Thread ITA Airways maggio 2022


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AZ 1699

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11 Marzo 2006
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Ticino
Curiosando sul sito Ita ho notato che la LAX e in vendita da Giugno operata con 330 ma senza la possibilità di acquistare la premium economy (mentre in tutte le altre rotte Usa e sempre vendibile). Strano. Vediamo se da domani con la fine delle restrizioni di viaggio dal 1 Marzo decidono di mettere in vendita anche le altre rotte e magari aumentare le frequenze anche sull’ europeo.
Magari avranno preso anche dei 330 in wet lease :ROFLMAO: :ROFLMAO: :ROFLMAO: :ROFLMAO:
 

gigiolotango

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26 Maggio 2017
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Dettagli sull'accordo NEOS - ITA

 

Cesare.Caldi

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14 Novembre 2005
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N/D
Ita Airways, dal 28 marzo via al collegamento Milano-Londra

Prenderanno il via il 28 marzo i tre voli giornalieri con cui Ita Airways collegherà Milano Linate a Londra dal lunedì al venerdì, con un collegamento previsto anche il sabato e due la domenica. Una rotta da sempre molto popolare che, come sostiene il London City airport, rappresenta il vero segnale del ritorno alla normalità dei viaggi dopo due anni di stop forzato al turismo.

“Il collegamento – dice la nota dell'aeroporto riportata da TTG Media – cementerà i rapporti turistici e d’affari delle due città, sfruttando la revoca delle restrizioni ai viaggi internazionali per dare libero sfogo alla domanda repressa dei turisti inglesi e italiani”. Al culmine della rotta, nel 2018, erano circa 360mila i passeggeri che la utilizzavano annualmente.
I voli partiranno da Milano alle 7:00, 12:20 e 17:40, con ritorno da London City alle 8:25, 13:45 e 19:05.

 

londonfog

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8 Luglio 2012
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Londra
Ita Airways, dal 28 marzo via al collegamento Milano-Londra

Prenderanno il via il 28 marzo i tre voli giornalieri con cui Ita Airways collegherà Milano Linate a Londra dal lunedì al venerdì, con un collegamento previsto anche il sabato e due la domenica. Una rotta da sempre molto popolare che, come sostiene il London City airport, rappresenta il vero segnale del ritorno alla normalità dei viaggi dopo due anni di stop forzato al turismo.
“Il collegamento – dice la nota dell'aeroporto riportata da TTG Media – cementerà i rapporti turistici e d’affari delle due città, sfruttando la revoca delle restrizioni ai viaggi internazionali per dare libero sfogo alla domanda repressa dei turisti inglesi e italiani”. Al culmine della rotta, nel 2018, erano circa 360mila i passeggeri che la utilizzavano annualmente.
I voli partiranno da Milano alle 7:00, 12:20 e 17:40, con ritorno da London City alle 8:25, 13:45 e 19:05.

Saro' pedante ma e' il via a Milano - Londra City Airport, il volo per Londra Heathrow c'era gia'
 
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rob_65

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21 Giugno 2015
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Riporto articolo su “ ITA Air “ uscito oggi (Giovedì 24) su il quotidiano “Domani”, a firma Daniele Martini; intitolato: “ Il Caso degli Aerei Acquistati Prima di Vendere ITA Airways “

< È come se il proprietario di un appartamentino con due camere e servizi in periferia ereditasse dallo zio d'America una fortuna e non sapendo dove buttare i soldi decidesse di mettere maniglie d'oro alle porte e rubinetti di platino in bagno. Poi, dopo aver speso un capitale in abbellimenti costosi e inutili, stabilisse di vendere l'intero l'appartamento.

La coppia di manager che guida Ita Airways , il presidente Alfredo Altavilla e l'amministratore Fabio Lazzerini, si sta comportando come quel fortunato ereditiere. Per far partire la compagnia anche loro hanno ricevuto una dote eccezionale dallo stato Paperone e pure loro si sono sùbito dati alle spese pazze. Salvo poi decidere, dopo appena quattro mesi dal primo volo, che era meglio vendere tutto.

La spesa più pazza che hanno effettuato è stata l'acquisto di una flotta nuova di zecca, 28 Airbus di vario tipo, sette A220, undici A320neo, dieci A330 neo. Non si sa quanto abbiano pagato: la cifra non è mai stata resa nota perché la compagnia di Fiumicino fornisce con il contagocce le informazioni sui dati salienti, facendo finta di ignorare che la sua natura pubblica dovrebbe suggerire un di più di trasparenza.

Il senatore Gregorio De Falco , ex Movimento 5 stelle e ora appartenente al gruppo misto, ha calcolato in un'interrogazione rivolta al presidente del Consiglio e al ministro dell'Economia, che la spesa complessiva è stata enorme, da «un minino di 3 miliardi e 500 milioni di euro a 4 miliardi e 150 milioni». Superiore cioè alla dotazione iniziale totale fornita dallo stato alla compagnia di Fiumicino che è stata di 1 miliardo e 300 milioni.

Prezzi di listino

De Falco ha fatto il calcolo partendo dai valori di listino forniti da Airbus. Risulta che l'A220 ha un prezzo di circa 77 milioni di dollari che moltiplicati per il numero di arerei comprati dà un totale di 520 milioni. L'A320 viene venduto a un prezzo che varia tra 101 e 110,6 milioni di dollari, quindi il totale sborsato da Ita si dovrebbe aggirare tra 1 miliardo e 100 milioni e 1 miliardo e 216 milioni di dollari.

Infine gli A330 hanno un prezzo tra 238,5 milioni di dollari e 296,4, quindi la spesa della compagnia di Fiumicino oscilla tra 2 miliardi e 380 milioni e 3 miliardi di dollari. Il totale sborsato da Ita per la nuova flotta va quindi da un minimo di 4 miliardi di dollari a un massimo di 4,7, che trasformati in euro al cambio del 23 febbraio danno un totale minimo di 3 miliardi e 500 milioni e massimo di 4 miliardi e 150 milioni.

Secondo il senatore De Falco si tratta di un'operazione «scellerata» anche perché «risulta che Ita non abbia disponibilità sufficienti per affrontare gli impegni annunciati per l'acquisto di tali aeromobili il cui prezzo di listino supera ampiamente il presunto valore dell'intera Ita, motivo per il quale è necessario sapere dove intende reperire le risorse occorrenti».

In vendita

Alcune settimane fa Ita ha annunciato di aver ricevuto una manifestazione di interesse per l'acquisto da parte del colosso marittimo Msc dell'italo-svizzero Gianluigi Aponte e della compagnia tedesca Lufthansa e alcuni giorni fa il governo ha dato il via libera ufficiale alla vendita di Ita. Al momento non si sa sulla base di quale prezzo vengano condotte le trattative, secondo le indiscrezioni circolate si starebbe ragionando su una cifra tra il miliardo e 200 milioni di euro e il miliardo e mezzo.

Può anche darsi che il prezzo pattuito tra Ita e Airbus per i 28 aerei sia inferiore a quello calcolato dal senatore De Falco. È possibile che sul prezzo di listino sia stato accordato uno sconto, ma non al punto da far risultare la cifra finale per l'acquisto della flotta inferiore a quella ipotizzata per la vendita di Ita a Lufthansa e Msc.

Come si può spiegare un'incongruenza del genere? Che senso ha che Ita con una mano sborsi una cifra così cospicua mentre con l'altra prepara le carte per la vendita dell'intera compagnia a un prezzo più basso? Fin dall'inizio dell'avventura di Ita tutto appare sotto una luce strana.

Gigantesco non senso

Ita Airways è stata fatta partire a metà ottobre, proprio nel periodo stagionale peggiore per qualsiasi azienda aerea del mondo, oltretutto con la pandemia in forte ripresa. Per quattro mesi è stata tenuto segreto il documento con cui l'Unione europea poneva le condizioni perché la compagnia pubblica potesse usufruire del contributo statale senza che il finanziamento fosse considerato un aiuto di stato.

Tra queste condizioni c'era anche quella che la flotta fosse dimezzata e i 52 aerei in pista fossero quelli della vecchia Alitalia. I manager di Ita hanno però deciso nel frattempo di tuffarsi nell'acquisto di nuovi jet nonostante i risultati operativi della compagnia inclinassero fin da subito al peggio. Oggi Ita perde 2 milioni di euro al giorno, come la vecchia Alitalia, con l'aggravante che sui conti di Alitalia pesavano anche l'handling e la manutenzione che ora non ci sono.

Una delle interpretazioni plausibili di questo gigantesco non senso è che Ita abbia proceduto all'acquisto della nuova flotta già sapendo che alla fine quegli aerei sarebbero finiti a Lufthansa. Detto in altri termini: Ita e il governo italiano stanno pagando gli acquirenti.

Anche questo, per la verità, è un altro non senso che però ha il pregio di accontentare tutti: il governo italiano che finalmente si libera del fardello di una compagnia fallimentare potendo però dire di averci almeno provato. Lufthansa che mentre incamera i nuovi aerei mette le mani sugli slot di Ita, in particolare quelli di Linate che valgono oro. E infine è contenta anche Airbus di cui sono azionisti lo stato francese e quello tedesco. >

Daniele Martini
 

Paolo_61

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Riporto articolo su “ ITA Air “ uscito oggi (Giovedì 24) su il quotidiano “Domani”, a firma Daniele Martini; intitolato: “ Il Caso degli Aerei Acquistati Prima di Vendere ITA Airways “

< È come se il proprietario di un appartamentino con due camere e servizi in periferia ereditasse dallo zio d'America una fortuna e non sapendo dove buttare i soldi decidesse di mettere maniglie d'oro alle porte e rubinetti di platino in bagno. Poi, dopo aver speso un capitale in abbellimenti costosi e inutili, stabilisse di vendere l'intero l'appartamento.

La coppia di manager che guida Ita Airways , il presidente Alfredo Altavilla e l'amministratore Fabio Lazzerini, si sta comportando come quel fortunato ereditiere. Per far partire la compagnia anche loro hanno ricevuto una dote eccezionale dallo stato Paperone e pure loro si sono sùbito dati alle spese pazze. Salvo poi decidere, dopo appena quattro mesi dal primo volo, che era meglio vendere tutto.

La spesa più pazza che hanno effettuato è stata l'acquisto di una flotta nuova di zecca, 28 Airbus di vario tipo, sette A220, undici A320neo, dieci A330 neo. Non si sa quanto abbiano pagato: la cifra non è mai stata resa nota perché la compagnia di Fiumicino fornisce con il contagocce le informazioni sui dati salienti, facendo finta di ignorare che la sua natura pubblica dovrebbe suggerire un di più di trasparenza.

Il senatore Gregorio De Falco , ex Movimento 5 stelle e ora appartenente al gruppo misto, ha calcolato in un'interrogazione rivolta al presidente del Consiglio e al ministro dell'Economia, che la spesa complessiva è stata enorme, da «un minino di 3 miliardi e 500 milioni di euro a 4 miliardi e 150 milioni». Superiore cioè alla dotazione iniziale totale fornita dallo stato alla compagnia di Fiumicino che è stata di 1 miliardo e 300 milioni.

Prezzi di listino

De Falco ha fatto il calcolo partendo dai valori di listino forniti da Airbus. Risulta che l'A220 ha un prezzo di circa 77 milioni di dollari che moltiplicati per il numero di arerei comprati dà un totale di 520 milioni. L'A320 viene venduto a un prezzo che varia tra 101 e 110,6 milioni di dollari, quindi il totale sborsato da Ita si dovrebbe aggirare tra 1 miliardo e 100 milioni e 1 miliardo e 216 milioni di dollari.

Infine gli A330 hanno un prezzo tra 238,5 milioni di dollari e 296,4, quindi la spesa della compagnia di Fiumicino oscilla tra 2 miliardi e 380 milioni e 3 miliardi di dollari. Il totale sborsato da Ita per la nuova flotta va quindi da un minimo di 4 miliardi di dollari a un massimo di 4,7, che trasformati in euro al cambio del 23 febbraio danno un totale minimo di 3 miliardi e 500 milioni e massimo di 4 miliardi e 150 milioni.

Secondo il senatore De Falco si tratta di un'operazione «scellerata» anche perché «risulta che Ita non abbia disponibilità sufficienti per affrontare gli impegni annunciati per l'acquisto di tali aeromobili il cui prezzo di listino supera ampiamente il presunto valore dell'intera Ita, motivo per il quale è necessario sapere dove intende reperire le risorse occorrenti».

In vendita

Alcune settimane fa Ita ha annunciato di aver ricevuto una manifestazione di interesse per l'acquisto da parte del colosso marittimo Msc dell'italo-svizzero Gianluigi Aponte e della compagnia tedesca Lufthansa e alcuni giorni fa il governo ha dato il via libera ufficiale alla vendita di Ita. Al momento non si sa sulla base di quale prezzo vengano condotte le trattative, secondo le indiscrezioni circolate si starebbe ragionando su una cifra tra il miliardo e 200 milioni di euro e il miliardo e mezzo.

Può anche darsi che il prezzo pattuito tra Ita e Airbus per i 28 aerei sia inferiore a quello calcolato dal senatore De Falco. È possibile che sul prezzo di listino sia stato accordato uno sconto, ma non al punto da far risultare la cifra finale per l'acquisto della flotta inferiore a quella ipotizzata per la vendita di Ita a Lufthansa e Msc.

Come si può spiegare un'incongruenza del genere? Che senso ha che Ita con una mano sborsi una cifra così cospicua mentre con l'altra prepara le carte per la vendita dell'intera compagnia a un prezzo più basso? Fin dall'inizio dell'avventura di Ita tutto appare sotto una luce strana.

Gigantesco non senso

Ita Airways è stata fatta partire a metà ottobre, proprio nel periodo stagionale peggiore per qualsiasi azienda aerea del mondo, oltretutto con la pandemia in forte ripresa. Per quattro mesi è stata tenuto segreto il documento con cui l'Unione europea poneva le condizioni perché la compagnia pubblica potesse usufruire del contributo statale senza che il finanziamento fosse considerato un aiuto di stato.

Tra queste condizioni c'era anche quella che la flotta fosse dimezzata e i 52 aerei in pista fossero quelli della vecchia Alitalia. I manager di Ita hanno però deciso nel frattempo di tuffarsi nell'acquisto di nuovi jet nonostante i risultati operativi della compagnia inclinassero fin da subito al peggio. Oggi Ita perde 2 milioni di euro al giorno, come la vecchia Alitalia, con l'aggravante che sui conti di Alitalia pesavano anche l'handling e la manutenzione che ora non ci sono.

Una delle interpretazioni plausibili di questo gigantesco non senso è che Ita abbia proceduto all'acquisto della nuova flotta già sapendo che alla fine quegli aerei sarebbero finiti a Lufthansa. Detto in altri termini: Ita e il governo italiano stanno pagando gli acquirenti.

Anche questo, per la verità, è un altro non senso che però ha il pregio di accontentare tutti: il governo italiano che finalmente si libera del fardello di una compagnia fallimentare potendo però dire di averci almeno provato. Lufthansa che mentre incamera i nuovi aerei mette le mani sugli slot di Ita, in particolare quelli di Linate che valgono oro. E infine è contenta anche Airbus di cui sono azionisti lo stato francese e quello tedesco. >

Daniele Martini
Homoetto raramente un mare di cavolate più prive di senso.
 

13900

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26 Aprile 2012
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Homoetto raramente un mare di cavolate più prive di senso.
L'articolo e' scritto con cio' che mio padre chiama, nel suo latinorum, prosecutio schienis... Ma un punto va fatto: procedere ad acquistare/prendere in leasing nuovi aerei senza avere un business plan vero e proprio e' quantomeno rischioso.

In una delle ultime audizioni in commissione uno dei deputati membri sottolineava che, da ITA, non era arrivato uno straccio di BP. E l'ultimo piano approvato/di cui si sa qualcosa e' quello-fotocopia del piano CAI-SAI, quello di Dicembre 2020 che puntava baracca e burattini su un prezzo del petrolio in discesa del 15%.

E' chiaro, per volare servono aerei, e come ampiamente detto a quanto pare gli aerei di AZ avevano canoni di leasing particolarmente onerosi (come cio' sia stato permesso dai c.d. "esperti" di EY non lo so, ma glissiamo). Pero' se c'e' un investimento costoso e in grado di distruggere una compagnia aerea quello e' comprare/prendere in leasing aerei non adatti alla missione. AZ aveva, per esempio, i 320-216 sottopotenziati perche' Air One li voleva usare per i voli nazionali, col risultato che fino a TLV c'andava con i 32x maggiorenni ex Alitalia old-school. Kenya Airways ha preso i 77W perche' faceva figo, per poi rendersi conto che non riusciva a riempirli nemmeno per sbaglio, e se n'e' disfatta in meno di un paio d'anni. La stessa Alitalia aveva messo un tot di poltrone di Magnifica, alla prima apparizione delle Sogerma Solstys, per poi levarne grossomodo la meta'.

Tutte queste cose costano soldi, e pure tanti. Ora, in base a quale logica ha, ITA, deciso che le servono i 359, o i 220, o i 330neo? Se un business plan non c'e', in base a quale logica hanno deciso/stanno decidendo le configurazioni interne?
 

londonfog

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Londra
Riporto articolo su “ ITA Air “ uscito oggi (Giovedì 24) su il quotidiano “Domani”, a firma Daniele Martini; intitolato: “ Il Caso degli Aerei Acquistati Prima di Vendere ITA Airways “

< È come se il proprietario di un appartamentino con due camere e servizi in periferia ereditasse dallo zio d'America una fortuna e non sapendo dove buttare i soldi decidesse di mettere maniglie d'oro alle porte e rubinetti di platino in bagno. Poi, dopo aver speso un capitale in abbellimenti costosi e inutili, stabilisse di vendere l'intero l'appartamento.

La coppia di manager che guida Ita Airways , il presidente Alfredo Altavilla e l'amministratore Fabio Lazzerini, si sta comportando come quel fortunato ereditiere. Per far partire la compagnia anche loro hanno ricevuto una dote eccezionale dallo stato Paperone e pure loro si sono sùbito dati alle spese pazze. Salvo poi decidere, dopo appena quattro mesi dal primo volo, che era meglio vendere tutto.

La spesa più pazza che hanno effettuato è stata l'acquisto di una flotta nuova di zecca, 28 Airbus di vario tipo, sette A220, undici A320neo, dieci A330 neo. Non si sa quanto abbiano pagato: la cifra non è mai stata resa nota perché la compagnia di Fiumicino fornisce con il contagocce le informazioni sui dati salienti, facendo finta di ignorare che la sua natura pubblica dovrebbe suggerire un di più di trasparenza.

Il senatore Gregorio De Falco , ex Movimento 5 stelle e ora appartenente al gruppo misto, ha calcolato in un'interrogazione rivolta al presidente del Consiglio e al ministro dell'Economia, che la spesa complessiva è stata enorme, da «un minino di 3 miliardi e 500 milioni di euro a 4 miliardi e 150 milioni». Superiore cioè alla dotazione iniziale totale fornita dallo stato alla compagnia di Fiumicino che è stata di 1 miliardo e 300 milioni.

Prezzi di listino

De Falco ha fatto il calcolo partendo dai valori di listino forniti da Airbus. Risulta che l'A220 ha un prezzo di circa 77 milioni di dollari che moltiplicati per il numero di arerei comprati dà un totale di 520 milioni. L'A320 viene venduto a un prezzo che varia tra 101 e 110,6 milioni di dollari, quindi il totale sborsato da Ita si dovrebbe aggirare tra 1 miliardo e 100 milioni e 1 miliardo e 216 milioni di dollari.

Infine gli A330 hanno un prezzo tra 238,5 milioni di dollari e 296,4, quindi la spesa della compagnia di Fiumicino oscilla tra 2 miliardi e 380 milioni e 3 miliardi di dollari. Il totale sborsato da Ita per la nuova flotta va quindi da un minimo di 4 miliardi di dollari a un massimo di 4,7, che trasformati in euro al cambio del 23 febbraio danno un totale minimo di 3 miliardi e 500 milioni e massimo di 4 miliardi e 150 milioni.

Secondo il senatore De Falco si tratta di un'operazione «scellerata» anche perché «risulta che Ita non abbia disponibilità sufficienti per affrontare gli impegni annunciati per l'acquisto di tali aeromobili il cui prezzo di listino supera ampiamente il presunto valore dell'intera Ita, motivo per il quale è necessario sapere dove intende reperire le risorse occorrenti».

In vendita

Alcune settimane fa Ita ha annunciato di aver ricevuto una manifestazione di interesse per l'acquisto da parte del colosso marittimo Msc dell'italo-svizzero Gianluigi Aponte e della compagnia tedesca Lufthansa e alcuni giorni fa il governo ha dato il via libera ufficiale alla vendita di Ita. Al momento non si sa sulla base di quale prezzo vengano condotte le trattative, secondo le indiscrezioni circolate si starebbe ragionando su una cifra tra il miliardo e 200 milioni di euro e il miliardo e mezzo.

Può anche darsi che il prezzo pattuito tra Ita e Airbus per i 28 aerei sia inferiore a quello calcolato dal senatore De Falco. È possibile che sul prezzo di listino sia stato accordato uno sconto, ma non al punto da far risultare la cifra finale per l'acquisto della flotta inferiore a quella ipotizzata per la vendita di Ita a Lufthansa e Msc.

Come si può spiegare un'incongruenza del genere? Che senso ha che Ita con una mano sborsi una cifra così cospicua mentre con l'altra prepara le carte per la vendita dell'intera compagnia a un prezzo più basso? Fin dall'inizio dell'avventura di Ita tutto appare sotto una luce strana.

Gigantesco non senso

Ita Airways è stata fatta partire a metà ottobre, proprio nel periodo stagionale peggiore per qualsiasi azienda aerea del mondo, oltretutto con la pandemia in forte ripresa. Per quattro mesi è stata tenuto segreto il documento con cui l'Unione europea poneva le condizioni perché la compagnia pubblica potesse usufruire del contributo statale senza che il finanziamento fosse considerato un aiuto di stato.

Tra queste condizioni c'era anche quella che la flotta fosse dimezzata e i 52 aerei in pista fossero quelli della vecchia Alitalia. I manager di Ita hanno però deciso nel frattempo di tuffarsi nell'acquisto di nuovi jet nonostante i risultati operativi della compagnia inclinassero fin da subito al peggio. Oggi Ita perde 2 milioni di euro al giorno, come la vecchia Alitalia, con l'aggravante che sui conti di Alitalia pesavano anche l'handling e la manutenzione che ora non ci sono.

Una delle interpretazioni plausibili di questo gigantesco non senso è che Ita abbia proceduto all'acquisto della nuova flotta già sapendo che alla fine quegli aerei sarebbero finiti a Lufthansa. Detto in altri termini: Ita e il governo italiano stanno pagando gli acquirenti.

Anche questo, per la verità, è un altro non senso che però ha il pregio di accontentare tutti: il governo italiano che finalmente si libera del fardello di una compagnia fallimentare potendo però dire di averci almeno provato. Lufthansa che mentre incamera i nuovi aerei mette le mani sugli slot di Ita, in particolare quelli di Linate che valgono oro. E infine è contenta anche Airbus di cui sono azionisti lo stato francese e quello tedesco. >

Daniele Martini
Raramente si legge una tale concentrazione di parole da parte di qualcuno che non ha la più' pallida idea di come funzionano le cose nel settore. Un vero sproloquio.
 

Cataplomosifone

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7 Ottobre 2011
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9
Ita Airways, dal 28 marzo via al collegamento Milano-Londra

Prenderanno il via il 28 marzo i tre voli giornalieri con cui Ita Airways collegherà Milano Linate a Londra dal lunedì al venerdì, con un collegamento previsto anche il sabato e due la domenica. Una rotta da sempre molto popolare che, come sostiene il London City airport, rappresenta il vero segnale del ritorno alla normalità dei viaggi dopo due anni di stop forzato al turismo.
“Il collegamento – dice la nota dell'aeroporto riportata da TTG Media – cementerà i rapporti turistici e d’affari delle due città, sfruttando la revoca delle restrizioni ai viaggi internazionali per dare libero sfogo alla domanda repressa dei turisti inglesi e italiani”. Al culmine della rotta, nel 2018, erano circa 360mila i passeggeri che la utilizzavano annualmente.
I voli partiranno da Milano alle 7:00, 12:20 e 17:40, con ritorno da London City alle 8:25, 13:45 e 19:05.

Ma con che aereo intendono farlo visto che hanno dismesso tutti gli Embraer?
Ah, mi rispondo da solo:

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Stato
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