ITA, la scelta del Governo: trattativa esclusiva con Certares/AFKL/DL


leerit

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Farfallina

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Interessante la questione che puntano ad finalizzare il deal entro il 15 settembre in modo che sia blindato per il futuro governo.
La questione comunque è di difficile valutazione perché alla fine i piani li hanno visti solo al Governo quindi alla fine i giornalisti potrebbero anche aver romanzato un po' le varie condizioni dell'offerta.
 
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Maya16

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Interessante la questione che puntano ad finalizzare il deal entro il 15 settembre in modo che sia blindato per il futuro governo.
La questione comunque è di difficile valutazione perché alla fine i piani li hanno visti solo al Governo quindi alla fine i giornalisti potrebbero anche aver romanzato un po' le varie condizioni dell'offerta.
Giusto quelle 1500 persone che stan facendo causa ad Ita perché non riassorbite nella New Co?! 🤔
Cmq si, è evidente che non vogliano lasciare margine di trattativa e cambio programmi al nuovo governo. Anche perché sanno quasi per certo, che cambierebbe le carte in tavola appena preso potere.
 

Vortigern

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Non è facile rispondere a questa domanda. Quel poco che conosciamo sui rispettivi piani industriali, lo abbiamo appreso dai giornali. E da quel poco che si può scorgere in mezzo alla nebbia, in realtà sembrano piuttosto simili: hub a FCO (e giocoforza focus a LIN), integrazioni, JV, intermodalità, crescita di personale e flotta e via dicendo.
Secondo me la domanda da farsi è un'altra: perchè ci sono aziende disposte a valorizzare ITA quasi 1 MLD€?
Quali asset può mettere sul piatto che giustifichino quel prezzo?
Gli slot di LIN (e alcuni di FCO), pochi bilaterali "pregiati", a voler essere generosi il brand AZ in ottica futura e... e basta.
Gli aerei dovrebbero essere tutti in leasing (se c'è qualcosa di proprietà dovrebbe essere tra le macchine più vecchie).
Si è detto che serve per conquistare il mercato italiano, ma nei primi 6 mesi dell'anno ITA controllava appena il 6.4% di quel mercato. Se domani chiudesse, con ogni probabilità i suoi pax si redistribuirebbero tra gli altri vettori senza sconvolgimenti particolari (se non per chi ci lavora).
La differenza più marcata tra i due piani industriali, sembra essere la quota di azioni da lasciare in mani pubbliche. E la maggior disponibilità concessa da Certares e soci, probabilmente ha avuto un grosso peso sulle decisioni di Draghi e Franco, anche nell'ottica di cucinare un piatto sufficiente digeribile anche per un governo più nazionalista.
Per riassumere, siamo di fronte ad una compagnia che perde soldi, è troppo piccola, ha bisogno di grandi investimenti, opera in un mercato poco blindato e con bassi yield sul nazionale e sull'outcoming. Il governo promette di restare presente a rompere i coxxxoni quanto più possibile e ci sono più sigle sindacali che aerei.
Con tutta la buona volontà, fatico ad immaginare un percorso realistico che porti dalla situazione attuale fino ad un minimo di sostenibilità economica. Anche mettendoci dentro i grandi vantaggi dell'appartenenza ad un grande gruppo di cui parlavo stamani.
Per cui resta la domanda fondamentale: perchè?
Andando per esclusione, se è difficilmente giustificabile l'investimento sul piano industriale, resta l'opzione geopolitica.
Comprare ITA, significa comprare un pezzettino della sovranità italiana sul trasporto aereo. Ammesso che sia la corretta chiave di lettura, mi immagino un fitta ragnatela di interessi grandi e piccoli, personali ed economici, che verranno messi in un grosso frullatore immaginario, che ci restituirà la futura ITA, all'interno della quale ci sarà un mix di tutte queste esigenze.
Vedremo.
Risposta molto chiara. Il tuo parere corrobora le mie convinzioni.
 

Seaking

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E la maggior disponibilità concessa da Certares e soci, probabilmente ha avuto un grosso peso sulle decisioni di Draghi e Franco, anche nell'ottica di cucinare un piatto sufficiente digeribile anche per un governo più nazionalista.
Concordo.
Se non sono stati del tutto sprovveduti, qualche contatto informale con la coalizione di CDX lo hanno avuto e quella di Certares è stata considerata come la soluzione più conservativa.
 

leerit

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Interessante la questione che puntano ad finalizzare il deal entro il 15 settembre in modo che sia blindato per il futuro governo.
La questione comunque è di difficile valutazione perché alla fine i piani li hanno visti solo al Governo quindi alla fine i giornalisti potrebbero anche aver romanzato un po' le varie condizioni dell'offerta.
Chi ha potuto vedere alcuni punti della proposta Certares (o chi ha parlato con coloro che hanno potuto farlo) ha riportato la volonta' di aprire (riaprire) tra gli altri lo scalo di Montreal.
Era scritto su un quotidiano nazionale all'indomani della scelta di Certares.
 

leerit

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Una scommessa prospettica con alcune incognite appese al piano industriale da costruire. Sicuramente una maggiore condivisione nelle strategie con l’azionista pubblico - il ministero del Tesoro - che ora potrà esprimere due componenti del Consiglio di amministrazione su cinque, tra cui il presidente. Se a spuntarla nella gara alla privatizzazione di Ita Airways è stato il fondo Usa Certares è perché, registrano fonti di governo, c’è la considerazione che lo Stato così abbia maggiori diritti di veto (e di voto, se la compagnia dovesse poi essere quotata) nella gestione societaria. In più, se le cose dovessero andare per il verso giusto, auspicando la ripresa del trasporto aereo dopo due anni di pandemia, potrebbe così valorizzare meglio il 49% del capitale sociale che le garantisce questo preliminare di intesa senza incorporare pesanti minusvalenze a bilancio dopo aver investito 650 milioni di euro per supportare l’aumento di capitale previsto a valle dell’operazione.



A conti fatti è stato un ribaltone, perché non c’è dubbio che la cordata concorrente per Ita - cioè il colosso delle merci (e delle crociere) Msc in coabitazione con Lufthansa - partisse in vantaggio. C’era l’italianità del gruppo armatoriale guidato da Gianluigi Aponte (seppur residente in Svizzera), c’era il network internazionale dei tedeschi e la loro efficace capacità nel ristrutturare vettori in fallimento come insegnano i casi Austrian Airlines e Brussels Airlines. C’era soprattutto una corrente di pensiero al Tesoro che individuava nella privatizzazione tout court del vettore - con un’esigua quota di minoranza del 20% nella compagine societaria non certo configurabile come «partecipazione di blocco» - l’unica strada praticabile dopo aver dilapidato oltre 12 miliardi di soldi pubblici in pochi anni. E invece questa corrente è uscita sconfitta proprio al fotofinish, perché il tandem Msc-Lufthansa ha deciso di non alzare ulteriormente la posta come invece ha fatto Certares mettendo sul tavolo altri 335 milioni di euro (per un totale di 700).

Raccontano che proprio sul finale questa indisponibilità a migliorare la propria offerta sia diventata insormontabile per un rischio giuridico che al Tesoro, con le urne alle porte, non si sono sentiti di voler correre. Cioé l’inderogabilità degli acquirenti a smontare una penale di recesso milionaria in caso di fallimento dei negoziati in esclusiva. Pericolo reale con un governo di centrodestra a guida Fratelli d’Italia, dato in vantaggio nei sondaggi, che trae da Roma Fiumicino un’importante base di consensi e che più volte si è espressa per difendere l’italianità della compagnia, come ha rivendicato di recente anche la leader Giorgia Meloni. A ciò si aggiunga una call option svantaggiosa per il Mef (l’incasso della quota pubblica sarebbe stato di 186 milioni e solo al raggiungimento degli obiettivi del piano proposto) e, dicono fonti vicine al dossier, poca voce in capitolo per Roma su eventuali spostamenti di sede, con il pericolo, non sappiamo se davvero così reale, che l’hub romano finisse per diventare un’appendice marginale di Francoforte.

Per la verità è probabile che anche Certares stia inserendo ora nella trattativa una penale di recesso. D’altronde il rischio politico di un ennesimo ribaltone esiste anche per il fondo di private equity visto il malessere di diverse voci di governo per la scelta del Mef avallata da Palazzo Chigi, in primis,il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Quel che è certo è che il fondo Usa non è certo l’ultimo arrivato. Non ha una particolare esperienza nel trasporto aereo, sicuramente la detiene nel turismo essendo azionista di Tripadvisor e Hertz (noleggio auto). La piattaforma commerciale del fondo, poi, mette a disposizione la rete di vendita costituita dalle società leader nella distribuzione di viaggi leisure e business di cui è socia come American Express Global Business Travel.

È chiaro che il percorso di startup di Ita Airways tramite Certares può funzionare se il punto di caduta diventa l’ingresso nel capitale sociale di Delta ed Air France-Klm. Al momento è prevista una partnership commerciale, soprattutto ci sono dei paletti Ue che impediscono ai franco-olandesi di entrare nell’azionariato per la normativa sugli aiuti di Stato ricevuti per il Covid. Si parla di un possibile sodalizio tra i due vettori, a tendere, che porterebbe ad un ingresso in tandem con una quota del 12% che verrebbe ceduta dal fondo Usa, ma solo in una seconda fase lasciando inalterata la partecipazione del Tesoro. Cambierebbe invece poco anche dal punto di vista del network visto che Ita nasce dalle ceneri di Alitalia ed è sempre appartenuta all’alleanza internazionale SkyTeam in cui figurano sia i franco-olandesi, sia gli americani.
L’assenza di leve di controllo, che avrebbe suggerito l’offerta di Lufthansa-Msc, ha dunque finito per far pendere la bilancia dall’altro lato. Certares è comunque un investitore di medio termine. Ha appena avviato la srl italiana costituita il 29 dicembre 2021, che vede come amministratore unico il capo del fondo Usa, Greg O’Hara e Domenico Barile e Stefano Sardo, gli artefici dell’offerta. Però può convertirsi in un traghettatore verso Delta ed Air France se in un orizzonte da qui a cinque anni il modello di business dovesse funzionare. Il mercato nordamericano resta il più profittevole, ma di certo Ita non potrà entrare troppo in concorrenza con i possibili futuri soci. Però andranno valorizzate le rotte internazionali verso Africa e Medio Oriente. Una scommessa.

 

East End Ave

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su e giu' sull'atlantico...
Concordo.
Se non sono stati del tutto sprovveduti, qualche contatto informale con la coalizione di CDX lo hanno avuto e quella di Certares è stata considerata come la soluzione più conservativa.
sentir parlare di "conservativo" in relazione a qualcosa di multi-fallito e che ha prodotto una costante emorragia di denari pubblici mi fa venire l'orticaria...
 

magick

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Mi sembra che l'articolo del corriere lo scriva chiaro e tondo: meglio evitare il rischio di pagare una penale a causa del probabile nuovo governo. Il problema è che certa politica non ha ancora compreso che se Alitalia è fallita più volte un motivo ci deve pur essere
 

Sciamano

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Mi sembra che l'articolo del corriere lo scriva chiaro e tondo: meglio evitare il rischio di pagare una penale a causa del probabile nuovo governo. Il problema è che certa politica non ha ancora compreso che se Alitalia è fallita più volte un motivo ci deve pur essere
Siamo famosi nel non farci problemi a pagare penali (con i soldi pubblici, chiaramente) causa ordinaria negligenza
 

romaneeconti

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Siamo famosi nel non farci problemi a pagare penali (con i soldi pubblici, chiaramente) causa ordinaria negligenza
oddio "negligenza"....Non pensi che al posto di "negligenza" si possa parlare di incompetenza? Le condizioni di mercato fino alla pandemia hanno fatto guadagnare quattrini alle Compagnie aeree di tutto il mondo o quasi...Alitalia viceversa negli ultimi dieci anni ha bruciato una decina di miliardi di euro....mi sembra un po' riduttivo parlare solo di "negligenza"...
 
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Sciamano

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oddio "negligenza"....Non pensi che al posto di "negligenza" si possa parlare di incompetenza? Le condizioni di mercato fino alla pandemia hanno fatto guadagnare quattrini alle Compagnie aeree di tutto il mondo o quasi...Alitalia viceversa negli ultimi dieci anni ha bruciato una decina di miliardi di euro....mi sembra un po' riduttivo parlare solo di "negligenza"...
Non direi.
L'incompentenza vera e propria non prevede una voluntas di agire in un certo modo, per così dire in malafede, cosa che la negligenza invece non esclude a priori.
 
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romaneeconti

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Non direi.
L'incompentenza vera e propria non prevede una voluntas di agire in un certo modo, per così dire in malafede, cosa che la negligenza invece non esclude a priori.
quindi tu sostieni che c'e' malafede ipotetica...bene: in particolare di chi? Del Management di Alitalia e ora ITA visto che perdono piu' quattrini della vecchia Alitalia? oppure della politica? Oppure degli utenti che in generale continuando a volare con la Compagnia nazionale direttamente sovvenzionano il carrozzone? Sono potenzialmente in malafede anche loro , oppure sono semplicemente "negligenti"? Se a costoro stesse a cuore lo scucire denari prorpi ogni anno per tenere in vita la Compagnia nazionale, stai sicuro che coi penserebbero due volte a volare con loro e quindi a far da banca..direi che c'e' invece molta ignoranza sul tema anche dall'utenza...mi pare sinceramente tutto piu' ridicolo della realta' che e' penosa comunque...Parlare di malafede, io che detesto Alitalia/Ita per via della gestione sconsiderata da sempre e dalle ingiustizie e i favori portati avanti (in barba alle regole) da tutte le componenti via via coinvolte (politica, enti vari, tribunali e mettici chi vuoi) non mi e' mai passato per l'anticamera del cervello. Interessi e utilita' di campanile si', malafede no.
 

Sciamano

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Interessi e utilita' di campanile si', malafede no.
Non ci vedo molte differenza quando si tratta di amministrare un bene pubblico perseguendo i propri interessi a discapito dell'azienda, del servizio erogato e della collettività.
Ma questo non vale solo per AlITAlia, sia chiaro.
Oppure vuoi dirmi che in tutti questi decenni si sia trattato solo di incompetenza e nulla più?
 

romaneeconti

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Non ci vedo molte differenza quando si tratta di amministrare un bene pubblico perseguendo i propri interessi a discapito dell'azienda, del servizio erogato e della collettività.
Ma questo non vale solo per AlITAlia, sia chiaro.
Oppure vuoi dirmi che in tutti questi decenni si sia trattato solo di incompetenza e nulla più?
in effetti...mah...come disse Spinetta: "ci vorrebbe l'esorcista par Aitalia/Ita".
 

Farfallina

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in effetti...mah...come disse Spinetta: "ci vorrebbe l'esorcista par Aitalia/Ita".
Il punto è che la politica ci mantiene le zampe e gli italiani sono bravi a lamentarsi ma alla fine va bene tutto purché gli propini la fiamma, il dagli all'immigrato, l'unione civile e altre cosette di bandiera. Per il resto chi se ne frega salvo lamentarsi tutti i santi giorni dopo aver scelto i peggio politici che farebbero sorridere anche le varie repubbliche delle banane del terzo mondo.
 

tiefpeck

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Ita lancia un allarme cassa: a dicembre situazione "insostenibile". Il ministero: siamo sereni, nessun aumento di capitale adesso

La compagnia aerea fa presente all'azionista (l'Economia) le sue difficoltà, effetto anche del caro carburanti. Ma l'assemblea dei soci del 13 settembre, che avrebbe permesso un'iniezione di 400 milioni in urgenza, andrà deserta. Accordo con il potenziale compratore Certares, che potrà fare una "confirmatory due diligence". Squitieri alla Vigilanza


Chi l'avrebbe mai detto? Hanno appena finito di dirci quanto andava bene...