- 10 Dicembre 2007
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Spesso si confronta AZ con IB, ma quest'ultima può godere di una grande rendita di posizione storico/geografica che la compagnia italiana non può vantare.
Non a caso la quasi totalità del lungo raggio è verso destinazioni latino americane, o statunitensi.
Vantaggi analoghi possiamo ritrovarli in piccole compagnie come TAP o Aer Lingus.
AZ purtroppo non ha questa fortuna.
Si dibatte da tempo se l'hub stia meglio a MXP o FCO. Per quanto siano diversi tra loro, non mi sembra che uno dei due possa vantare una predominanza schiacciante verso l'altro.
LIN secondo me è un falso problema (chiaramente con l'hub a FCO), nel senso che dubito fortemente che viste le elevate tariffe pagate sul nazionale, l'Idroscalo sia la causa principale delle perdite di AZ. Anzi. Detto questo, si potrebbe anche chiudere, ma secondo me strategicamente non cambierebbe nulla.
A prescindere dal discorso aeroporti, non riesco proprio a vedere nessuna possibilità per la nuova ITA di pervenire ad una sostenibilità economica.
Generosamente voglio soprassedere sul dettaglio che una compagnia gestita rigorosamente in chiave politica, non potrà mai pervenire ad una ragionevole competitività.
Passando a valutazioni più operative, dimezzare la flotta significa abbassare enormemente le economie di scala, ed intrinsecamente rendere molto meno funzionale il meccanismo hub & spoke. Con il conseguente calo di competitività.
La diminuita dimensione peserà negativamente in qualsiasi tipo di contratto: da quello per entrare in un'alleanza, fino a quelli di acquisto di beni e servizi.
Non è certo casuale la tendenza al consolidamento nel settore.
Passiamo alla mission: se è vero che rimarranno 7/8 WB, non riesco proprio ad individuarne una. Collegare sporadicamente meno di una decina di destinazioni LR?
Mi sembra molto aleatorio.
Anche sulla presunta crescita rispetto alla dimensione iniziale ho parecchi dubbi.
Sia perchè la concorrenza non aspetta i comodi del governo italiano, sia perchè qualora ITA dovesse produrre voragini nei conti, l'esperienza ci insegna che il governo spenderà i soldi destinati all'espansione solo per assicurare la gestione ordinaria della "mini AZ".
O se si preferisce, per consentirle di sopravvivere.
Altra situazione critica riguarda la concorrenza: diversamente da altri hub europei che garantiscono all'hub carrier una certa protezione grazie ad un elevato grado di saturazione, sia FCO che MXP hanno spazio in abbondanza per ospitare concorrenti.
E i pax che volavano con i 50 aerei tagliati da AZ, presumibilmente voleranno su aerei dei concorrenti. Che grazie a questi pax potranno aumentare frequenze, destinazioni e appetibilità. In altre parole, diventare più competitivi. Ovviamente alla nuova AZ spetterebbe il destino opposto.
Il nanismo sarà anche causa di disaffezione dei FF, che rispetto a prima troveranno una compagnia che garantirà un network più limitato. Quelli che si troveranno "scoperti" o che nella nuova realtà troveranno più attrattiva la concorrenza, ringrazieranno e saluteranno.
Ma anche al netto di tanti dettagli, l'esperienza di altri ci insegna abbastanza chiaramente cosa bisogna fare per creare un hub carrier competitivo: investire soldi a vagoni e aprire rotte ovunque sostenendone le perdite fino a quando l'effetto rete diventi in grado di far funzionare compiutamente il sistema hub & spoke.
Lo hanno fatto i non ricchissimi ma numerosi turchi, come lo hanno fatto gli emirati del golfo, all'opposto ricchissimi ma semi-spopolati.
Oltre a cifre oceaniche, servono anche una volontà ed una assertività politiche tali da imporre il proprio campione nazionale nella sfida globale. Inevitabilmente facendosi largo a gomitate.
Ora alla luce di queste esperienze, poniamo lo sguardo sulla situazione italiana, con le videosuppliche dei nostri ministri per portare a casa da Bruxelles qualcosa di simile ad una compagnia aerea zoppa. Credo sia sufficiente per avere un quadro di ciò che ci aspetta.
Non a caso la quasi totalità del lungo raggio è verso destinazioni latino americane, o statunitensi.
Vantaggi analoghi possiamo ritrovarli in piccole compagnie come TAP o Aer Lingus.
AZ purtroppo non ha questa fortuna.
Si dibatte da tempo se l'hub stia meglio a MXP o FCO. Per quanto siano diversi tra loro, non mi sembra che uno dei due possa vantare una predominanza schiacciante verso l'altro.
LIN secondo me è un falso problema (chiaramente con l'hub a FCO), nel senso che dubito fortemente che viste le elevate tariffe pagate sul nazionale, l'Idroscalo sia la causa principale delle perdite di AZ. Anzi. Detto questo, si potrebbe anche chiudere, ma secondo me strategicamente non cambierebbe nulla.
A prescindere dal discorso aeroporti, non riesco proprio a vedere nessuna possibilità per la nuova ITA di pervenire ad una sostenibilità economica.
Generosamente voglio soprassedere sul dettaglio che una compagnia gestita rigorosamente in chiave politica, non potrà mai pervenire ad una ragionevole competitività.
Passando a valutazioni più operative, dimezzare la flotta significa abbassare enormemente le economie di scala, ed intrinsecamente rendere molto meno funzionale il meccanismo hub & spoke. Con il conseguente calo di competitività.
La diminuita dimensione peserà negativamente in qualsiasi tipo di contratto: da quello per entrare in un'alleanza, fino a quelli di acquisto di beni e servizi.
Non è certo casuale la tendenza al consolidamento nel settore.
Passiamo alla mission: se è vero che rimarranno 7/8 WB, non riesco proprio ad individuarne una. Collegare sporadicamente meno di una decina di destinazioni LR?
Mi sembra molto aleatorio.
Anche sulla presunta crescita rispetto alla dimensione iniziale ho parecchi dubbi.
Sia perchè la concorrenza non aspetta i comodi del governo italiano, sia perchè qualora ITA dovesse produrre voragini nei conti, l'esperienza ci insegna che il governo spenderà i soldi destinati all'espansione solo per assicurare la gestione ordinaria della "mini AZ".
O se si preferisce, per consentirle di sopravvivere.
Altra situazione critica riguarda la concorrenza: diversamente da altri hub europei che garantiscono all'hub carrier una certa protezione grazie ad un elevato grado di saturazione, sia FCO che MXP hanno spazio in abbondanza per ospitare concorrenti.
E i pax che volavano con i 50 aerei tagliati da AZ, presumibilmente voleranno su aerei dei concorrenti. Che grazie a questi pax potranno aumentare frequenze, destinazioni e appetibilità. In altre parole, diventare più competitivi. Ovviamente alla nuova AZ spetterebbe il destino opposto.
Il nanismo sarà anche causa di disaffezione dei FF, che rispetto a prima troveranno una compagnia che garantirà un network più limitato. Quelli che si troveranno "scoperti" o che nella nuova realtà troveranno più attrattiva la concorrenza, ringrazieranno e saluteranno.
Ma anche al netto di tanti dettagli, l'esperienza di altri ci insegna abbastanza chiaramente cosa bisogna fare per creare un hub carrier competitivo: investire soldi a vagoni e aprire rotte ovunque sostenendone le perdite fino a quando l'effetto rete diventi in grado di far funzionare compiutamente il sistema hub & spoke.
Lo hanno fatto i non ricchissimi ma numerosi turchi, come lo hanno fatto gli emirati del golfo, all'opposto ricchissimi ma semi-spopolati.
Oltre a cifre oceaniche, servono anche una volontà ed una assertività politiche tali da imporre il proprio campione nazionale nella sfida globale. Inevitabilmente facendosi largo a gomitate.
Ora alla luce di queste esperienze, poniamo lo sguardo sulla situazione italiana, con le videosuppliche dei nostri ministri per portare a casa da Bruxelles qualcosa di simile ad una compagnia aerea zoppa. Credo sia sufficiente per avere un quadro di ciò che ci aspetta.