Re: Sospensione richiesta di fallimento per Aeradria e bando di privatizzazione
riminiUndici milioni di euro di soldi cash e 18/19 milioni di euro pagati "in natura", ovvero convertendo il credito maturato dai cosiddetti creditori chirografari di terza classe in azioni. Ventinove milioni di euro. E' il prezzo da pagare per il salvataggio di Aeradria. Quello che la società si impegna a riconoscere ai creditori, a fronte di un debito complessivo lievitato nel frattempo da 47 a 52,362 milioni di euro (comprensivi delle spese che comporta la procedura di concordato: circa un milione). Il "bonus", l'esdebitamento in termini tecnici, è di circa 23 milioni, che alleggeriranno il "Fellini", consentendogli di tornare a volare. Se il Tribunale dirà "ok, il prezzo è giusto". Ma non c'è tempo da perdere. La nuova proposta di concordato deve essere presentata entro martedì 16 luglio, due giorni prima dell'udienza fissata dal giudice. Alla proposta – corredata degli atti concreti, ovvero i risultati del bando attraverso il quale sono state raccolte manifestazioni di interesse a partecipare all'aumento di capitale da parte di nuovi investitori per 5,3 milioni di euro, nonché i frutti dell'accordo con la cordata di creditori guidata da Banca Carim – vanno aggiunte anche delibere approvate dal consiglio comunale di Rimini e dal consiglio provinciale, i principali soci pubblici. Ieri il primo passaggio in commissione consigliare a Rimini. E' filato tutto liscio. La nuova proposta di concordato ha ottenuto la maggioranza dei voti. Lunedì si va in consiglio. Lo stesso farà il consiglio provinciale. La delibera chiude contestualmente anche i "vecchi" atti, quelli relativi alla prima proposta di concordato rigettata dal tribunale lo scorso 13 maggio.
La nuova proposta concordataria prevede che attraverso la liquidità generata dalla gestione futura e i soldi cash derivanti dall'ingresso di nuovi soci privati (i 5,3 milioni di euro che Carim, Asset Banca, Repubblica di San Marino, Confindustria Rimini e Italcamel si sono impegnati a versare partecipando ad un nuovo aumento di capitale) saranno rimborsati integralmente i creditori privilegiati (dipendenti, professionisti, eccetera, per 7,2 milioni di euro), nella misura del 50% i crediti chirografari di prima classe (1,185 milioni di euro in totale) e nella misura del 30% quelli di seconda classe (10,4 milioni in totale), per un costo complessivo di circa 11 milioni di euro. Quanto ai crediti di terza classe, 33,6 milioni di euro in totale, l'impegno è a pagarne il 56% attraverso la conversione in azioni di nuova emissione di Aeradria. Rispetto alla prima proposta va decisamente meglio: per i creditori di terza classe il rimborso previsto era appena del 15,14% (più alto invece per quelli di prima e seconda: 70 e 40%). "Una proposta complessivamente migliorativa rispetto alla precedente" l'ha definita ieri pomeriggio in commissione l'assessore al Bilancio Gian Luca Brasini. Che ha scandito la tempistica delle varie operazioni, qualora, come si auspica, il Tribunale dia l'ok al concordato. Il responso, probabilmente, non arriverà prima della pausa di Ferragosto. Se sarà positivo, nel mese di ottobre dovrebbe essere possibile ottenere l'omologa e dunque contestualmente lanciare il primo aumento di capitale, riservato ai creditori disponibili a convertire il proprio credito in azioni. In una seconda fase sarà lanciato il secondo aumento di capitale riservato agli investitori che hanno risposto al bando che si è chiuso il 10 luglio (ma c'è ancora una "finestra" fino al 25). Al termine dei due aumenti di capitale sarà completamente ridisegnata la compagine sociale di Aeradria e l'aeroporto sarà di fatto privatizzato. I nuovi soci privati (con Carim in testa) avranno la maggioranza, con il 78% delle azioni. I soci pubblici non potranno però scendere al di sotto del 20% del capitale sociale (lo impongono le norme del settore aeroportuale). Il Comune di Rimini, dal canto suo, vedrà la propria partecipazione passare dall'attuale 18,1% al 2,79%, i vecchi soci privati congiuntamente al 2,78%.
riminiUndici milioni di euro di soldi cash e 18/19 milioni di euro pagati "in natura", ovvero convertendo il credito maturato dai cosiddetti creditori chirografari di terza classe in azioni. Ventinove milioni di euro. E' il prezzo da pagare per il salvataggio di Aeradria. Quello che la società si impegna a riconoscere ai creditori, a fronte di un debito complessivo lievitato nel frattempo da 47 a 52,362 milioni di euro (comprensivi delle spese che comporta la procedura di concordato: circa un milione). Il "bonus", l'esdebitamento in termini tecnici, è di circa 23 milioni, che alleggeriranno il "Fellini", consentendogli di tornare a volare. Se il Tribunale dirà "ok, il prezzo è giusto". Ma non c'è tempo da perdere. La nuova proposta di concordato deve essere presentata entro martedì 16 luglio, due giorni prima dell'udienza fissata dal giudice. Alla proposta – corredata degli atti concreti, ovvero i risultati del bando attraverso il quale sono state raccolte manifestazioni di interesse a partecipare all'aumento di capitale da parte di nuovi investitori per 5,3 milioni di euro, nonché i frutti dell'accordo con la cordata di creditori guidata da Banca Carim – vanno aggiunte anche delibere approvate dal consiglio comunale di Rimini e dal consiglio provinciale, i principali soci pubblici. Ieri il primo passaggio in commissione consigliare a Rimini. E' filato tutto liscio. La nuova proposta di concordato ha ottenuto la maggioranza dei voti. Lunedì si va in consiglio. Lo stesso farà il consiglio provinciale. La delibera chiude contestualmente anche i "vecchi" atti, quelli relativi alla prima proposta di concordato rigettata dal tribunale lo scorso 13 maggio.
La nuova proposta concordataria prevede che attraverso la liquidità generata dalla gestione futura e i soldi cash derivanti dall'ingresso di nuovi soci privati (i 5,3 milioni di euro che Carim, Asset Banca, Repubblica di San Marino, Confindustria Rimini e Italcamel si sono impegnati a versare partecipando ad un nuovo aumento di capitale) saranno rimborsati integralmente i creditori privilegiati (dipendenti, professionisti, eccetera, per 7,2 milioni di euro), nella misura del 50% i crediti chirografari di prima classe (1,185 milioni di euro in totale) e nella misura del 30% quelli di seconda classe (10,4 milioni in totale), per un costo complessivo di circa 11 milioni di euro. Quanto ai crediti di terza classe, 33,6 milioni di euro in totale, l'impegno è a pagarne il 56% attraverso la conversione in azioni di nuova emissione di Aeradria. Rispetto alla prima proposta va decisamente meglio: per i creditori di terza classe il rimborso previsto era appena del 15,14% (più alto invece per quelli di prima e seconda: 70 e 40%). "Una proposta complessivamente migliorativa rispetto alla precedente" l'ha definita ieri pomeriggio in commissione l'assessore al Bilancio Gian Luca Brasini. Che ha scandito la tempistica delle varie operazioni, qualora, come si auspica, il Tribunale dia l'ok al concordato. Il responso, probabilmente, non arriverà prima della pausa di Ferragosto. Se sarà positivo, nel mese di ottobre dovrebbe essere possibile ottenere l'omologa e dunque contestualmente lanciare il primo aumento di capitale, riservato ai creditori disponibili a convertire il proprio credito in azioni. In una seconda fase sarà lanciato il secondo aumento di capitale riservato agli investitori che hanno risposto al bando che si è chiuso il 10 luglio (ma c'è ancora una "finestra" fino al 25). Al termine dei due aumenti di capitale sarà completamente ridisegnata la compagine sociale di Aeradria e l'aeroporto sarà di fatto privatizzato. I nuovi soci privati (con Carim in testa) avranno la maggioranza, con il 78% delle azioni. I soci pubblici non potranno però scendere al di sotto del 20% del capitale sociale (lo impongono le norme del settore aeroportuale). Il Comune di Rimini, dal canto suo, vedrà la propria partecipazione passare dall'attuale 18,1% al 2,79%, i vecchi soci privati congiuntamente al 2,78%.