Possiamo tirarci tutte le pippe mentali che vogliamo, immaginare nuove flotte, nuovi aerei... ma per pagarli servono s-o-l-d-i.
Alitalia 3.0 inizia dopo l'ennesimo fallimento, 8 rinvii per la chiamata alla privatizzazione (rinvii per ovvia mancanza di interesse, intendiamoci), nel momento più difficile per l'aviazione civile globale e la bellezza di 500 milioni in saccoccia.
Con 500 milioni non compri nulla. Anche a prezzi di saldo. Anche a costo di produzione magari ci fai tre 787, di sicuro non 20. Ergo, leasing. Quindi debito, un po' come i fighi che vedevo da ragazzino a Biella, magazziniere alla Pettinatura di Verrone (o magari stagista non retribuito in Banca Sella) ma con l'Audi RS4.
Ora, però... chi te lo da un leasing? Alitalia arriva, torno a dire, da tre fallimenti in fila. Le possibilità di vendita sono le stesse che ho io di andare in vacanza a settembre: scarse. L'azienda è chiaramente sottocapitalizzata. Certo, c'è la crisi, il Covid, chittepare... Ma ve la vedete GECAS, Air Lease Co, una qualsiasi compagnia di leasing rispettabile, che da via 20 787 ad Alitalia, magari a prezzo di mercato, basandosi su quello che vedono? Con la prospettiva di vedersi gli asset bloccati da qualche parte, come sta succedendo agli aerei di Virgin Australia a Perth, perchè l'aeroporto (giustamente) s'incazza dato che non vede una lira da sei mesi? A 'sto punto, fossi GECAS o ALC, faccio che tenermeli a casa a Marana, gli aerei, ad aspettare che li prenda qualcuno. (E comunque non mi sembra che ci sia poi così tanto materiale sul mercato, ora come ora. Nessuno sta dismettendo 787, 350, 77W. Tolti i fallimenti non vedo aerei nuovi tornare al lessor).
Rimangono, quindi, i pirati. Prendere ferrivecchi come i G-GATx che BA ha intelligentemente preso per Gatwick, roba che è finita nel deserto per due anni... per poi spendere milioni per rimetterli a posto. Oppure è meglio continuare con quello che si ha, tenerli decentemente (come, inter nos, Alitalia ha sempre fatto, AZ Engineering è un'eccellenza riconosciuta da tutti) e cercare di fare il miracolo e imbastire una compagnia che riesca a stare in piedi. Che gli acquisti li facciano i futuri acquirenti.