[TR] Viaggiare attraverso la pandemia, un anno fa (troppi voli, EK/BR/AE/B7/U2, mix Y e J)


I-DAVE

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6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
Premessa - è la cronaca di un anno fa!

* * *

Ci sono cose che arrivano e ci investono senza che ce ne accorgiamo, e senza poterle controllarle.

Metti, ad esempio, che una variante del virus della SARS infesti degli innocui pipistrelli, che ne sono portatori sani, e che al mercato della misconosciuta megalopoli cinese di Wuhan qualcuno si becchi suddetto virus, macellando i poveri pipistrelli come cibo. Ecco l'inizio di una storia tipo Resident Evil, solo che è vera.

Avevo due settimane di ferie da far fuori entro fine marzo; volevo prenotare prima, per metà febbraio, avendo l'invito di alcuni amici da Taiwan; tuttavia, per lavoro, sono bloccato nello stesso periodo a causa di un meeting nella noiosissima Dubai. Mi si accende la lampadina: visto che sono già a metà strada, potrei prendere le due settimane dopo il meeting! Il mio capo è d'accordo. Il coronavirus un po' meno, e così inizia la mia battaglia risalendo la pandemia.

* * *

Febbraio, una uggiosa mattina di metà mese.

Si parte alla volta di Dubai con il fido Malpensa Express. L'Italia non è ancora colpita in maniera tumultuosa dal virus; ancora per poco. Tutta l'attenzione è rivolta all'Asia, e parenti, amici e colleghi mi dicono che sono un incosciente ad andare nell'occhio del ciclone. Ah se si sbaglieranno...

Prima di partire mi premunisco comunque di amuchina e mascherine; due settimane dopo, diventeranno completamente introvabili.

Arrivo a Centrale e vedo, con orrore, che il MXPExpress è in arrivo al binario 1. Ora, in tutta franchezza: ma quale problema hanno quelli che gestiscono i binari, per far arrivare un treno che porta passeggeri tendenzialmente muniti di valigie, al binario più stretto di tutta la stazione?!

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Almeno, il treno non è troppo pieno stamattina, e il viaggio è regolare e senza ritardi. Nonostante i prodromi del disastro che si sta per abbattere sul mondo dei viaggi e sulla nostra vita siano ampiamente visibili, Malpensa è ancora trafficata. Ma si respira nervosismo: Air Italy ha chiuso da una settimana e il cadavere è ancora caldo, nel senso che i cartelloni luminosi che pubblicizzano le destinazioni sono ancora accesi. Lo slogan avrebbe potuto essere riadattato poco dopo in un Imagine your life differently.

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I voli dalla Cina sono interdetti e, dato che al governo abbiamo una manica di leccaculo sinofili e pure abbastanza ignoranti, in mezzo al blocco ci sono finiti anche Hong Kong e Taiwan - per la serie: facciamo sempre gli interessi degli altri senza nulla in cambio.

Quindi, dove al satellite della democrazia di solito si trovano i due Air China per Pechino e Shanghai a fianco alle compagnie di bandiera di paesi altrettando liberali come Turkish, Saudia e Aeroflot, oggi troviamo invece Moonflower, lo spin-off di Neos.

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I banchi Emirates straripano di passeggeri: difficile dire se siano più quelli che tornano a casa, prima che le frontiere chiudano, quelli che devono comunque viaggiare per lavoro (tipo quelli che sono ahimè costretti dall'azienda a fare un meeting a Rio proprio durante il carnevale! Che ingiustizia), o i pochi incoscienti che decidono di sfidare la sorte e viaggiare comunque. Una scena che pochi mesi dopo, apparirà impossibile: ben tre compagnie diverse, di lungo raggio, attendono passeggeri e non cargo.

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La gentile signorina al banco di accettazione mi augura un buon volo - suona un po' strano, quando tutti stanno cercando non volare. I controlli di sicurezza sono esattamente come sempre; il pericolo invisibile non è ancora visibile, e quindi quasi nessuno indossa mascherine, guanti o ha ancora sentito parlare di distanziamento sociale. Oggi pure la coda al controllo documenti è più sottile del solito e non occorre iniziarla a metà del terminal. Vado ai controlli automatici dove me la sbrigo in un minuto.

Comprata la mia bottiglietta d'cqua d'ordinanza, percorro il tunnel che porta al satellite; SEA ha installato alcune opere d'arte. Non mi piacciono, né per fattura né per collocazione: mi ricordano l'immagine della testa di porco infilzata nel terreno del Signore delle Mosche.

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Vado diretto al gate; lavoro una mezz'oretta e poi mi accodo al gruppo che si sta formando non appena apre il gate.

Airline logotype

Tratta: Milano-Malpensa (MXP) >>> Dubai-International (DXB)
Volo: EK 102
Aereo: Boeing 777-31H ER
Marche: A6-EGM
Età: 8.1 anni
Posto: 31A
Sched/Actual: 1025-1920 // 1040-1915
Durata volo: 5h 35′

Il volo non è vuoto di sicuro, ma ci sono una buona quantità di sedili vuoti, tra cui quello al mio fianco.

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Il sedile è sempre lo stesso - Emirates è stata la capostipite della malefica configurazione 3-4-3 sul 777, e anche questo velivolo non fa eccezione. Non avere nessuno a fianco permette di allargare un po' le gambe e recuperare quei preziosi centimetri per evitare una trombosi

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Non sono ancora previste misure anti-covid a bordo degli aerei: niente gel igienizzante, niente mascherine, niente salviettine antisettiche. Io faccio da me con l'amuchina.

Dal satellite della democrazia, spunta anche questo variopinto Turkish Airlines; la livrea ricorda non poco alcuni dettagli del padiglione turco di Expo 2015.

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Un Air Italy nella livrea ibrida Air Meriditaly. Qualcuno che porta una sfiga tremenda aveva scritto, poche settimane prima, che le prime indiscrezioni raccolte sul CdA AirItaly, che si è tenuto pochi giorni fa, sono positive e su piu' fronti. Infatti hanno poi chiuso. EI-FFM è finito al macello a Cotswold, nel Regno Unito.

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Decolliamo nel grigiume della brughiera, mentre un 330 Wamos incaricato di raccattare i passeggeri Air Italy in giro per il globo è fermo al satellite C.

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Certo che una pulitina...

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A rincuorare gli spiriti, le Alpi in tutto il loro splendore, appena usciamo dallo strato nuvoloso che avvolge la pianura padana.

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Un'ora dopo il decollo viene servito il pranzo. Gli standard sono ancora quelli pre-covid: il pasto è come al solito. L'insalata d'orzo era ottima, così come il main (mi pare fosse una spezie di gulash di manzo). La mousse al cioccolato e caramello salato era da carie immediata!

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Lavoro un paio d'ore, cosa non proprio agevole col sedile di fronte reclinato. Lo so che è una bambinata, ma a me il soffitto stellato piace. Non voglio neppure immaginare le bestemmie dal reparto Ingegneria della Boeing quando qualcuno del reparto Marketing se n'è saltato fuori con l'idea di mettere migliaia di microled neli pannelli del soffitto.

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Chiudo il laptop quando viene servito lo "snack". Passo in modalità Big Bang Theory fino all'atterraggio.

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Crema mani e eau de toilet sono di The White Company London, ennesimo brand pseudo-trendy-richpster.

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Il volo dura solo cinque ore e mezza, ma aggiungici il fuso et voilà, è già notte. Siamo quasi arrivati.

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Il terminal è ancora pieno di code emiratine - Emirates non ha al momento sospeso i suoi voli e la situazione nell'Emiro è sotto controllo. In realtà sembra ancora sotto controllo quasi ovunque... ancora per poco.

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Andiamo a parcheggiare a fianco ad una balena. E pensare che, un anno dopo, è una specie in via di estinzione.

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La riconsegna bagagli è lentissima - ricevo un messaggio anche dall'autista dell'hotel per chiedere a che punto sono. Altrettanto lento il controllo all'immigrazione: gli addetti sono particolarmente scazzati questa sera, e trovano gusto nel far passare avanti una comitiva di un centinaio di afghani che si presentano a gruppi di sedici, riunendo quattro generazioni per gruppo, a ciascun punto di controllo. Giunto all'uscita, trovo l'autista che mi sta aspettando con una collega atterrata dopo di me - in teoria dovevo essere io ad aspettare lei :D

L'hotel è il solito che viene prenotato per i meeting a Dubai - il Kris Kin Park Regis - non è un albergo di catena, ma lo trovo comodo e con personale eccellente. Purtroppo non c'erano altri pezzi di marchio non protetti da copyright da poter mettere nel nome, altrimenti...

La camera, spaziosa e comoda; ottima la copertura Wi-Fi. Il bagno aveva la vasca sul lato opposto.

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Di giorno in giorno, le preoccupazioni per la situazione del covid aumentano; una collega da Shanghai ha dovuto dare forfeit alcune settimane prima di partire, così come una da Hong Kong.

Ricevo messaggi quotidiani dal parentame, chiedendo se avessi sintomi, se stessi bene e, soprattutto, a desistere dal continuare il viaggio ancora più a est. Rispondo che l'unico sintomo che mi può venire, è l'asma dovuto allo smog di Dubai, e che rimango della mia idea: proseguire.

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A parte lo smog, la cosa più rischiosa è stato questo dolce di cui nessuno è riuscito a mangiarne più di due cucchiaiate. Era zucchero con contorno di altri ingredienti. Se non mi è venuto il diabete quel giorno...

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Il meeting prosegue fino a venerdì; ahimè, tra video conferenze fino alle 9pm e lavoro arretrato, non si esce quasi dall'hotel, tranne che per la cena-crociera di gruppo organizzata sul Lotus Mega Yacht, una tamarrata che il Billionaire sembra quasi di buon gusto. Il battello parte da Dubai Marina, a quasi 30 km dall'hotel: col traffico serale di Dubai, ci impiegamo quasi 50 minuti per arrivare...

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Peluche.

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Mi sta venendo il mal di testa al pensiero della serata che mi attende, tra neon blu e musica a palla.

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Una delle cose più kitsch che abbia mai visto. Alla fine è anche divertente, se non fosse per la musica tamarra a 3000 decibel sparata in qualsiasi angolo della nave. Peccato che nessuno avesse prenotato un tavolo - cena a buffet, sul ponte scoperto, con un vento che sembrava un uragano.

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Iniziamo la navigazione.

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Dubai Super Trees e Ain Dubai: rispettivamente, lo scimmiottamento del Supertree Grove al Gardens by the Bay di Singapore, e del London Eye.

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Continuo a non capire l'attrattiva di Dubai.

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Altri disgraziati come noi, e per di più sono in metà di mille su una barchetta minuscola...

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In alto i cuori: dopo un'ora e mezza siamo quasi al termine della crociera. La dice lunga sulle qualità turistiche di una città quando la maggior parte dei landmark sono hotel: ad esempio, l'Emerald Palace Kempinski, che potrebbe essere la residenza del dottor Male, e l'Atlantis, che è quello che succede quando lasci un infinito numero di mattoncini lego ad un bambino di otto anni. Invertiamo la rotta e torniamo indietro.

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La mattina dopo mi alzo a fatica, ma è l'ultimo giorno di meeting; dalle 17 sono in V-A-C-A-N-Z-A. Meglio che me lo ricordi bene, perché sarà praticamente l'ultima per un po'...
 

I-DAVE

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6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
Venerdì alle 17 local time, come detto, sconnetto il laptop dal Wi-Fi e rimetto in valigia quello che ho tirato fuori nei giorni precedenti. Ero originariamente prenotato per il volo di rientro su Milano ma, una volta approvate le ferie, vado sul sito Emirates e sposto a mie spese il volo, direzione Bangkok.

Visto che non sono mai stato in Thailandia (o meglio, ho passato 6 ore a Bangkok per cambiare un aereo tra i due aeroporti, quindi tecnicamente in Thailandia sono entrato :D), decido di fare un salto a Bangkok per la prima parte della vacanza; visto il grandissimo numero di lavoratori thai che risiedono a Dubai e sono schiavizzati impiegati nel settore alberghiero/servizi, non c'è penuria di voli tra le due città. Emirates vola fino a cinque volte al giorno con 380.

Che ci sia ampio traffico tra le due città, me lo conferma anche il check-in online: upper deck non disponibile, e lower deck pieno (la situazione intorno al mio posto è esattamente uguale in tutto l'aereo: pochi posti vuoti qui e là).

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Ho il volo nella notte tra venerdì e sabato e l'ufficio ha prenotato una notte in più per tutti, dato che quasi tutti i voli utili partono nella stessa fascia oraria, quindi ho la camera fino alla sera tardi - comodissimo per farsi una doccia e cambiarsi prima di andare in aeroporto, dove arrivo verso mezzanotte per un volo in partenza alle 3 e qualcosa del mattino - un orario disumano.

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Su Bangkok, Emirates vola in code-sharing con Thai Airways. Avrei provato volentieri Thai, ma su tutti i voli operati da TG con codice EK il cambio biglietto costava come comprarne uno nuovo.

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Fagocitato dai lunghi corridoi bianchi del terminal 3, che non starebbero male in un ospedale, vado al primo blocco di check-in che trovo. Non dico di essere stato in coda un'ora, ma non è che ci sia andato poi tanto lontano: e sì che dovevo solo depositare la valigia, avendo già fatto il check-in online.

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Con un accenno di sonno negli occhi, vado verso il controllo passaporti e quello di sicurezza. Mi hanno stampato fuori dal paese in un nanosecondo, e altrettanto rapido è il passaggio dal metal detector, nonostante la solita seccatura di dover tirare fuori laptop e macchina fotografica (almeno nessuno ha chiesto di estrarre le lenti).

Tra un acquisto al duty-free, un mango-shake e un po' di attesa, l'ora e mezza scarsa rimanente passa abbastanza in fretta. Al gate c'è un casino che metà basta, tra passeggeri che non capiscono quale boarding zone venga chiamata e quelli che si mettono in fila anche senza doverci essere. Ne risulta un groviglio che ritarderà la partenza di quasi mezz'ora. Devo dire, moltissimi stranieri, per lo più nord-europei e francesi: la paura di viaggiare non è ancora entrata nella mentalità europea.

Airline logotype

Tratta: Dubai-International (DXB) >>> Bangkok-Suvarnabhumi (BKK)
Volo: EK 384
Aereo: Airbus 380-841
Marche: A6-EVB
Età: 3.9 anni
Posto: 82K
Sched/Actual: 0305-1205 // 0339-1159
Durata volo: 5h 20′

Volare con il 380 è sempre un'emozione. Secondo me rimane l'aereo più confortevole mai costruito - silenzioso, spazioso, comodo. Ahimè, vista la situazione attuale, mi sa che Emirates sarà l'unica compagnia con cui ho volato sul 380, a meno di miracolose riprese del trasporto aereo a breve...

Al posto sono già presenti la coperta (anonima, in sintetico grigio scuro) e le cuffie dell'IFE, tra le migliori in giro nella mediocrità delle cuffie da economy. il pitch non è affatto male, poi per me... :D

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Appena chiuse le porte, viene distribuito un piccolo menu (è prevista solo la colazione prima dell'atterraggio). Il volo è relativamente breve, circa cinque ore e mezza, e io ho solo un desiderio: dormire. Come il passeggero all'81K, che reclina il sedile prima ancora di sedersi e inizia a russare peggio di un motore a reazione. Un'assistente di volo lo sveglierà per riporre il sedile in posizione verticale. Intanto il live newsfeed ci informa che la situazione economica globale sta iniziando a presentare qualche criticità.

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Decolliamo nel mormorio sommesso dei quattro Trent 970 che spingono la balena. L'angolo di salita è impercettibile - sembra quasi di stare immobili - e a volte mi chiedo se le leggi della fisica davvero supportino il volo di questo bestione. A quanto pare sì...

Cado in catalessi che ancora dobbiamo raggiungere la quota di crociera, ma mi sveglierò meno di venti minuti dopo e non riuscirò più a prendere sonno. Passo (male) la nottata guardando qualche film dall'IFE - alzo lo scurino dopo alcune ore, e fuori è giorno fatto.

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Pochi minuti dopo, viene servita la colazione, coerentemente col fuso di Dubai (sono circa le 8 ora di Dubai, o le 11 ora di Bangkok). La presentazione lascia a desiderare, ma non era affatto male.

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Favorito dalla digestione, mi appisolo nuovamente fino all'atterraggio. Sono un po' rintronato, e mi risveglio quando tocchiamo la pista.

Appena possibile, recupero dallo zaino in cappelliera la prima delle innumerevoli mascherine chirurgiche che indosserò da qui in poi. La prima sensazione è fastidiosa - si appannano gli occhiali, il respiro è un po' più difficoltoso, il fiato condensa intorno ai baffi che sembra di avere una jungla tropicale attorno alla faccia. Ma ci si abitua abbastanza in fretta.

Ci vuole un po' prima che riesca ad uscire dal bestio, e camminare per il jetbridge, con personale medico in tuta e scanner per la rilevazione della temperatura, fanno un po' l'effetto di essere entrati dentro un videogioco o un film apocalittico. La Thailandia, fino a questo punto, non ha dichiarato l'emergenza medica - i casi sono davvero limitati, al momento intorno alle 200 persone con sintomi ricoverate negli ospedali - ma i controlli alle frontiere sono aumentati, i voli dalla Cina sospesi (più che altro, perché i cinesi sono in lockdown, non per decisione delle autorità thailandesi) e i poster di buone norme igieniche sono appesi ovunque, così come la disponibilità di gel disinfettante in ogni parte del terminal.

Suvarnabhumi non mi piace particolarmente come aeroporto - molto grigio, freddo - sensazione amplificata dall'assenza di passeggeri: la maggior parte dei passeggeri sono thailandesi di rientro dal lavoro all'estero. Sì, turisti ce ne sono ancora, ma i numeri stanno già calando in maniera drammatica.

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Alcuni punti per il controllo dei documenti sono chiusi, e le autorità hanno deciso di accentrare i banchi in pochi punti, con un percorso obbligato attraverso il terminal, per controllare meglio il flusso di persone e identificare immediatamente eventuali casi a rischio. Inizio a realizzare che la situazione sta degenerando più rapidamente di quanto non potessi pensare all'inizio.

Il controllo di per sé è abbastanza veloce; il ritiro bagagli non particolarmente, ma ho visto di peggio (Aeroporti di Milano, sto guardando voi wink wink). Prelevo dei baht per comprare una tessera ricaricabile per i mezzi, ma la macchinetta non accetta pezzi grossi per cui faccio una sosta ad un chioschetto per comprare del mango fresco - una goduria indescrivibile. Faccio la tessera ricaribile e poi vado a ritirare la scheda SIM per il telefono, ad un altro chioschetto.

Vado verso la stazione ferroviaria; il centro città è collegato con l'Airport Rail Link; sono sei fermate, e un paio di cambi, per arrivare a Sukhumvit, nella zona dove ho l'hotel; ma, forse per il sonno, forse perché sono semplicemente rimbambito, scendo dopo due fermate e constato che la fermata è sbagliata. Attendo il treno successivo.

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Senza ulteriori intoppi arrivo a Makassan, mi perdo per prendere l'interscambio con la MRT, e mi riperdo poi per prendere l'interscambio tra la MRT e il BTS Skytrain fino a Nana. Ecco cosa succede quando il trasporto pubblico viene gestito da agenzie indipendenti...




Arrivo in hotel, il Belair Sukhumvit, dopo quasi tre ore dall'atterraggio. La ragazza alla reception mi prova la febbre con il termoscanner, la prima di innumerevoli volte durante questo viaggio; via libera. Mi vengono offerti dei coupon per un aperitivo al bar dell'albergo, ma la colazione non è inclusa nel prezzo.

Dal sito, l'hotel sembrava un po' più carino; la camera è grande ma l'arredamento un po' vecchiotto. Almeno è pulito e l'aria condizionata funziona benissimo.

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Appoggio la testa sul cuscino qualche minuto; quando mi risveglio, il qualche minuto è diventato un paio di ore. Vagamente meno rincoglionito, esco per un giro veloce in zona, prendere qualcosa da bere da tenere in camera e una cena veloce.

Cammino lungo il BTS Skytrain - la ferrovia è sopraelevata, sotto ci passano le auto, e di fianco svettano i grattacieli delle principali catene alberghiere.

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Arrivo a Chit Lom, da dove si può salire su un livello inferiore a quello dei binari e camminare fino alla fermata successiva (Siam), collegate direttamente a due dei principali centri commerciali di Bangkok e trai più grandi al mondo: CentralWorld e Siam Paragon; insieme fanno un po' più di 950.000 m2 di superficie commerciale calpestabile (escludendo uffici e hotel connessi).

Dalla sopraelevata è divertente guardare il traffico sottostante e soprastante.

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Il traffico a quest'ora è tutto sommato scorrevole - cosa che non si può dire di giorno, quando un perenne ingorgo avvolge la città e tutte le sue principali strade.

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Come ogni città asiatica, Apecar, motorini, tuck-tuck e similari sono parte integrante del traffico.

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State entrando nell'inferno automobilistico: lasciate ogni speranza o voi che guidate. Tutto sommato non ho visto palesi violazioni del codice della strada, anche se i motorini guidano un po' alla pene di segugio e mi sembrano in pericolo piuttosto consistente.

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Riprendo il BTS Skytrain e torno verso l'hotel per una dormita come si deve.

Continua più tardi con un po' di OT.

DaV
 
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26 Aprile 2012
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Oh, finalmente!!!! E ti vedo bello incarognito, ci piace.

I voli dalla Cina sono interdetti e, dato che al governo abbiamo una manica di leccaculo sinofili e pure abbastanza ignoranti, in mezzo al blocco ci sono finiti anche Hong Kong e Taiwan - per la serie: facciamo sempre gli interessi degli altri senza nulla in cambio.
HKG lo capisco più o meno, purtroppo. Aggiungere Taiwan poteva venire in mente solo a uno che faceva il bibbitaro al San Paolo. O gente di quel calibro.


Quindi, dove al satellite della democrazia di solito
Morto.


(tipo quelli che sono ahimè costretti dall'azienda a fare un meeting a Rio proprio durante il carnevale! Che ingiustizia),
Una mia amica ha operato un LHR-MLE in cui c'erano famiglie che andavano alle Maldive per due settimane per "appuntamenti dal dentista". Un pochetto li stimo, io non riuscirei ad arrivare a tali minchiate scuse.


Un Air Italy nella livrea ibrida Air Meriditaly. Qualcuno che porta una sfiga tremenda aveva scritto, poche settimane prima, che le prime indiscrezioni raccolte sul CdA AirItaly, che si è tenuto pochi giorni fa, sono positive e su piu' fronti. Infatti hanno poi chiuso.
Arimorto. Un po' come la mission non cambia (massima che credo provenire dallo stesso oracolo?)

Crema mani e eau de toilet sono di The White Company London, ennesimo brand pseudo-trendy-richpster.
Ammetto di essermi imborghesito e avere i cuscini di White Company. Ma li uso per sognare il socialismo!


Continuo a non capire l'attrattiva di Dubai.
Siamo in due.
 

londonfog

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Londra
Ammetto di essermi imborghesito e avere i cuscini di White Company. Ma li uso per sognare il socialismo!
Chiedo scusa per l'OT.
Questa mi ha fatto morire dal ridere.. poi mi e' venuto in mente che anch'io ho i cuscini di White Company e ho anche l'accapatoio! A mia parziale difesa sono anni che non compro piu' niente da White Company!😇😇😇😇:cool:
Fine OT
 

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26 Aprile 2012
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Chiedo scusa per l'OT.
Questa mi ha fatto morire dal ridere.. poi mi e' venuto in mente che anch'io ho i cuscini di White Company e ho anche l'accapatoio! A mia parziale difesa sono anni che non compro piu' niente da White Company!😇😇😇😇:cool:
Fine OT
I cuscini sono perdonabili (dico io con somma ipocrisia) ma l'accapatoio è da kulaki. Pentiti! :D
 
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I-DAVE

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6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
HKG lo capisco più o meno, purtroppo. Aggiungere Taiwan poteva venire in mente solo a uno che faceva il bibbitaro al San Paolo. O gente di quel calibro.
In realtà siamo stati gli unici a porre un ban in ingresso su Hong Kong all'epoca - cosa che non aveva senso visto che il livello di contagio era bassissimo.

Una mia amica ha operato un LHR-MLE in cui c'erano famiglie che andavano alle Maldive per due settimane per "appuntamenti dal dentista". Un pochetto li stimo, io non riuscirei ad arrivare a tali minchiate scuse.
Spettacolo :D certo che l'unica cosa che hanno in comune Maldive e dentista è che in entrambi si sta sdraiati su un lettino...

Arimorto. Un po' come la mission non cambia (massima che credo provenire dallo stesso oracolo?)
Stesso vate.

Ammetto di essermi imborghesito e avere i cuscini di White Company. Ma li uso per sognare il socialismo!
:eek::eek::eek:

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Grande, e malinconico.
Mi sta mancando tantissimo viaggiare :(

Nuovo modello? :unsure:
Oh caz... corretto. Deve essere la nostalgia di volare :D

Chiedo scusa per l'OT.
Questa mi ha fatto morire dal ridere.. poi mi e' venuto in mente che anch'io ho i cuscini di White Company e ho anche l'accapatoio! A mia parziale difesa sono anni che non compro piu' niente da White Company!😇😇😇😇:cool:
Fine OT
:eek::eek::eek:

Dave i TR oramai sono cosi' rari... grazie!
Grazie per leggere! Aiuta ad innaffiare il mio narcisismo :LOL:

A breve un pochino di OT thailandese.

DaV
 
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I-DAVE

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6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
Non sono mai stato troppo ispirato da Bangkok - questo è davvero uno dei pochi casi in cui credo di aver visitato un luogo per mettere la bandierina più che altro; ero curioso, e speravo anche un po' di ricredermi; ma non è scattata la magia. Penso sia invece un'ottima destinazione per fare shopping, se non fosse che è a mezzo mondo di distanza :D i Thai poi sono gentilissimi e assai pazienti. Secondo me pure divertiti da questa mandria di occidentali rozzi e (probabilmente, nell'umido calore del clima tropicale) un po' puzzolenti.

I miei itinerari pertanto sono stati molto annacquati, e la pandemia ha contribuito: per quanto mi sia sentito sicuro a girare, ho evitato di andare ad Ayutthaya, l'antica capitale, per non dover prendere mezzi di trasporto troppo affollati; non ho visitato i mercati flottanti; e probabilmente un'altra mezza dozzina di cose.

La mia prima necessità è andare al mercato di Chatuchak, che è aperto solo al weekend; si dice sia il mercato non giornaliero più grande al mondo - in effetti è sconfinato.

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Di solito fino a 200.000 visitatori frequentano il mercato il sabato o la domenica; a causa della pandemia, è insolitamente deserto - a mancare sono soprattutto i turisti cinesi.

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Si trova davvero di tutto e, sebbene molta della merce sia Made in China, c'è anche moltissimo Made in Thailand che è abbastanza difficile da trovare altrove. Molti negozi sono monoprodotto - con 15000 diverse bancarelle, occorre un po' di specializzazione.

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Ovviamente vi sono anche bancherelle-ristoranti dove fermarsi a mangiare un boccone. Vivo 8 serve paella valenciana! Era strapieno, soprattutto stranieri. Dall'aspetto sembrava abbastanza commestibile, ma non ho provato.

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Io mi fermo a uno poco prima, in un ristorantino che serve cucina thai. Io non mangio piccante, quindi mangiare in Thailandia è stato in effetti un po' un problema. Questi piatti non erano piccanti, a parte la salsina malefica da cui mi sono tenuto ben alla larga (l'ho provata, a onor di cronaca: un po' di più sulla forchetta, e questo racconto non avrebbe mai avuto luogo). Maiale fritto e maiale arrosto:

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Ho provato anche la famosa papaya salad, che non mi è piaciuta particolarmente.

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Torno verso l'hotel, metto i pantaloni lunghi e prendo la metro verso il Palazzo Reale. Le regole per l'ingresso sono piuttosto severe: no canotte, no pantaloncini, no pantaloni strappati. Nei 32 gradi di Bangkok con umidità alle stelle vorrei morire, ma resisto.

Visto che sono di strada, scendo dalla metro a Siam e torno allo stesso incrocio della sera precedente per vedere il tempio di Erawan di giorno. Il tempio venne costruito su suggerimento di un divinatore, assunto dal costruttore dell'hotel subito dietro, in quanto i lavori erano costantemente piagati da incidenti e ritardi (tra cui la perdita di un lotto di marmo di Carrara che avrebbe dovuto arredare la lobby, perso durante il trasbordo). Non appena il tempio fu consacrato, gli incidenti terminarono. L'hotel venne in seguito demolito e al suo posto costruito l'attuale Grand Hyatt.

Un attentato al tempio causò venti morti nel 2015.

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Riprendo la metro e, dopo un paio di cambi e un pezzo a piedi, arrivo fuori dal palazzo. Non ci sono tanti turisti - anzi, sono pochissimi. Le transenne che delimitano le code per i biglietti sono vuote gimkane. In coda, una fila di tuck tuck attende invano qualcuno.

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Pago i miei 500 baht ed entro nel complesso, eretto a partire dal 1782 per i sovrani della dinastia Chakri. Il complesso venne di seguito allargato e nuovi edifici aggiunti fino all'abolizione della monarchia assoluta nel 1932, quando la maggior parte delle funzioni amministrative venne spostata in altri edifici più moderni costruiti in giro per Bangkok.

Faccio l'errore di non prendere la cartina all'ingresso - impossibile orientarsi bene senza.

Si entra dall'entrata nord, che è la più vicina al Wat Phra Kaew, dove è custodito il Buddha di Smeraldo (no, non è quello qui sotto! La statua è tenuta all'interno dove è vietato fare foto).

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La stupa e la libreria dove sono ospitati vari manoscritti sacri.

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La stupa è ricoperta da tessere mosaicali dorate, prodotte in Italia, e ospita alcune reliquie del Buddha importate dallo Sri Lanka.

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Anche la libreria non è meno elaborata e decorata.

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Lungo il perimetro delle mura si trova il Ramakien, un camminamento coperto non dissimile da un chiostro, interamente affrescato, una rappresentazione visuale del poema epico dallo stesso nome che gettò le basi dell'identità nazionale siamese e della Thailandia moderna. Le scene dell'affresco sono molto vive e mi hanno vagamente ricordato un certo tipo di pittura inizio rinascimentale fiamminga (tipo Bosch o Bruegel il Vecchio).

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Il più recente palazzo della sala del trono venne costruita a fine 1800 in stile revival rinascimentale con aggiunte in stile thailandese.

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Ai lati, si trovano le altre sale del trono.

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I vari musei sono chiusi per l'emergenza covid; la visita è quindi ragionevolmente rapida, anche considerando l'assenza sostanziale di turisti. Quello che non manca è il caldo.

Non lontano dal palazzo reale si trova il mercato degli amuleti - già mi immagino una roba tipo Grosso Guaio a Chinatown. Divertente da esplorare, anche se non molto grande (sì i cartelli vietato fotografare li ho visti - ho chiesto il permesso, dopo aver comprato una statuetta).

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Subito a sud del Palazzo Reale si trova, invece, Wat Pho, il tempio del Buddha Reclinato.

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Il tempio contiene una delle statue del Buddha più grosse di tutta la Thailandia - il Buddha reclinato misura 46 metri di lunghezza.

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Stupe.

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Da vicino si apprezza bene il livello maniacale della decorazione fatta con singoli pezzi di ceramiche colorate.

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Altri Buddha.

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Altre stupe.

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Torno alla metro, a tema Palazzo Reale, e vado verso Siam Paragon.

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Non sono un fan dei centri commerciali, ma in hotel mi hanno suggerito la foodcourt per trovare qualcosa di non piccante.

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Ma Satana si palesa in forme a noi imperscrutabili

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Per fortuna San Mango viene in soccorso.

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Torno in hotel a seguire le news sul coronavirus in Italia - le notizie da Vo' e Codogno sono raccapriccianti.

Una mattina la riservo per visitare il Museo Nazionale; il museo è alloggiato in quello che era il palazzo dell'erede apparente al trono ed è diviso in una dozzina di sale (alcune altre sono chiuse in attesa del restauro) tra gli edifici storici e alcuni edifici moderni appositamente costruiti.

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Il museo riepercorre buona parte della storia artistica thailandese dal neolitico fino all'età moderna, e contiene rilevanti sezioni di arte regionale delle principali civilità di area indocinese. L'allestimento è molto ben curato e l'uso delle luci è davvero uno dei più suggestivi che abbia visto in un museo.

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Everybody rock on, rock on.

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All'interno del museo è anche conservata la Buddhaisawan Chapel, che contiene una importante immagine del Buddha.

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Stop! In the name of love...

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I vecchi appartamenti reali destinati alla principessa, interamente costruiti in teak e dipinti di rosso, oggi ospitano una collezione di mobilio originale dell'epoca e oggetti appartenuti alla regina Sri Suriyendra, la moglie di Rama II.

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Un dipendente del museo che dev'essere un fan sfegatato di Iron Man.

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Laccature e iridescenze. Non riesco davvero a pensare alla pazienza che ci vuole per fare un lavoro del genere.

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L'ultimo edificio ospita la collezione di carrozze reali.

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Chinatown non mi entusiasmato particolarmente. Il quartiere attuale venne spostato qui a fine '700 quando lo spazio precedentemente occupato dai commercianti cinesi venne requisito per costruire l'attuale Palazzo Reale.

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Ovviamente il cuore del quartiere sono i commerci.

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Vi si trova anche un mercato.

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Scorci sopraelevati.

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Ultima tappa, il Monte D'Oro, o Wat Saket. Dalla fermata della metro di Sam Yot è un bel pezzo ma è una passeggiata interessante in quartiere di piccolo commercio e residenziale nel pieno centro di Bangkok, senza che sembri il pieno centro di Bangkok.

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L'acqua dona leggerezza (e probabilmente qualche milione di zanzare).

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Oltre il canale si svolta a sinistra e si prosegue seguendo i cartelli, fino all'ingresso; lungo la via sono allineati una mezza dozzina di falegnami che, a vedere le esposizioni delle loro officine, servono soprattutto i templi della zona e vendono porte in legno intarsiato splendide. Purtroppo non faccio neppure una foto alle loro creazioni, ma se mai dovessi volere una porta in legno in stile siamese, saprei dove andare :D

Il Monte d'Oro ospita un monastero e una stupa in cima, che si raggiunge percorrendo un vialetto in salita con statue, laghetti con le carpe, cascate, fiori di loto, generatori di fumo, luci led multicolore e campane. Le campane possono essere suonate (credo: qualcuno lo fa).

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Il tempio è secondo me perdibile, ma la stupa dorata in cima e il paesaggio meritano la deviazione. Al tramonto dovrebbe essere piuttosto romantico. Tutto sotto si trova un enorme tempio/monastero buddhista (i tetti rosso mattone che si vedono in primo piano).

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L'ultimo giorno lo passo facendo shopping, e davvero avrete l'imbarazzo della scelta: mercatini, grandi centri commerciali, supermercati, negozi di vicinato. Ma qualsiasi cosa scegliate di riportare a casa, non potete non comprare almeno un inalatore alle erbe tradizionali thailandesi - lo troverete ovunque, anche da 7-Eleven: l'Hong Thai. Dite addio al naso tappato!

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DaV
 

magick

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5 Maggio 2016
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Ammetto di essermi imborghesito e avere i cuscini di White Company. Ma li uso per sognare il socialismo!
Per curiosità sono andato a dare un'occhiata a questi cuscini... Bhe siete una grossa delusione!!
L'attrattiva di una vacanza a Dubai sfugge anche a me.
È un po' come andare a Disneyland, almeno una volta va fatto.

A Dave non so che dire se non un semplice grazie per averci ricordato quanto è bello viaggiare.
 

13900

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Mi aspettavo più bevande raccapriccianti e al momento c'è solo quel mango con su disegnato un qualcosa vestito come Reinhold Messner alla festa del santo patrono..

Per curiosità sono andato a dare un'occhiata a questi cuscini... Bhe siete una grossa delusione!!
Sono una gioia totale per il collo, non me ne vergogno. Avevamo comprato anche il piumone, però Hermes l'ha intelligentemente consegnato a Stratford invece che a Chiswick (con tanto di foto!). Di lì sono finite le mie avventure con White Company e l'upper middle classismo britannico. Una volta barbone, barbone tutta la vita.
 
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Flyfan

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Ritrovarmi con le esatte tue stesse immagini nel tel, inclusa quella dello scorcio semidegradato dalla sopraelevata, fatte un anno prima di te, mi ha ricordato che quello è stato purtroppo l’ultimo viaggio serio fatto. In quanto a Bangkok, a tanti non fa impazzire, ma io in quel misto di moderno e tradizionale mi ci sono trovato come un cece, come dicono dalle mie parti, e poi costa niente per i nostri standard, se eviti le robe da ricchi ovviamente, che non guasta. Ovviamente la Thailandia è molto altro poi.
 

Challenger

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Fantastico, quanti ricordi! Sono stato a Bangkok meno di due anni fa, credo di aver alloggiato nella tua stessa zona e ho visto alcuni degli stessi posti. Non cosi' tanti a dire il vero perche' avevo dedicato un giorno intero per visitare Ayutthaya.

al satellite della democrazia
ROTFL :ROFLMAO:

Lo so che è una bambinata, ma a me il soffitto stellato piace
+1, peccato che abbiano rovinato il tutto con quella pacchianata di cornice in simil radica intorno ai finestrini, inguardabile.

Complimenti come al solito per foto e racconti!
 

ploncito

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ex MLA, ora AMS
Torno verso l'hotel, metto i pantaloni lunghi e prendo la metro verso il Palazzo Reale. Le regole per l'ingresso sono piuttosto severe: no canotte, no pantaloncini, no pantaloni strappati. Nei 32 gradi di Bangkok con umidità alle stelle vorrei morire, ma resisto.
Io usavo questi qui del Decathlon. Un ottimo escamotage quando c'erano 70 gradi all'ombra ma dovevo visitare templi&co con un dress code molto stringente.

Per il resto, ottime foto!
 

venexiano

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12 Novembre 2005
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Ohhh, ci voleva proprio un TR dei tuoi! Lettura come sempre scorrevole, spassosa e corredata da ottime foto. Stai persino riuscendo a farmi venire la curiosità di vedere Bangkok, che non ho mai preso in considerazione, mentre per Dubai mi aggiungo alla lista di coloro i quali non ne comprendono l'attrattiva. Ma tanto ce ne vorrà prima che possa anche solo prendere in considerazione un viaggio più in là del parco comunale.

Torno verso l'hotel, metto i pantaloni lunghi e prendo la metro verso il Palazzo Reale. Le regole per l'ingresso sono piuttosto severe: no canotte, no pantaloncini, no pantaloni strappati. Nei 32 gradi di Bangkok con umidità alle stelle vorrei morire, ma resisto.
Pantaloni di lino e passa la paura!
 

I-DAVE

Moderatore
6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
A Dave non so che dire se non un semplice grazie per averci ricordato quanto è bello viaggiare.
Prego!

Mi aspettavo più bevande raccapriccianti e al momento c'è solo quel mango con su disegnato un qualcosa vestito come Reinhold Messner alla festa del santo patrono..
Non ricordo se ho messo qualche altra bevanda proseguendo, nel caso recupero le foto solo per te 🤩

Ovviamente la Thailandia è molto altro poi.
Assolutamente, e mi piacerebbe andare a nord, nella zona montuosa, tra Chiang Mai e Chiang Rai. Non sono invece particolarmente attratto dalle zone costiere - Phuket, Koh Samui, Krabi, ecc.

Fantastico, quanti ricordi! Sono stato a Bangkok meno di due anni fa, credo di aver alloggiato nella tua stessa zona e ho visto alcuni degli stessi posti. Non cosi' tanti a dire il vero perche' avevo dedicato un giorno intero per visitare Ayutthaya.
Complimenti come al solito per foto e racconti!
Grazie! Mi è spiaciuto non andare ad Ayutthaya. Speriamo ci sia occasione in futuro!

Io usavo questi qui del Decathlon. Un ottimo escamotage quando c'erano 70 gradi all'ombra ma dovevo visitare templi&co con un dress code molto stringente.

Per il resto, ottime foto!
Grazie! Pantaloni in sintetico misto sintetico, anche se sfoderabili, con quel caldo? Considerando che tendo a sudare parecchio, forse meglio di no per me 😅

Ohhh, ci voleva proprio un TR dei tuoi! Lettura come sempre scorrevole, spassosa e corredata da ottime foto. Stai persino riuscendo a farmi venire la curiosità di vedere Bangkok, che non ho mai preso in considerazione, mentre per Dubai mi aggiungo alla lista di coloro i quali non ne comprendono l'attrattiva. Ma tanto ce ne vorrà prima che possa anche solo prendere in considerazione un viaggio più in là del parco comunale.
Grazie! Bangkok non è nulla di imperdibile, ma passarci qualche giorno non è certo una punizione.

Pantaloni di lino e passa la paura!
Ecco, questa potrebbe essere una soluzione.

DaV
 

I-DAVE

Moderatore
6 Novembre 2005
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812
a Taiwan, nel cuore e nella mente
Tutti i piani sono fatti per soccombere al tempo; non da meno è il mio: avevo sperato di essere sul volo inaugurale di Eva Air tra Milano e Taipei, che sfortunatamente cadeva giusto la settimana prima del meeting e quindi incompatibile con gli impegni di lavoro; avevo comunque sperato di essere sul diretto MXP-TPE al massimo un paio di settimane dopo; e infine, avrei almeno voluto essere sul TPE-MXP del ritorno, volo in seguito posticipato all'infinito e poi cancellato del tutto prima ancora di partire causa pandemia.

Appena confermato il meeting a Dubai, ed elaborata l'idea di fare un salto a Bangkok, provo a dare un occhio agli itinerari open jaw Bangkok-Taipei // Taipei-Milano; probabilmente per promuovere il nuovo volo, Eva ha una eccellente offerta in tutte le classi tariffarie, include la business class.

In tutto ciò, i casi in Italia aumentano sempre di più e la notizia ormai sta facendo il giro del mondo - è prevedibile che qualche ban colpisca i viaggiatori in arrivo dall'Italia, prima o poi.

La mattina della partenza, prenoto un taxi con Grab, che arriva puntuale fuori dall'hotel; in meno di 30 minuti sono al Suvarnabhumi. Misure particolari per il covid - esclusi i dispenser di gel disinfettante dislocati qui e là - non ne sono ancora state prese; incluso l'obbligo di mascherina o distanziamento sociale; al momento, il Covid è per lo più ancora un problema cinese. A parte ai check-in, non ci sono molti passeggeri in giro per il terminal.

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Di voli ce ne sono ancora in abbondanza - il tracollo globale inizierà solo la settimana successiva.

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Ai banchi check-in non c'è coda - c'è da dire che è pure abbastanza presto (circa 3 ore prima del volo). Nonostante abbia fatto il check-in online, mi viene consegnata la carta d'imbarco cartacea.

Vado subito ai controlli di sicurezza e al controllo passaporti - code minime e scorrevoli.

Spendo gli ultimi bath al duty free e cammino - perdendomi - in direzione della lounge. Eva ne ha una sua, considerando che usa BKK come mini-hub per i voli sull'Europa, sfruttando i diritti di quintà libertà che la Thailandia graziosamente offre a chiunque li chieda.

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Myanmar National Airlines schiaccia un pisolino.

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Oggi è il grande giorno - quello in cui anche io entrerò nel club delle noccioline aggratis in modo ufficiale! Le addette alla reception scansionano la carta d'imbarco, mi controllano la temperatura col termoscanner e mi chiedono di disinfettare le mani, cosa che avrei fatto comunque, ma giusto che abbiano posto l'attenzione su questo aspetto.

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Prima nota positiva: la lounge affaccia sul piazzale! Si intravede a malapena un altro aereo dal Myanmar, questa volta di Myanmar Airways International.

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Non sono un grande amante dei posti troppo sbrilluccicanti, e questo non fa eccezione - le colonne cromate che contengono gli elementi illuminanti riflettono tutto - pattern, luci, colori - fanno quasi venire il mal di testa. Le poltroncine però sono comode e i colori in generale abbastanza sobri.

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Vado a recuperare qualcosa da mangiare e da bere al buffet e mi metto a leggere in attesa dell'imbarco. Le noccioline, importantissime!!!! La frutta era eccellente. La pizza... ho assaggiato di peggio; avrebbe ottenuto punti bonus se fosse stata la variante hawaiiana con prosciutto e ananas.

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L'imbarco chiude dieci minuti prima della partenza, ma scendo al gate decisamente prima - infatti arrivo che l'imbarco ha appena aperto.

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Volo: BR 62
Tratta: Bangkok-Suvarnabhumi (BKK) >>> Taoyuan Taiwan International (TPE)
Aereo: Boeing 787-10
Marche: B-17803
Età: 0.6 anni
Posto: 9A
Sched/Actual: 1200-1635 // 1205-1556
Durata volo: 2h 51’
Gate: F06

La cabina di business è mezza vuota, e la fila al gate è rimpolpata solamente da un'altra manciata di Star Alliance Gold e FF Eva Air.

L'assistente di volo alla porta controlla con occhio rapido la carta d'imbarco e mi indica con la mano la parte sinistra della cabina mentre mi augura il benvenuto a bordo.

Sul 787, Eva ha installato una cabina e dei sedili diversi da quelli dei 777. Personalmente, mi piace di più questo sedile, che offre una maggiore privacy; si può anche estendere un piccolo paravento inserito nel guscio, per schermarsi da vicini ficcanaso.

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Dovrei avere abbastanza spazio per le gambe. Sui voli regionali non è offerto l'amenity kit né il pigiama, ma solamente le ciabatte (come il pigiama, prodotti del designer taiwanese Jason Wu).

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Dopo qualche minuto, arriva Cindy, l'assitente di volo incaricata di svolgere il servizio lungo il mio corridoio; si presenta e mi saluta per nome e mi dà nuovamente il benvenuto a bordo ringraziando per aver scelto di volare con Eva. Chiede come desidero essere chiamato - rendiamo le cose facili: Mr David va benissimo. Mi chiede se volessi un aperitivo prima della chiusura delle porte, magari un bicchiere di champagne? Non essendo nessuno per dire di no, acconsento a un po' di alcol prima di pranzo... intanto una collega passa per la cabina con gli oshibori.

Cindy torna dopo pochi istanti con vassoio, bicchiere e bottiglia - Veuve Cliquot La Grande Dame 2008 - e il menu food & beverage per il volo. C'è una carta separata per i tè.

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Do un occhio al menu - ho già prenotato cosa voglio per pranzo qualche settimana prima del volo tramite l'app Eva Air, ma Cindy mi dice che hanno pasti extra e se volessi altro o se cambiassi idea all'ultimo, non ci sarebbe problema.

Dall'app è anche possibile prenotare dei piatti fuori menù, disponibili solo online.

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In attesa della messa in moto, mentre vengono ritirati i bicchieri vuoti e gli oshibori usati.

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Rulliamo per le taxiway. Non c'è quasi modello di aereo che Thai non abbia acquistato o operato negli ultimi vent'anni.

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Decolliamo nel cielo plumbeo di Bangkok che assomiglia davvero tanto alle padane cappe di smog. Appena sopra, il cielo è di nuovo blu.

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Era tutto pronto...

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Esploriamo il sedile: ci sono un sacco di spazi per riporre gli oggetti personali, in parte però già occupati (nello scompartimento laterale: cuffie noise-cancelling e una bottiglietta d'acqua Fiji). I comandi del sedile sono touch.

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Lo schermo dell'IFE è di dimensioni davvero generose e può essere comandato con il controller estraibile sulla console a destra del sedile. L'intero menu è caricato nell'IFE nel caso non si abbia voglia di sfogliare la versione cartacea patinata.

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Infine, un occhio al sedile, con la cintura a tre punti, obbligatoria durante decollo e atterraggio.

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Appena arrivati alla quota di crociera, viene servito un aperitivo. Visto che è ora di pranzo, continuo con lo champagne. Eva Air ha recentemente sostituito le bellissime tovaglie che usava in Royal Laurel class con queste a scacchi, più sobrie ma anche più anonime.

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Venti minuti dopo arriva l'antipasto. Anatra arrosto, involtino di salmone affumicato con mango e maionese alla senape e aneto. Assolutamente delizioso, soprattutto il salmone. Dal cestino del pane chiedo il garlic bread e Cindy insiste per aggiungere anche un panino ai semi di cumino.

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Come main prendo gli spaghetti di riso fritti con i gamberi in salsa duo. In realtà nessuna delle portate principali mi ispirava particolarmente, ma col senno di poi avrei potuto provare l'halibut dal Book the Cook. Ciò detto, il main non erano male anche se la salsa duo è lievemente piccante (ancora gestibile, probabilmente grazie all'effetto aeroplano che rende il mio gusto meno sensibile). Intanto il bicchiere continua a riempirsi da solo... li capisco, non si può lasciare una bottiglia mezza vuota.

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Conclude il pranzo la frutta, il formaggio e il dolce, serviti tutti insieme. La tartelletta al limone era spaziale. Sbagliare con la frutta nel sud est asiatico è pressoché impossibile; Bonus point per il dragon fruit. Dalla carta dei tè scelgo un oolong coltivato nella zona di Alishan, la zona alpina nel mezzo di Taiwan, famosa appunto per la coltivazione del tè. Cindy si ferma a chiacchierare un po' proprio sul tè che ho scelto e mi suggerisce di andare ad Alishan se avessi tempo. Le dico che è in effetti nei programmi, per vedere l'alba sopra al tappeto di nuvole, visto che la volta precedente avevo solo intuito l'alba sotto un tappeto di pioggia.

Tutti i tè sono selezionati e forniti da De Chuan, un marchio storico che ha iniziato a produrre tè a metà '800.

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Finito il pranzo, faccio un salto alla toilette - so che è la foto che tutti aspettano :D

Il design del bagno è piuttosto banale e non particolarmente ispirato - deve essere il modulo standard offerto da Boing. Le amenities sono di 4711, uno dei due marchi che si contende il primato nell'invenzione dell'acqua di colonia - che in realtà è stata inventata da un italiano, il signor Feminis della Val Vigezzo, e poi portata a Colonia, come aqua mirabilis, da un suo paesano, il signor Farina, che la rese celebre e ci fece i soldi. In Val Vigezzo, a Santa Maria Maggiore, esiste un piccolo museo che ne racconta la storia.

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Uno dei due GEnx-1B che tengono in aria l'aereo. L'ala del 787 è davvero un capolavoro e lo dico da convinto Airbussista.

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Poco prima di inziare la discesa vengono offerte delle pastiglie/caramelle al limone contenenti vitamina C. Con un virus in giro, meglio abbondare con le vitamine :)

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Buchiamo nuovamente lo strato nuvoloso proprio sopra la fermata di Dayuan della MRT; l'aeroporto è poche centinaia di metri oltre.

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Atterriamo come una piuma sulla 05R e rulliamo verso il terminal. Parcheggi remoti.

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La parte del terminal 2 occupata da Eva Air.

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Giriamo intorno ad un gemellino di poche settimane più vecchio.

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E infine attracchiamo al nostro gate. Nuovamente a Taiwan :)

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Sbarco con calma, non tra i primi; ringrazio Cindy per l'eccellente volo e scendo nel dito, con personale medico in tuta da biohazard e termo scanner. Si ripassa nuovamente per il solito termo scanner fisso al termine del corridoio che porta verso l'immigrazione. L'aeroporto è assai più tranquillo del solito; il giorno prima, l'Italia ha sfondato quota 500 casi e siamo pericolosamente vicini alla soglia che le autorità sanitarie di Taiwan hanno imposto per far scattare la quarantena. Supereremo la soglia il giorno dopo - salvo per 24 ore.

TPE è il solito prodigio di efficienza, sicuramente agevolato in quest'occasione dal numero ridotto di passeggeri in arrivo: in quindici minuti consegno la mia landing card all'immigrazione, dove un agente di frontiera rigorosamente in mascherina e guanti mi timbra il passaporto in un nanosecondo; prelevo un po' di dollari taiwanesi; vado a ritirare la sim da Chungwa Telecom; compro e ricarico una nuova easyCard per i mezzi (dato che ho dimenticato la mia a casa).

Vado quindi verso la metro in direzione Taoyuan THSR, la stazione dei treni ad alta velocità - direzione sud, verso Tainan. Eva Air offre, in combinazione con un loro volo, un biglietto verso qualsiasi destinazione servita dalla rete ad alta velocità; purtroppo arrivo a ridosso del Peace Memorial Day, che quest'anno cade di venerdì ed è quindi un ponte lungo; ergo, la maggior parte dei treni sono pieni, e trovo posto solo su quello delle 18:43 - quasi tre ore dopo l'atterraggio - tramite l'ufficio prenotazioni della compagnia, un paio di settimane prima del volo.

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Passo in qualche modo le due ore abbondanti che mancano alla partenza del treno e poi un'altra ora e venti per i 300 chilometri tra Taoyuan e Tainan.

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L'unico inconveniente della stazione AV di Tainan è quello di essere ad una decina di km dal centro città - ci sono bus, un treno navetta che porta alla stazione della TRA, oppure i taxi. Prendo un taxi che, col traffico serale pre-ponte, vuol dire impiegarci quasi quaranta minuti.

Arrivo al mio hotel preferito a Tainan, l'FX Tainan; la ragazza al check-in mi prova la febbre col termoscanner, e mi fa compilare la dichiarazione di provenienza e controllo che non sia stato in alcuna zona rossa - l'Italia ci entrerà 48 ore dopo.

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Prendo possesso della mia camera, lascio giù le mie cose ed esco per cena con degli amici locali.
 

I-DAVE

Moderatore
6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
La mattina successiva raggiungo altri amici a Kaohsiung; preso un taxi dall'hotel alla stazione di Tainan, che ha un disperato bisogno di essere risistemata, salgo su un Chu Kuang Express per i 45 minuti scarsi tra le due città. Prima di salire, al controllo biglietti, viene effettuato anche un controllo della temperatura.

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OhBear è presente su tutti i poggiatesta, in qualità di mascotte ufficiale dell'ente turistico taiwanese.

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I lavori alla nuova stazione di Kaoshiung, progettata dallo studio olandese Meccanoo, proseguono - la fine è prevista per il 2025.

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Nonostante tutto, gli italiani sono ancora amati in giro per il mondo.

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Il giro di oggi è molto spirituale e prevede una sosta alla Buddha Mountain, dove vengo portato appena raccattato dalla stazione. Il complesso buddhista, della corrente Mahayana e votato al buddhismo umanistico, è enorme e comprende templi, il monastero, un'università, un museo, la libreria e gli edifici di supporto, diviso in differenti aree. L'intero complesso originariamente occupava oltre 30 ettari, che si sono moltiplicati nel tempo.

Una volta giunti al parcheggio, la prima tappa prevede la salita al monastero, che è stato riaperto intorno al 2000, e che fa parte del nucleo originario stabilito nel 1967.

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Il Jizo Temple, in cima alla scalinata, ospita la campana della felicità, vicina ad alcune rappresentazioni del Buddha. Per entrare viene misurata la febbre e si compila il libro degli ospiti, dove si scrive la provenienza e il nome. Appena è chiaro che sono italiano, si scatena il panico - la mattina stessa il governo taiwanese ha approvato le misure di quarantena per i passeggeri in arrivo dall'Italia. I miei amici spiegano che sono fuori dall'Italia da prima dell'aggravarsi della pandemia e un rapido controllo sul passaporto conferma che sono entrato a Taiwan ben prima della misura restrittiva, e da un paese non colpito da quarantena.

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Il capo-monaco è tutto divertito dal panico che ho scatenato, e mi offre di suonare la campana della felicità per ristabilire la pace e l'armonia, un campanone di svariate tonnellate. Mi mettono in mano un martello, che ha un lato in feltro, e mi invitano ad andarci giù duro. Ora, non so quante persone abbiano esperienza di suonare campane in bronzo più pesanti di un paio di automobili, ma l'aspettativa, irrazionale, era di vedere la campana muoversi come nei campanili nostrani. Ovviamente non si smuove di mezzo centimentro anche se si vedono benissimo le vibrazioni prodotte dal suono che si diffonde, mentre il gong che produce è basso e argentino allo stesso tempo. Mi dicono chem, di solito, il suono si propaga per diverse centinaia di metri.

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Il tempio principale è poco oltre.

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Al''interno del tempio non si possono fare foto, ma mi dicono che è possibile farle da fuori.

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Il complesso monastico è immerso in un giardino tropicale, e attira anche i non-buddhisti come semplice luogo di passeggio.

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Salendo lungo i tornanti si può vedere a colpo d'occhio la parte più monumentale e scenografica, il Buddha Memorial Centre, che è una specie di museo/biblioteca. La statua del Buddha è alta circa 40 metri.

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Il museo vero e proprio è ospitato in questa specie di ziggurat.

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Il cono prospettico è fatto per incanalare l'attenzione verso il Buddha, lo sguardo a salire, come ad agevolare l'idea di elevamento e illuminazione. Da qui sono quasi 700 metri.

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Ovviamente ci sono abbondanza di ristoranti e caffetterie in tutta l'area. Perché non approfittarne, visto che è l'ora di pranzo...?

Uno dei piatti più tipici di Taiwan è il turkey rice, una scodella di riso bianco bollito con tacchino arrostito e irrorato di abbondante salsa fatta con il brodo del tacchino, salsa di soia, cipollotto e pepe bianco. La cosa più simile che mi viene in mente, è versare una tonnellata di sugo di arrosto sopra la pasta - semplice e delizioso.

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Il mio primo incontro con l'uovo centenario non è stato dei migliori, mi viene quindi propinato un secondo tentativo, questa volta con tofu e bonito flakes. Non che sia andata molto meglio. In compenso ho fatto una scorpacciata di bok choy (cavolo verde cinese, che si intravede a destra) di cui sono un grande fan!

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Visto che è sulla strada per tornare verso il centro di Kaohsiung, ci fermiamo per un breve giro al Chengcing Lake, un bacino artificiale che supporta le riserve idriche della città, e che è diventato negli anni un parco pubblico. All'interno del parco si trovava un bunker antiatomico costruito da Chiang Kai-shek nel 1961, che è stato trasformato in un acquario. Il parco (che all'epoca non era un parco pubblico) includeva una delle innumerevoli residenze di CKS in giro per Taiwan.

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Il lago non è particolarmente grosso (circa 1 km²) ma è una zona tranquilla e piacevole. Attraverso tutto il parco vi sono aree per il picnic e il barbeque, popolari soprattutto durante il Festival di Metà Autunno, quando grigliare è il passatempo nazionale. All'ingresso del parco troverete venditori di patate dolce alla brace.

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Il ponte delle nove curve si dice porti fortuna a chi lo percorre.

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L'ultima tappa per la giornata è lo storico consolato britannico presso Takao, com'era conosciuta un tempo Kaohsiung. Il consolato, fu costruito verso la metà dell'ottocento, quando l'impero Qing fu costretto ad aprire i porti commerciali all'occidente con il trattato di Pechino. Il Regno Unito decise di aprire quindi un consolato a Formosa, che venne in seguito trasferito a Tamsui, a nord di Taipei, qualche decennio dopo.

L'edificio si trova su un promontorio che guarda l'ingresso del porto di Kaohsiung, con alle spalle la mole della Monkey Mountain.

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Si sale tramite una scalinata.

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Un tempio taoista, costruito durante l'occupazione giapponese, si trova di fronte all'ingresso.

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Il termoscanner ancora una volta conferma che ho poco più di 36°C, e così posso entrare dopo aver fatto il biglietto.

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Il progetto del complesso, un semplice edificio a pianta rettangolare in stile neorinascimentale inglese, venne redatto in Inghilterra e costruito usando materiale mandato da Amoy (l'odierna Xiamen).

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L'interno ospita una cafeteria e un negozio di souvenir, e dal parco circostante si può vedere bene il porto di Kaohsiung e la Tunintex Tower, nonostante la quantità di polveri sottili.

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Per cena vince una ristorante hot pot :p

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Pizza, maionese, mango, ananas, noccioline e acqua tonica in una botta sola e poi il duodeno fa così: