[TR] Piccolo viaggio nel Fujian: Xiamen e i Tulou


Challenger

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29 Novembre 2006
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Come promesso, posto il TR del viaggio che ho fatto ormai quasi un anno fa nella provincia cinese dello Fujian.
Purtroppo mancano praticamente le foto dei voli.

Sia all’andata che al ritorno volo con Spring Airlines: Shanghai Hongqiao-Xiamen-Honqiao, sempre su A320.
Da notare il fatto che durante la prenotazione sul sito, Spring aggiunge tasse e balzelli vari tra le varie schermate facendo lievitare di parecchio il prezzo originale. Inoltre costringe a comprare un’assicurazione aggiuntiva che io non volevo ma che, come poi mi spiegano al call-center, si è costretti ad acquistare per concludere la prenotazione. Per questo e altri motivi credo che Spring Airlines sia la peggiore compagnia cinese, inferiore anche alla diretta concorrente Juneyao Airlines.

Il volo di andata è leggermente in ritardo, ma faccio in tempo a rispettare la tabella di marcia: appena arrivato a Xiamen (che si trova sull’omonima isola) prendo un taxi per una stazione degli autobus sulla terraferma, e da lì un pullman che dopo qualche ora di viaggio verso l’entroterra arriva alla mia meta principale: le valli dei Tulou.
Tulou in cinese significa “palazzo di terra” e indica il tipo di costruzione tradizionale di questa zona, dei grossi edifici fortificati pensati per proteggersi dagli assalti di briganti e predoni che nel corso dei secoli infestavano queste zone, dove l’autorità dell’impero non arrivava per mettere ordine.
La maggior parte dei Tulou ha forma circolare, è dotata di spesse mura di terra pressata, rocce e legno, piccole finestre e uno spazio all’interno dove si svolgevano le attività della comunità che ci abitava.
Molti dei Tulou sono tuttora abitati, soprattutto da anziani e negozianti.

Nonostante questa sia una località abbastanza nota in Cina e anche patrimonio dell’UNESCO per l'importanza storica, la zona non è molto frequentata dai turisti. Quindi il vantaggio e' che a differenza di molti altri posti non ci sono fiumane di gente, d’altra parte però è un po’ scomodo muoversi da soli e bisogna affidarsi alla gente del posto.

Qualche foto (fatta col cellulare) durante il tragitto






Dopo una breve ricerca nel piccolo villaggio trovo il mio alloggio, un “Nongjiale”, come ce ne sono molti nelle provincie cinesi. Praticamente è una piccola locanda a conduzione familiare, di solito con poche stanze molto semplici e un po’ spartane, paragonabile a un nostro bed&breakfast.

Appena esco per vedere la zona improvvisamente arriva un violento temporale, trovo riparo in un negozietto e scambio due parole col negoziante che mi fa bere the in continuazione. Questa zona infatti è molto famosa per il the, a differenza della maggior parte della Cina qui non bevono the verde ma una varietà di the nero.
Questo è un “mattone” di the nero pressato come decorazione:


Fuori continua a piovere. Vista del villaggio




Torno indietro sconsolato per il tempo, i proprietari dell’alloggio mi invitano a bere altro the… penso di averne bevuto a litri.
Parlando con loro mi rendo conto che qui la vita qui scorre molto tranquilla, diversa da quella frenetica e caotica delle città, mi dicono che loro non riuscirebbero a vivere in una città come Shanghai. Qui tutti vanno a dormire tardi e si svegliano tardi. Il caldo afoso rende faticosa qualunque attività, visto che in questo periodo alle 7-8 di mattina ci sono già oltre 30 gradi con un’umidità altissima. La signora passa la maggior parte delle giornate a bere the, mentre il marito ha l’orto e un piccolo allevamento, oltre a una coltivazione di tabacco. La maggior parte delle famiglie qui si guadagna da vivere così, un po’ di turismo e un po’ vendendo i prodotti della terra, soprattutto the, tabacco e banane.
La popolazione della zona è di etnia Hakka, con lingua e usanze un po’ diverse dal resto della Cina, anche se tutti (per fortuna!) parlano anche mandarino. Per questo motivo godono di alcuni privilegi, per esempio a livello fiscale o come limitazione sul numero dei figli (praticamente non c'e' un limite come per la maggioranza dei cinesi). Gli Hakka hanno una certa fama di popolo migrante: molti dei cinesi emigrati in tutto il mondo tra ‘800 e inizio ‘900 sono originari del Fujian e appartengono a questa etnia.

Il soggiorno di una tipica casa cinese, con il tavolino attrezzato con tutto l’occorrente per preparare il the alla maniera tradizionale:


Smette di piovere, ma visto il caldo il proprietario mi consiglia di visitare i Tulou alla sera e si offre di portarmi in giro per una cifra onesta. Finalmente si parte e arriviamo davanti a questo che è uno dei Tulou più grandi e famosi. Ha oltre 700 anni e 270 stanze:




Questo è l’ingresso di un altro grande Tulou della zona:


In teoria alla sera non si potrebbe entrare ma lasciando una mancia a qualcuno che ci abita non solo lascia entrare ma fa anche una visita guidata con spiegazioni e qualche aneddoto:


Al piano terra c’è la “zona giorno” con cucina e pozzo per l’acqua, ai piani superiori le camere, mentre all’ultimo piano magazzini e ripostigli dove una volta trovavano posto armi e altri equipaggiamenti per la difesa. Ogni famiglia possiede uno “spicchio” del Toulou distribuito su più piani.


La maggior parte dei Tulou al centro hanno una piazza dove una volta c’era il mercato, in questo invece ci sono altri edifici e un piccolo tempio:


Per strada nella valle:




Arriviamo in un altro villaggio di Tulou, purtroppo inizia ad esserci una leggera nebbia:


Questo villaggio si chiama Tianluokeng ma è soprannominato “quattro scodelle e un piatto” per la forma dei Tulou:












Il giorno dopo mi alzo all’alba nel vano tentativo di sfuggire al caldo e vedere un’altra valle






Anche qui si può entrare, dopo equo pagamento:


























Le parti interne, scale, corridoi e stanze sono tutte costruite in legno


Varietà locali di the nero.




Negozietto d’antiquariato




























Questi Tulou sono più recenti e hanno forme più complesse, con più ingressi e cortili.










Tempio








Nel pomeriggio ritorno a Xiamen. Cerco di andare sulla vicina isola di Gulangyu, che una volta ospitava il quartiere internazionale e coloniale di Xiamen, molte delle case sull'isola sono costruite in stile occidentale.
Purtroppo essendo un posto molto famoso e affollato il governo cittadino ha deciso di limitare gli accessi giornalieri. Risultato: file interminabili e posti sempre esauriti sui traghetti. Torno 3-4 volte in momenti diversi ma non c’è niente da fare, al porto turistico c’è sempre una folla enorme e un caos incredibile, i biglietti sono sempre sold-out e almeno in questo periodo non si possono prenotare in anticipo o via internet.
Qualche scorcio di Xiamen:






Il mare per essere in Cina è pulito


Xiamen ha molti rapporti con Taiwan che si trova praticamente di fronte, dall’altra parte dello stretto. Anche se a soli 10km da Xiamen c’è l’isola taiwanese di Jinmen, rimasta sotto il controllo di Taiwan in seguito a una feroce battaglia nel 1949 in cui le forze del Kuomintang, ormai scappate a Taiwan dopo le sconfitte sulla terraferma, riuscirono a respingere l’avanzata dell’Esercito di Liberazione Popolare di Mao. Ancora fino agli anni ’50 e 60’ c’erano occasionali scambi di cannonate e colpi di mortaio tra le due sponde.
Per questo motivo nel dopoguerra la città di Xiamen si è sviluppata nella parte occidentale, più lontana e protetta da possibili attacchi di mortaio, e solo negli ultimi decenni si è espansa verso est.
Molte delle merci provenienti da Taiwan transitano da Xiamen, tra cui la frutta per cui c’è un apposito centro logistico accanto all’aeroporto.
Anche per strada è possibile trovare ambulanti che vendono frutta, come questi buonissimi manghi:


Parco




Colazione cinese


Tramonto di fronte all’isola di Gulangyu






Proprio in questo momento mi arriva un SMS da Spring Airlines per comunicare che il volo di domani è cancellato causa tifone in arrivo. Avevo letto del tifone ma le previsioni lo davano molto più a nord quindi ero abbastanza ottimista. In realtà c’è l’allerta meteo anche qui e alla sera arriva un altro SMS dalla polizia locale per allertare la popolazione chiedendo di non uscire di casa nel pomeriggio e alla sera quando ci sarà il picco del maltempo...
Chiamo il servizio clienti di Spring Airlines e dopo qualche tentativo mi risponde un operatore che mi conferma la brutta notizia. Non solo, mi devo prenotare un hotel a spese mie dato che non ho diritto ad alcun rimborso. Ciliegina sulla torta, l’assicurazione che mi hanno costretto ad acquistare col biglietto è assolutamente inutile in questo caso perché copre solo alcune tipologie di ritardi ma nessun altro tipo di disagio (come cancellazione, bagaglio, ecc…).
Ovviamente tutti gli hotel di Xiamen hanno gonfiato i prezzi per l’occasione e la maggior parte sono fully-booked. Dopo lunghe ricerche riesco a trovare un hotel-catapecchia a un prezzo esagerato vicino all’aeroporto.

Concludo il mio giro serale nei mercatini aperti fino a tardi








Il giorno dopo il tempo non è male, solo un po’ di nuvole e sfido l’allerta tifone visitando l’università di Xiamen con annesso parco e il vicino tempio di Nanputuo.
Il tempio e la città dall’alto:






Nel pomeriggio vado verso l’aeroporto. A Xiamen non c’è la metro ma due linee di BRT (Bus Rapid Transit). E’ la prima volta che uso questo mezzo di trasporto, in pratica un autobus che corre su una strada sopraelevata riservata. La stazione è simile a quella di una metro:




Arriva sera ma del tifone non c’è traccia. Intorno all’aeroporto non c’è molto da vedere, quindi prendo un taxi e vado a vedere il mercato all’ingrosso della frutta importata da Taiwan, che si trova appena dietro la zona cargo dell’aeroporto. Compro qualche mango e il venditore cerca di fregarmi sul peso, la bilancia è taroccata per far risultare il peso doppio! Approfittando di un momento di distrazione del tizio peso la bottiglietta d’acqua chiusa che avevo dietro e gli dimostro che segna esattamente il doppio, solo a quel punto si decide a farmi il prezzo giusto.


All’ora in cui davano il picco del tifone sono a cena che mangio tranquillamente in un ristorantino per strada, all’aperto. Niente pioggia o vento per tutta la sera, hanno toppato alla grande.

Al mattino successivo ho il volo di ritorno a Shanghai. Arrivato al terminal mi danno questo foglietto che non serve a nulla ma certifica che il mio volo del giorno prima è stato cancellato.


In aeroporto c’è questa chicca, purtroppo la foto non rende giustizia alla maestosita' del 747:


Imbarco sull’A320 Spring:


Fine :)
 

13900

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26 Aprile 2012
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Interessantissimo, grande Challenger! Questi sono i TR che mi piacciono: prima di oggi non immaginavo che esistessero i Tulou, e che bella scoperta che sono. Mi piace vedere che sono ancora abitati.

A vedere il modo con cui Spring ti ha trattato, direi che siamo fortunati, in Europa, ad avere la EU261.

Complimenti ancora, e spero di leggerne altri a breve!
 

I-DAVE

Moderatore
6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
TR assai interessante, purtroppo la Cina al di fuori del classico circuito turistico è pressoché sconosciuta; d'altra parte, la vastità del paese e l'eredità storico-culturale sono impressionanti. Foto meravigliose come sempre :)

Intuisco male o parli un po' di cinese mandarino? Immagino che l'inglese sia poco diffuso. Come si rapportano con i laowai in quelle zone meno abituate alla presenza di occidentali?

DaV
 

Shogun

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18 Novembre 2010
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Splendido! Un TR che mostra quanto la Cina rurale e più tradizionale possa essere meravigliosa. Bellissimi i tulou, con quelle terrazze in legno e le lanterne rosse che evocano atmosfere antiche. Grazie Challenger per le cose che mi stai facendo conoscere con questi TR che definirei divulgativi. E sei anche un bravo fotografo.
 

Challenger

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29 Novembre 2006
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270
Grazie a tutti! :)

TR assai interessante, purtroppo la Cina al di fuori del classico circuito turistico è pressoché sconosciuta; d'altra parte, la vastità del paese e l'eredità storico-culturale sono impressionanti. Foto meravigliose come sempre :)

Intuisco male o parli un po' di cinese mandarino? Immagino che l'inglese sia poco diffuso. Come si rapportano con i laowai in quelle zone meno abituate alla presenza di occidentali?

DaV
E' vero, in Cina in ogni provincia ci sono tantissimi posti interessanti poco conosciuti, soprattutto agli stranieri, perche' a volte sono in zone un po' remote e mal collegate.
Io ormai cerco per quanto possibile di stare alla larga dalle attrazioni turistiche piu' famose perche' durante le festivita' e anche d'estate (quando posso viaggiare) c'e' davvero troppa gente in giro... ci sono posti in cui si fatica a camminare o a vedere qualcosa davanti per la folla, e' una cosa che alla fine rovina l'esperienza. Soprattutto negli ultimissimi anni da quando e' esploso il turismo come fenomeno di massa. Giusto per dare un'idea, le statistiche dicono che solo quest'estate 550-600 milioni di persone si sposteranno per le vacanze.

Lo parlo un po' e credo che questo e' stato il primo viaggio in cui la conoscenza del cinese e' stata fondamentale, dato che mi sono dovuto un po' arrangiare e da quelle parti nessuno parla inglese. Ho trovato persone sempre molto gentili e disponibili. :)
In realta' ci sono anche stranieri che vanno a visitare i tulou, forse non molti, ma in quella zona sono abituati ai turisti occidentali. Credo che la maggior parte venga da Xiamen con tour organizzati.
Insomma, non e' come in certe zone della provincia cinese dove gli occidentali sono ancora visti come alieni e la gente si gira per dire "Hello!" senza motivo...
 

leoloca

Utente Registrato
28 Gennaio 2015
16
0
Tutto molto interessante grazie per averlo condiviso! Mi hai fatto tornare in mente i miei due viaggi a Shanghai. Ci sono stato per motivi di studio (studio cinese), e ho avuto modo anche di girare zone più interne molto più caratteristiche. Nulla toglie che Shanghai sia una metropoli spettacolare. Quanto mi manca la Cina e i cinesi! :(


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aless

Moderatore
12 Settembre 2006
11,480
96
Grazie davvero per averlo postato. Purtroppo poco IT, ma pur sempre un valore aggiunto.

A vedere il modo con cui Spring ti ha trattato, direi che siamo fortunati, in Europa, ad avere la EU261.
Ogni volta che esco dall'Europa ci penso sempre anch'io.