MF - Numero 227 pag. 21 del 17/11/2012 - Alitalia, miracolo a metà - Al management è riuscita l'impresa di risanare la gestione operativa del vettore. Ma adesso servono capitali freschi per almeno 650 milioni di euro, come spiega l'economista Riccardo Gallo. Sarebbero manna anche per la Sea - di Angela Zoppo
Un «miracolo», sotto il profilo dei risultati operativi. Dice proprio così parlando dell'Alitalia il professor Riccardo Gallo, docente di economia alla Sapienza di Roma e un lungo curriculum sul campo (è stato anche vicepresidente dell'Iri) … Dopo un semestre da dimenticare, archiviato con una perdita di oltre 200 milioni di euro infatti, Alitalia ha chiuso i conti al 30 settembre scorso con un risultato netto di 27 milioni di euro, ma ora l'ultimo spicchio dell'anno, tradizionalmente difficile per le compagnie aeree, certo non basterà a recuperare le perdite. Stando ad alcune stime, perciò, l'esercizio in corso potrebbe chiudersi con un risultato netto negativo per circa 130-150 milioni di euro, contro i 69 milioni di euro di perdita del 2011, che andrà nuovamente a gravare sul capitale residua. «In cassa perciò devono entrare mezzi freschi per almeno 650 milioni di euro, una cifra quasi analoga a quella versata nel 2008. Questo è il momento per gli azionisti di dimostrare di essere veri imprenditori, perché Alitalia è stretta in un paradosso, da un lato il miracolo compiuto dalla struttura operativa e dall'altro il dubbio esistenziale sul ruolo dell'azionariato», spiega Gallo, che non crede possano bastare le strategie alternative ipotizzate dall'ad Andrea Ragnetti, come la cessione di slot o altri asset minori. Ma c'è anche un altro elemento che a giudizio di Gallo renderebbe ancora più ingiustificabile una mancata ricapitalizzazione: l'imminente quotazione di Sea, la società che gestisce gli scali di Linate e Malpensa. «Chiediamocelo se sia giusto andare a rastrellare risparmio privato da piccoli investitori per portare capitali freschi alla Sea, prima che il maggior carrier nazionale venga ricapitalizzato dai suoi azionisti. «L'ipo di Sea», conclude Gallo, «non dovrebbe partire fino a quando i soci Alitalia non avranno sottoscritto l'impegno a versare nuove risorse nelle casse della compagnia».