“Non siamo in Italia per fare di tutto, siamo abbastanza selettivi nelle rotte che scegliamo. Ma dove siamo presenti lavoriamo per essere i migliori. E il mercato ci sta premiando”. Lorenzo Lagorio, country manager di easyJet, sintetizza così la rotta seguita dal vettore low cost sulla Penisola, dove quest’anno è salita al secondo posto come numero di passeggeri trasportati (circa 14 milioni) dopo una pausa riflessione nel periodo Covid. Ma questo non significa che il percorso di crescita verrà rallentato, anzi, già dal prossimo anno si punterà a tornare ai livelli del 2019, quando in Italia il vettore si aggirava sui 20 milioni di pax.
Sette nuove rotte
E proprio oggi easyJet ha annunciato le prime novità per il prossimo anno. Sette rotte aggiuntive, tre delle quali su Malpensa (Lourdes, Birmingham e Parigi Beauvais), due su Venezia (Larnaca e Dubrovnik) e una a testa su Palermo e Catania, rispettivamente Nizza ed Edimburgo. “Questo non significa che l’orario estivo non proporrà altre novità, aumenti di frequenze o estensione di voli invernali – puntualizza il manager – che annunceremo nelle prossime settimane non appena la programmazione sarà completata”. Quanto alle new entry già confermate “Lourdes è una novità assoluta per noi e sono molto curioso di vedere la risposta – sottolinea – così come novità è Parigi Beauvais, città che già serviamo da tutti e tre gli scali milanesi con multifrequenze su Cdg e Orly, ma volevamo completare il ventaglio di offerta”.
Il bilancio
Guardando indietro al 2022, Lagorio ricorda come si sia trattato di un anno dai due volti, con un’ascesa improvvisa e repentina della domanda da aprile in avanti (“mi verrebbe da dire, fin troppo, visto le conseguenze che ci sono state e anche noi siamo stati costretti a rivedere al ribasso la programmazione per evitare disagi ai passeggeri”, aggiunge). Non a caso dei 14 milioni di pax dell’anno finanziario chiuso a fine settembre, ben 11 sono arrivati dall’orario estivo. E in ascesa sono stati anche i prezzi, con il revenue per seat che a livello generale per la low cost è stato circa del 20 per cento. “Sull’Italia va rilevato però che sulle rotte dove c’è maggiore concorrenza – specifica il country manager – le tariffe sono rimaste molto più basse”.
Ultima questione quella legata all’advance booking, miraggio ormai per i vettori dopo la pandemia: “Stiamo notando una maggiore fiducia – commenta – ma i comportamenti non sono univoci. Nel mercato italiano il last minute resta la componente dominante, anche se in diminuzione. Quello che notiamo piuttosto è che sono i giovani che prenotano con largo anticipo e questo fa ben sperare”.