Parte uno qui, parte due qui.
Si riparte! Non prima però di aver speso l’ultimo giorno a Parigi, visto che il volo per Bordeaux è nel tardo pomeriggio. Nella lotta tra TGV e Air France vince quest’ultima, visto il prezzo sostanzialmente uguale (per gli orari serali in realtà più caro il TGV) a quasi parità di tempo (treno 3h, aereo 1h20’ più check-in, corsa da/per apt e ritiro bagaglio). Invece che partire da Orly, dove ci sono una dozzina di voli, scelgo di partire da CDG per provare il 318, dato che è una mezza rarità; l’orario tardo pomeridiano mi va benissimo.
Dato che la tessera mezzi è scaduta, faccio un giornaliero per le zone 1-6, che comprendono sia gli aeroporti che Versailles. Check-out, vado a Gare du Nord a depositare i bagagli agli armadietti di sicurezza (grandissimo l'addetto al varco raggi-x) e prendo direttamente da lì la RER C verso Versailles. Che roba estenuante, la RER è lentissima, quaranta e passa minuti per arrivare a Versailles, su un treno non particolarlmente pulito ma per fortuna mezzo vuoto. La reggia è in parte impacchettata per lavori di restauro, davanti all’ingresso principale c’è un impalcatura per la costruzione di un centro accoglienza temporaneo (per turisti eh, non per immigrati clandestini) e il lunedì la visita alle stanze reali è chiusa. Sfiga! Mi limito ad entrare nel parco retrostante la reggia, che è semplicemente sconfinato. Faccio un giro un po’ a casaccio, arrivo davanti alla vasca principale e visto che sono già stanco morto di prima mattina, desisto dall’idea di andare fino al Petit Trianon e al Grand Trianon che sono ancora più in là. Gironzolo ancora un po’ in zona e poi torno verso la stazione per Parigi.
Ingresso
Parco
L’ultima cosa che mi incuriosiva vedere (e che ci stava in un’oretta) era la Bibliothèque nationale de France, nel moderno quartiere di Bercy, ennesimo regalo di Mitterand, progetto di Dominique Perrault. La struttura in sé non è male, ma mi chiedo come possa essere pratica, visto che le quattro torri a L non sono proprio una a fianco all’altra. Già che sono lì, mi faccio un giro per Bercy, che negli anni ’80 non era esattamente un quertierino modello. Da vedere, a breve distanza, c’è l’ex American Center di Frank Gehry (ora è qualcosa sul cinema francese), il parco di Bercy e il Palais Omnisport de Paris-Bercy, un palazzetto dello sport curioso per avere l’esterno delle gradinate ricoperte da zolle erbose.
Biblioteca nazionale
Torno alla Gare du Nord per recuperare il bagaglio e mi infilo nuovamente nella RER, stavolta B direzione CDG-T2. Sceso dal treno seguo le indicazioni e in tre minuti sono di fronte alla batteria quasi sconfinata di banchi c-in di AF. Viaggio con e-tix, vado per imbarcare il bagaglio e l’addetto smista-fila mi dice di fare prima il self check-in alle macchinette, e poi di depositare il babaglio al banco dedicato. Vado alla macchinette (tante, ma non abbastanza: c’è sempre qualcuno davanti), inserisco la carta di credito ed escono fuori automaticamente gli estremi del volo. Mi viene proposto un interessante 4A, per curiosità provo a cambiare posto e mi viene proposta la mappa dell’aereo con i liberi. Riconfermo il 4°, stampo la carta d’imbarco e ritorno dall’addetto che mi indica di recarmi al banco 3 (mi pare) per depositare il bagaglio registrato. Dato che non c’è coda consegno direttamente all’addetta il bagaglio, carte d’identità e carta d’imbarco. Restituendomi la carta d’imbarco con la ricevuta del bagaglio applicata sopra, mi augura buon viaggio e buon volo.
Vado a mangiare un boccone, invero la scelta di posti dove pranzare è incredibilmente scarna, c’è un ristorante piuttosto chiccoso, un fast food French-style e un bar. Basta. Mi accodo al fast food, i panini non sono un granché (sempre in tema, quelli della spagnola Pans sono decisamente meglio). Mi faccio un giro per il 2F, bel terminal, pulito, luminoso, abbastanza semplice da navigare. La scelta di negozi non mi è parsa propriamente entusiasmante. È presente una biglietteria Alitalia piuttosto carina, che almeno spezza un po’ tutto il bleu AF. Mi porto ai controlli di sicurezza, la coda è lunghetta, per fortuna ho un po’ di tempo; peccato per la solita famiglia italiana che sta per perdere il volo e chiede agli addetti ai pre-filtri (di una gentilezza disarmante) di fargli saltare la coda; me li ritrovo giusto dietro. Noto che vengono fatte togliere a tutti i pax le scarpe che hanno anche solo un po’ di tacco. Come al solito non suono, ormai sono un esperto, e mi dirigo nella penisola dei voli Schengen, dove domina un noioso monocolore Air France.
Copertura area Schengen CDG-2F
Gli aerei ai finger sono tutti AF e, in questa zona, tutti A32x
Arrivo fino in fondo, scatto due foto alla copertura del tetto, davvero interessante, e me ne vado nello scantinato dove è posto il remoto F22 (e c’è scantinato e scantinato, chi vuol capire...) per assistere in real time alla chiamata del mio volo. Il volo è circa al 50/60%. Bella l’idea di mettere al gate un LCD con le indicazioni su meteo, nome del comandante, eventuali ritardi e altre info apprezzabili.
La mia carta d’imbarco è un foglietto unico, senza talloncino, con codice a barre che viene letto dal lettore ottico direttamente al gate; tempo di attesa: 1 secondo e mezzo, mentre l’altra signorina di controlla la carta d’identità. Pratico, però per questioni sentimentali preferisco il talloncino con la banda magnetica
Ci fanno imbarcare via bus, dove aspettiamo 10’ buoni prima di partire per un bel tour panoramico di CDG. Non sapevo fosse incluso nel prezzo del biglietto! Il bus si ferma sotto una tettoia di fronte al nostro 318. Mazza se è corto! Usciamo tutti solamente dalla porta anteriore, con un rampista a smistare il traffico dei passeggeri verso l'aereo.
Nuovo modello, era previsto per equipaggiare Alitalia, ora lo dovranno usare sui voli intra-CDG...
il nostro cucciolino
Tratta: CDG-BOD
Volo: AF 7634
Aereo: Airbus 318-111
MSN: 2967
Reg: F-GUGP
Consegnato il: 05/12/2006
Posto: 04A
Gate: F22
Sched dep: 16.00
Sched boarding: 15.20
Boarding: ... (apriva quando arrivavo)
Block-off: 16.05
Take-off: 16.23
Sched arr: 17.15
Landing: 17.19
Block-in: 17.22
Salgo a bordo e vengo accolto dalla purser, che saluta in francese. Ricambio nella stessa lingua, tsé! Mi metto al mio 4°, e la mia fila rimarrà fortunatamente vuota alla chiusura delle porte (e per tutto il volo!). Mi guardo indietro, il bussino sembra un aeroplanino di Playmobil, sembra che gli manchi una parte dietro, invece è proprio così! Manco di un paio di secondi la foto al rampista che dà l’ok e saluta, le porte vengono chiuse e inizia la procedura di sicurezza (manuale, francese e inglese). Gironzoliamo un po’ per CDG, dove si vede parcheggiato un po’ di tutto. A naso direi che siamo decollati da 8L, ma non ci giurerei.
C'era anche un M11 ad un finger d'angolo, sempre TAM
Davanti a noi un po’ di traffico con compagnia in attesa di decollo.
Tocca a noi! Una volta allineati, manetta e freni tirati... wow, era da tanto che non mi capitava! Il babybus ha cavalli da vendere, e si sente, sembra di stare su una piccola catapulta. La corsa al decollo non è brevissima, ma appena lo tira su, sale, sale, sale che è un piacere, l’assetto cabrato è pronunciato e l’effetto di schiacciamento contro il sedile c’è tutto! Altro che i decolla da fighetta, che manco ti accorgi che sei airborne!
Passati i 20” di puro godimento a riccio e di malizioso sorrisino soddisfatto, viriamo dolcemente e ci mettiamo in direzione di Bordeaux, credo, visto che la copertura nuvolosa non consente di avere riferimenti visivi lungo il percorso.
Sfoglio un po’ la rivista di bordo, devo dire che non mi è piaciuta particolarmente. Sembra più un catalogo pubblicitario, i contenuti sono poverelli; molto meglio l’Ulisse. Dopo circa 20’ viene annunciato li servizio di bordo, poco più che un rinfresco. Cinque minuti dopo la purser passa col carrellino. Mi chiede in qualcosa in francese (presumibilmente cosa desidero da bere, visto che stava distribuendo prima il beveraggio), cortesemente in inglese oso chiedere se a bordo hanno la famigerata gingerella. “Oh, I’m afraid we don’t have ginger ale onboard, Sir, can I offer you a tonic water instead?”. Accetto rassegnato la mancanza del rinomato nettare e opto per i biscottini dolci, una robetta abbastanza pietosa, per fortuna erano giusto due.
Il comodo tavolinetto che può essere tirato giù dallo schienale del sedile centrale. Braccio di yours truly.
Catering secondo AF.
Poco dopo vengono ritirati i resti e inizia la discesa verso BOD, qualche spiraglio nelle nuvole permette due foto dall’alto. Gironzoliamo un po’ prima di allinearci per pista 11, dove tocchiamo gentilmente terra. Frenata pronunciata, reverse e biancheria fuori; taglio in velocità di un raccordo e parcheggio nei pressi di un finger, che viene ancorato poco dopo. Esco in fretta e mi dirigo nella hall del ritiro bagaglio, dove in cinque minuti mi arriva la valigia. Purtroppo il bus per la città c’è ogni 45’ e io ho perso il mio di circa 15’, mi rimane mezz’ora di attesa sulle panchine. La temperatura è mite anche se dalla mia postazione vedo poco o nulla, a parte un 767 Maersk Freighter, un abitué di BGY.
Che roba è? Foto orrida, sorry...
Il bel terminal pax di BOD
Il pullman ci impiega quasi 50’ per fare i 15km scarsi fino alla stazione di St-Jean; per fortuna l’ostello che ho prenotato è a due passi. Dopo una doccia, esco e vado ad esplorare la città, mi faccio un giro sul lungo fiume (la Garonna, che qui non è proprio un fiumiciattolo) e rientro passando per il centro; la cartina che ho in mano non è proprio precisissima (ed è quella ufficiale...). Per il giorno dopo la mia intenzione era quella di andare a vedere la duna di Pilat, circa 40’ a sud-ovest rispetto a BOD; ho provato a informarmi alla reception dell’ostello, ma le informazioni che mi hanno dato erano davvero poco confortanti, soprattutto sui tempi di arrivo, per cui ho lasciato perdere. Mi sono così dedicato alla bella città di Bordeaux. Il centro storico si visita in una giornata, ma è davvero piacevole perdersi nelle viuzze. Due cose mi hanno colpito: primo la pietra usata per le costruzioni in tutto il centro, una specie di roccia calcarea di un color paglia chiaro, molto elegante abbinato agli abbaini e ai tetti spioventi neri; il secondo è il tram, che in centro viaggia a batteria (?) senza linea di contatto aerea, una soluzione interessante per coniugare mobilità e decoro cittadino, dato che il centro è patrimonio dell’UNESCO. La città in sé è abbastanza pulita, i monumenti, cattedrale a parte, tenuti ottimamente. Anche le strutture moderne sono presenti, anche in pieno centro, ma non stonano affatto. Vita notturna intensa, molta gente per strada, molti posti dove fermarsi a cena e dopocena. Bella, mi è piaciuta davvero molto, peccato sia così impossibile da raggiungere, a meno di non voler provare un terno al lotto con Myair. EasyJet ti aspettiamo!
Foto in ordine semi-sparso tra il mezzo pomeriggio e il giorno dopo.
Sainte Croix
Pont de Pierre con poca luce
Porte...
Lungo fiume, dove mi sono beccato una bella ustione da sole...
Monumento ai girondini deceduti durante la Rivoluzione
Particolare del portale di St-Pierre
Viuzze
Tribunale!
Parco dietro al municipio che ospita il museo di belle arti
Hôtel des Douanes
Interno della cattedrale, dedicata a St. Andre
Municipio, notare la foto della Betancourt, presente su ogni municipio francese.
Hôtel des Douanes, by night e con fontana
Quarta e ultima puntata a seguire nei prossimi giorni, con BOD-NCE, visita a Nizza e Nizza-Milano.
DaV
Si riparte! Non prima però di aver speso l’ultimo giorno a Parigi, visto che il volo per Bordeaux è nel tardo pomeriggio. Nella lotta tra TGV e Air France vince quest’ultima, visto il prezzo sostanzialmente uguale (per gli orari serali in realtà più caro il TGV) a quasi parità di tempo (treno 3h, aereo 1h20’ più check-in, corsa da/per apt e ritiro bagaglio). Invece che partire da Orly, dove ci sono una dozzina di voli, scelgo di partire da CDG per provare il 318, dato che è una mezza rarità; l’orario tardo pomeridiano mi va benissimo.
Dato che la tessera mezzi è scaduta, faccio un giornaliero per le zone 1-6, che comprendono sia gli aeroporti che Versailles. Check-out, vado a Gare du Nord a depositare i bagagli agli armadietti di sicurezza (grandissimo l'addetto al varco raggi-x) e prendo direttamente da lì la RER C verso Versailles. Che roba estenuante, la RER è lentissima, quaranta e passa minuti per arrivare a Versailles, su un treno non particolarlmente pulito ma per fortuna mezzo vuoto. La reggia è in parte impacchettata per lavori di restauro, davanti all’ingresso principale c’è un impalcatura per la costruzione di un centro accoglienza temporaneo (per turisti eh, non per immigrati clandestini) e il lunedì la visita alle stanze reali è chiusa. Sfiga! Mi limito ad entrare nel parco retrostante la reggia, che è semplicemente sconfinato. Faccio un giro un po’ a casaccio, arrivo davanti alla vasca principale e visto che sono già stanco morto di prima mattina, desisto dall’idea di andare fino al Petit Trianon e al Grand Trianon che sono ancora più in là. Gironzolo ancora un po’ in zona e poi torno verso la stazione per Parigi.

Ingresso

Parco
L’ultima cosa che mi incuriosiva vedere (e che ci stava in un’oretta) era la Bibliothèque nationale de France, nel moderno quartiere di Bercy, ennesimo regalo di Mitterand, progetto di Dominique Perrault. La struttura in sé non è male, ma mi chiedo come possa essere pratica, visto che le quattro torri a L non sono proprio una a fianco all’altra. Già che sono lì, mi faccio un giro per Bercy, che negli anni ’80 non era esattamente un quertierino modello. Da vedere, a breve distanza, c’è l’ex American Center di Frank Gehry (ora è qualcosa sul cinema francese), il parco di Bercy e il Palais Omnisport de Paris-Bercy, un palazzetto dello sport curioso per avere l’esterno delle gradinate ricoperte da zolle erbose.

Biblioteca nazionale
Torno alla Gare du Nord per recuperare il bagaglio e mi infilo nuovamente nella RER, stavolta B direzione CDG-T2. Sceso dal treno seguo le indicazioni e in tre minuti sono di fronte alla batteria quasi sconfinata di banchi c-in di AF. Viaggio con e-tix, vado per imbarcare il bagaglio e l’addetto smista-fila mi dice di fare prima il self check-in alle macchinette, e poi di depositare il babaglio al banco dedicato. Vado alla macchinette (tante, ma non abbastanza: c’è sempre qualcuno davanti), inserisco la carta di credito ed escono fuori automaticamente gli estremi del volo. Mi viene proposto un interessante 4A, per curiosità provo a cambiare posto e mi viene proposta la mappa dell’aereo con i liberi. Riconfermo il 4°, stampo la carta d’imbarco e ritorno dall’addetto che mi indica di recarmi al banco 3 (mi pare) per depositare il bagaglio registrato. Dato che non c’è coda consegno direttamente all’addetta il bagaglio, carte d’identità e carta d’imbarco. Restituendomi la carta d’imbarco con la ricevuta del bagaglio applicata sopra, mi augura buon viaggio e buon volo.
Vado a mangiare un boccone, invero la scelta di posti dove pranzare è incredibilmente scarna, c’è un ristorante piuttosto chiccoso, un fast food French-style e un bar. Basta. Mi accodo al fast food, i panini non sono un granché (sempre in tema, quelli della spagnola Pans sono decisamente meglio). Mi faccio un giro per il 2F, bel terminal, pulito, luminoso, abbastanza semplice da navigare. La scelta di negozi non mi è parsa propriamente entusiasmante. È presente una biglietteria Alitalia piuttosto carina, che almeno spezza un po’ tutto il bleu AF. Mi porto ai controlli di sicurezza, la coda è lunghetta, per fortuna ho un po’ di tempo; peccato per la solita famiglia italiana che sta per perdere il volo e chiede agli addetti ai pre-filtri (di una gentilezza disarmante) di fargli saltare la coda; me li ritrovo giusto dietro. Noto che vengono fatte togliere a tutti i pax le scarpe che hanno anche solo un po’ di tacco. Come al solito non suono, ormai sono un esperto, e mi dirigo nella penisola dei voli Schengen, dove domina un noioso monocolore Air France.


Copertura area Schengen CDG-2F

Gli aerei ai finger sono tutti AF e, in questa zona, tutti A32x
Arrivo fino in fondo, scatto due foto alla copertura del tetto, davvero interessante, e me ne vado nello scantinato dove è posto il remoto F22 (e c’è scantinato e scantinato, chi vuol capire...) per assistere in real time alla chiamata del mio volo. Il volo è circa al 50/60%. Bella l’idea di mettere al gate un LCD con le indicazioni su meteo, nome del comandante, eventuali ritardi e altre info apprezzabili.
La mia carta d’imbarco è un foglietto unico, senza talloncino, con codice a barre che viene letto dal lettore ottico direttamente al gate; tempo di attesa: 1 secondo e mezzo, mentre l’altra signorina di controlla la carta d’identità. Pratico, però per questioni sentimentali preferisco il talloncino con la banda magnetica
Ci fanno imbarcare via bus, dove aspettiamo 10’ buoni prima di partire per un bel tour panoramico di CDG. Non sapevo fosse incluso nel prezzo del biglietto! Il bus si ferma sotto una tettoia di fronte al nostro 318. Mazza se è corto! Usciamo tutti solamente dalla porta anteriore, con un rampista a smistare il traffico dei passeggeri verso l'aereo.



Nuovo modello, era previsto per equipaggiare Alitalia, ora lo dovranno usare sui voli intra-CDG...

il nostro cucciolino

Tratta: CDG-BOD
Volo: AF 7634
Aereo: Airbus 318-111
MSN: 2967
Reg: F-GUGP
Consegnato il: 05/12/2006
Posto: 04A
Gate: F22
Sched dep: 16.00
Sched boarding: 15.20
Boarding: ... (apriva quando arrivavo)
Block-off: 16.05
Take-off: 16.23
Sched arr: 17.15
Landing: 17.19
Block-in: 17.22
Salgo a bordo e vengo accolto dalla purser, che saluta in francese. Ricambio nella stessa lingua, tsé! Mi metto al mio 4°, e la mia fila rimarrà fortunatamente vuota alla chiusura delle porte (e per tutto il volo!). Mi guardo indietro, il bussino sembra un aeroplanino di Playmobil, sembra che gli manchi una parte dietro, invece è proprio così! Manco di un paio di secondi la foto al rampista che dà l’ok e saluta, le porte vengono chiuse e inizia la procedura di sicurezza (manuale, francese e inglese). Gironzoliamo un po’ per CDG, dove si vede parcheggiato un po’ di tutto. A naso direi che siamo decollati da 8L, ma non ci giurerei.





C'era anche un M11 ad un finger d'angolo, sempre TAM

Davanti a noi un po’ di traffico con compagnia in attesa di decollo.


Tocca a noi! Una volta allineati, manetta e freni tirati... wow, era da tanto che non mi capitava! Il babybus ha cavalli da vendere, e si sente, sembra di stare su una piccola catapulta. La corsa al decollo non è brevissima, ma appena lo tira su, sale, sale, sale che è un piacere, l’assetto cabrato è pronunciato e l’effetto di schiacciamento contro il sedile c’è tutto! Altro che i decolla da fighetta, che manco ti accorgi che sei airborne!
Passati i 20” di puro godimento a riccio e di malizioso sorrisino soddisfatto, viriamo dolcemente e ci mettiamo in direzione di Bordeaux, credo, visto che la copertura nuvolosa non consente di avere riferimenti visivi lungo il percorso.


Sfoglio un po’ la rivista di bordo, devo dire che non mi è piaciuta particolarmente. Sembra più un catalogo pubblicitario, i contenuti sono poverelli; molto meglio l’Ulisse. Dopo circa 20’ viene annunciato li servizio di bordo, poco più che un rinfresco. Cinque minuti dopo la purser passa col carrellino. Mi chiede in qualcosa in francese (presumibilmente cosa desidero da bere, visto che stava distribuendo prima il beveraggio), cortesemente in inglese oso chiedere se a bordo hanno la famigerata gingerella. “Oh, I’m afraid we don’t have ginger ale onboard, Sir, can I offer you a tonic water instead?”. Accetto rassegnato la mancanza del rinomato nettare e opto per i biscottini dolci, una robetta abbastanza pietosa, per fortuna erano giusto due.


Il comodo tavolinetto che può essere tirato giù dallo schienale del sedile centrale. Braccio di yours truly.

Catering secondo AF.
Poco dopo vengono ritirati i resti e inizia la discesa verso BOD, qualche spiraglio nelle nuvole permette due foto dall’alto. Gironzoliamo un po’ prima di allinearci per pista 11, dove tocchiamo gentilmente terra. Frenata pronunciata, reverse e biancheria fuori; taglio in velocità di un raccordo e parcheggio nei pressi di un finger, che viene ancorato poco dopo. Esco in fretta e mi dirigo nella hall del ritiro bagaglio, dove in cinque minuti mi arriva la valigia. Purtroppo il bus per la città c’è ogni 45’ e io ho perso il mio di circa 15’, mi rimane mezz’ora di attesa sulle panchine. La temperatura è mite anche se dalla mia postazione vedo poco o nulla, a parte un 767 Maersk Freighter, un abitué di BGY.





Che roba è? Foto orrida, sorry...


Il bel terminal pax di BOD



Il pullman ci impiega quasi 50’ per fare i 15km scarsi fino alla stazione di St-Jean; per fortuna l’ostello che ho prenotato è a due passi. Dopo una doccia, esco e vado ad esplorare la città, mi faccio un giro sul lungo fiume (la Garonna, che qui non è proprio un fiumiciattolo) e rientro passando per il centro; la cartina che ho in mano non è proprio precisissima (ed è quella ufficiale...). Per il giorno dopo la mia intenzione era quella di andare a vedere la duna di Pilat, circa 40’ a sud-ovest rispetto a BOD; ho provato a informarmi alla reception dell’ostello, ma le informazioni che mi hanno dato erano davvero poco confortanti, soprattutto sui tempi di arrivo, per cui ho lasciato perdere. Mi sono così dedicato alla bella città di Bordeaux. Il centro storico si visita in una giornata, ma è davvero piacevole perdersi nelle viuzze. Due cose mi hanno colpito: primo la pietra usata per le costruzioni in tutto il centro, una specie di roccia calcarea di un color paglia chiaro, molto elegante abbinato agli abbaini e ai tetti spioventi neri; il secondo è il tram, che in centro viaggia a batteria (?) senza linea di contatto aerea, una soluzione interessante per coniugare mobilità e decoro cittadino, dato che il centro è patrimonio dell’UNESCO. La città in sé è abbastanza pulita, i monumenti, cattedrale a parte, tenuti ottimamente. Anche le strutture moderne sono presenti, anche in pieno centro, ma non stonano affatto. Vita notturna intensa, molta gente per strada, molti posti dove fermarsi a cena e dopocena. Bella, mi è piaciuta davvero molto, peccato sia così impossibile da raggiungere, a meno di non voler provare un terno al lotto con Myair. EasyJet ti aspettiamo!
Foto in ordine semi-sparso tra il mezzo pomeriggio e il giorno dopo.

Sainte Croix

Pont de Pierre con poca luce

Porte...

Lungo fiume, dove mi sono beccato una bella ustione da sole...

Monumento ai girondini deceduti durante la Rivoluzione

Particolare del portale di St-Pierre

Viuzze

Tribunale!

Parco dietro al municipio che ospita il museo di belle arti

Hôtel des Douanes

Interno della cattedrale, dedicata a St. Andre

Municipio, notare la foto della Betancourt, presente su ogni municipio francese.

Hôtel des Douanes, by night e con fontana
Quarta e ultima puntata a seguire nei prossimi giorni, con BOD-NCE, visita a Nizza e Nizza-Milano.
DaV