[TR] Quell’aereo là devi metterlo qua: cronache di un trasloco.


13900

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Venticinque Aprile. In Italia si festeggia la Liberazione, in Inghilterra (sorpresa) piove, a Tokyo immagino si mangi sushi e a Parigi qualcuno dirà “bof” stringendosi nelle spalle. A Chicago, per la precisione in quell’enorme labirinto di piste e taxiways che è l’O’Hare, succede questo:


Un cambio di terminal. All’apparenza una cosa ordinaria, di tutti i giorni. La realtà, invece, è abbastanza differente e, in questo thread, vi porterò dietro le quinte di qualcosa mai fatto prima nella storia della compagnia aerea.

Per iniziare, però, devo portarvi al maggio del 2023. Per cui pigiamo il tasto rewind e torniamo indietro a una sala riunione nel Galles del sud.
 

13900

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1. Maggio ’23 – Novembre ’23: trovare la quadra.

Siamo al conclave dei programme manager del Transformation team. St Athan, Galles, vi c’ho portati per la visita allo sfasciacarrozze eCube, eccovi il link. Questa è la parte antecedente alla gita sul piazzale, altrimenti nota come guadagnarsi la pagnotta. Arriviamo al punto dolente dell’agenda, quello dei progetti e programmi in arrivo. Come sempre c’è troppa domanda e troppa poca gente: si schiva ciò che si può, il programma per l’entrata in servizio del 777-9 viene giustamente rimandato a quando Boeing avrà almeno un’idea di quando certificheranno quel coso, e tutto sembra andar bene. La presentazione sul megaschermo passa ad un ennesimo one-pager e l’Illuminata Direttrice fa una smorfia, quel tipo di smorfia che, come sappiamo tutti, è preludio a un problema. Stringimento collettivo degli sfinteri da parte degli astanti.

“Ragazzi, questo è urgente”, fa lei. “Dobbiamo cambiare terminal a Chicago, e serve che uno di voi se ne occupi. Vi posso dare un project manager a ottobre, ma va iniziato ora”.

Silenzio in platea. Da un lato siamo tutti stracarichi di lavoro – pre-Covid era norma avere un programma a testa, mentre ora ne abbiamo tutti almeno due – e dall’altro il caso precedente di colocazione con American, il Terminal 8 di JFK, è stato una fresatura gonadica senza precedenti. Troppi galli nel pollaio, troppe attenzioni non richieste, troppa gente che voleva infilarcisi. Insomma, tutti gli ingredienti per un bel casino.

L’Illuminata Direttrice non demorde. “Questo non sarà come JFK”, ci rassicura. “Per iniziare è più semplice, e Chris e Matt hanno carta bianca”. Li conosco: uno è il vicepresidente per il nord-Est degli Stati Uniti, l’altro si occupa della Joint Business atlantica, entrambi sono bravi ragazzi. Inarco un sopracciglio alla Carletto Ancelotti; l’Illuminata Direttrice nota il mio cambio d’espressione in un convivio di facce di bronzo, e mi fa un cenno che vuol dire ‘ne parliamo dopo’. Il collega seduto di fianco a me mi sussurra “Ya poor bastard”.

La settimana successiva inizio a capirci qualcosa di più. Per farla breve, BA ha in leasing degli spazi al Terminal 5 di ORD: lounge, uffici, gates. Questo leasing scadrà il 30 aprile 2024, e non si può rinnovare, meglio se non vi dico perché, e quindi si deve andare da un’altra parte. Non sto a spiegarvi il perché e il percome, altrimenti dovrei mettere per iscritto cose molto poco simpatiche riguardo certe parti in causa, ma credeteamme.

American Airlines ha un’enorme base al Terminal 3, con tanto di Flagship Lounge, e la cosa ovvia è, quindi, quella di andare da loro.

C’è solo un inghippo, e per spiegarvelo eccovi una bella mappa di ORD.


Ecco, il Terminal 5 è quel coso lungo e giallo sulla sinistra. Il 3 è giusto di fianco, quella specie di granchio verde. A seguire c’è la Y rossa del terminal 2, e poi quello blu è il Terminal 1, dove troviamo United e compagnia bella Star.

Il problema per noi è che l’immigrazione si trova solo al Terminal 5. Per qualche motivo recondito, in uno dei suoi principali gateways intercontinentali, la nazione più ricca del mondo ha soltanto le risorse necessarie per avere CBP in un terminal. Insomma, la faccio breve: dovremo atterrare a T5 e poi spostarci al 3. Così fanno AA, JL, IB e, per T1, UA/LH ed altri ancora. Quasi una trentina di movimenti al giorno, tutti con aerei under their own power, nessuno lo faccia sapere a Greta Thunberg.

Nell’estate del 2023, a cavallo dell’Atlantico, lavoriamo su tre problemi principali:
  • Come passare da T5 a T3, tre volte al giorno, senza troppi casini;
  • Dove piazzare il nostro ufficio (ORD ha almeno una quarantina di colleghi per la gestione delle operazioni above the wing, e fa da centro per la formazione per gli Stati Uniti);
  • Dove schiaffare i nostri clienti premium;
C’è anche un quarto problema, che rimane lì ad aleggiare nell’aria: come fare tutto questo, entro aprile 2024, senza potenzialmente perdere una barcata di soldi.

Sto seguendo altri progetti a Londra ed in India, ma col passar del tempo iniziamo a trovare soluzioni. Il punto 3 è risolto per primo: AA consentirà l’accesso alla Flagship. Il punto 2 richiede un po’ più di lavoro, ma Properties e l’inossidabile Maureen, l’airport manager di ORD, riescono a trovare gli spazi sufficienti a T3 con l’aiuto di AA (NB: l’infrastruttura aeroportuale è della Città di Chicago, dipartimento di Aviazione – CDA per gli amici – un ente malfamato come pochi, ma AA è il leaseholder per T3).

Il punto 1, però, rimane un casino. Partiamo con l’idea di usare quelle che Dancrane chiama “aragoste”, in base a logiche note solo a lui e al suo ottico di fiducia, ossia i trattori per il pushback. Arriviamo in fretta alla conclusione che non ci sono opzioni e, anche se ce ne fossero, il tragitto T5-T3 sarebbe troppo lento. La Torre non dà precedenza al traffico trainato, nessuno lo fa se non per andare in hangar, d’inverno sarebbe un casino, insomma un bordello. Per forza di cose dobbiamo fare taxi a motori accesi, con buona pace del costo per le emissioni aggiuntive. Rimane il problema di chi deve fare ‘sto benedetto taxi.

Ora di settembre troviamo la soluzione. Ci assicuriamo il beneplacito di tutti i mammasantissima di BA, della CAA, FAA, CDA, AA, i sindacati, la Sacra Rota, gli Illuminati e l’assessorato alla caccia del comune di Sala Biellese. Compilo un business case ben dettagliato, con ampi margini di contingency, e alla voce “benefici” abbiamo un ‘plus’ non da poco: partendo da Chicago, essere nello stesso terminal di AA ci consentirà di tagliare il tempo di connessione minimo di quasi la metà. A novembre vado dal Politburo di BA e ne esco con l’OK ad iniziare a spendere denaro.

A dicembre mando giù la project manager, che chiameremo OX49, per fare in modo che conosca chi deve conoscere e si faccia un'idea di come funzionano le operazioni in una outstation BA. Ora di febbraio, archiviata la mia pratica in India, si fa il momento di tornare a ORD anche per me.

Continua.
 

Betha23

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Scusate, ma veramente TUTTI i voli intercontinentali a ORD arrivano al T5 e poi vengono mossi a terra al terminal di destinazione prima di ripartire ???
 
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speedbird001

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perdonami ma sono un po' tonto, ho capito bene ?
il tuo 777 attracca al 5 , sbarca i pax e poi per imbarcare quelli per la partenza , deve spostarsi al 3 ?
 
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Brendon

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Scusate, ma veramente TUTTI i voli intercontinentali a ORD arrivano al T5 e poi vengono mossi a terra al terminal di destinazione prima di ripartire ???
si è se parti dal 5 e sei in connessione a ORD è una rottura incredibile (come in arrivo).

comunque Chicago è in buona compagnia... Anche la capitale ha immigrazione solo nel main terminal e vieni portato con delle navette anni 70 dove perdi buoni dieci minuti ad aspettare che si riempiano (pro tip: fermatevi il più vicino all’entrata possibile così sbarcare per primi)
 

13900

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Scusate, ma veramente TUTTI i voli intercontinentali a ORD arrivano al T5 e poi vengono mossi a terra al terminal di destinazione prima di ripartire ???
perdonami ma sono un po' tonto, ho capito bene ?
il tuo 777 attracca al 5 , sbarca i pax e poi per imbarcare quelli per la partenza , deve spostarsi al 3 ?
Avete capito bene. Non tutte le compagnie lo fanno, ma AA/UA/LH/JL/IB e ora anche BA si. Penso ce ne siano altre, ma di queste sono sicuro.

Sempre molto interessante leggere questi retroscena!
Grazie


si è se parti dal 5 e sei in connessione a ORD è una rottura incredibile (come in arrivo).

comunque Chicago è in buona compagnia... Anche la capitale ha immigrazione solo nel main terminal e vieni portato con delle navette anni 70 dove perdi buoni dieci minuti ad aspettare che si riempiano (pro tip: fermatevi il più vicino all’entrata possibile così sbarcare per primi)
Onestamente, la situazione in America è abbastanza paradossale quasi ovunque.
 

Betha23

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si è se parti dal 5 e sei in connessione a ORD è una rottura incredibile (come in arrivo).

comunque Chicago è in buona compagnia... Anche la capitale ha immigrazione solo nel main terminal e vieni portato con delle navette anni 70 dove perdi buoni dieci minuti ad aspettare che si riempiano (pro tip: fermatevi il più vicino all’entrata possibile così sbarcare per primi)
Ma quelli sono satelliti (a IAD ci sono atterrati pre covid ) non veri e propri terminal .
 

londonfog

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Londra
Scusate, ma veramente TUTTI i voli intercontinentali a ORD arrivano al T5 e poi vengono mossi a terra al terminal di destinazione prima di ripartire ???
Se per quello, once upon a time, succedeva anche a JFK. Tutti arrivavano all'International Arrival Building ma partivano dai terminal usati dalle rispettive compagnie.
 

13900

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anche ad Haneda e Miami è così se ricordo bene
Non so MIA, ma a HND c'e' dogana/immigration sia al T3 che, se non erro, al terminal di ANA. Nessuna delle compagnie che arriva a T3, per dire, deve far fare taxiing all'aereo per ripartire. Se un passeggero fa, poniamo, un LHR-HND-ISJ con JAL, allora cambia terminal per il volo nazionale ma l'aereo per il LHR-HND parte e arriva al T3.

Grazie a tutti per i commenti, continua oggi.
 

magick

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Ma se è solo un problema di soldi, non costerebbe meno alle compagnie fare una "colletta" e aprire dogana o quel che è anche negli altri terminal?
Battute a parte, i dietro le quinte sono sempre affascinanti e ho anche recuperato il TR dallo sfasciacarrozze che mi ero perso. Bellissimo, grazie mille!
Vabbè dai, solo per dovere di cronaca verso i vari Millennials e Gen Z qui presenti...

Questa canzone è la prima cosa che mi è venuta in mente quando ho letto il titolo, la Gen Z non sa cosa si è persa...
Ma al tuo precedente messaggio ho pensato che ti riferissi al fatto che 13900 è un diesel perché è lento a continuare... sono rincoglionito
 
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