Re: Ustica, Stato condannato a risarcire vittime."Congruamente motivata la tesi del m
"Nell'esposto dell'associazione 'Rita Atria' si ipotizzava che Marcucci sia "stato ucciso, forse da un ordigno al fosforo posto nel cruscotto del velivolo, perché in possesso di informazioni importanti sulla strage di Ustica".
Una delle innumerevoli idiozie tirate fuori per avvalorare piste oscure e trame occulte. La più incredibile di 'ste stronzate, tuttavia, resta imbattuta quella che vorrebbe la strage di Ramstein come attentato e/o manomissione dell'aereo di Naldini (o Nutarelli, a scelta del lettore).
(AGI) - Roma, 26 nov. - "Facciamola finita con questa storia del missile e della battaglia aerea. In Italia, sul caso di Ustica, l'opinione pubblica si e' lasciata troppo condizionare da film e sceneggiati. Sono tutte tesi di fantascienza che hanno fatto arricchire qualche giornalista 'spara bufale' prendendo in giro quei familiari delle vittime che da anni inseguono la verita' senza fare politica". Carlo Giovanardi, torna a parlare del disastro del Dc9 dell'Itavia che precipito' la sera del 27 giugno 1980 provocando la morte di 81 persone e ripropone la pista della bomba esplosa nella toilette del velivolo.
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Ustica, se fosse stata una bomba e non un missile?
E se fosse stata una bomba e non un missile ad abbattere il Dc9 di Ustica? L’opinione pubblica e buona parte della pubblicistica sono convinti del contrario. Eppure la materia è assolutamente controversa. Intanto perché, per paradosso tutto italiano, ci sono due verità giudiziarie che si fronteggiano: le sentenze penali (Cassazione 2007) dicono che non ci fu battaglia aerea, o quantomeno ridimensionano grandemente ogni certezza; le sentenze civili (Cassazione 2013) affermano il contrario. Anche il mondo dei periti non ha mai raggiunto una visione unica. L’ultima commissione tecnica, però, presieduta dall’allora preside della facoltà di Ingegneria della Sapienza, Aurelio Misiti, all’unanimità scartò la tesi del missile e sostenne quella della bomba interna: l’aereo Itavia - sostennero - sarebbe caduto per un’esplosione dovuta a un ordigno sistemato nella toilette posteriore. Un’azione di terrorismo, quindi. Che se fosse confermata porterebbe inevitabilmente a rileggere anche la strage della stazione di Bologna: l’aereo, decollato proprio dall’aeroporto del capoluogo emiliano, precipita il 27 giugno 1980; la stazione salta in aria il 2 agosto 1980.
«Tutto il resto sono bufale», sostiene l’indomito Carlo Giovanardi, senatore Ncd, supporter da sempre della tesi della bomba. Ma le cose non sono poi così chiare. Magari. Scrisse la magistratura romana che accolse quella relazione tecnica: «Il lavoro dei periti d’ufficio è affetto da tali e tanti vizi di carattere logico, da molteplici contraddizioni e distorsioni del materiale probatorio da renderlo inutilizzabile». Per meglio sostenere la verità della bomba, è arrivato ora un libro (“Ustica. Il mistero e la realtà dei fatti”, LoGisma editore) scritto da uno dei periti della commissione Misiti, l’ingegnere svedese Goran Lilja.
«Ho deciso di scrivere questo libro - spiega Lilja - perché i risultati della nostra commissione sono poco conosciuti, persino nell’ambiente degli addetti ai lavori, e del tutto misconosciuto dall’opinione pubblica italiana. Tutti parlano dell’incidente di Ustica come di “un aereo abbattuto da un missile”. Invece no. E i responsabili dell’abbattimento sono ancora liberi. Io capisco il fattore umano: tragedie come questa creano lutti immensi, diventa naturale cercare un colpevole, ma così si rischia di trovare solo dei capri espiatori. Ustica ne è un esempio». «Per me - sostiene un altro superperito di quella commissione, Frank Taylor, che firmò anche le conclusioni sull’incidente di Lockerbie, quando un aereo civile fu abbattuto con una bomba di mano libica - è un mistero perché la magistratura non abbia seguito le logiche conclusioni del nostro lavoro di periti. Nessuno in Italia ha mai cercato di capire perché e chi ha messo una bomba su quell’aereo».
fonte: La Stampa