Diciamo che le tariffe ci sono (anche a meno di 300 euro, talvolta), e che il problema non è del vettore aereo, ma delle necessità del cliente. Se ti serve l'auto rossa e non quella blu, paghi quella rossa che non è in promozione. Ma quella blu rimane sempre disponibile, sei tu che non puoi/vuoi prenderla, ma non puoi riversare la "colpa" sul costruttore.Io non sono affatto contrario alla politica della mia azienda; ovviamente non sono contento ma capisco le motivazioni.
La storia che si viaggi in America a 300 euro è realistica come le auto che costano 7999 euro: capita, è vero, ma se la data del viaggio la decide la compagnia aerea, se quella data è fuori stagione, se non devi modificare il viaggio e se hai una buona dose di fortuna a comprare quella tariffa.
Se voli tanto lo spazio da allevamento intensivo è un problema vero, non una fisima
Detto questo, le tariffe seguono lo stesso meccanismo sia in Y, sia in J: alla tariffa di 300 € in Y corrisponde quella da 1.200 € in J, ne più, nè meno. Se il 10% della cabina di Y viene venduto a 300, il 10% di quella di J lo è a 1.200, solo che trovi 30 biglietti a 300 e solo 2/3 a 1.200. Non c'è nulla di scandaloso, sono le normali politiche commerciali, imposte dal fatto che con queste tariffe vai a recuperare i mancati introiti derivanti dalla difficoltà di cominciare a vendere a partire da 500/600; il conto, alla fine, deve quadrare, ed i ricavi devono necessariamente essere superiori ai costi.