- 26 Aprile 2012
- 10,300
- 8,142
Premessa
Questo è un TR veloce, che conto di concludere in un paio di post. E' un viaggio di lavoro, e siccome i progetti che seguo io sono tutto tranne che glamour, non ci saranno foto di posti fighi, lounges di un certo livello o ristoranti alla moda. Inoltre le foto sono fatte tutte col mio fido telefono Nokia trentatré-schifo, per cui non chiedetemi di metterle a dimensione cubitale, a meno che non vi prema ammirare pixel grossi come non se ne vedevano dai tempi di Duke Nukem 3D.
Detto ciò, veniamo al dunque. S'ha da andare a JFK a sbrigare, come direbbe er Piotta, du' pratiche. Partenza il mercoledì dopo lavoro, ritorno venerdì sera. Accarezzo l'idea di fermarmi il weekend, ma poi il pensiero di scucire $150 a notte per un hotel, per una città che, non me ne vogliano gli aficionados, non mi dice granché mi fa dubitare. Poi quando mi ricordo che il BA002 non opera il sabato, ecco che la decisione è presa, tantopiù che MCA non è più tra noi e Mike D è andato a vivere a Malibu. New York, ci vedremo un'altra volta.
Ah, piccola nota: ci saranno tanti 747.
Andata. LHR-JFK, BA113
Mercoledì al lavoro passa in fretta tra riunioni e cose varie. Alle due e mezza, controllato di aver preso scarpe antinfortunistiche, hi-vis e protezione per le orecchie, sono pronto per andare al T5. Passo airside in un secondo, e dopo poco sono al T5B, dove il mio volo è pronto a partire da uno di quei gates con la jetway eterna, cosa che fa lamentare e non poco gran parte degli americani, per i quali fare 100 metri a piedi dev'essere evidentemente un'impresa. "You mean I have to WALK?" "Jeez, don't you have a moving walkway or som'ting?" sono i commenti più comuni.
Mi domando quale risposta in piemontese stretto avrebbe lanciato mio nonno Luigi, fattosi dal Don a Belgorod a piotte, avesse potuto sentire queste meraviglie, e il pensiero mi allieta finché non sono a bordo. Posto 63A, upper deck, dopo 10 anni dall'ultima volta (sul volo MXP-NRT di JAL, quando JAL aveva ancora i 744 e l'UD era tutto di economy. Ah, bei tempi).
Il mezzo oggi è un 74S, o Super-Hi-J per gli amici. In parole povere, uno dei 18 747 con gli interni rivisti, dotato del nuovo IFE Panasonic eX3 e in configurazione 14F 86J 30W 145M. BA ha, al momento, ancora una trentina di 747, il resto Mid-J, con World Traveller Plus tra First e Club e configurazione 14F 52J 36W 235M e interni che hanno visto tutte e 12 offensive dell'Isonzo. La buona notizia è che 9 di quegli affari riceveranno, tra agosto di quest'anno e dicembre del prossimo, il nuovo IFE.
La rotta LHR-JFK è stata la prima a ricevere il nuovo Club bedding, ossia cuscino, materassino e coperte della White Company, una compagnia apparentemente di livello, ma a me che son barbone ha dato inizialmente l'idea di essere quella che forniva i lenzuoli al Ku Klux Klan. Sia come sia, su un volo diurno tutto questo ambaradan per me è inutile, e va dove deve andare: nei complici e capaci bidoni laterali dell'upper deck.
Diamo una sguardata fuori. Di fianco a noi c'è G-STBC, su cui - se non ricordo male - sono andato a Tokyo, e che avrebbe bisogno di una ripittata. È uno degli ultimi con la precedente livrea, col bianco color panna, il blu più chiaro e niente crest. Purtroppo, mi sa che finché non finiscono i problemi coi 787 non ci sarà modo di mandare aerei in hangar a cambiarsi d'abito.
La rotta ha anche il nuovo catering, parte - assieme al materiale del letto - del progetto New Club World. Ora, siccome siamo tra amici ve lo posso dire in confidenza: il profumo che si sente è eau d'air frite, almeno per me. Sarà che mi occupo, come dicevo, di roba che è sporca di olio e non di champagne, sarà che per me il marketing è fuffa, ma faccio fatica a comprare tutta l'enfasi che, almeno internamente, c'è stata su questo progetto. L'idea è di intervenire rapidamente su due elementi dell'esperienza di Club che la clientela voleva veder cambiare (cibo e dormita), nell'attesa del nuovo prodotto sedile, e sinceramente non mi sembra una brutta idea, ma non è una rivoluzione copernicana. Anche perché... ma andiamo con ordine.
Arriva il giro di alcol pre-partenza, nei nuovi bicchieri. L'equipaggio è Worldwide, con cui ho esperienze sempre un po' altalenanti. Stavolta, però, i due nell'upper deck saranno veramente ottimi.
Nel frattempo, un'occhiata al menù. Il formato non mi piace, troppo alto e lungo. Grande rilevanza viene data alla partnership con Do&Co.
Se non fosse che... Do&Co c'è solo sulla LHR-JFK-LHR, e su un numero di rotte inbound che si contano sulle dita di una mano. Il resto, incluse tutte le rotte ex-LHR, è sempre e comunque GateGourmet, solo con piatti diversi e qualità migliore, sempre cucinato da quella banda di ex galeotti di GG. Eau d'Air Frite, qualcuno se n'è spruzzata addosso una barilata. Stacchiamo.
Un residuato bellico del mitico Surrounding Lufthansa made in Al Ain, giace stremato ad un gate del T2; a giudicare dalla posizione si direbbe un volo del Konzern... In aviazione ride bene chi ride ultimo, e dello "Spezzeremo le reni alla Grecia" di hoganiana a Colonia rideranno per parecchi anni.
Basta cattiverie, spicchiamo il volo e volemosebbene.
Sono sicuro che ai più la mancanza delle noccioline non sarà piaciuta, ma eccole qui. Non sono calde, ma sempre meglio dei trucioli Out of Africa che c'erano prima (anche se adesso pare che ci sia una marca persino peggiore).
Inizia il servizio; il nuovo Club, a giudicare da chi lo fa, è parecchio macchinoso, e grazie al Padreterno la scemenza del dine anytime è stata cassata prima di nascere. Comunque, mise en place. Ah, come mi piace dire mise en place. Ah.
L'antipasto è servito a carrello, in pratica si guarda e si sceglie. Da buon masochista decido per l'insalata di mozzarella, malgrado l'avocado.
Risultato? Piacevolmente buono. L'accoppiata foglie di menta-bufala ha un suo perché, e l'avocado è inutile come al solito ma comunque non fa danni. Unico problema, vedere la menta mi fa venire in mente i Farinej d'la brügna con "La me panda perde i toc". "Le lavala col siampo a la menta, si, ma 'l di dop l'era rüsenta". E poi dicono che non serve studiare.
Il mitico triplo pane, che ovviamente è stato levato dalle rotte non Do & Co. Masochismo, masochismo, masochismo.
Per il piatto principale decido di buttarmi, e ordino i cappellacci. In una parola, OTTIMI. Mai mangiata pasta così buona in aereo, anzi che dico, in Inghilterra. Mai. Niente jalapeños, niente sweet chilli, niente ca**te alla Jamie Oliver che in questo paese maledetto van per la maggiore. Semplici, pieni di sapore, ben fatti, con sughino che mi ricorda quello del plin alle noci.
Taglierino di formaggi più che dignitoso, soprattutto per la mancanza del cheddar. Dio strafulmini il cheddar, chi l'ha inventato e chi lo propina in qualsiasi ristorante che non sia quello di una prigione.
Infine, caffè. In tutto, un'oretta e mezza di servizio. Non male.
Il resto del volo passa in fretta. Scovo Blade Runner 2049, che rivedo felicemente per la terza volta, dopo due al cinema, mentre lavoro al laptop. Una delle AAVV mi rifornisce di caffè a ciclo continuo, e in men che non si dica siamo in discesa per JFK. Richiudo l'IFE e, tra i canali audio, trovo lui. Un ricordo dei miei vent'anni, che chicca.
Ed eccoci qui, dopo sei ore e quarantacinque minuti di volo.
Non so se si vede - devo veramente dotarmi di un telefono migliore - ma in fondo ecco la skyline di Manhattan. È tutto quello che vedrò della città.
Attracchiamo. Vedere quattro 747 da un 747 è un'immagine meravigliosa. Long may it last.
Ovviamente, qualcosa deve andare storto, e quel qualcosa è l'immigrazione. Ho il visto B1/B2 e ci metto 45 minuti. Le colleghe coll'ESTA ce ne mettono due, la loro fila ha un solo addetto. Uno.
Alla fine, dopo aver fatto amicizia con i soldati, con un clochard e un altro tizio non del tutto in quadro ma comunque simpatico, riesco a trovare il resto del gruppo, prendiamo l'Air Train, arriviamo a Federation, acchiappiamo il bus per l'hotel e riusciamo a farci un paio di birre nel bar assieme a un paio di equipaggi di Delta.
Continua!
Questo è un TR veloce, che conto di concludere in un paio di post. E' un viaggio di lavoro, e siccome i progetti che seguo io sono tutto tranne che glamour, non ci saranno foto di posti fighi, lounges di un certo livello o ristoranti alla moda. Inoltre le foto sono fatte tutte col mio fido telefono Nokia trentatré-schifo, per cui non chiedetemi di metterle a dimensione cubitale, a meno che non vi prema ammirare pixel grossi come non se ne vedevano dai tempi di Duke Nukem 3D.
Detto ciò, veniamo al dunque. S'ha da andare a JFK a sbrigare, come direbbe er Piotta, du' pratiche. Partenza il mercoledì dopo lavoro, ritorno venerdì sera. Accarezzo l'idea di fermarmi il weekend, ma poi il pensiero di scucire $150 a notte per un hotel, per una città che, non me ne vogliano gli aficionados, non mi dice granché mi fa dubitare. Poi quando mi ricordo che il BA002 non opera il sabato, ecco che la decisione è presa, tantopiù che MCA non è più tra noi e Mike D è andato a vivere a Malibu. New York, ci vedremo un'altra volta.
Ah, piccola nota: ci saranno tanti 747.
Andata. LHR-JFK, BA113
Mercoledì al lavoro passa in fretta tra riunioni e cose varie. Alle due e mezza, controllato di aver preso scarpe antinfortunistiche, hi-vis e protezione per le orecchie, sono pronto per andare al T5. Passo airside in un secondo, e dopo poco sono al T5B, dove il mio volo è pronto a partire da uno di quei gates con la jetway eterna, cosa che fa lamentare e non poco gran parte degli americani, per i quali fare 100 metri a piedi dev'essere evidentemente un'impresa. "You mean I have to WALK?" "Jeez, don't you have a moving walkway or som'ting?" sono i commenti più comuni.
Mi domando quale risposta in piemontese stretto avrebbe lanciato mio nonno Luigi, fattosi dal Don a Belgorod a piotte, avesse potuto sentire queste meraviglie, e il pensiero mi allieta finché non sono a bordo. Posto 63A, upper deck, dopo 10 anni dall'ultima volta (sul volo MXP-NRT di JAL, quando JAL aveva ancora i 744 e l'UD era tutto di economy. Ah, bei tempi).
Il mezzo oggi è un 74S, o Super-Hi-J per gli amici. In parole povere, uno dei 18 747 con gli interni rivisti, dotato del nuovo IFE Panasonic eX3 e in configurazione 14F 86J 30W 145M. BA ha, al momento, ancora una trentina di 747, il resto Mid-J, con World Traveller Plus tra First e Club e configurazione 14F 52J 36W 235M e interni che hanno visto tutte e 12 offensive dell'Isonzo. La buona notizia è che 9 di quegli affari riceveranno, tra agosto di quest'anno e dicembre del prossimo, il nuovo IFE.
La rotta LHR-JFK è stata la prima a ricevere il nuovo Club bedding, ossia cuscino, materassino e coperte della White Company, una compagnia apparentemente di livello, ma a me che son barbone ha dato inizialmente l'idea di essere quella che forniva i lenzuoli al Ku Klux Klan. Sia come sia, su un volo diurno tutto questo ambaradan per me è inutile, e va dove deve andare: nei complici e capaci bidoni laterali dell'upper deck.
Diamo una sguardata fuori. Di fianco a noi c'è G-STBC, su cui - se non ricordo male - sono andato a Tokyo, e che avrebbe bisogno di una ripittata. È uno degli ultimi con la precedente livrea, col bianco color panna, il blu più chiaro e niente crest. Purtroppo, mi sa che finché non finiscono i problemi coi 787 non ci sarà modo di mandare aerei in hangar a cambiarsi d'abito.
La rotta ha anche il nuovo catering, parte - assieme al materiale del letto - del progetto New Club World. Ora, siccome siamo tra amici ve lo posso dire in confidenza: il profumo che si sente è eau d'air frite, almeno per me. Sarà che mi occupo, come dicevo, di roba che è sporca di olio e non di champagne, sarà che per me il marketing è fuffa, ma faccio fatica a comprare tutta l'enfasi che, almeno internamente, c'è stata su questo progetto. L'idea è di intervenire rapidamente su due elementi dell'esperienza di Club che la clientela voleva veder cambiare (cibo e dormita), nell'attesa del nuovo prodotto sedile, e sinceramente non mi sembra una brutta idea, ma non è una rivoluzione copernicana. Anche perché... ma andiamo con ordine.
Arriva il giro di alcol pre-partenza, nei nuovi bicchieri. L'equipaggio è Worldwide, con cui ho esperienze sempre un po' altalenanti. Stavolta, però, i due nell'upper deck saranno veramente ottimi.
Nel frattempo, un'occhiata al menù. Il formato non mi piace, troppo alto e lungo. Grande rilevanza viene data alla partnership con Do&Co.
JFK12 by Ajeje Brazorv, on Flickr
JFK14 by Ajeje Brazorv, on Flickr
JFK15 by Ajeje Brazorv, on Flickr
JFK16 by Ajeje Brazorv, on Flickr
JFK17 by Ajeje Brazorv, on Flickr
JFK14 by Ajeje Brazorv, on Flickr
JFK15 by Ajeje Brazorv, on Flickr
JFK16 by Ajeje Brazorv, on Flickr
JFK17 by Ajeje Brazorv, on Flickr
Se non fosse che... Do&Co c'è solo sulla LHR-JFK-LHR, e su un numero di rotte inbound che si contano sulle dita di una mano. Il resto, incluse tutte le rotte ex-LHR, è sempre e comunque GateGourmet, solo con piatti diversi e qualità migliore, sempre cucinato da quella banda di ex galeotti di GG. Eau d'Air Frite, qualcuno se n'è spruzzata addosso una barilata. Stacchiamo.
Un residuato bellico del mitico Surrounding Lufthansa made in Al Ain, giace stremato ad un gate del T2; a giudicare dalla posizione si direbbe un volo del Konzern... In aviazione ride bene chi ride ultimo, e dello "Spezzeremo le reni alla Grecia" di hoganiana a Colonia rideranno per parecchi anni.
Basta cattiverie, spicchiamo il volo e volemosebbene.
JFK09 by Ajeje Brazorv, on Flickr
JFK10 by Ajeje Brazorv, on Flickr
JFK11 by Ajeje Brazorv, on Flickr
JFK10 by Ajeje Brazorv, on Flickr
JFK11 by Ajeje Brazorv, on Flickr
Sono sicuro che ai più la mancanza delle noccioline non sarà piaciuta, ma eccole qui. Non sono calde, ma sempre meglio dei trucioli Out of Africa che c'erano prima (anche se adesso pare che ci sia una marca persino peggiore).
Inizia il servizio; il nuovo Club, a giudicare da chi lo fa, è parecchio macchinoso, e grazie al Padreterno la scemenza del dine anytime è stata cassata prima di nascere. Comunque, mise en place. Ah, come mi piace dire mise en place. Ah.
L'antipasto è servito a carrello, in pratica si guarda e si sceglie. Da buon masochista decido per l'insalata di mozzarella, malgrado l'avocado.
Risultato? Piacevolmente buono. L'accoppiata foglie di menta-bufala ha un suo perché, e l'avocado è inutile come al solito ma comunque non fa danni. Unico problema, vedere la menta mi fa venire in mente i Farinej d'la brügna con "La me panda perde i toc". "Le lavala col siampo a la menta, si, ma 'l di dop l'era rüsenta". E poi dicono che non serve studiare.
Il mitico triplo pane, che ovviamente è stato levato dalle rotte non Do & Co. Masochismo, masochismo, masochismo.
Per il piatto principale decido di buttarmi, e ordino i cappellacci. In una parola, OTTIMI. Mai mangiata pasta così buona in aereo, anzi che dico, in Inghilterra. Mai. Niente jalapeños, niente sweet chilli, niente ca**te alla Jamie Oliver che in questo paese maledetto van per la maggiore. Semplici, pieni di sapore, ben fatti, con sughino che mi ricorda quello del plin alle noci.
Taglierino di formaggi più che dignitoso, soprattutto per la mancanza del cheddar. Dio strafulmini il cheddar, chi l'ha inventato e chi lo propina in qualsiasi ristorante che non sia quello di una prigione.
Infine, caffè. In tutto, un'oretta e mezza di servizio. Non male.
Il resto del volo passa in fretta. Scovo Blade Runner 2049, che rivedo felicemente per la terza volta, dopo due al cinema, mentre lavoro al laptop. Una delle AAVV mi rifornisce di caffè a ciclo continuo, e in men che non si dica siamo in discesa per JFK. Richiudo l'IFE e, tra i canali audio, trovo lui. Un ricordo dei miei vent'anni, che chicca.
JFK22 by Ajeje Brazorv, on Flickr
JFK23 by Ajeje Brazorv, on Flickr
JFK24 by Ajeje Brazorv, on Flickr
JFK23 by Ajeje Brazorv, on Flickr
JFK24 by Ajeje Brazorv, on Flickr
Ed eccoci qui, dopo sei ore e quarantacinque minuti di volo.
Non so se si vede - devo veramente dotarmi di un telefono migliore - ma in fondo ecco la skyline di Manhattan. È tutto quello che vedrò della città.
Attracchiamo. Vedere quattro 747 da un 747 è un'immagine meravigliosa. Long may it last.
Ovviamente, qualcosa deve andare storto, e quel qualcosa è l'immigrazione. Ho il visto B1/B2 e ci metto 45 minuti. Le colleghe coll'ESTA ce ne mettono due, la loro fila ha un solo addetto. Uno.
Alla fine, dopo aver fatto amicizia con i soldati, con un clochard e un altro tizio non del tutto in quadro ma comunque simpatico, riesco a trovare il resto del gruppo, prendiamo l'Air Train, arriviamo a Federation, acchiappiamo il bus per l'hotel e riusciamo a farci un paio di birre nel bar assieme a un paio di equipaggi di Delta.
Continua!
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