Thread ITA Airways dal 15 ottobre


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TapiroVolante

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abbiamo opinioni diverse, ci sta e la rispetto.
personalmente troppo poco professionale una società che pone i propri futuri dipendenti in una situazione simile. tutto qua.
che questo venga fatto passare come la normalità in italia mi deprime ancor di più.
sono due le cose: o in ita non sapevano che chiedendo ad una persona di iniziare il giorno dopo avrebbero creato problemi lato notice period con la società vecchia, o se ne sono sbattuti altamente (oppure ancora lo hanno usato come leverage per fare scrematura e prendere veramente i più disperati).
non so' quale opzione sia peggio.
Quando (secoli fa) mi occupavo, nel mio molto piccolo, di sindacato (solo ed unicamente RSA, ambito parrocchiale, quindi...) il mio mantra era "pensiamo come farebbe l'azienda", quindi voglio fare questo gioco, e ragionare come potrebbe aver fatto ITA: <<Mumble mumble... allora, io ho bisogno di 2800 persone qui, ora e subito... ho qui sul mio tavolo 6 o 7 mila domande... come mi comporto? Faccio il carino e lo scrupoloso con tutti, cercando di scremare il meglio del meglio con attenzione e di non far male a nessuno? Oppure uso i numeri e, visto che ho una gran fretta di partire, forzo la mano?>>
Dico una scemata se ritengo che qualsiasi selezionatore terzo, magari un dirigente finlandese o neozelandese (entrambi totalmente estranei alle meccaniche italiane) avrebbe pronunciato un Guzzantiano "la seconda c'hai detto" ?
 
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atlantique

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Tante belle chiacchiere per concludere che quindi non erano indispensabili avendone azzerato il potere contrattuale. Mi dispiace ma questa volta sindacalisti, sindacalari e aquilotti selvaggi non hanno toccato palla confezionando un suicidio perfetto per i loro seguaci. E va di lusso se riescono a farsi riconoscere gli ammortizzatori privilegiati perché dal vento che tira non butta bene, basta vedere come Draghi ha preso a pesci in faccia i sindacati su quota 100.
Preso nella foga della risposta anti-sindacalara (dei quali per inciso al sottoscritto interessa meno di niente), dal Vangelo secondo Farfallino , non hai nemmeno capito quello che ho scritto. Un corso di lettura sarebbe opportuno.

Ovvero che senza personale di provenienza AZ, ITA il 15 ottobre non faceva nemmeno un pushback figuriamoci un volo, quindi si' il personale ex AZ era indispensabile all'avvio di iTA.

Averne azzerato il potere contrattuale non li rende sostituibili il 15 ottobre, ma pensare che tu possa capire di OCC e certificazioni di personale aeronautico e relativa normativa capisco che possa essere stato ottimistico da parte mia.

Con l'occasione ti consiglio di suggerire al tuo nuovo padrone un corso di Comunicazione & Marketing, da non svolgersi in presenza di polli.
 
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atlantique

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Non discuto di cose che non conosco, sei tu l'esperto in materia e non posso fare altro che fidarmi.
Quindi è ininfluente il numero di domande fossero anche un milione.
Beh c’è poco da essere esperti,qui siamo alle basi proprio. Evidentemente nessuno tranne i provenienti da AZ visto che ENAC, con la quale parlo giornalmente( essendo da qualche anno passato dall’altro lato e gestisco il mio COA), aveva concesso una deroga per il training a chi era già in AZ, tanto è vero che se non sbaglio AZ ha fatto tali reduced courses per conto ITA.
 
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Nightjar

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In the meantime... (comunicato stampa ITA)


ITA Airways ottiene la certificazione categoria IIIA in soli 12 giorni

ITA Airways ha ottenuto oggi dall’autorità aeronautica ENAC la certificazione ad operare con i minimi di bassa visibilità appartenenti alla categoria III A.
ITA Airways, in virtù dei crediti acquisiti con l’esperienza del proprio personale di volo, nonché dalla flotta già precedentemente certificata per tali operazioni, ha ottenuto la certificazione in soli 12 giorni.
La Compagnia fin dall’ottenimento del COA (certificazione operatore aereo) avvenuto lo scorso 18 agosto, ha esercitato tutte le azioni possibili volte all’ottenimento della certificazione categorie III A.
 

TapiroVolante

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In the meantime... (comunicato stampa ITA)


ITA Airways ottiene la certificazione categoria IIIA in soli 12 giorni

ITA Airways ha ottenuto oggi dall’autorità aeronautica ENAC la certificazione ad operare con i minimi di bassa visibilità appartenenti alla categoria III A.
ITA Airways, in virtù dei crediti acquisiti con l’esperienza del proprio personale di volo, nonché dalla flotta già precedentemente certificata per tali operazioni, ha ottenuto la certificazione in soli 12 giorni.
La Compagnia fin dall’ottenimento del COA (certificazione operatore aereo) avvenuto lo scorso 18 agosto, ha esercitato tutte le azioni possibili volte all’ottenimento della certificazione categorie III A.
Posso fare un po' di facile ironia?
"Dopo gli ori di Tokyo nei 100 e nella 4x100, l'Italia si conferma leader indiscussa nel settore della Velocità in questo 2021"
 

ilverococco

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A me sembra che stiamo partendo da assunti non certi: siamo sicuri che tutti i 2.800 che sono passati in ITA abbiano avuta la comunicazione di assunzione la sera del 14 per la mattina del 15? Che nessuno di loro sia stato avvisato con una tempistica (qualche giorno) che gli poteva permettere quanto meno di tentare un contatto con AZ per concordare le dimissioni? Che siano tutti, nessuno escluso, stati costretti obtorto collo ad accettare comunque l'assunzione in ITA?
A me sta bene tutto, ma lo specchio della mentalità del dipendente "tipo" (ove per tipo intendo lo stereotipo del dipendente) AZ è esattamente questo, il dipendente vessato da tutto e da tutti, il calimero di turno. Stanno sbattendo il muso contro la dura realtà del mercato del lavoro che vale nel resto del mondo per tutti gli altri, ma non se ne fanno ancora una ragione, e non riescono a comprendere che il loro mondo ovattato, forse, è arrivato al punto finale. E forse, prima di insultare AZ, dovrebbero chiamare in causa chi gli ha passato il suggerimento di presentare le dimissioni per "giusta causa"
Anche se sono d’accordo con te sullo stereotipo del dipendente AZ, qui abbiamo una compagnia che smette di volare il giorno X e una certa % di dipendenti che il giorno x+1 passa ad un’altra compagnia.
Abbandonate le operazioni di volo, ad AZ non rimane altro che, in AS, chiudere baracca e burattini senza muovere aerei. Suppongo che i dipendenti rimasti siano piú che sufficienti per espletare queste formalitá
Alla luce di questo mi chiedo: é davvero necessario accanirsi contro i “transfughi”? A che pro?
Leggo nei messaggi successivi che potrebbe esserci l’obbligo da parte dei commissari e mi pare un punto valido, ma viste tutte le merdate che si sono fatte per trasformare AZ in ITA (pardon, per creare una nuova realtá “discontinua” rispetto ad AZ) non valeva la
pena fare aumma aumma e fare un’ulteriore merdata (per una volta) a danno zero?
 
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Dancrane

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Anche se sono d’accordo con te sullo stereotipo del dipendente AZ, qui abbiamo una compagnia che smette di volare il giorno X e una certa % di dipendenti che il giorno x+1 passa ad un’altra compagnia.
Abbandonate le operazioni di volo, ad AZ non rimane altro che, in AS, chiudere baracca e burattini senza muovere aerei. Suppongo che i dipendenti rimasti siano piú che sufficienti per espletare queste formalitá
Alla luce di questo mi chiedo: é davvero necessario accanirsi contro i “transfughi”? A che pro?
Leggo nei messaggi successivi che potrebbe esserci l’obbligo da parte dei commissari e mi pare un punto valido, ma viste tutte le merdate che si sono fatte per trasformare AZ in ITA (pardon, per creare una nuova realtá “discontinua” rispetto ad AZ) non valeva la
pena fare aumma aumma e fare un’ulteriore merdata (per una volta) a danno zero?
La spiegazione è abbastanza semplice: i commissari debbono applicare la norma che gli impone di non lasciare nulla di intentato nel recuperare i quattrini. N dipendenti se ne vanno senza contrattare l’uscita trasgredendo quanto pattuito circa il preavviso. Incidentalmente, gli stessi hanno in essere vertenze con l’azienda (diverse dalle dimissioni). Fossi tu, sapendo che questi non hanno onorato i patti, e che per giunta hanno un contenzioso in essere, che faresti? Una persona con un po’ di sale in zucca valuterebbe una transazione bonaria (“rinuncia alle rispettive pretese"), valuterebbe se il valore del mancato preavviso possa essere più conveniente dell’abbandono della vertenza o viceversa, prenderebbe in considerazione l’ipotesi (chè certezze non ne puoi sempre avere) di rimanere cornuto e mazziato, quindi rinunciare all’impiego e poi perdere pure la vertenza. Insomma, ragionerebbe e si porrebbe qualche domanda. Io, almeno, mi sarei mosso così. Magari sentendo anche un avvocato amico…
 

atlantique

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La spiegazione è abbastanza semplice: i commissari debbono applicare la norma che gli impone di non lasciare nulla di intentato nel recuperare i quattrini. N dipendenti se ne vanno senza contrattare l’uscita trasgredendo quanto pattuito circa il preavviso. Incidentalmente, gli stessi hanno in essere vertenze con l’azienda (diverse dalle dimissioni). Fossi tu, sapendo che questi non hanno onorato i patti, e che per giunta hanno un contenzioso in essere, che faresti? Una persona con un po’ di sale in zucca valuterebbe una transazione bonaria (“rinuncia alle rispettive pretese), valuterebbe se il valore del mancato preavviso possa essere più conveniente dell’abbandono della vertenza o viceversa, prenderebbe in considerazione l’ipotesi (chè certezze non ne puoi sempre avere) di rimanere cornuto e mazziato, quindi rinunciare all’impiego e poi perdere pure la vertenza. Insomma, ragionerebbe e si porrebbe qualche domanda. Io, almeno, mi sarei mosso così. Magari sentendo anche un avvocato amico…
Facciamo un ipotesi.
Ipotizziamo che tutti i 2800 assunti da ITA avessero voluto dare i 2/3 mesi di preavviso previsti e avessero cosi' rinunciato ad iniziare in ITA il 15 ottobre, godendo nel frattempo di 3 mesi di CIGS a zero ore (avendo AZ terminato le ops il 15 ottobre), con chi avrebbe volato ITA dal 15/10?
Capisci che la cosa non sta in piedi ed e' del tutto pretestuosa.
 

Dancrane

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Facciamo un ipotesi.
Ipotizziamo che tutti i 2800 assunti da ITA avessero voluto dare i 2/3 mesi di preavviso previsti e avessero cosi' rinunciato ad iniziare in ITA il 15 ottobre, godendo nel frattempo di 3 mesi di CIGS a zero ore (avendo AZ terminato le ops il 15 ottobre), con chi avrebbe volato ITA dal 15/10?
Capisci che la cosa non sta in piedi ed e' del tutto pretestuosa.
Ma tu invece capisci che andare e discutere (e firmare una transazione) è possibile farlo ed è la prassi ovunque? Io ne sto facendo una questione di diritto e di rispetto di clausole. E rimango della mia idea, qualcuno l’ha presa troppo sottogamba, a maggior ragione se, come dici tu, senza gli ex AZ le ruote dei 320 non si sarebbero mai staccate da terra, il che significa che un qualche potere contrattuale lo avevano pure. Se poi un giudice gli darà ragione, ben felice per loro. Ma, girala come vuoi, passare per vessati no, non hanno rispettato una clausola contrattuale e l’azienda glielo sta contestando applicando il contratto alla lettera.
 
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magick

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Mi sembra che la questione abbia due punti di vista: in punta di diritto le due aziende hanno agito correttamente, facendo quello che è nel rispettivo interesse. Dal lato etico invece la cosa poteva forse essere gestita meglio? Sapendo già da tempo che ITA da una certa data avrebbe iniziato le operazioni, poteva procedere con le assunzioni per tempo e consentire così ai dipendenti di dare il preavviso.
Sicuramente i dipendenti avrebbero potuto valutare meglio la situazione e magari, come dice Dancrane, potevano far valere una certa forza contrattuale verso ITA, ma sono gli stessi che il 14 ottobre hanno versato lacrime per la fine di AZ. Persone fortemente legate alla loro azienda che non avrebbero mai pensato di ritrovarsi in questa situazione.

Credo che i sindacati abbiano perso l'ennesima occasione di fare per una volta il loro dovere.
 

enrico

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La spiegazione è abbastanza semplice: i commissari debbono applicare la norma che gli impone di non lasciare nulla di intentato nel recuperare i quattrini. N dipendenti se ne vanno senza contrattare l’uscita trasgredendo quanto pattuito circa il preavviso. Incidentalmente, gli stessi hanno in essere vertenze con l’azienda (diverse dalle dimissioni). Fossi tu, sapendo che questi non hanno onorato i patti, e che per giunta hanno un contenzioso in essere, che faresti? Una persona con un po’ di sale in zucca valuterebbe una transazione bonaria (“rinuncia alle rispettive pretese), valuterebbe se il valore del mancato preavviso possa essere più conveniente dell’abbandono della vertenza o viceversa, prenderebbe in considerazione l’ipotesi (chè certezze non ne puoi sempre avere) di rimanere cornuto e mazziato, quindi rinunciare all’impiego e poi perdere pure la vertenza. Insomma, ragionerebbe e si porrebbe qualche domanda. Io, almeno, mi sarei mosso così. Magari sentendo anche un avvocato amico…
Dissento in toto.
Applicare canoni interpretativi ordinari ad una vicenda folle e delirante come la (finta) creazione di ITA è del tutto fuorviante.
Altrettanto stendo veli pietosi sulla presunta missione divina dei Commissari nell’applicare ogni norma per recuperare soldi all’amministrazione straordinaria. In tale contesto mi deve essere spiegata la vendita in fretta e furia del marchio con trattativa privata a 200 milioni in meno rispetto alla stima, immediatamente dopo le chiare indicazioni di Altavilla in tale senso.
Mica faceva la muffa se stava fermo qualche tempo, in attesa di migliori offerte.
Morale, AZ SAI in A.S. ha fatto di tutto per agevolare la finta vergine ITA, per poi prendersela solo coi cosiddetti trasfughi, applicando il diritto con l’accetta.
Attendo coi pop corn in mano la prima sentenza che sancirà la giusta causa nelle dimissioni e l’illegittimità delle unilaterali trattenute.
 
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Sul fatto che sia stata una cosa antipatica credo siamo d'accordo tutti, ma dovremmo anche esserlo sul fatto che fosse dovuta!
Gli ex-dipendenti Alitalia NON SONO PASSATI ad ITA, sono stati assunti da ITA, ITA NON DEVE (dovrebbe) avere nulla a che fare con Alitalia, quindi non è tenuta a comunicare nulla ad Alitalia circa i suoi ex-dipendenti che ha assunto.
Sempre questi ex-dipendenti Alitalia avevano un contratto con Alitalia, che tecnicamente è ancora in vita, quindi erano tenuti a rispettare i termini del contratto.

Quindi, ricordando ancora una volta quanto possa sembrare antipatica ed anche assurda questa storia, cosa avrebbe fatto di sbagliato Alitalia?

Aggiungo una cosa...se non lo avessero fatto, sarebbe stato l'ennesimo segnale di mancata discontinuità tra le due aziende, o sbaglio?
La questione è stata gestita malissimo, basti pensare che i neoassunti ITA (almeno per gli AV), hanno fatto un corso di certificazione / passaggio macchina prima del 15/10, quindi prima dell’assunzione formale di ITA, con il beneplacito di Alitalia.
 

Dancrane

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Dissento in toto.
Applicare canoni interpretativi ordinari ad una vicenda folle e delirante come la (finta) creazione di ITA è del tutto fuorviante.
Altrettando stendo veli pietosi sulla presunta missione divina dei Commissari nell’applicare ogni norma per recuperare soldi all’amministrazione straordinaria. In tale contesto mi deve essere spiegata la vendita in fretta e furia del marchio con trattativa privata a 200 milioni in meno rispetto alla stima, immediatamente dopo le chiare indicazioni di Altavilla in tale senso.
Mica faceva la muffa se stava fermo qualche tempo, in attesa di migliori offerte.
Morale, AZ SAI in A.S. ha fatto di tutto per agevolare la finta vergine ITA, per poi prendersela solo coi cosiddetti trasfughi, applicando il diritto con l’accetta.
Attendo coi pop corn in mano la prima sentenza che sancirà la giusta causa nelle dimissioni e l’illegittimità delle unilaterali trattenute.
Fermo là: che sia una buffonata posso essere d’accordo, ma sul valore del marchio la stima non valeva una cippa, altrimenti ci sarebbero state offerte, se proprio quei soldi li fosse valsi. La questione è che, girala come vuoi, se ITA non lo avesse preso AZ avrebbe potuto legittimamente chiedere di non usarlo o di pagarne l’uso. Sulla questione del contratto, ripeto, la violazione c’è, se poi il giudice riconosce la giusta causa felice per i naviganti. Resta il fatto che gestirla con una transazione non era certamente nè vietato, nè impossibile, e fare le vittime non aiuta.
 
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La questione è stata gestita malissimo, basti pensare che i neoassunti ITA (almeno per gli AV), hanno fatto un corso di certificazione / passaggio macchina prima del 15/10, quindi prima dell’assunzione formale di ITA, con il beneplacito di Alitalia.
I corsi si fanno sempre fuori contratto prima della data di inizio perché al primo giorno devi essere già in linea. Questo da sempre e ovunque, anche nella vecchia AZA.
 
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Ma tu invece capisci che andare e discutere (e firmare una transazione) è possibile farlo ed è la prassi ovunque? Io ne sto facendo una questione di diritto e di rispetto di clausole. E rimango della mia idea, qualcuno l’ha presa troppo sottogamba, a maggior ragione se, come dici tu, senza gli ex AZ le ruote dei 320 non si sarebbero mai staccate da terra, il che significa che un qualche potere contrattuale lo avevano pure. Se poi un giudice gli darà ragione, ben felice per loro. Ma, girala come vuoi, passare per vessati no, non hanno rispettato una clausola contrattuale e l’azienda glielo sta contestando applicando il contratto alla lettera.
Game, set, match. L’A.S. ha solo applicato il contratto, che il dipendente è tenuto a conoscere. La questione del mancato preavviso è stata sollevata almeno un mese fa quando erano in corso le chiamate. Ai dipendenti è stata fatta ‘na capa tanta che si sarebbe dovuto procedere a una conciliazione tombale con l’A.S. e, per arrivare a questa, si sarebbe dovuto procedere alle dimissioni VOLONTARIE. Ogni sindacato ha altresì specificato che, essendo la conciliazione una scelta individuale, se si fosse proceduto con le dimissioni per giusta causa si sarebbe esposto il fianco a eventuali azioni da parte dell’A.S. per quando dovuto, financo azioni legali per il recupero dei crediti. Quindi, chi è causa del proprio mal, pianga sé stesso. In tanti hanno conciliato, ma evidentemente in molti di più hanno preferito tenere in piedi cause pendenti rischiando però l’applicazione del contratto alla lettera. Scelte personali. Ora però le conseguenze vanno affrontate. Non si può dire che non sia stato detto e scritto in mille modi.
 

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Quindi hanno ricevuto la certificazione per le operazioni fino a CAT IIIA (50ft/200mt) in 12 giorni di cui 8 lavorativi?
Va bene gli aerei che escono dalla fabbrica dotati di autoland, ma la CAMO e l'addestramento ai piloti (come minimo un SIM low vis a testa) come caspita glielo hanno fatto passare?
Che buffonata...
 
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