ROMA - EasyJet, la compagnia che doveva salvare Alitalia, e che dopo tre mesi di trattative ha preferito girare le spalle al salvataggio, lancia l'allarme Brexit e perde l'8% in Borsa a Londra trascinando con se al ribasso anche Iag (British Airways-Iberia) e Ryanair. Il gruppo ha lanciato in queste ore un profit warning sui conti dovuto proprio al timore di una uscita ruvida della Gran Bretagna dall'Unione europea e ad un ipotetico calo dei voli e dei passeggeri. Un rischio che i manager del vettore inglese con base a Londra Luton, tengono in conto per il semestre aprile-settembre, il periodo caldo del turismo e dei voli della low cost, ma anche quello che porta maggiori introiti.
La compagnia si dichiara infatti "prudente" sul secondo semestre fiscale dell'anno - che cade in questo caso tra aprile e settembre - e stima un'attività "più debole fino a settembre nel Regno Unito e in Europa, principalmente per le incertezze a livello macroeconomico e i numerosi punti interrogativi legati all'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea", spiega il numero uno della low cost Johan Lundgren, in una nota. Ma almeno per il primo semestre chiuso ieri, easyJet prevede una performance in linea con le attese. Ovvero una perdita lorda di circa 275 milioni di sterline mentre i ricavi dovrebbero crescere del 7,3% a 2,34 miliardi a fronte di una "capacità di trasporto" salita del 14,5% a 46,2 milioni di passeggeri.
E intanto gli analisti prendono atto dei problemi e affilano i rating: i tecnici di Ubs, ad esempio, condividono e mettono in risalto le incognite sul secondo semestre come possibile elemento negativo per l'andamento del trend del business della società. La valutazione sul titolo al momento è "neutral" ma si possono prevedere pressioni al ribasso sulle sue quotazioni dopo le prime ore di turbolenza in Borsa.
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