere i cabasisi a fare, mandalo via, 'sto c***o di italiano che ruba l'aria a noi turchi. Ooh, finalmente qualcuno che ragiona.

Terza sessione giornaliera di radioisotopi e siamo finalmente airside. Il Tagesplan mi dice che per il mio gate bisogna andare a destra, ma noi invece andiamo a sinistra.



Questo perchè non possiamo rinunciare alla foto del negozio delle mutandine. IST sì che è uno hub, mica bau bau micio micio!



Ecco, e con ben due Victoria's Secret in questo TR mi ritengo esentato dalla produzione del selfie al gabinetto. Ché poi quest'ultimo non avrei potuto farlo manco se avessi voluto, visto che tutti i voli che ho preso erano pieni a tappo e se avessi voluto alzarmi dalla seggiola i passeggeri e il personale di cabina tutto, nonché Capitano e FO, mi avrebbero menato come nella famosa scena dell'Aereo più pazzo del mondo.

Mamma mia, quanta gente.





Andando avanti però, si riesce a respirare. Il tipo con la camicia da notte sulla sinistra, senza alcun dubbio è appena tornato dal pellegrinaggio alla Mecca, insieme alle sue numerose mogli (non visibili, infrattate al di là della parete) abbigliate al suo stesso modo.



Guardiamo un po' fuori. Pinna rossa la fa sempre da padrone.



E dopo una lunga scarpinata, arriviamo finalmente al nostro # [cancelletto].



Lui sta liberando il nostro posto.



Eccola qua. Bonsoir mademoiselle.

Fri., Sep. 19th, 2014
IST-MXP
Flight: TK1877
Class: Y
Seat: 21F
Eqp: A319-132
Reg: TC-JLU
Scheduled: 2040-2245
Block to Block: 2055-2305
In Air: 2132-2300 (Dur: 2hrs 28min)



Loro invece sono in fila da un bel pezzo, sempre convinti che l'aereo scappi senza di loro.



La chiamata all'imbarco avviene in orario, ma purtroppo le numerose chiocciole ritardano la chiusura della porta - e non intendo la lentezza, bensì il fatto che nel loro guscio si vogliono portar sempre casa, parentume e condominio, con buona pace delle cappelliere - e ci fumiamo una vagonata di slots. Ammazziamo il tempo nell'attesa di entrare nell'aviogetto, imparando qualche parolina di turco studiando le scritte sulla porta.



Andiamo, va', verso la 35L. Fuori non si vede una mazza e 'sto telefono al buio fa delle foto immonde. Ma la compattina non me la voglio portare dietro, io sono uno che scrive, più che catturare immagini.



Area manutenzione.



Lui decolla. Prima del nostro turno dovremo aspettare un sacco.



Da dietro continuano a sfanalarci. Sì va bene, non rompere, adesso ci leviamo.



Guadagnato un minimo di altezza, lo staff ci omaggia del tocchetto di panforte di Siena. Grazie ai forumisti che mi hanno insegnato che il dolcino in realtà si chiama Lokum. Invece non avremo le cuffiette, in quanto questo mezzo non ha l'IFE ma solo gli schermini a caduta.



Pitch Test. Sarà il rinc******imento del viaggio, ma mi pare allo stesso (stretto) livello dello ADB-IST di prima.



Ultimo momento fetish di questo TR. Purtroppo ho dovuto usare la safety card del posto a fianco perchè un emerito cretino - e permettetemi il francesismo! - ha messo un chewing-gum sbausciato dentro la mia.







Il menü della serata. Insalata del pastore (con formaggio), scelta tra petto di pollo con puré di patata oppure rigatoni con la melanzana (ebbasta con 'ste melanzane!), tortino con le pere e le noci, i soliti drinks alcoolici e analcoolici.



Et voilà monsieur. Opto per la patata con pollo e à nouveau per la birra di Efeso, che mi sa la producono fin dai tempi di GRU. [Nel senso di San Paolo.]



Concludiamo con il thè. Prima di partire ho assaggiato il caffè alla turca - quello rigorosamente col fondo, che come noto i locali usano per prevedere l futuro - l'ho trovato meno forte dell'espresso, ma in ogni caso, da italiano atipico, il caffè non mi piace in pressoché nessuna delle sue forme.



Finiamo la pappa quando siamo sopra la Bosnia.



Sbirciamo in cabina. A parte il pitch e l'assenza di IFE, le seggiole sono come all'andata, pure in J.



Non si vede nulla ma fidatevi, stiamo andando a 707 Km/h e non pare nemmeno esserci vento contrario. Cavoli nemmeno un marcione riesce ad andare così piano.



A questo punto attacco la cuffietta al cellulare col quale ho scattato tutte queste foto, perchè sono un po' stufo del viaggio e voglio rinc******irmi del tutto con le schifezze da lap-dance che ho nel mio archivio personale. Il tipo del 21E in vacanza con la morosa (confinata al 20E) probabilmente si sarà messo paura osservandomi mentre facevo oscillare la testa in modo strano, ma solo se leggesse questo TR avrebbe una vaga idea di ciò che mi ha spinto a certe nefandezze.

E ridendo e scherzando siamo arrivati a Pizzo Calabro (cit.)... ah no, a MXP. Pista 35L, se il buio non mi ha ingannato.

Lasciamo che gli altri pax escano e scattiamo un'ultima panoramica dalla penultima fila. Grazie crew, e grazie anche al FO italiano.



Andiamo a fare la coda per il controllo documenti. Va bene che sono le 23 passate, ma due soli Polizei ai gabbiotti (uno per noi, l'altro per gli extra) mi paiono un po' pochi.



E dopo un'attesa estenuante, giungiamo a recuperare il nostro carrellino.



Finalmente. Testimoniamo la lunghissima scala mobile che risalgono i forumisti che arrivano qua col trenino, noi invece abbiamo lo chauffeur che ci aspetta.



E prima di lasciare il terminal, rabbrividiamo di fronte all'orripilante pupazzo coi salumi e la salma di coniglio appesi alla vita. Per fortuna ero stanco morto, altrimenti avrei avuto gli incubi.



The end, con grande sollievo dei lettori e del server di AC.

Per riassumere, l'esperienza in Y con TK è stata piacevolmente nella media, né entusiasmante né da cattle class, sotto tutti gli aspetti, per crew, catering, condizione aviogetti, puntualità e organizzazione terrestre. Se devo condividere un'impressione generale da passeggero - e sottolineo da passeggero! - la compagnia mi è sembrata tra gli ultimi legacy carriers "di vecchio stampo", in altre parole non mi sembra si siano (ancora) adeguati alle pratiche di contenimento dei costi e di incremento dei ricavi tipici delle low-cost e che si sono estese agli altri operatori. Per fare un esempio stupido, io tutta quella roba che ho mangiato in Y sugli MXP-IST (2 ore nette in aria) l'ho vista l'anno scorso sui transoceanici Europa-USA da 8 ore e sui miei primi viaggi europei degli anni Novanta; non diciamolo al controller di TK, ma sapessi che cost savings se dessimo agli italiani solo il paninetto con bibita. Evidentemente i costi del personale sono molto favorevoli, oppure il Bidone Aspiratutto® Istanbul restituisce molte più lire - nel senso di TRY! - di quanto noi umani possiamo immaginare. In ogni caso, mi auguro che questo "vecchio stampo" della compagnia duri a lungo, perchè i clienti come me che non hanno tanta voglia di sbattersi con le tariffe Legoland® (è già tanto per me che compongo volo + bagaglio in stiva ed eventuale pappa pay, quindi immaginate quanto sono pigro!) credo non siano pochi. Non so se ho reso l'idea.

Grazie di nuovo della pazienza e arrileggerci spero con un rapporto di viaggio meno ordinario di questo.

Ciao



******

Previously on AC:

2013/09 + 2013/11: LIN-AMS-DTW + DTW-LGA + DTW-CDG-LIN + OT Biella & Pistone + OT Postcards from NYC
2012/10: LIN-MAD-AGP + OT Paletta & Secchiello
 

aless

Moderatore
12 Settembre 2006
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Simpatico ma completo. Proprio lo stile che piace a me!

Tutti, e intendo tutti, i miei conoscenti che hanno volato con TK, ivi compresi coloro i quali ciò che sanno degli aerei è che hanno le ali, tutti dicevo hanno sottolineato come con i turchi si mangi da Dio.

IST sempre più impressionante. MXP sempre più desolante. Chissà come andrà a finire con entrambi.

Al prossimo viaggio, e grazie!


PS: accattati una compattina e non ci scassare i cabbasisi. :D
 

carloz

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13 Gennaio 2007
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Tutti, e intendo tutti, i miei conoscenti che hanno volato con TK, ivi compresi coloro i quali ciò che sanno degli aerei è che hanno le ali, tutti dicevo hanno sottolineato come con i turchi si mangi da Dio.
Sono un po' di anni che viaggio con TK e il catering è sempre stato il punto di forza, ma nell'ultimo viaggio che ho fatto due settimane fa secondo me si sono superati. Non ci credevo da quanto era buono!

Per il resto mi accodo ai complimenti sul TR, soprattutto sugli OT. Izmir non è esattamente New York e non mi capita di vedere molti TR in merito a questa città, a me così cara.

La saat kulesi (torre dell'orologio) che flyLILB sei riuscito ad individuare solo "a posteriori" è una delle cose più simpatiche, perchè dalle immagini di presentazione che si vedono in giro pare un signor monumento, quando la vedi dal vero invece sembra una torre "mignon", quindi non posso biasimarti se quasi non ti accorgevi della sua presenza :)

Infine concordo con te sulla vista modello favelas che dà l'entroterra della città, con tutte quelle colline completamente tappezzate di case senza un ordine e senza uno stile. Personalmente sono la cosa più aberrante della città, anche se pare che, poco per volta, si stia procedendo ad una riqualificazione dei quartieri più vecchi, sostituendola con un'urbanistica più ordinata e che lasci un minimo di spazio alle aree verdi. Date le dimensioni della città non sarà però certo una cosa breve.

Complimenti ancora!
 

flyLILB

Utente Registrato
La saat kulesi (torre dell'orologio) che flyLILB sei riuscito ad individuare solo "a posteriori" è una delle cose più simpatiche, perchè dalle immagini di presentazione che si vedono in giro pare un signor monumento, quando la vedi dal vero invece sembra una torre "mignon", quindi non posso biasimarti se quasi non ti accorgevi della sua presenza :)
In effetti cercavo una struttura che fosse più alta dei palazzi circostanti, il fatto che la chiamano torre mentre è poco più di una statua mi ha sorpreso molto. Mi sono sentito più o meno come essere stato a Parigi e non aver visto la Tour Eiffel...

Per non sapere né leggere né scrivere di Izmir, della Turchia e dei suoi abitanti, ho visto un Paese decisamente in crescita - anche se un po' caotica - e alquanto liberale. [E non mi riferisco ai night clubs spennapolli descritti più sopra, eh...] A parte i minareti che "sparano" cinque volte al giorno, è difficile definirla Medio Oriente. Sembra una Spagna dove oggi, a differenza di quest'ultima, si lavora. Ovviamente non mi aspettavo gente con la sveglia al collo, eh, ma temevo un Paese più condizionato dalle tradizioni o, se vogliamo, dalla religione. Io non conosco nulla della storia e della politica turca, ma mi sono fatto un'idea abbastanza positiva del Paese. Non è che i turchi sono tutti come il poliziotto del telefilm degli scassamacchine tedeschi, né le turche sono tutte dei sanitari di ceramica. Io qua ho avuto a che fare con persone dalla mentalità molto aperta e proiettata più di qua che di là; dalle discussioni avute con loro, credo che sentano molto la differenza tra Ovest ed Est turco, che a quanto pare è il loro Mezzogiorno d'Italia. Mi riservo comunque un supplemento d'indagine, ché tre giorni laggiù non contano nulla. L'altro giorno ho raccontato questo mio viaggio a un'amica tedesca che conosce bene la Turchia e siamo arrivati esattamente a queste conclusioni sul Paese e i suoi abitanti. Ma la chiudo qui, ché non voglio addentrarmi in argomenti più grandi di me.

Grazie a te, nonché agli altri commentatori / lettori, per l'apprezzamento.

Ciao
 

carloz

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13 Gennaio 2007
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In effetti cercavo una struttura che fosse più alta dei palazzi circostanti, il fatto che la chiamano torre mentre è poco più di una statua mi ha sorpreso molto. Mi sono sentito più o meno come essere stato a Parigi e non aver visto la Tour Eiffel...

Per non sapere né leggere né scrivere di Izmir, della Turchia e dei suoi abitanti, ho visto un Paese decisamente in crescita - anche se un po' caotica - e alquanto liberale. [E non mi riferisco ai night clubs spennapolli descritti più sopra, eh...] A parte i minareti che "sparano" cinque volte al giorno, è difficile definirla Medio Oriente. Sembra una Spagna dove oggi, a differenza di quest'ultima, si lavora. Ovviamente non mi aspettavo gente con la sveglia al collo, eh, ma temevo un Paese più condizionato dalle tradizioni o, se vogliamo, dalla religione. Io non conosco nulla della storia e della politica turca, ma mi sono fatto un'idea abbastanza positiva del Paese. Non è che i turchi sono tutti come il poliziotto del telefilm degli scassamacchine tedeschi, né le turche sono tutte dei sanitari di ceramica. Io qua ho avuto a che fare con persone dalla mentalità molto aperta e proiettata più di qua che di là; dalle discussioni avute con loro, credo che sentano molto la differenza tra Ovest ed Est turco, che a quanto pare è il loro Mezzogiorno d'Italia. Mi riservo comunque un supplemento d'indagine, ché tre giorni laggiù non contano nulla. L'altro giorno ho raccontato questo mio viaggio a un'amica tedesca che conosce bene la Turchia e siamo arrivati esattamente a queste conclusioni sul Paese e i suoi abitanti. Ma la chiudo qui, ché non voglio addentrarmi in argomenti più grandi di me.

Grazie a te, nonché agli altri commentatori / lettori, per l'apprezzamento.

Ciao
Beh, dai, con tutti i contrasti e le caratteristiche che la distinguono e che la differenziano rispetto a noi (religione in testa), definire la Turchia medio oriente è un po' forzato. A molti piace la definizione di "vicino oriente" :)

Comunque, come gli stessi Izmirli (abitanti di Izmir) sostengono, questa città non è rappresentativa della Turchia. Ha costumi decisamente più occidentali, tanto che Erdogan in passato l'ha più volte definita "Izmir l'infedele". E una roccaforte del CHP (il partito laico che dovrebbe raccogliere l'eredità di Ataturk e che si contrappone al partito della giustizia e dello sviluppo AKP di Erdogan e Gul) e, non so se ti è capitato, puoi trovare le effigie del "padre dei turchi" praticamente ovunque, pure le auto o gli scooter (quindi ragazzini) portano attaccati adesivi con la sua firma. Non so se ti è capitato, arrivando dall'aeroporto, di vedere quell'enorme scultura con il suo volto scolpito su di una roccia, tipo i volti dei presidenti usa scolpiti sul monte Rushmore.

La differenza tra Ovest ed Est si sente eccome, sono due pianeti completamente diversi. La differenza con noi ed il nostro dualismo nord-sud sta nel fatto che non c'è quell'astio, quell'antipatia reciproca tipica del contrasto terroni-polentoni che ha caratterizzato il nostro paese per molti anni (ed in parte ancora oggi).

Mi sarebbe piaciuto un OT sull stabilimento Vestel di Manisa, visto che deve essere davvero qualcosa di enorme. Ma essendo lì per lavoro ci credo che non potessi fare il fotografo anche lì dentro.

Complimenti ancora!
 

flyLILB

Utente Registrato
Di nuovo cara Aviazione Civile - e già che ci sono, buon Anno,

Scusate se mi permetto di riesumare questo TR dall'antico Impero Ottomano che avevo prodotto a fine estate, il fatto è che 1) come volevasi dimostrare, il cliente mi ha obbligato a tornare quaggiù - proprio un bel periodo per lavorare, eh, 2) in effetti avevo delle robe in sospeso che coglierò l'occasione per regolare. Questo nuovo viaggio presenterà differenze minime rispetto all'altra volta (fondamentalmente l'aeroporto di transito, poiché la compagnia è sempre la stessa, la pinna rossa dei banchetti pantagruelici anche sul corto raggio in barbon class) tuttavia proveremo ad aggiungere qualche spunto narrativo.



Mi accingo ad iniziare l'ultima trasferta dell'anno fiscale 2014 con un velo di tristezza. Infatti, per una questione linguistica, non è stato agevole spiegare alle mie amiche del bar che se mi assento per un paio di giorni non casca mica il mondo, solo che loro sono un po' permalose e se la sono legata al dito. Guarda ammmore che io in Turchia vado a lavorare, mica a c***eggiare come vorresti fare tu alla faccia mia, eh. Vabbe', provvederemo ad acquistare qualche regalino se ci resterà sufficiente fido sulla MasterCard.

Niente di nuovo sul fronte della brughiera, ma spuntiamo lo stesso la checklist visto che in aviazione il manuale va SEMPRE seguito, for our safety. Abusivi coi carrellini celo, pavimento anni Settanta celo, orripilante pupazzo vegetale anche... saltiamo tutti i passaggi intermedi e rendiamo omaggio al main sponsor dei tripreportisti di AC.



Ma non facciamoci distrarre dalle signorine curvose e dedichiamoci al bird-watching.

Bird-watching chi?!? (cit.)



Ah no, giriamoci dall'altra parte. Cavoli, sembra quasi un aeroporto vero.



Mandorlato in fuga.



L'omanista, là in fondo, si presenta solo due volte a settimana.



Pantegane.



Là in fondo, la fortezza degli arancioni.



Tagesplan.



La Santa Grande Madre Россия... quanto mi fa sangue quando me lo dice la Stefanenko.



Quest'altro mandorlato, invece, torna in colonia.



Questi vanno a Cancun illudendosi di trovare le latinas.



Arieccole, le signorine di EK tutte belle allineate.



Per fortuna, dell'ibrido Alitalia / Expo ho visto solo la coda, altrimenti sudavo freddo.



Stato avanzamento lavori. 1) Hanno rimosso il patetico trompe l'oeil che avevo documentato l'altra volta (evidentemente si sono vergognati di essere finiti su AC), 2) Hanno riparato i gabinetti in fondo al satellite C (quelli dell'out of order scritto con la Bic).

# . [Il nostro cancelletto, per intenderci.]



E la nostra accompagnatrice turca, assistita dall'ormeggiatore di turno.

Sun., Dec. 28th, 2014
MXP-SAW
Flight: TK1902
Class: Y
Seat: 26A
Eqp: B737-8F2
Reg: TC-JFD
Scheduled: 1340-1725
Block to Block: 1408-1747
In Air: 1418-1743 (Dur: 2hrs 25min)



L'imbarco va per le lunghe a causa di alcuni turchi che pretendono di passare sbattendosene altamente del boarding group, perdipiù portandosi in cabina il campionario di mezza Via della Spiga, ringhiando contro le signorine del gate (cit.) "This is a Turkish airline! [e quindi è mio diritto passare come c***o mi pare]" - be' ammmore, le regole di imbarco non le ha mica stabilite la persona contro la quale stai smoccolando, bensì la tua cara adorata compagnia aerea turca. Per una volta non siamo noi a farci notare. Grazie al Cielo non me la sono trovata sulla seggiola a fianco, altrimenti l'avrei presa a legnate sui denti.

Cribbio, non guardarti sempre indietro. Andiamo.



Strumenti di misura.



Guadagniamo la seggiola mentre al nostro fianco è arrivato il 767 Трансаэро.



Aereo pieno a tappo.

Mentre taxeggiamo, ci imbattiamo nel rinnegato AZ...



... nel jumbolino LX per Kloten...



... in uno dei tanti aspirapolvere tedeschi...



... e in una Vespa volante.



Seguiamo i cartelli e decolliamo da qua.



Al di là dell'oblò vandalizzato con la chiave del Doblò - il quale ci farà compagnia durante i transfers hotel / ufficio / aeroporto - à nouveau la fortezza degli arancioni.



Geografia locale. Sì lo so che chi gravita su MIL ne ha pieni i cosiddetti, ma a me piace sempre rivederli. Là in fondo, il Verbano e un pezzetto di fiume Ticino.



Un poco più a est ci sono i laghetti di Monate e Comabbio, oltre al Lago di Varese.



Evidenziato dalla freccia rossa, Mendrisio e il bar caro a un paio di noti forumisti.



Work in Progress. Il cantiere della Pedemontana tra Lomazzo Sud e Lentate sul Seveso Nord.



Invisibile ad occhio nudo, lo hub di Alzate Brianza.



Il giorno prima ha nevicato e dalle mie parti la neve si è sciolta tutta, ma già all'altezza del fiume Adda, il paesaggio cambia radicalmente. Quasi quasi mi impressiono.



Ma guardiamo in cabina e vediamo cosa ci passa il convento - o più correttamente, la madrassa. Stavolta non abbiamo l'IFE bensì i soli schermini a caduta, tuttavia le cuffiette ce le danno lo stesso.

Lokum prima dell'uso.



Lokum dopo l'uso.



Là sotto il tempo peggiora. Uffa, niente nuovi spunti di ispirazione.



È l'ora della pappa. Fagioli borlotti in olio d'oliva, tortino di mandorle, hamburger di manzo con patata gratinata e... cavoli le melanzane mi perseguitano, non ne posso più. La birra locale, invece, me la vado a cercare come ormai abitudine.



Segue il thè.



Un po' di feticismo delle alette, visto che non era il caso di riproporre safety cards già viste qualche post fa.

By day.



Al tramonto.



Da questo momento, fuori non si vede più una mazza. L'allineamento, dopo una non nuova manovra a S sibilante - IST e SAW hanno la stessa particolarità - avviene alla pista 06. Questa ignobile immagine mi serve solo per scrivere che c'è traffico intenso in tangenziale.



Touch-down e andiamo a posteggiare ai remoti, a fianco di questo fratellastro della regional. Cavoli siamo in ritardo di mezz'ora, la coincidenza è stretta e rischiamo di fumarcela.



Ringraziamento e i tre baci d'ordinanza all'accompagnatrice.



Welcome to SAW, riva asiatica del Bosforo. Corriamo verso l'immigration, per questo l'immagine è mossa.



La coda si muove, ma mai abbastanza in fretta. Faccio presente a una signorina bionda, smistatrice del traffico, che a quest'ora io dovrei avere l'imbarco sull'altro volo, ma lei se ne sbatte ampiamente ciò che, stando alle apparenze, a una donna non sarebbe dato possedere direttamente.



Nel frattempo origlio i discorsi di un terzetto di giovani. Spettegolano su una loro comare di università che, a quanto pare, dovunque essa vada (cit.) "se li fa tutti". Ultimamente ho letto di un noto forumista in difficoltà, tuttavia non lo aiuterò in quanto io non approvo gli acquisti per sentito dire.

Alla fine superiamo anche noi la dogana senza inghippi. Un rapido sguardo al luggage claim di SAW I, le luci soffuse e colorate mi evocano dei bar un po' equivoci.



Presto ché è tardi, bisogna salire al piano di sopra, fare la doccia radioattiva e ridiscendere al gate, altro che cercare scorci di architettura aeroportuale. L'area imbarchi verso i remoti onestamente mi ricorda il city airport de noantri. Piccolo e cupo.



Il Tagesplan dice che il mio SAW-ADB è a sua volta in ritardo. Uffa mi sono inquietato per niente.



Vabbe' guardiamo un po' fuori. Da sinistra, pinna blu (il parente povero di pinna rossa, che abbiamo conosciuto prima) e pinna gialla (il principale esponente dello schieramento avverso, cit.)



Informazioni supplementari. Anche il Sabiha Gökçen si distingue dagli aeroporti di bassa lega per la presenza di VS. [Ovviamente non intendo Virgin Atlantic, ma l'altra.] Peccato che in Turchia le partenze domestiche e internazionali siano a compartimenti stagni, per cui faccio ammenda davanti al forum tutto per non aver potuto portare adeguata testimonianza. È uno hub, fidatevi.

Embarquement. Anche questo pare pieno a tappo.



Eccoci qua.

Sun., Dec. 28th, 2014
SAW-ADB
Flight: TK2914
Class: Y
Seat: 26A
Eqp: B737-8F2
Reg: TC-JFO
Scheduled: 1900-2000
Block to Block: 1922-2038
In Air: 1942-2033



No, non è pieno a tappo, si sono solo concentrati tutti davanti. Io invece ho tre seggiole tutte per me.

Salutiamo il fratellino. Andiamo.



Ça va sans dire che fuori non si vede una mazza. Decolliamo dalla 06 e facciamo un ampio arco verso nord... ovest... e quindi sud. Credo che in condizioni normali, i posti A, sulla sinistra, consentano un'apprezzabile vista di Istanbul.

Niente Pitch Test né cartoncini di sicurezza, visto che il 738 lo abbiamo già documentato l'altro mese con dovizia di particolari.

Quindi passiamo subito al cestino della merenda, che anch'esso abbiamo già visto. Insalata del pastore (zucchine, pomodori e un'oliva), mouSe al cioccolato, paninetto col formaggio, succo d'arancia.



Stavolta l'approccio a ADB è dalla 16L - quindi diretto - per cui non si fa la curva a 180° prima di atterrare. Questo ci permette di vedere più da vicino le luci di Smirne.



Dopo l'atterraggio, arriviamo soli soletti al tentacolo.



Eddagli, non ti guardare sempre indietro!



Qua un signorino agita un cartello per richiamare i passeggeri internazionali come me. Io mi fermo, ma poi il tipo mi pianta in asso, evidentemente per recuperare gli altri che erroneamente aspettano il loro carrellino al luggage claim domestico.



Vabbe', tanto la strada ormai la conosco, solo che il signorino di cui sopra mi deve venire incontro per aprirmi la frontiera fra terminal domestico e internazionale.



Dopo aver recuperato il carrellino, lo chauffeur col Doblò mi porterà in centro, alla mia stanzetta, dopo aver passato in rassegna - come l'altra volta - il quartiere dei night clubs spennapolli. In questo albergo non c'è il segnaposto per volgersi verso la Mecca, però c'è il sacro libro. Una bella edizione tradotta in english e commentata, quasi quasi me lo porto a casa.



Tuttavia, nel frigidaire trovo numerose fonti di tentazione. Il convento fornisce molto Bacco, zero Tabacco e... un pizzico di Venere. Di chi è questo?!? (cit.)



Certo che ho fatto quasi esattamente le stesse cose dell'altra volta, ma rileggendo il tutto mi è uscito un racconto totalmente diverso. Comunque se ho inutilmente infognato il server di AC, mi rimetto alla buona volontà dell'amministrazione del forum.

Nel prossimo post arricchiremo l'OT smirnense dello scorso settembre con qualcosa di leggermente più vario. Non è che stavolta ho avuto più tempo per fare il turista - anzi! - però ho provato ad organizzarmi meglio.