[TR] Un veloce salto in Sri Lanka con Qatar. O forse LATAM. No era Qatar...


I-DAVE

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6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
Abbastanza inaspettatamente, ad inizio agosto salta fuori un meeting in Sri Lanka per un nuovo prodotto su cui stiamo lavorando; dato che la maggior parte dei paesi coinvolti è, al momento, in Asia orientale e sub-continente indiano, Colombo è un punto comodo per la maggior parte dei partecipanti, oltre che a costare piuttosto poco in termini organizzativi.


Riesco ad attaccare due weekend al meeting, così ci sarà anche un po’ di OT – non molto, questo TR finirà in fretta :D

Il volo supera le otto ore, pertanto potrei volare in economy plus; piccolo problema: nessuno vola in Y+ verso Colombo, a parte Ukrainian International che scarto perché la loro Y+ è una Y normale su qualsiasi altro vettore.

Non rimane che volare Qatar, che ha orari migliori, e su cui posso accumulare Avios.


Con un volo alle 9, arrivo in aeroporto poco prima delle 7 per constatare che la coda al check-in fa già il giro intorno all’isola 3 e va a finire sul corridoio.

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Appena consegno passaporto e metto la valigia sul rullo, la signorina mi guarda e mi dice: “lo sa che poteva andare direttamente ai banchi business, vero?”. La guardo un po’ interdetta e mi rassicuro che non intendesse che avessi per sbaglio fatto richiesta di upgrade a pagamento durante il check-in online – la app di Qatar Airways me l’avrà chiesto due dozzine di volte. Più prosaicamente, avendo raggiunto il livello schifo-plus con British Airways, mi sono fatto scappare l’unico vantaggio utile nell’unico momento in cui mi sarebbe servito :D

Il menu della giornata, servito dopo i controlli di sicurezza, che passo piuttosto velocemente – la coda è tanta, ma tutte le postazioni sono aperte.

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L’imbarco apre puntuale, ma è lunghissimo, anche se le priorità vengono fatte rispettare meticolosamente con una gestione ordinata delle varie file.


Volo: QR 124
Tratta: MXP-DOH
Aereo: Boeing 777-3DZ(ER)
MSN: 41062 LN: 997
Età: 6.5 anni
Reg: A7-BAS
Posto: 14K
Sched/Actual: 0905-1610 // 0922-1544
Durata volo: 5h 22’
Gate: B58

Da qualunque angolo lo si osservi, il GE90 continua a rimanere una bestia di motore.

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Vengo accolto dal solito crew multietnico delle mediorientali. Il volo è pieno, e la stretta configurazione 3-4-3 non lo rende particolarmente confortevole. A fianco a noi, un 359 di Singapore.

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Durante l’imbarco vengono offerte salviettine confezionate. Sblocchiamo e iniziamo a muoverci con i nostri mezzi verso la testata della 35R. Se con gli Emirati Arabi non scorre buon sangue al momento,

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qui sono volati proprio gli sputi.

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Non che qui ci sia molta più simpatia, tanto che il 330 DL ci mostra le terga. Insomma, tutti contro AAB.

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Vedere un Sat A quasi pieno mi fa quasi piangere dalla gioia. Dall’altro lato c’erano un 737 SAS, un 319 Eurowings e un 320 Vueling, più un 321 Austrian che ha staccato poco prima di noi.

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Vecchio o nuovo nome, finalmente facce amiche:

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Pur col segno meno, Malpensa rimane il principale scalo cargo nazionale. Questo 74F di Asiana ha il timone un po’ rattoppato

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C’è chi arriva, c’è chi parte

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Noi, nel dubbio, partiamo.

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Passo un po’ di tempo a spulciare la rivista di bordo; l’Italia, bene o male, c’è sempre. Ovviamente, c’è anche un articolo su Air Italy.

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Per un fortuito caso del destino, indosso i miei gloriosi pantaloncini gialli che tanto piacciono a nicolap. Gliene comprerò un paio... se trovo la taglia XXXXXXXXXXL.

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Dato che voliamo verso l’ora di pranzo, ci viene servita la colazione. Mai capita la regola per cui alcune compagnie servono la lattina intera, mentre altre riempiono il bicchiere e si tengono la lattina sul trolley. Qatar, per fortuna, appartiene alla prima tipologia di compagnia. Cibo senza infamia e senza lode, classica colazione all’inglese; ma punti per il succo di mango.

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Il volo è completamente diurno, ma molte persone tengono lo scurino abbassato. A proposito di persone, noto una preponderante componente di pax del subcontinente (sia indiani che dello Sri Lanka – molte facce le rivedrò sul volo successivo), e di pakistani.

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Da qualche parte tra il confine turco e l’Iraq. Trovo questo scenario in qualche modo rilassante, sarà la presenza di nuvole a batuffolo che ingentilisce l’aspro panorama

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Prima volta che vedo il profumo Qatar Airways. Ho percepito note di acqua fresca ed essenze di aria pura: sarà stato il mio naso, ma non ho sentito alcun profumo. I bagni erano puliti.

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Il volo è una noia mortale, ma non è troppo lungo. Un’ora prima dell’atterraggio ci consegnano lo snack – come da tradizione Qatar, siamo oltre il punto di fusione del bronzo: dovrei fare più attenzione all’avviso “caution–hot”.

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Qui siamo dalle parti di Basra, un paesaggio che ricorda la superficie lunare.

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Ormai in finale, passiamo a fianco a CBD di Doha.

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I-DAVE

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6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
Atterriamo e andiamo diretti ad un airbridge, in un aeroporto mezzo deserto – evidentemente siamo fuori da una delle ondate principali. Questo ha due indubbi vantaggi: 1) niente giro turistico su cobus condizionato a temperatura da cella frigorifera 2) non c’è molta gente al controllo di sicurezza ai transiti, dove me la sbrigo in meno di 30 secondi. Anche intorno all’orsacchiotto non c’è tanta gente – purtroppo so benissimo di essere tra i pochissimi estimatori di questa scultura!

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Esteticamente, Doha rimane uno dei miei aeroporti preferiti.

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La tratta successiva sarà operata con 350-900 di LATAM, cosa nota già dalla fase di prenotazione (e volo scelto anche per quello :D). Purtroppo l’Hamad International non è esattamente spotter-friendly, quindi l’unico scatto che riesco a rubare dell’avione è questo:

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Curiosamente, è stato reimmatricolato con marche qatariote (precedentemente era PR-XTF).


Volo: QR 662
Tratta: DOH-CMB
Aereo: Airbus 350-941
MSN: 64
Età: 1.9 anni
Reg: A7-AMB
Posto: 18A 3D
Sched/Actual: 1900-0245+1 // 1918-0234+1
Durata volo: 4h 46'
Gate: C1

Il gate è mezzo vuoto, e apre una buona decina di minuti in anticipo rispetto a quanto pianificato, tanto che non ci sono persone in coda quando mi avvicino per chiedere se effettivamente avessero aperto l’imbarco. Yes Sir, boarding card and passport please. BIP. Luce rossa. Eccheppalle, sono già pronto a battagliare per riguadagnare un finestrino quando la signorina mi guarda sorridente e annuncia che volerò in bizniz stasera.

Mi viene emessa la nuova carta d’imbarco con la nuova assegnazione del posto, purtroppo fila centrale, ma credo che potrò sopportarlo.

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Su Expertflyer, qualche giorno prima della partenza la cabina di J risultava in effetti vuota, mentre dava full quella di economy. Insieme a me sono stati upgradati una nutrita serie di turisti occidentali, tra cui un gruppo di sei ragazze spagnole che fanno un casino che metà basta.

Durante l’Imbarco, profusione di saluti e salamelecchi da parte delle assistenti di volo. La cabina è in configurazione 2+2+2, non certo l’ultimo grido in fatto di hard product. L’illuminazione porpora fa sembrare la cabina più simile ad un bordello che ad un aereo e l’intensità è piuttosto fastidiosa, devo dire.

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Al posto sono già presenti la coperta e lo striminzito amenity kit (non che fosse necessario altro: il volo è serale e in bagno si trovavano spazzolini e dentrifricio oltre alle creme idratanti).

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Le cuffie sono noise reduction e veniva fornito un adattatore per poterle usare; il mio non funzionava e l’assistente di volo me lo ha prontamente cambiato.

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L’aereo è quasi nuovo (2 anni circa) eppure i comandi sono già ridotti in questo stato. No bene.

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Le assistenti di volo si danno una gran premura e vengono a presentarsi singolarmente con tutti i pax. L’atteggiamento è professionalmente pratico, senza mai scadere nell’inutilmente reverenziale o, peggio ancora, snob. In generale tra gli equipaggi migliori che mi sia mai capitato di avere.

Vengono distribuiti il menu, l’hot towel e i PDB. L’assistente di volo della mia area mi suggerisce lo champagne rosè, che accetto volentieri. Dal menu apprendo trattarsi di un Drappier Brut Rosé de Saignée, che agli esperti delle noccioline vorrà sicuramente dire qualcosa. In alternativa era disponibile un Pommery Brut Royal.

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Demo di sicurezza sugli schermi, cabina pronta al decollo e partiamo. È incredibile quanto sia silenzioso il 350, i motori si sentono appena. Questo è solo il mio secondo volo sul nuovo widebody di Airbus, ma è già diventato il mio preferito, incomparabilmente meglio del 787.

Una decina di minuti dopo il decollo, le assistenti di volo si animano e passano a prendere le ordinazioni per l’aperitivo e la cena. Iniziamo con un gin buck. Purtroppo fallisco ancora l’ingresso nel noccioline club! Non c’è traccia di noccioline infatti tra mandorle, pistacchi, anacardi e noci (calde) dell’aperitivo. Il mio vicino, come potete vedere, prende una crema whiskey prima di cenare. Viene portato un refill di noci.

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Messa in tavola con selezione di lieviti. Si inizia con la zuppa di piselli e crème fraîche – ottima.

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Mezze come antipasto. Tutto molto saporito, ma forse quantità troppo generose – ero già vicino ad essere pieno!

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Stinco di agnello come main. La carne era tenerissima. Il quadrato di polenta alle olive pensavo fosse un azzardo, ma funziona. Accompagno con il bordeaux in carta, un (inspiriamo) Château Cap de Mourlin, Grand Cru Classé Saint-Emilion 2007 (espiriamo). Non mi è piaciuto.

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Salto formaggi e dolce, sto rotolando. Faccio un salto in bagno; le toilette installate in J sono quelle standard.

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Tutte le amenities sono a marchio Rituals.

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Rimango con la poltrona in posizione lounge per la maggior parte del volo (escluso durante il pasto) e mi guardo la riedizione di Assassinio sull’Orient Express, prima di passare ad un po’ della mia musica.

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Volo tranquillissimo e senza particolari turbolenze. Le assistenti di volo passanno piuttosto frequentemente ad offrire refill di vino, liquori, acqua o qualsiasi altra cosa fosse richiesta. Un’ora prima dell’atterraggio vengono consegnate delle praline Godiva.

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Atterriamo nell’umida Colombo in lieve anticipo, e rulliamo fino ad un jetbridge. Sembra ci siano dei problemi con la parte mobile del finger e ci vorranno quasi venti minuti per sistemarlo correttamente. L’aeroporto di Colombo mi pare un po’ dimesso, ma il percorso tra la porta dell’aereo e i controlli documenti è fortunatamente non troppo lungo, ma è tra i più belli che abbia mai fatto, tra lavatrici, cuoci riso e frigoriferi (!!). L’immigrazione richiede una vita – l’agente è sorridente ma ci tiene a verificare sia la lettera di invito che la ricevuta di prenotazione degli hotel, e a me va pure bene; alcune persone prima di me sono state tenute anche quindici minuti a parlare...

Il ritiro bagagli invece è tragico; pur atterrando in orario, riesco ad uscire dall’aeroporto che sono le 4 del mattino. Mezzora dopo sono in hotel per una breve dormita – la mattina successiva mi sposterò verso l’interno per qualche giorno di ferie prima di tornare a Colombo per il meeting.

Da notare il dispetto infantile di coprire il logo Emirates sul bag tag – se proprio scoccia che un passeggero abbia la bag tag del tuo principale concorrente, basterebbe fare altrettanto e inviarle...

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Continuerà con un po' di OT dallo Sri Lanka, paese che, dico subito, mi è piaciuto davvero tanto.


DaV
 

AlicorporateUK

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Bellissimo so far ed in abbondanza di dettagli su prodotto e 'fauna' aeroportuale, poi mi sembra che non si vedano spesso TR con QR su queste pagine quindi grazie @I-DAVE!

G
 

FLR86

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Sapevo del code sharing LATAM Qatar, ma perchè usano un aereo LATAM per questa tratta?

Effettivamente che brutto vedere i comandi ridotto in quello stato in un aereo nuovo...a maggior ragione se parliamo di business!
 

Dancrane

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Le mezze di QR sono molto ma molto buone. Ed abbondanti.
E la J di LA a me è sempre piaciuta nonostante la configurazione.
Detto questo, per carità cristiana mi astengo dal commento sul tuo abbigliamento.
Ora puoi proseguire il TR, sperando di non vedere ancora le tue gambette pelose ed i tuoi bermuda.
 

13900

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Due appunti: ma tu per una riunione sei stato via una settimana? Avete eletto il papa?

Vergogna, ancora QR. Schiavista.

Bello bello il resto!
 

AZ209

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Londra.
I-DAVE ha detto:
L’illuminazione porpora fa sembrare la cabina più simile ad un bordello che ad un aereo e l’intensità è piuttosto fastidiosa, devo dire.
Ho avuto la stessa fastidiosa sensazione anche io.
C'e' a chi piace...

Vai col resto dai, sono sempre molto curioso dello Sri Lanka.
 

enrico

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30 Gennaio 2008
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Rapallo, Liguria.
TR ottimo, la J non sembra granchè come hard product (comunque per uno che gira con quei pantaloncini e quei fantasmini fin troppo e di tanto), ottimo invece pare il catering.
Aspettiamo l'OT, con la preghiera di non indugiare ulteriormente sulle braghette grazie.
 

I-DAVE

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6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
Non essendo una vera e propria vacanza, quanto più due weekend messi insieme in qualche modo tra un volo e l’altro, mi limito a fare un salto a Kandy il primo weekend; mi sarebbe piaciuto moltissimo fare il giro completo in treno fino a Ella, ma gli orari non lo avrebbero consentito. C’è comunque da vedere a sufficienza anche nella sola Kandy per un paio di giorni.

La mattina vado a Colombo Fort, la stazione principale della capitale; i treni a prenotazione sono tutti prenotati (avevo provato anche prima della partenza con una delle agenzie raccomandate), per cui non ho altra scelta che prendere uno dei treni senza prenotazione. Per arrivarci, prendo un tuc-tuc – l’hotel non è lontano, ma siamo già intorno ai 32 gradi alle 11 del mattino e l’umidità è a livello proibitivi.

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Acquisto il mio biglietto per una somma simbolica (mi pare fossimo sotto l’euro, o comunque una cosa del genere) e mi accomodo su una panchina – c’è ancora un’oretta alla partenza.

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Un signore si avvicina, si siede a fianco e inizia a chiacchierare – come mai sono in Sri Lanka, se mi piace il paese, dove vado. Mi suggerisce di andare dall’altra parte della banchina per avere una chance di riuscire a sedermi sul treno. Suggerimento che si rivelerà provvidenziale. Prendo un sacchettino di chips di cassava – urgh sono piccanti!

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Simile a quello che prenderò. Solo più vuoto...

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Appena arriva il mio treno, c’è l’assalto alla diligenza. Capita immediatamente l’antifona, mi fiondo anche io sopra senza aspettare la completa sosta del treno e riesco ad accaparrarmi un posto lato corridoio – finestrino sarebbe stato meglio, ma visto quello che ho visto, dire che non posso lamentarmi. Molti passeggeri si faranno tutto il viaggio in piedi, pressati come sardine. In compenso, chi è fortunato e ha un sedile è incaricato di tenere sulle ginocchia, in mezzo alle gambe, o in braccio, borse, sacchetti e valigie degli astanti :D

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Qualcuno si farà il viaggio “fuori”. Letteralmente. Le loro borse sono con noi dentro.

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Ma è un’atmosfera quasi conviviale, piacevole anche, al netto della sensazione di essere in un bagno turco di sudore.

Il paesaggio scorre via, lentamente, così come le stazioni. Non credo abbiamo mai toccato i 50 km/h.

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Ad un certo punto, il treno si (quasi) svuota, e rimaniamo quasi tutti con un posto a sedere, mentre i venditori ambulanti salgono e offrono le loro mercanzie – dolci, pannocchie bollite, chips. Se c’è una cosa che mi è rimasta impressa dello Sri Lanka è la voglia di colore. Ovunque, anche quando è sbiadito o rovinato. E la gentilezza delle persone, la voglia di fare due chiacchiere. Paese spettacolare.

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Poco dopo, inizia l’altopiano centrale, zona di coltivazione del tè.

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Arrivo a Kandy che è passata l’ora del tè; il tempo trovare l’orientamento per il mio albergo e di lasciare la valigia e c’è ancora il tempo per una passeggiata al crepuscolo.

La torre dell’orologio è uno dei simboli cittadini, a poca distanza dalla stazione ferroviaria e nel mezzo di un trafficatissimo incrocio vicino al lago. Torre + tuc-tuc = cartolina.

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Tuc-tuc, dicevamo. E traffico, che a quest’ora è passabile.

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Negozi, case, ordinatissimo casino.

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Acquisti prima di rincasare.

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Ceno, quindi rincaso anche io.

Dopo colazione, la mattina successiva, faccio una veloce passeggiata lungo il lago, dove ci sono alcuni edifici di una certa eleganza. Nonostante il traffico e il numero di pellegrini/turisti, Kandy rimane un luogo pacifico e rilassante.

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I-DAVE

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6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
La mattina dopo è dedicata al tempio del Dente, dove per entrare occorre indossare pantaloni lunghi o, in alternativa, uno sarama (la versione locale del sarong). Poiché è impossibile indossare dei pantaloni con questo clima, almeno per me, vado di sarama; il proprietario del negozietto in strada che me lo vende, mi abbarda di tutto punto con nodi e contronodi. Attendo il commento dei soliti maligni sul fatto che coprire i pantaloncini gialli sia segno di civiltà del popolo dello Sri Lanka.

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Il tempio è affollato, nonostante si paghi un biglietto d’ingresso – mi dicevano all’hotel che c’era qualche festività. Per tutta l’area del tempio si cammina scalzi.

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Della bandiera buddhista esistono varianti; questa è la “standard” adottata nel 1885.

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Purtroppo in molte parti è vietato fotografare, quindi più o meno tutto quello che ho è qui. Fuori dal tempio è possibile trovare file di venditori di fiori, che vengono posati come offerte all’interno del tempio.

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Di fianco c’è anche una chiesa e una serie di negozi, nascosti dai tuc-tuc parcheggiati lì di fronte.

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Dall’altra parte del lago

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Il mercato è spettacolare. Peccato per l’odore del durian.

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Monaci. Non inusuale incontrarne qui. In città ci sono anche un paio di chiese (tra cattoliche e protestanti) e almeno una moschea.

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Le persone sono spettacolari. Una sera ho attraversato (un po’ alla pene di segugio, va detto) dove in teoria non si poteva; non mi ero accorto del poliziotto dalla parte opposta del marciapiede, era un po’ buio. Mi ferma, molto cordialmente, mi chiede il passaporto e mi immagino già in commissariato per tutta la serata. Probabilmente era pure partito con l’idea del cazziatone, ma alla fine mi ha mollato un sorriso a 65 denti e siamo stati un’ora a parlare del Milan (in Sri Lanka, Milano in generale è una specie di istituzione, e quasi tutti quelli che mi hanno fermato a chiacchierare hanno un parente o un amico a Milano o hinterland, Torino inclusa), dello studio del giapponese, dell’organizzazione per cui lavoro, delle virtù benefiche del tè e di perché aamilan sia così permaloso. All’ultima domanda, imbarazzatissimo, non ha saputo darmi risposta in effetti.

Il giorno successivo già si ritorna a Colombo; tra le cose da fare in zona, la più semplice e veloce da raggiungere è il giardino botanico, a circa 20 minuti di bus (e con la fermata quasi di fronte all’hotel).

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Il tempo è una chiavica, ma il posto è spettacolare. Dovrebbe essere il più grande giardino botanico del paese, ed è stato formalmente fondato dagli inglesi alla metà del XIX secolo, su un terreno precedentemente occupato dal palazzo del Regno di Kandy.

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Non possono mancare le orchidee.

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Miami beach

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Le scimmie girano indisturbate.

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Quelli sono tutti pipistrelli. Hanno un’apertura alare ragguardevole.

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Quest’albero mi piaceva particolarmente.

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Purtroppo inizia a piovere, anche se ormai il giro è alla fine.

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Torno in hotel, recupero i miei averi e vado verso la stazione dei bus, dato che purtroppo tutti i treni erano pieni e quelli senza prenotazione non viaggiavano il pomeriggio. Il viaggio in bus è stato abbastanza allucinante, dato che esauriti i posti 2+2, si tira giù lo strapuntino sul corridoio e si viaggia in fila da 5. Da Kandy a Colombo quasi cinque ore, grazie soprattutto al traffico.

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Arrivato nuovamente a Colombo Fort (che è pure stazione dei bus), prendo un tuc-tuc che slalomeggia tra le auto manco guidasse un go-kart. In venti minuti, in un bagno di sudore e polvere, sono in hotel. La camera, almeno, è bella :)

Seconda parte dell’OT e il ritorno nel weekend.

DaV
 

I-DAVE

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a Taiwan, nel cuore e nella mente
Bellissimo so far ed in abbondanza di dettagli su prodotto e 'fauna' aeroportuale, poi mi sembra che non si vedano spesso TR con QR su queste pagine quindi grazie @I-DAVE!

G
Grazie G! Qatar non è la mia compagnia preferita, soprattutto per lavoro, perché non hanno la Y+ e perché sono eticamente terrificanti, ma la scelgo a parità di prezzo per le miglia che posso accumulare con BA.

Sapevo del code sharing LATAM Qatar, ma perchè usano un aereo LATAM per questa tratta?

Effettivamente che brutto vedere i comandi ridotto in quello stato in un aereo nuovo...a maggior ragione se parliamo di business!
Non ho capito neppure io perché LATAM abbia dato i 359 a Qatar, immagino la crisi in Brasile di qualche anno fa abbia reso un po' troppo grossi i velivoli e probabilmente i leasing rates erano abbastanza favorevoli da continuare con i 767... LATAM è al 10% circa posseduta da QR, altra spiegazione.

Bermuda gialli, luce porpora.. molto psichedelico!
Si fa quel che si può :D

Le mezze di QR sono molto ma molto buone. Ed abbondanti.
Non erano mezze, erano complete.

Ok, ok, vado...

E la J di LA a me è sempre piaciuta nonostante la configurazione.
Privacy zero, e se sei al finestrino, devi scavalcare il vicino... preferisco comunque questa configurazione alle varie lische di pes

Detto questo, per carità cristiana mi astengo dal commento sul tuo abbigliamento.
Ora puoi proseguire il TR, sperando di non vedere ancora le tue gambette pelose ed i tuoi bermuda.
Invidietta, eh?

Due appunti: ma tu per una riunione sei stato via una settimana? Avete eletto il papa?
Tecnicamente era un training (martedì-giovedì), ma io non ero né trainee né trainer stavolta, quindi in pratica sono andato lì a fare una mazz... ehm, PR per una settimana :D

Vergogna, ancora QR. Schiavista.
Ahimé hai ragione, e me ne vergogno :(

Bello bello il resto!
Thanks!

tutto QR? anche ritorno?
Purtroppo sì, e nessun altro effetto speciale. Avrei provato volentieri Cinnamon Air sulla Colombo-Galle, ma i prezzi erano davvero proibitivi (~250€ oneway). Anche se l'idea dell'idrovolante era parecchio figa!

Ho avuto la stessa fastidiosa sensazione anche io.
C'e' a chi piace...
C'è anche chi scrive parole meravigliose come limgobraggio. Io non mi stupisco più di nulla ormai :D

Vai col resto dai, sono sempre molto curioso dello Sri Lanka.[/COLOR]
Servito! Paese davvero bello.

TR ottimo, la J non sembra granchè come hard product
Nulla di fenomenale sicuramente. Comunque il sedile era comodo!

(comunque per uno che gira con quei pantaloncini e quei fantasmini fin troppo e di tanto),
Ti meriti davvero dancrane.

ottimo invece pare il catering.
Assolutamente sì!

Aspettiamo l'OT, con la preghiera di non indugiare ulteriormente sulle braghette grazie.
Servito! Per le braghette, come potete vedere, le ho coperte :D

DaV
 

edag75

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Non conosco lo Sri Lanka, ma le persone che so esserci state me ne hanno parlato bene. Dalle tue belle foto si capisce essere molto interessante...

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13900

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Concordo pienissimamente su tutto ciò che hai detto dello Sri Lanka e della sua gente. Adorabili, tutti, anche quando cercano (maldestramente) di fregarti. Per caso il vecchietto alla stazione parlava italiano e aveva un debole per Catanzaro?
 

I-DAVE

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Non ho foto di Colombo, dato che ho visto unicamente l’hotel, e qualche ristorante. Giovedì sera si sbaracca; la mia destinazione non è l’aeroporto, ma la città di Galle, nel sud del paese. Avevo intenzione di andare in treno, ma c’è uno sciopero last minute del personale ferroviario che ha bloccato il paese per cinque giorni. Non ho intenzione di fare altre quattro ore sul bus, anche perché lo spazio per i bagagli è virtualmente inesistente, prenoto quindi con una specie di Uber locale un’ora e mezza prima di partire – efficiente e costo assolutamente ragionevole (circa una trentina di €) considerando anche i 125km di distanza.

Arrivo a Galle a notte inoltrata, grazie anche alle quasi due ore di traffico per uscire da Colombo. La mattina successiva mi alzo e faccio colazione al B&B così:

093 by davideS, on Flickr

Qualche monaco entra nel tempio di fronte alla B&B, gli aquiloni volano in cielo, si sente il rumore della risacca in lontananza. C’è una piacevole brezza fresca che arriva dall’Oceano Indiano, e il clima non è così insopportabilmente umido come a Colombo. Se non è una specie di paradiso questo...

094 by davideS, on Flickr

Le mura del forte di Galle, che racchiude tutta la città vecchia, sono della fine del 1500, quando i Portoghesi fortificarono la città. Le mura resistettero, più o meno, allo tsunami del 2004 e sono state completamente ristrutturate da allora.

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Perdersi (parolone...) per i vicoli della città vecchia è bellissimo.

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099 by davideS, on Flickr

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Tanto poi si arriva sempre alle mura.

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La popolazione islamica nel sud del paese è esigua, ma a Galle c’è la moschea di Meera

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103 by davideS, on Flickr

Il tramonto scende in fretta.

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I-DAVE

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Per l’ultimo giorno, seguendo il savio consiglio di 13900, vado a visitare Herman Teas, una quindicina di km a est di Galle, con un tuc-tuc organizzato dal B&B.

La strada per arrivarci è bella, soprattutto una volta abbandonata la strada costiera che è piuttosto trafficata. Il percorso in mezzo alle piantagioni (tè, caffè e cannella: il mio autista mi spiega che queste tre colture vanno insieme in rotazione per mantenere il terreno fertile) è assai aromatico, merito soprattutto della cannella. Ne stacca una foglia e mi dice di staccarne e masticarne la punta – è vagamente piccante, assai rinfrescante, con un forte aroma di... cannella. La cannella che usiamo in cucina è ricavata per lo più dalla corteccia.

La piantagione offre visite guidate gratuite dal personale, squisitissimo, che spiega in dettaglio come funziona il ciclo del tè, la sua raccolta e la lavorazione.

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Il tè, chiaramente, fiorisce :D

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Il tè è comunemente noto nella sua forma di arbusto – in realtà può diventare un vero e proprio alberello, mantenuto basso per rendere più facile la raccolta delle foglie, che hanno una crescita molto rapida. Una pianta mediamente viene sfruttata per circa 25 anni prima di venire sostituita. In questa piantagione, la raccolta è interamente manuale.

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La piantagione, almeno la parte dove scorrazziamo noi, contiene anche altre essenze. Non avevo mai visto dal vivo l’albero della gomma, né tantomeno tenuto in mano il risultato dell’incisione della corteccia: in pratica è un elastico già pronto per l’uso.

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Intanto mi metto a chiacchierare con alcuni degli altri partecipanti; scopro di avere dei contatti in comune con una coppia inglese – il marito lavorava per la mia stessa organizzazione, seppure in settori e sedi completamente diverse. Le chance era uno su quante decine di migliaia, più? Carramba. Anzi, serendip, visto che siamo in Sri Lanka.

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A metà tour viene offerta una tazza di tè (un Blue Pekoe) e una ricca fetta di torta al cioccolato, sotto un bel patio.

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Questo posto è meraviglioso, rimarrei qui ore.

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Dopo la pausa, passiamo all’area della produzione. Prima il te viene fatto essiccare su essiccatoi ad aria fredda.

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Viene poi passato ad un rollatore meccanico che porta in superficie gli olii delle foglie; questo processo inizia anche l’ossidazione del tè. Tutti i macchinari sono di produzione inglese dell’inizio del ‘900 e tutti perfettamente funzionanti.

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Il tè poi prosegue con le varie tipologie di fermentazione ed essiccazione, differente per tè verde, nero e oolong.

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Il tè viene quindi passato sotto aria condizionata per fermarne la fermentazione al punto desiderato. Viene infine passato al setaccio per dividerne le pezzature e preparare la confezionatura.

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Uscendo, scopriamo che ha diluviato per dieci minuti.

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Poco più in là, ci aspetta il Tea Museum e lo shop – è tutto gratuito e non trovo affatto scandaloso che vogliano vendere i loro prodotti (di altissima qualità). Ma c’è la ciliegina sulla torta: è possibile provare tutti i tè che producono prima di comprarli.

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Faccio scorta di tè per i successivi tre anni probabilmente. Torno al mio tuc-tuc con rotta verso Galle. Ci fermiamo un po’ di volte, a richiesta mia e su suggerimento dell’autista. Veniamo bloccati quasi subito da una mandria di bufali d’acqua. Bestia straordinaria.

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Il paesaggio è bucolico e il ronzio del tuc-tuc ben si adatta ad un’idea di ritmi lenti e regolari.

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Una volta attraversata la ferrovia, ci ritroviamo di nuovo sulla strada costiera, con il suo traffico. Niente treni, a causa dello sciopero.

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Su questa spiaggia erano in agguato i pescatori sul trespolo – per una foto in posa volevano la tangente. Io volevo solo si togliessero dai piedi, mi interessava solo la foto dell’insenatura!

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All’andata, avevo notato un aereo a elica parcheggiato dalla parte opposta di un piccolo aeroporto – la Koggala Air Force Base. Sull’inconsistenza delle forze aeree dello Sri Lanka, non mi esprimo: Wikipedia lo può fare meglio di me.

L’Hawker-Siddeley HS748 staziona all’interno di un piccolo parco con annesso bar/ristorante; si può accedere all’interno comprando un ticket alla cassa del ristorante.

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Non ho idea se gli interni siano originali. La struttura è gestita da militari ed è cortesia guardare il pallosissimo video che viene proiettato a nastro – video che peraltro è una monografia sul B-1 Lancer, aereo che notoriamente le forze aeree locali operano...

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Altro che mood lighting

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Gli ultimi metri di meno di mille che costituiscono la pista della Kogalla Air Base, nonché aeroporto.

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Un ultimo sguardo dalla scaletta

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L’autista del tuc-tuc mi informa orgogliosamente che questo è il punto in cui i quattro mezzi di trasporto si incontrano: aereo, strada, ferrovia e mare (dal lato opposto).

Sono di nuovo a Galle per l’ora di pranzo, e un giro pomeridiano.

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L’unica vera attrattiva fuori dal forte è la cattedrale, che è su una piccola collina. Nulla di imperdibile comunque, e la parte iniziale della passeggiata attraversa un parcheggio di autobus.

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Si passa anche nelle vicinanze di un tempio hindu.

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I-DAVE

Moderatore
6 Novembre 2005
10,832
945
a Taiwan, nel cuore e nella mente
Passo il resto del pomeriggio oziosamente, bevendo e mangiando, passeggiando e facendo crowd spotting, in attesa di tornare direttamente all’aeroporto di Colombo per il volo di rientro.

Arrivo al Bandaranaike International alle 22 circa, grazie anche allo scarso traffico sull’autostrada. C’è un iniziale security check, e si rimane nell’area di attesa prima di poter accedere al check-in finché quest’ultimo non apre. Ne approfitto per fare un salto al piccolo supermarket e comprare un ultimo giro di specialità locali e finire di riempire lo zaino finché non esplode.

Una volta aperto il check-in, si passa un secondo controllo di sicurezza, con controllo radiogeno del bagaglio; deposito il bagaglio, stavolta al banco di J, memore del mio unico benefit come OneWorld SchifoPlus, ricevo entrambe le carte d’imbarco e vado cercare come spendere le ultime banconote. Qatar ha due voli a distanza di un’ora, uno operato con 77W (il mio) e l’altro con il 359. Avrei volentieri preso il secondo ma una partenza alle 4 del mattino sarebbe stata ancora peggio, e il transito a DOH sarebbe stato solo di 55 minuti – fattibile ma un po’ stretto per i miei gusti, considerando che il giorno dopo dovevo essere necessariamente in ufficio. Controllo documenti rapido e veloce.

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In giro per il terminal ci sono molti militari e polizia, evito quindi di tirare fuori la reflex. È ovviamente pure buio, quindi l’unica foto che ho del piazzale è questa schifezza fatta col telefono

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Ero molto tentato dal comprare un cuoci riso, un tostapane e un frigorifero da camera, ma avrei ecceduto la franchigia del bagaglio. Mi accontento di qualche altra lattina di tè. La quantità di negoyietti che vendono paccottiglia è allucinante! L’area dei gate è piuttosto anonima, in compenso.

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Nel frattempo l’app di QR mi informa sul gate. Una delle app migliori in circolazione per quanto mi riguarda.



Volo: QR 669
Tratta: CMB-DOH
Aereo: Boeing 777-3DZ(ER)
MSN: 36009 LN: 676
Età: 10.8 anni
Reg: A7-BAA
Posto: 14K
Sched/Actual: 0315-0550 // 0331-0528
Durata volo: 4h 27’
Gate: B14

L’imbarco avviene in maniera sorprendentemente diligente. Mi butto sul mio 14K, pronto a dormire. L’aereo è pieno a tappo. Partiamo, mi appisolo, mi risveglio al clangore di piatti e posate, ingurgito quella che credo sia una colazione, peperoni inclusi, e mi riaddormento. Non per molto: su un volo di quattro ore e mezza, credo di averne dormite in totale 1 e mezza, forse. Questi red-eye sono devastanti.

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Atterriamo che il sole è già sorto da un bel pezzo. Due finger su due! Mai successo a Doha.

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Si ripassa la sicurezza, una menata colossale, ma sono ancora una volta fortunato ad essere indirizzato su una fila che ha appena aperto, pertanto sono il primo. Gli addetti di DOH sono poi sempre molto gentili.

Il nostro volo è in c/s con Air Italy come IG9127. Diciamolo: fa piacere vedere una nuova compagnia italiana riportata (anche solo come c/s) su un tabellone straniero.

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Purtroppo si imbarca da remoto.

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Volo: QR 127
Tratta: DOH-MXP
Aereo: Boeing 777-3DZ(ER)
MSN: 38247 LN: 910
Età: 7.6 anni
Reg: A7-BAQ
Posto: 14A
Sched/Actual: 0735-1310 // 0802-1256
Durata volo: 5h 55’
Gate: D22

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Per mia gioia e fortuna, il volo è praticamente vuoto – o, meglio, è vuota la mia cabina di economy. Quella posteriore è un po’ più piena. Due posti a fianco liberi e la possibilità di dormicchiare un po’ è quasi come un upgrade :D

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Questo aereo è stato a Hong Kong il 10 agosto, a quanto pare...

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Me lo sto immaginando con la livrea Air Italy. Succederà mai?

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Decolliamo, Doha CBD.

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La colazione viene servita un’ora dopo il decollo.

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Non ho idea di cosa succeda nelle tre ore successivo, che passo a dormire. Tre ore dopo servono uno snack (fagottino con agnello e ratatouille).

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Linate, ormai siamo quasi arrivati.

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Arrivati, sotto la pioggia. Prima volta che vedo (gli allora solo) due A330 entrambi insieme al Sat.

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Immigrazione ragionevolmente veloce, rimango invece sorpreso (positivamente) dalla riconsegna bagagli, piuttosto veloce.

Al prossimo TR!

DaV