Vacanze anticipate quest’anno! La mia cartina europea ha un grosso buco tra Germania e Spagna, non ho mai provato grande amore per i cuginetti transalpini: mi è bastato alcuni anni fa passare ad Arles in macchina... ma Parigi è sempre Parigi, e dato che mi sembrava delittuoso affrettare un giudizio a priori, e visto che la cartina europea inizia a starmi stretta, ecco scelta la destinazione. In realtà oltre a Parigi volevo abbinare qualcosa di meno battuto (almeno sul forum). Bordeaux l’avevo addocchiata già ai tempi dei voli della sciagurata MiaAria, ma chi si fida? E se lo dico io... Lione era l’altro pallino, cerco di triangolare e ne viene fuori un bel giretto. Al momento di prenotare, tuttavia, due brutte sorprese: la prima è che i simpatici addetti al booking di Kuwait Airways non mi confermano la volabilità/vendibilità della GVA-CDG – avevo voglia di provare l’A300 e una compagnia esotica
– nonostante sia prenotabile sul loro sito; la seconda è che Artesia (jv SNCF-Trenitalia, ‘na botte de fero) ha soppresso il TGV Parigi-Lione-Milano del pomeriggio nel periodo di mio interesse, incasinandomi i piani. Lieve cambio di programma e quindi Milano-Parigi diretto e ritorno via EC mediamente farlocco da Nizza, con sosta in quest’ultima anziché Lione. Prenoto tutto e via.
PART 1
Per il Milano-Parigi ho ampia scelta: Volareweb, Meridiana, Myair, easyJet, Ryanair per la campagna; Alitalia e Air France non vendono la oneway, Vueling si è ritirata. Breve controllo sui siti e vado per Volare, che ha una buona partenza mattutina e la tariffa migliore. Mi sorge qualche preoccupazione in merito alla vicenda Alitalia, ma nessun politico è indifferente al fascino delle elezioni e Veltrusconi si accorda(no) per salvare la gloria aeronautica nazionale per modici 300M di euro, anche miei, e con essa la veneto/gallaratese fenice.
Mercoledì mattina arrivo allo stand del solito MXPShuttle, spostato un centinaio di metri prima dell’incrocio per non so quali lavori. Load factor intorno al 100%. Niente traffico e in 35’ (è record, è recoooooord!) siamo al T2. Mi reco subito al banco, deserto, per fare check-in, sequenziale numero 4. Peccato non sia possibile farlo online, avrei guadagnato altri trenta minuti di sonno; in compenso non ci sono ridicoli balzelli su bagaglio e priority boarding, e il posto è preassegnato al check-in, dove chiedo e ottengo da una scultorea signorina, che mi dà del tu (ho apprezzato!), un finestrino, 11F. Nonostante il grosso delle partenze U2 sia già in fase di imbarco e nonostante sia mercoledì, il terminal è bello pienotto, anche se ai filtri sicurezza non c’è ressa, dato che sono tutti al bar, cosa che mi fa desistere dall’andare a prendere cappuccio e brioche. Un po’ demenziale il serpentone che occorre fare per arrivare ai varchi, sembra di stare sul bruco di Gardaland, ma almeno li hanno raddoppiati. Dall’altra parte c’è decisamente più calma. Mi vado a sedere al mio gate (D08) in mezzo ad un gruppo di ingiaccacravattati con portatile e tanto sonno. Gli ultimi pax easyJet per non-so-dove si imbarcano da uno dei due gate a fianco, dall’altro invece i pax del volo su Atene e d’improvviso MXP T2 diventa un luogo di meditazione. Ho 40’ minuti abbondanti da passare prima che aprano il gate (un po’ in ritardo...), giusto il tempo per dare un ascolto più approfondito all’ultimo album dei Silverchair, rock band australiana (altamente raccomandabile).
Dlin dlon – informiamo i passeggeri del volo Volareweb 8902 con destinazione Parigi Orly che l’imbarco è aperto al gate D08...
Tolgo gli auricolari e vedo gli ingiaccacravattati mettersi in fila. Una coda ordinata, e in Italia! Piango dall’emozione. Dato che non ho fretta – il finestrino è già assegnato
– aspetto che si smaltisca un po’, non che ci voglia molto. Consegno il biglietto e l’addetta (la stessa del check-in) mi restituisce il tagliandino. “Buon volo signore” (dannazione, siamo tornati ai formalismi), “Grazie, arrivederci”. Mi stanno simpatici.
Tratta: MXP-ORY
Volo: VE 8902
Aereo: Airbus 320-214
MSN: 3161
Reg: I-WEBB
Consegnato il: 21/05/2007
Posto: 11F
Gate: D08
Sched dep: 07.55
Sched boarding: 07.10
Boarding: 07.35
Block-off: ...
Take-off: ...
Sched arr: 09.15
Landing: ...
Block-in: ... (i voli Volareweb non sono seguiti da Flightstats
)
Imbarco a mezzo pulmino con tre 320 Volareweb in parata sul tarmac. A noi tocca I-WEBB, che ha da qualche giorno compiuto un anno di vita. Un poppante, ancora. A/v ad accogliere i pax alla scaletta a terra, a/v ad accogliere i pax davanti al cockpit, entrambe con profusione di buongiorno e bonjour. Prendo posto al mio 11F. L’aereo sembra ancora immaccolato, il sedile è stra-comodo, supporto lombare eccellente e anche di più. Cerco invano il nome del produttore ma non lo trovo: qualcuno sa chi è? Il miglior sedile di corto mai provato insieme a quelli vecchi in pelle grigia di Lufthansa. Mi accomodo (letteralmente!) e aspetto la messa in moto. Distribuzione dei menu, safety demo in italiano-inglese e saluto del comandante, molto comunicativo, che ci racconta un po’ della rotta e del meteo previsto.
[FONT="]
[/FONT] La bellezza è nei dettagli...
Sono un po’ sulle spine perché l’ultimo giro sul 320 non mi è piaciuto particolarmente, vedasi il ritorno da Valencia nell’archivio TR. Dopo eoni di 738 FR mi sembra che l’Airbus prenda le turbolenze un pelo più nervosamente, che sia lievemente più brusco. Sensazione, eh, niente di tecnico benintesi. Almeno è meno claustrofobico del Bongolino...
Un occhio ai vicini di stand...
... e allo spazio per le gambe. Per fortuna che non sono cresciuto negli ultimi mesi!
Motore 1 on, motore 2 on, niente trattorino e ci muoviamo da soli dal parcheggio, rullando dalla taxyway centrale fino ad un holding point ben prima della testata 35L. Entriamo in pista abbastanza avanti per un comodo flexi t/o, tanto siamo leggeri, a occhio direi un 55% di LF, non di più. Molti i business men. 15’ dopo il decollo inizia il servizio a pagamento, non prendo nulla come nessuno di quelli davanti a me; però le aa/vv ci mettono impegno e quasi quasi mi spiace non prendere il breakfast menu a cinque euro.
Prealpi nella foschia...
... e Alpi nella neve.
Volo tranquillo, qualche lieve turbolenza in discesa quando buchiamo lo strato nuvoloso. Atterriamo per... mistero, non saprei dirlo. Toccata non proprio da fatina e rullaggio verso Orly Sud attraverso una fauna quantomeno variopinta, inclusi due calippi alla fragola Myair, parcheggiati in un angolino da soli; a noi spetta invece un rutilante e patinato finger. Dentro, un aeroporto vecchio, molto anni ’60, corridoi e scale (passione insana quest'ultima, lo scoprirò poco dopo) per uscire e andare al ritiro bagagli, bagagli che arriveranno circa 20’ dopo essere entrati nella hall, che è oltre il controllo documenti. Recupero la mia borsa e cerco di capire come arrivare a Parigi. Orlybus o OrlyVAL? Non rifletto abbastanza e decido di prendere il bus.
Chicca 1! Ma non so cosa sia
Foto schifosa
Chicca 2! Chissà cosa ci faceva a Orly.
Lo splendido Orly Sud, reso più bello dal controluce assassino
Mi metto in coda alla biglietteria RATP convinto di fare direttamente l’abbonamento dei mezzi ma lì non è possibile, solamente vendita biglietti bus o val. Fancool! French only please. Allora un Orlybus, s'il vous plaît. Esco e due minuti dopo arriva il bus, saliamo in quattro e l’autista parte a razzo, rischia di cioccare con una Peugeot cinquanta metri dopo, con profluvio di clacson e pugni battuti sul volante, ma ci rimettiamo subito in marcia in direzione di Parigi. La prossima volta il VAL!
Dopo 30’ di estenuante traffico arriviamo a Denfert-Rocherau, vado a fare l’agognato abbonamento RATP ad uno sportello (impiegato molto cortese, parlante inglese) e mi fiondo negli interminabili corridoi della M5, direzione Porte de Clignancourt. Cambio a Châtelet (un incubo di Escher, chi ha progettato lo scambio Châtelet/Les Halles dovrebbe essere costretto a fare tutte le scale di corsa con un branco di dobermann dietro) sulla M11 e poche fermate dopo arrivo a Belleville dove ho l’hotel, appena 1h 40’ dopo essere sbarcato all’aeroporto cittadino di Parigi. Te credo che poi AF rompeva per la riduzione di LIN nel ’98! Entro nel primo bar che trovo e prendo un croissant al burro (mmm...!) e un café au lait, prima di rifiondarmi in metro per andare alla Gare du Nord al più vicino ufficio turistico a fare il Paris Museum Pass. Finite le formalità, inizio ad esplorare la Ville Lumière.
WARNING: molto testo. Chi non ha voglia, salti alle foto, che sono altrettante
Oggi mi mantengo leggero, faccio un giro su lungo Senna in direzione di course la Reine, con un occhio al Petit Palais e al Grand Palais (dove non entro) e alla prospettiva dal ponte Alexandre III verso l’Hôtel des Invalides. La zona è molto piacevole, poco affollata e visto che oggi è soleggiato, il riparo degli alberi è sicuramente gradito. Decido di darmi una botta di vita ed entro sugli Champs Elysees all’altezza di Place Clemenceau, un macello stile corso Buenos Aires il sabato pomeriggio, con la differenza che la via è larga tre volte tanto. Mi lascio Place de la Concorde alle spalle e vado diretto verso l’Arc de Triomphe. Qualche pazzo tenta di attraversare la piazza senza usare i sottopassaggi! Dato che ho il pass musei per quattro giorni, evito di attivarlo il giorno stesso perdendo mezza giornata, per cui, dopo un pranzo veloce in uno delle molte sandiwicherie della zona, mi reco verso la parte moderna della Défense. Qui si alternano i vecchi grattacieli degli anni sessanta ai palazzi più nuovi come la Grande Arche, riedizione pseudo-razionalista dell’arco di trionfo (con cui è in asse). Mitterand ne ha spesi di soldi per Parigi! La zona è piena di scultura contemporanee e grattacieli a specchio (mediocri per qualità estetica a dir la verità, Tour EDF esclusa, parto del grandissimo I. M. Pei. Inginocchiatevi). Per chi è appassionato di architettura contemporanea vale la pena un salto. Purtroppo non salgo sulla Grande Arche, col sole a picco e senza occhiali da sole sarebbe stato un po’ un tentativo di beccarmi un glaucoma. Ci sarà tempo per ammirare Parigi dall’alto
Petit Palais
La cupola del Grand Palais, dirimpettaio di lusso del precedente
Statue sul ponte Alexandre III, con la cupola del Dôme des Invalides sullo sfondo
Tour EDF, studio Pei-Cobb-Freed & Partners
Scultura moderna a La Defense
Nel tardo pomeriggio riprendo la metro e mi dirigo verso la zona degli Invalides e Tour Eiffel. Appena esco le nuvolone nere, che si erano addensate sopra il cielo parigino, decidono di scaricare un bel temporale. Fuggi fuggi sotto i balconi (pochi) e sotto la metro, per fortuna ho il mio ombrellino... dieci minuti dopo smette di piovere e vado verso il Trocadero per godermi la visuale sulla torre più famosa del mondo. Le fontane però non funzionano. Boh! Passo sotto la torre (code allucinanti per salire), mi faccio tutti gli Champs-de-Mars e mi dirigo verso il Dôme e l’Hôtel des Invalides, da dove entro. Purtroppo sono vicini all’ora di chiusura, quindi il giro è forzatamente veloce. Per chi fosse interessato, l’Hôtel ospita il Museo dell’esercito, quello rilievi topografici militari (urka) e quello dell’Ordre de la Libération. Nel Dôme invece ci sono le spoglie di personalità militari francesi, Napoleone e Foch su tutti. È ora di cena, mi reco a mangiare un boccone e inizia a diluviare. Giusto la scusa che mi serviva per rintanarmi in albergo a dormire
Anche i volatili hanno diritto a godersi il panorama parigino!
La più famosa... con cielo minaccioso alle spalle
Dôme des Invalides
La mattina dopo è l’ora di mettere alla prova il mio multipass museale con una intensa giornata al Louvre. Solita M11 direzione Châtelet, su e giù per i corridoi dove ci sono 43° e il 99% di umidità relativa, cambio sulla M1 direzione Défense e discesa a Concorde. Il tempo minaccia ancora pioggia, ma mi soffermo qualche minuto ad osservare l’obelisco di Luxor con la tour Eiffel di sfondo; pensare che ha 3300 anni ed ha resistito ad un impegnativo trasloco, ed è ancora in piedi, ha dell’incredibile. Faccio un giretto a piedi fin verso place de l'Opéra e poi torno indietro verso il Louvre passando per i Jardin des Tuileries e sotto il più piccolo arc de triomphe du Carrousel, altra opera voluta da Napò, che schiude la visuale sul palazzo del Louvre.
3300 years and counting!
Opera Garnier, per i due admin con la passione della lirica
Non mi soffermo più di tanto davanti al palazzo, ci tornerò più volte; noto solo come la piramide di vetro di Pei sia inserita perfettamente nella scenografia del palazzo reale. Il mio pass consente l’accesso dall’ala Richelieu, evitando la coda all’ingresso principale. Di fatto non c’è molta gente questa mattina, quindi tutto è molto agevole. Il Louvre richiede giorni per essere esplorato a fondo, quindi una selezione delle opere è fondamentale. Decido di dedicarmi più approfonditamente alla sezione di arte antica e di pittura italiana, accennando solamente quella francese e rinunciando a quella di pittura nord-europea. In quattro ore e mezza ammazzo il museo. I-DAVE 1 – Louvre 0. Yeah! Pranzo dentro al museo prima di uscire di nuovo all’aria aperta.
Il Louvre è stato innanzitutto un castello e una fortezza, cosa che si vede nei sotterranei.
Immagine emblematica del Louvre: coda per ammirare uno dei "pezzi forti" della collezione, con la Venere di Milo che sembra chiedersi cosa cavolo abbiano da guardare tutti quei curiosoni lì davanti...
I falsari sono innumerevoli, e pure bravini
La Piramide di Pei dall'alto
Visto che sono in zona conviene andare a fare un salto anche al Palais Royal, o meglio al giardino retrostante, visto che il palazzo non è visitabile. Interessante l’accostamento moderno-antico con le colonne di Buren e le sfere metalliche; il giardino è molto tranquillo.
Il moderno riflette l'antico, nei giardini del Palais Royal
Giardini
Torno indietro e mi dirigo verso Ile de la Cité con l’idea di infilarmi nella Sainte-Chapelle. No! Sciopero del sindacato do polizia che effettua il servizio di controllo all’ingresso. Giro le spalle di 180° e mi dirigo verso Notre-Dame. Piccola coda per entrare, grande affollamento dentro! Mi ha colpito l’enorme quantità di candele accese, molto particolare. Un po’ meno particolare e un po’ più discutibile il fatto che la candela votiva costi ben 15€. Business is business, anche dentro una chiesa. Il rosone sud è incredibile.
Le candele dei devoti...
...e quelle dei turisti.
Rosone sud
Rifaccio il giro della chiesa almeno tre volte perché non trovo le scale per salire sulle torri. Un po’ sconsolato esco e vedo una freccia.
TOUR -->
La seguo e mi trovo sul lato settentrionale: si accede dall’esterno. Scriverlo un po’ più chiaramente, magari...
Mi metto in coda (questa sì lunga) e inizio a salire i 300 e passa scalini che portano in cima. Non in cima-cima: oggi la parte più alta della torre sud è chiusa, per cui si può rimanere solo all’altezza dei doccioni, che comunque è la parte più interessante (salendo si va verso Emmanuel, la torre campanaria). Bellissimi i doccioni gotici con profusione di gargoyle e mostri vari, notevole il panorama, peccato che nel pomeriggio sia per lo più in controsole. Memo per la prossima volta: tornare di mattina.
Unica parte non in controluce, ma sostanziosa: torre St-Jacques a destra, la basilica di St-Eustache a sinistra e Montmartre sullo sfondo.
Eh, poverino, Parigi è Parigi, ma dopo oltre 900 anni dello stesso panorama lo capisco anche...
Scendo, torno in albergo per una doccia e un po’ di riposo, poi esco a cena e pianifico una breve sessione fotografica in notturna, rimanendo sempre in zona Tour Eiffel, che alle 22 in punto, per cinque minuti, si illumina di tanti piccoli lampi stroboscopici bianchi. Click, click, click e poi a nanna, la gita al Louvre mi ha provato.
È rimasta pietrificata... (seguì ban immediato)
Pilone con ascensore in movimento, Tour Montparnasse in background e aereo in finale per Orly dietro.
Spettacolo stroboscopico, affascinante il contrasto tra la rigida fermezza delle 10.000 tonnellate di ferro e le migliaia di piccoli flash danzanti
Di sera decine di battelli effettuano un servizio cena lungo Senna
Fine prima parte. Prossima puntata, quando riesco: ulteriore OT e visita al Museo di Le Bourget, che forse interessa di più
DaV
PART 1
I close my eyes and hope
that it's a real smooth flight
This time
(A320 – Foo Fighters)
that it's a real smooth flight
This time
(A320 – Foo Fighters)
Per il Milano-Parigi ho ampia scelta: Volareweb, Meridiana, Myair, easyJet, Ryanair per la campagna; Alitalia e Air France non vendono la oneway, Vueling si è ritirata. Breve controllo sui siti e vado per Volare, che ha una buona partenza mattutina e la tariffa migliore. Mi sorge qualche preoccupazione in merito alla vicenda Alitalia, ma nessun politico è indifferente al fascino delle elezioni e Veltrusconi si accorda(no) per salvare la gloria aeronautica nazionale per modici 300M di euro, anche miei, e con essa la veneto/gallaratese fenice.
Mercoledì mattina arrivo allo stand del solito MXPShuttle, spostato un centinaio di metri prima dell’incrocio per non so quali lavori. Load factor intorno al 100%. Niente traffico e in 35’ (è record, è recoooooord!) siamo al T2. Mi reco subito al banco, deserto, per fare check-in, sequenziale numero 4. Peccato non sia possibile farlo online, avrei guadagnato altri trenta minuti di sonno; in compenso non ci sono ridicoli balzelli su bagaglio e priority boarding, e il posto è preassegnato al check-in, dove chiedo e ottengo da una scultorea signorina, che mi dà del tu (ho apprezzato!), un finestrino, 11F. Nonostante il grosso delle partenze U2 sia già in fase di imbarco e nonostante sia mercoledì, il terminal è bello pienotto, anche se ai filtri sicurezza non c’è ressa, dato che sono tutti al bar, cosa che mi fa desistere dall’andare a prendere cappuccio e brioche. Un po’ demenziale il serpentone che occorre fare per arrivare ai varchi, sembra di stare sul bruco di Gardaland, ma almeno li hanno raddoppiati. Dall’altra parte c’è decisamente più calma. Mi vado a sedere al mio gate (D08) in mezzo ad un gruppo di ingiaccacravattati con portatile e tanto sonno. Gli ultimi pax easyJet per non-so-dove si imbarcano da uno dei due gate a fianco, dall’altro invece i pax del volo su Atene e d’improvviso MXP T2 diventa un luogo di meditazione. Ho 40’ minuti abbondanti da passare prima che aprano il gate (un po’ in ritardo...), giusto il tempo per dare un ascolto più approfondito all’ultimo album dei Silverchair, rock band australiana (altamente raccomandabile).
Dlin dlon – informiamo i passeggeri del volo Volareweb 8902 con destinazione Parigi Orly che l’imbarco è aperto al gate D08...
Tolgo gli auricolari e vedo gli ingiaccacravattati mettersi in fila. Una coda ordinata, e in Italia! Piango dall’emozione. Dato che non ho fretta – il finestrino è già assegnato
Tratta: MXP-ORY
Volo: VE 8902
Aereo: Airbus 320-214
MSN: 3161
Reg: I-WEBB
Consegnato il: 21/05/2007
Posto: 11F
Gate: D08
Sched dep: 07.55
Sched boarding: 07.10
Boarding: 07.35
Block-off: ...
Take-off: ...
Sched arr: 09.15
Landing: ...
Block-in: ... (i voli Volareweb non sono seguiti da Flightstats
Imbarco a mezzo pulmino con tre 320 Volareweb in parata sul tarmac. A noi tocca I-WEBB, che ha da qualche giorno compiuto un anno di vita. Un poppante, ancora. A/v ad accogliere i pax alla scaletta a terra, a/v ad accogliere i pax davanti al cockpit, entrambe con profusione di buongiorno e bonjour. Prendo posto al mio 11F. L’aereo sembra ancora immaccolato, il sedile è stra-comodo, supporto lombare eccellente e anche di più. Cerco invano il nome del produttore ma non lo trovo: qualcuno sa chi è? Il miglior sedile di corto mai provato insieme a quelli vecchi in pelle grigia di Lufthansa. Mi accomodo (letteralmente!) e aspetto la messa in moto. Distribuzione dei menu, safety demo in italiano-inglese e saluto del comandante, molto comunicativo, che ci racconta un po’ della rotta e del meteo previsto.
[FONT="]

[/FONT] La bellezza è nei dettagli...
Sono un po’ sulle spine perché l’ultimo giro sul 320 non mi è piaciuto particolarmente, vedasi il ritorno da Valencia nell’archivio TR. Dopo eoni di 738 FR mi sembra che l’Airbus prenda le turbolenze un pelo più nervosamente, che sia lievemente più brusco. Sensazione, eh, niente di tecnico benintesi. Almeno è meno claustrofobico del Bongolino...

Un occhio ai vicini di stand...

... e allo spazio per le gambe. Per fortuna che non sono cresciuto negli ultimi mesi!
Motore 1 on, motore 2 on, niente trattorino e ci muoviamo da soli dal parcheggio, rullando dalla taxyway centrale fino ad un holding point ben prima della testata 35L. Entriamo in pista abbastanza avanti per un comodo flexi t/o, tanto siamo leggeri, a occhio direi un 55% di LF, non di più. Molti i business men. 15’ dopo il decollo inizia il servizio a pagamento, non prendo nulla come nessuno di quelli davanti a me; però le aa/vv ci mettono impegno e quasi quasi mi spiace non prendere il breakfast menu a cinque euro.

Prealpi nella foschia...

... e Alpi nella neve.

Volo tranquillo, qualche lieve turbolenza in discesa quando buchiamo lo strato nuvoloso. Atterriamo per... mistero, non saprei dirlo. Toccata non proprio da fatina e rullaggio verso Orly Sud attraverso una fauna quantomeno variopinta, inclusi due calippi alla fragola Myair, parcheggiati in un angolino da soli; a noi spetta invece un rutilante e patinato finger. Dentro, un aeroporto vecchio, molto anni ’60, corridoi e scale (passione insana quest'ultima, lo scoprirò poco dopo) per uscire e andare al ritiro bagagli, bagagli che arriveranno circa 20’ dopo essere entrati nella hall, che è oltre il controllo documenti. Recupero la mia borsa e cerco di capire come arrivare a Parigi. Orlybus o OrlyVAL? Non rifletto abbastanza e decido di prendere il bus.

Chicca 1! Ma non so cosa sia


Foto schifosa

Chicca 2! Chissà cosa ci faceva a Orly.

Lo splendido Orly Sud, reso più bello dal controluce assassino
Mi metto in coda alla biglietteria RATP convinto di fare direttamente l’abbonamento dei mezzi ma lì non è possibile, solamente vendita biglietti bus o val. Fancool! French only please. Allora un Orlybus, s'il vous plaît. Esco e due minuti dopo arriva il bus, saliamo in quattro e l’autista parte a razzo, rischia di cioccare con una Peugeot cinquanta metri dopo, con profluvio di clacson e pugni battuti sul volante, ma ci rimettiamo subito in marcia in direzione di Parigi. La prossima volta il VAL!
Dopo 30’ di estenuante traffico arriviamo a Denfert-Rocherau, vado a fare l’agognato abbonamento RATP ad uno sportello (impiegato molto cortese, parlante inglese) e mi fiondo negli interminabili corridoi della M5, direzione Porte de Clignancourt. Cambio a Châtelet (un incubo di Escher, chi ha progettato lo scambio Châtelet/Les Halles dovrebbe essere costretto a fare tutte le scale di corsa con un branco di dobermann dietro) sulla M11 e poche fermate dopo arrivo a Belleville dove ho l’hotel, appena 1h 40’ dopo essere sbarcato all’aeroporto cittadino di Parigi. Te credo che poi AF rompeva per la riduzione di LIN nel ’98! Entro nel primo bar che trovo e prendo un croissant al burro (mmm...!) e un café au lait, prima di rifiondarmi in metro per andare alla Gare du Nord al più vicino ufficio turistico a fare il Paris Museum Pass. Finite le formalità, inizio ad esplorare la Ville Lumière.
WARNING: molto testo. Chi non ha voglia, salti alle foto, che sono altrettante
Oggi mi mantengo leggero, faccio un giro su lungo Senna in direzione di course la Reine, con un occhio al Petit Palais e al Grand Palais (dove non entro) e alla prospettiva dal ponte Alexandre III verso l’Hôtel des Invalides. La zona è molto piacevole, poco affollata e visto che oggi è soleggiato, il riparo degli alberi è sicuramente gradito. Decido di darmi una botta di vita ed entro sugli Champs Elysees all’altezza di Place Clemenceau, un macello stile corso Buenos Aires il sabato pomeriggio, con la differenza che la via è larga tre volte tanto. Mi lascio Place de la Concorde alle spalle e vado diretto verso l’Arc de Triomphe. Qualche pazzo tenta di attraversare la piazza senza usare i sottopassaggi! Dato che ho il pass musei per quattro giorni, evito di attivarlo il giorno stesso perdendo mezza giornata, per cui, dopo un pranzo veloce in uno delle molte sandiwicherie della zona, mi reco verso la parte moderna della Défense. Qui si alternano i vecchi grattacieli degli anni sessanta ai palazzi più nuovi come la Grande Arche, riedizione pseudo-razionalista dell’arco di trionfo (con cui è in asse). Mitterand ne ha spesi di soldi per Parigi! La zona è piena di scultura contemporanee e grattacieli a specchio (mediocri per qualità estetica a dir la verità, Tour EDF esclusa, parto del grandissimo I. M. Pei. Inginocchiatevi). Per chi è appassionato di architettura contemporanea vale la pena un salto. Purtroppo non salgo sulla Grande Arche, col sole a picco e senza occhiali da sole sarebbe stato un po’ un tentativo di beccarmi un glaucoma. Ci sarà tempo per ammirare Parigi dall’alto

Petit Palais

La cupola del Grand Palais, dirimpettaio di lusso del precedente

Statue sul ponte Alexandre III, con la cupola del Dôme des Invalides sullo sfondo

Tour EDF, studio Pei-Cobb-Freed & Partners

Scultura moderna a La Defense
Nel tardo pomeriggio riprendo la metro e mi dirigo verso la zona degli Invalides e Tour Eiffel. Appena esco le nuvolone nere, che si erano addensate sopra il cielo parigino, decidono di scaricare un bel temporale. Fuggi fuggi sotto i balconi (pochi) e sotto la metro, per fortuna ho il mio ombrellino... dieci minuti dopo smette di piovere e vado verso il Trocadero per godermi la visuale sulla torre più famosa del mondo. Le fontane però non funzionano. Boh! Passo sotto la torre (code allucinanti per salire), mi faccio tutti gli Champs-de-Mars e mi dirigo verso il Dôme e l’Hôtel des Invalides, da dove entro. Purtroppo sono vicini all’ora di chiusura, quindi il giro è forzatamente veloce. Per chi fosse interessato, l’Hôtel ospita il Museo dell’esercito, quello rilievi topografici militari (urka) e quello dell’Ordre de la Libération. Nel Dôme invece ci sono le spoglie di personalità militari francesi, Napoleone e Foch su tutti. È ora di cena, mi reco a mangiare un boccone e inizia a diluviare. Giusto la scusa che mi serviva per rintanarmi in albergo a dormire

Anche i volatili hanno diritto a godersi il panorama parigino!

La più famosa... con cielo minaccioso alle spalle

Dôme des Invalides
La mattina dopo è l’ora di mettere alla prova il mio multipass museale con una intensa giornata al Louvre. Solita M11 direzione Châtelet, su e giù per i corridoi dove ci sono 43° e il 99% di umidità relativa, cambio sulla M1 direzione Défense e discesa a Concorde. Il tempo minaccia ancora pioggia, ma mi soffermo qualche minuto ad osservare l’obelisco di Luxor con la tour Eiffel di sfondo; pensare che ha 3300 anni ed ha resistito ad un impegnativo trasloco, ed è ancora in piedi, ha dell’incredibile. Faccio un giretto a piedi fin verso place de l'Opéra e poi torno indietro verso il Louvre passando per i Jardin des Tuileries e sotto il più piccolo arc de triomphe du Carrousel, altra opera voluta da Napò, che schiude la visuale sul palazzo del Louvre.

3300 years and counting!

Opera Garnier, per i due admin con la passione della lirica
Non mi soffermo più di tanto davanti al palazzo, ci tornerò più volte; noto solo come la piramide di vetro di Pei sia inserita perfettamente nella scenografia del palazzo reale. Il mio pass consente l’accesso dall’ala Richelieu, evitando la coda all’ingresso principale. Di fatto non c’è molta gente questa mattina, quindi tutto è molto agevole. Il Louvre richiede giorni per essere esplorato a fondo, quindi una selezione delle opere è fondamentale. Decido di dedicarmi più approfonditamente alla sezione di arte antica e di pittura italiana, accennando solamente quella francese e rinunciando a quella di pittura nord-europea. In quattro ore e mezza ammazzo il museo. I-DAVE 1 – Louvre 0. Yeah! Pranzo dentro al museo prima di uscire di nuovo all’aria aperta.

Il Louvre è stato innanzitutto un castello e una fortezza, cosa che si vede nei sotterranei.

Immagine emblematica del Louvre: coda per ammirare uno dei "pezzi forti" della collezione, con la Venere di Milo che sembra chiedersi cosa cavolo abbiano da guardare tutti quei curiosoni lì davanti...

I falsari sono innumerevoli, e pure bravini

La Piramide di Pei dall'alto
Visto che sono in zona conviene andare a fare un salto anche al Palais Royal, o meglio al giardino retrostante, visto che il palazzo non è visitabile. Interessante l’accostamento moderno-antico con le colonne di Buren e le sfere metalliche; il giardino è molto tranquillo.

Il moderno riflette l'antico, nei giardini del Palais Royal

Giardini
Torno indietro e mi dirigo verso Ile de la Cité con l’idea di infilarmi nella Sainte-Chapelle. No! Sciopero del sindacato do polizia che effettua il servizio di controllo all’ingresso. Giro le spalle di 180° e mi dirigo verso Notre-Dame. Piccola coda per entrare, grande affollamento dentro! Mi ha colpito l’enorme quantità di candele accese, molto particolare. Un po’ meno particolare e un po’ più discutibile il fatto che la candela votiva costi ben 15€. Business is business, anche dentro una chiesa. Il rosone sud è incredibile.

Le candele dei devoti...

...e quelle dei turisti.

Rosone sud
Rifaccio il giro della chiesa almeno tre volte perché non trovo le scale per salire sulle torri. Un po’ sconsolato esco e vedo una freccia.
TOUR -->
La seguo e mi trovo sul lato settentrionale: si accede dall’esterno. Scriverlo un po’ più chiaramente, magari...
Mi metto in coda (questa sì lunga) e inizio a salire i 300 e passa scalini che portano in cima. Non in cima-cima: oggi la parte più alta della torre sud è chiusa, per cui si può rimanere solo all’altezza dei doccioni, che comunque è la parte più interessante (salendo si va verso Emmanuel, la torre campanaria). Bellissimi i doccioni gotici con profusione di gargoyle e mostri vari, notevole il panorama, peccato che nel pomeriggio sia per lo più in controsole. Memo per la prossima volta: tornare di mattina.

Unica parte non in controluce, ma sostanziosa: torre St-Jacques a destra, la basilica di St-Eustache a sinistra e Montmartre sullo sfondo.

Eh, poverino, Parigi è Parigi, ma dopo oltre 900 anni dello stesso panorama lo capisco anche...
Scendo, torno in albergo per una doccia e un po’ di riposo, poi esco a cena e pianifico una breve sessione fotografica in notturna, rimanendo sempre in zona Tour Eiffel, che alle 22 in punto, per cinque minuti, si illumina di tanti piccoli lampi stroboscopici bianchi. Click, click, click e poi a nanna, la gita al Louvre mi ha provato.

È rimasta pietrificata... (seguì ban immediato)

Pilone con ascensore in movimento, Tour Montparnasse in background e aereo in finale per Orly dietro.

Spettacolo stroboscopico, affascinante il contrasto tra la rigida fermezza delle 10.000 tonnellate di ferro e le migliaia di piccoli flash danzanti

Di sera decine di battelli effettuano un servizio cena lungo Senna
Fine prima parte. Prossima puntata, quando riesco: ulteriore OT e visita al Museo di Le Bourget, che forse interessa di più
DaV