[TR] Le due Afriche


Dancrane

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10 Febbraio 2008
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Disclaimer: nessuna reflex è stata violentata per questo TR

Avrei dovuto scrivere questo TR diversi mesi fa, ma le idee erano molto confuse, tante le emozioni, i contrasti, le esperienze, le cose da dire, che mi hanno fatto prendere tempo e cercare di organizzare i pensieri e le parole. E, poi, era dal febbraio 2020 che non facevo più un giro lontano da casa, e a rimanere inattivi, si sa, si perde la voglia di riprendere in mano le stesse cose. Ma adesso il momento è (purtroppo per voi) giunto, e allora bando alle ciance, si parte!

Fine giornata, si chiude l'ufficio e si corre a MXP: l'appuntamento a Lisbona con Sokol è, a spanne, intorno alla mezzanotte, quindi nemmeno il tempo di cenare decentemente qua o in terra lusitana c'è. Ah, no, prima di chiudere l'ufficio c'è da preparare la "valigia": tutto in fretta e furia, e si sa, la gatta che aveva fretta fece i gattini ciechi: le Stan Smith praticamente nuove ai piedi non vengono sostituite... segnamoci la gran ca@@ata, oggetto abbastanza presto dell'inizio di una sequela di filastrocche sulle allegre vite delle madri dei santi qualche giorno dopo. La fida U2 mi porterà a LIS, mentre accanto sta imbarcando la concorrenza major con il mezzo più figo









Arrivo all'albergo e mi fiondo subito a dormire, non prima di avere svegliato Sokol (già dormiente) per farmi aprire la porta della camera. Abbiamo circa 5 ore di sonno disponibili, prima di metterci in moto e raggiungere nuovamente l'aeroporto, dove è bene arrivare per tempo a fare il check in perchè la popolazione a bordo deve portarsi dietro ben più del nostro bagaglio a mano, e per il 90% sale su un aereo ogni 7/8 anni, quando va bene



Il giro prevede ben pochi voli (faremo tutto via terra), ma destinazione compagnia aerea e mezzo di partenza meritano





Guinea Bissau, uno (il primo di quelli che attraverseremo) tra i paesi col più basso PIL pro capite al mondo. I compagni a bordo, se togliamo quelli che operano per le compagnie estere, i consolati, le organizzazioni non governative e accessori vari, è composto da gente fortunata rispetto ai connazionali, ed in confronto alla quale ogni volta mi chiedo chi dovere ringraziare per essere nato nella parte "giusta" del pianeta (cit.). Mi piace l'Africa, sarebbe meglio dire certa parte di Africa, per quello che offre paesaggisticamente, ma sopratutto mi piace perchè accende mille pensieri e riflessioni che, a casa propria, è difficile elaborare alla stessa maniera, guardando un documentario o leggendo un libro, anche informandosi adeguatamente, ma senza "viverla", da fortunato che con pochi spiccioli può acquistare comodità che per gli autoctoni sono già un lusso. Più avanti tornerò su questi concetti, al momento mi concentro sulle ore di volo che ci attendono. A bordo





Complice la disinvoltura e simpatia faccia di tolla di Sokol, ma sopratutto il fatto che fossimo probabilmente tra i pochi a sapere come funziona un aereo, ci facciamo assegnare i posti sull'uscita di emergenza, che permette di avere adeguato spazio per le gambe





Non so quante occasioni avrò ancora di mettere piedi su un 767: questo, nonostante tutto, è in discrete condizioni, pur col peso dei suoi anni sulle spalle. I 772 che la compagnia ha acquisito da AZ, ci dice l'assistente di volo, sono tutta un'altra storia, e tutti bramano di volarci sopra per le comodità e gli spazi, ma al momento sono destinati a collegamenti con l'estremo oriente (Euro Atlantic opera principalmente ACMI per stati ed eserciti, ed i 777 sono sotto contratto con la NATO e portano avanti e indietro soldati olandesi, se non ricordo male).







Fuori la prima luce dell'alba è fantastica, e si potrebbe fotografare di tutto nei piazzali. Si potrebbe...



Bisogna aspettare che il decollo, o forse le scie chimiche, rimuovano la condensa



Salutiamo Lisbona, e ci tuffiamo verso l'Africa







Ora del rancio, abbastanza apprezzabile



I paesaggi cominciano a cambiare radicalmente rispetto a quelli visti negli ultimi 2 anni e mezzo







Mi accorgo di un piccolo sticker sopra l'oblò, non lo avevo visto prima. Anche questa una fortuna



Dopo circa 5 ore, siamo ormai in dirittura di arrivo. Il cielo è nuvoloso, ma si aprirà all'arrivo







Finalmente quella striscia di terra color argilla, che mi fa assumere la consapevolezza di essere, di nuovo, in Africa!



L'autostrada oggi sembra vuota. La prenderemo tra un paio di giorni



A terra, mentre sulla via di rullaggio andiamo al parcheggio, un rottame Kwaitiano (credo), sequestrato, si dice, perchè coinvolto in traffici oscuri, e ivi abbandonato





Alle spalle, un altro catorcio (un vecchio Gulfstream, si direbbe), messo ancora peggio



La manovra è complicata



Ecco il terminal, con il comitato di accoglienza pronto: siamo l'unico volo, a piedi dal nostro 767 saranno da fare forse 50 metri senza ostacoli di sorta, ma bisogna farli sul bus, generoso dono rottamato da CDG, e con le porte rigorosamente difettose, che rimangono aperte. Praticamente, è più rischioso cadere dal cobus che farsela a piedi.



Prima di scendere, il comandante ci aspetta per un saluto







Ho rischiata la fucilazione per fotografare Osvaldo Vieira!



Arrivati nel terminal, scattano i controlli sulla documentazione Covid e sui visti. Per il Covid, il rigido protocollo prevede che si vada, Green Pass alla mano, da una solerte addetta dietro un baracchino senza vetri, si mostri la certificazione, e si ottenga un cenno di assenso della medesima addetta immediatamente dopo avere tirata una righetta (avete presente come si contano i giorni in galera? Quattro linee verticali e la quinta a tagliarle?, Ecco!) su un pezzo di carta strappato chissà dove. Nessuna modulistica, si tirano le righe a basta, il tutto con davanti una folla accalcata e vociante, chè il concetto di coda e distanziamento è qualcosa di sconosciuto. Ma, come ripete sempre Sokol, TIA, che non è Tirana, ma This Is Africa!

Sokol riesce a svangarla prima di me, e mi attende subito dopo i controlli: lo trovo che sta già contrattando coi tassisti. Alla fine troviamo lui, e saliamo su quello che sarà lo standard dei trasporti che utilizzeremo per i prossimi 9 giorni







E via, verso l'albergo



...continua...
 

vipero

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.
Sono riuscito a pagare uno di quei 767 12k/bh, e non aveva nemmeno i trolley e gli oven racks a bordo.
“Figlio mio, nella merda in AOG ci sei tu…”.

Li possino… :p
Aspettiamo il resto ;)
 
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londonfog

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Interessante. Capisco come ci si sente ad andare in Africa (e in altri posti) per la prima volta dopo COVID
 

Dancrane

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La Guinea Bissau è una ex colonia portoghese. Notoriamente non ci sono grosse produzioni automobilistiche in Portogallo, e quel che si vede, da subito, sono i modelli ed i marchi di macchina e mezzi che coprono praticamente il 95% del parco circolante in mano ai tassisti ed ai locali







Quel che non è Mercedes, e rigorosamente con almeno 25/30 anni sulle spalle, è Volkswagen, talvolta Audi, raramente DAF per i mezzi più grandi, e nulla più. Poche le eccezioni in giro (e, di norma, non di locali). Il mio pensiero va alle "campagne di rottamazione", ed alla fine che fanno le auto datate ritirate dai concessionari, rifilate (a pagamento!) dopo viaggio su qualche altrettanto rottame di nave, al paese povero di turno, dove viene tolto tutto quel che non funziona (meglio, che non fa funzionare i mezzi), in primis filtri antiparticolato ed elettronica varia, modificate le sospensioni (vedrete più avanti il perchè) e rimesse immediatamente in circolazione. Mi rendo conto di avere ben afferrato, dopo averlo visto in prima persona, il concetto di Africa discarica del mondo occidentale. Quello che da noi viene ritirato e fermato con (sacrosante) norme per preservare l'ambiente, gira liberamente nei paesi poveri, dove sempre noi del primo mondo, tanto attenti alla nostra aria, munificamente aiutiamo i più bisognosi. I tappeti sui quali facciamo passeggiare le coscienze devono avere una gobba di kilometri di polvere sotto.





Sulla strada verso l'albergo, scene di vita reale in quella che è la capitale del paese, in quanto tale già messa bene rispetto a quel che ci attende tra due giorni





Se il parco circolante è di provenienza tedesca, il commercio (chiunque, in qualche modo, commercia sempre e comunque) è prettamente di roba cinese, indiana, bengalese. Altra forma sostanziale di colonizzazione (da una parte), e di gara a chi sfrutta e chi è sfruttato.









Nella piazzetta alle spalle del nostro albergo, c'è un bar/ristorante/pizzeria/pub tra i più "rinomati". La clientela la riconosci dai macchinoni



Nel caso, abbiamo anche il dentista a portata di mano



Arriviamo infine all'agognato albergo, che costa "poco" per noi, inaccessibile anche solo al pensiero per i locali



Sarà lusso sfrenato rispetto a quanto ci attende più avanti. Disbrigate le formalità di registrazione, e preso possesso della camera, c'è il sacro rito da compiere (lo facciamo sempre ed ovunque andiamo con Sokol e in generale con la combriccola di amici coi quali si va in giro): la prima birra!

Non esiste una birra locale, sono tutte di importazione e, sopratutto qua, di dimensioni mignon, tipo peroncino per capirci



La raffinatezza del locale del quale vi parlavo prima: porta in vera finta pelle imbottita!







L'emozione di vedere due bianchi, e pure per turismo, fa crollare il cassiere in una depressione profonda



E' pomeriggio, Sokol deve necessariamente comprare una maglia di una squadra di calcio alla prole, ma anche io sono incuriosito e vorrei andare al mercato che abbiamo visto sulla strada dell'aeroporto. Quindi, si va.















La domanda sorge spontanea: perchè i manichini sono tutti bianchi?



Il tasso di umidità è alle stelle, la mia maglietta di cotone un sudario per la camminata sotto il sole cocente, non ho trovato la camicia che cercavo ma un paio di pantaloni di cotone grezzo e con mille tasche sì (e sarà stata una manna dal cielo!), mentre Sokol, in mezzo ai milioni di maglie rigorosamente taroccate di tutte le squadre possibili ed immaginabili, non è riuscito a trovare quella idonea (quella della nazionale), ed è molto abbacchiato. Sulla strada del ritorno, che impunemente facciamo a piedi, come se già non fossimo massacrati ed a rischio collasso (almeno io, che non tollero il caldo) qualche scorcio di cose simpatiche





Troviamo anche un posto, meno raffinato del "nostro" ma con la magnum da 66 cl!



La sera siamo attratti, in mezzo a strade rigorosamente prive di illuminazione, da rifettori accesi e musica assordante, Ci troviamo qui dentro





Partita scialba, ma almeno l'ingresso era gratuito. Entrati ed usciti dopo 20 minuti, senza l'emozione di un gol.

L'indomani, si va verso il porto...

...continua...
 

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Finalmente! Vedi di finirlo prima delle prossime nomine del Politburo cinese, m'aracumandi.

Condivido in toto le riflessioni sull'Africa, le stesse auto (magari nella versione più nuova) vanno a demolire gli alveoli di kirghizi e tajiki.

Partita scialba, ma almeno l'ingresso era gratuito. Entrati ed usciti dopo 20 minuti, senza l'emozione di un gol.
Eh, non tutti posson dare le emozioni del Buxoro PFC!
 

Flyfan

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Bellissimo è interessantissimo, di quei TR che più ce n’è meglio è.
PS. Per le auto che fino ad ora gettavano in altri continenti, da ora in poi beccheranno ben poco, perché dopo le ultime illuminate decisioni ecologiste de noantri prese ad caxxum, ce le terreno ben strette
 
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Dancrane

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Si va a fare un giro verso la zona portuale ed il vecchio forte. La qualità delle strade è questa (e siamo a forse 200 metri dal palazzo presidenziale...)



Il palazzo presidenziale è l'edificio bianco sul fondo, sempre in fondo, sulla sinistra, c'è il nostro albergo. Siamo in pieno "centro storico", in sostanza





Sulla strada, incrociamo una chiesa, con una scolaresca fuori





La vita scorre lentamente, ed infaticabilmente





L'architettura coloniale portoghese è evidente nella zona portuale



Vedo ruderi ovunque, e mi domando quanto sarebbe bella la zona se ci fossero i quattrini per riportarla all'antico splendore





Entriamo senza problemi nella zona del mercato (non solo del pesce), e lo spettacolo sanitario è desolante. Certamente, i predecessori di queste bestie sono già finiti nei piatti, e ripenso alla bontà del pesce (lo dico seriamente, era buonissimo) della cena di ieri ed al numero di batteri e malattie varie che probabilmente ci stiamo portando in corpo







Dedicato ai veneti, una distesa di moeche



Pescatori che sistemano le reti, la domanda è come queste "barche" riescano ad affrontare il mare



Lui gira libero tra i mezzi



la vecchia fortificazione, ora parco botanico, ma presidiato dai militari

[url=https://www.flickr.com/gp/151997023@N06/89Uj52h98p]




L'urlo di un militare mi fa desistere dal fare altre fotografie. Sono sempre tutti preoccupati che chissà quale invasore possa aggredirli...

S'è fatta l'ora di pranzo, e di una birra (meglio, l'equivalente di UNA birra)



Il palazzo presidenziale e la piazza principale di Bissau



Tra una birra e l'altra, mi guardo la strada che mi attende domani e dopodomani



La giornata inizia sotto i migliori auspici



dobbiamo raggiungere il punto di partenza dei collettivi, e speriamo nel passaggio di un taxi. Tutti quelli che passano (pochi) non ci vedono o comunque tirano dritto. Alla fine, Sokol, incurante della pioggia, decide di cambiare il punto di attesa, e riesce a bloccarne uno. Andiamo quindi verso il parcheggio, e comincio a realizzare che le mie Stan Smith probabilmente si sporcheranno un po'...



Eccoci, pochi secondi prima di essere presi d'assalto da una pletora di autisti, amici degli autisti, procacciatori di biglietti e venditori di passaggi altrui. TIA, e funziona così, chiunque tenta di convincerti a prendere il mezzo migliore, a venderti il relativo biglietto e racimolare la sua percentuale sulla vendita (e, si sa, se sei straniero il costo, che per te è sempre piuttosto contenuto, è di almeno 2/3 volte il prezzo standard del locale). Il commercio del quale parlavo all'inizio è anche questo





Alla fine delle trattative, saliremo su questa meraviglia della meccanica tedesca (il sacco nero che stanno amabilmente stoccando sul tetto contiene i nostri bagagli)



...continua...
 

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Vabbè, a Roma le strade so' peggio, ed è la capitale ;)
Stavo appunto per commentare che le strade in provincia di Biella non sono messe poi meglio! Per non parlar di Londra, dove ho trovato le stesse buche intorno a LHR che ricordavo nel 2017!
 
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Dancrane

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Passata la trattativa per la scelta del rottame poderoso automezzo sul quale accomodarci, attendiamo che la direzione provveda alla vendita di tutti i posti disponibili e, quindi, partiamo.
Tutti i posti disponibili... tutti i posti disponibili... ma quanti sono i posti disponibili su un pulmino progettato per trasportare 12 persone?
Cominciamo dall'equipaggio: è composto dall'autista, dal bigliettaio, e dall'ingegnere di bordo. E, vi garantisco, si rivelerà essere figura indispensabile. A bordo, poi, c'è un individuo che viaggia in business class: ha comprato tutti i biglietti della sua fila (manco a dirlo, l'1A/B/C), per averla tutta per sè. Il fatto che indossi una kefiah non ci intimorisce per nulla (la paura della gente, in tutto il viaggio, è un sentimento che non ci ha mai pervaso).
Dietro, nella barbon class, la situazione delle file 2/3/4 è questa



Contate pure le teste. E, poi, moltiplicate per due, che quella è solo la parte davanti!

Un totale di 32 (TRENTADUE!) persone, con relativi bagagli (e quello che vedete sul cielino è un materasso). Le portiere senza maniglie interne, e con le taniche di benzina a bordo direi che la sicurezza è garantita. Bigliettaio sul predellino esterno posteriore a fare da sensore di parcheggio/di ingombro, e si parte!
Avremo un viaggio in due parti: la prima, da Bissau a Gandembel (per Google maps, Candembel su altri siti), e poi, attraverso la jungla, si va a Bokè, tappa finale del percorso odierno, nel secondo paese di questo giro. Complessivamente saranno circa 300 km che, al netto della sosta a Gandembel, percorreremo alla stratosferica velocità media di 25 km/h

Andiamo a prendere l'autostrada fotografata dall'alto in atterraggio, passando accanto all'aeroporto



Dopo solo un'ora di viaggio, e nemmeno 20 km percorsi, ci dobbiamo fermare per il primo posto di controllo. Questi due micetti avranno avuto si e no 40 giorni



Ripartiamo su strade fangose e piene di buche, sulle quali raramente riesco a sentire la terza ingranata, sino al primo punto di riconsegna di non so cosa: urla e verosimili bestemmie di donne, che attendevano un carico di qualcosa non consegnato. La litigata consente ai passeggeri di potere scendere dalla tomba su gomme dal pulmino e sgranchire le gambe (sopratutto, consente a me di fumare una sigaretta)



Si riprende il cammino, le strade talvolta sono similsane e si riesce anche ad ingranare quarta e, talvolta, quinta, ma il cambio comincia a manifestare qualche impercettibile segno di stanchezza: per salire di marcia, si comincia con la doppietta tra seconda e terza, la tripletta tra terza e quarta, e le implorazioni per la quinta. Nonostante tutto, azzardiamo addirittura un sorpasso su chi ha deciso di viaggiare comodo, in poltrona



Arriviamo in un paesello, nel quale si ferma un po' l'intero traffico per consentire una rifocillata







Il portatore di taniche è partito con noi, ma appartiene ad altra parrocchia. Da noi, l'ingegnere di bordo prende in mano la situazione e mette mano a motore, cambio ed a tutta una serie di accrocchiature meccaniche con la teutonica strumentazione di casa madre







Io ne approfitto per qualche altro scatto





Sokol invece va a ballare in discoteca



Riprendiamo la strada e ci addentriamo nella boscaglia. Sino a quando, la qualità del sottofondo è tale da costringere tutti a scendere, per sperare che il mezzo possa passare (e ce la farà a fatica). Le mie Stan Smith saranno definitivamente compromesse



Finalmente, intorno alle 16, giungiamo a Gandembel: siamo in mezzo al nulla cosmico, e Sokol cerca di organizzare la trasferta a Bokè in moto. Impiegherà 3 ore a rintracciare due centauri disponibili, ma io mi godo lo spettacolo e respiro a pieni polmoni un senso di libertà







L'abero è pieno di tessitori, è una meraviglia vederli volare, saranno migliaia



Nel frattempo, sopraggiunge il primo dei due pazzi squilibrati (per Sokol, EROI) che ci porteranno in moto. Ovviamente, uno ci sale senza troppi patemi d'animo sapendo che, nel mezzo della giungla, il cavo dei freno viene sostituito davanti a te dal team di specialisti



Le direttive sono precise: ci sono una settantina di km da percorrere, "troveremo acqua", quindi mettiamo gli zaini in sacchi di cellophane (quello giallo nella foto è il mio), per puro caso tengo in tasca un sacchettino extra ed il cellulare. La prima pozza la becchiamo dopo 10 metri, ma è niente: passato il primo controllo (stiamo pur sempre andando in direzione della Guinea, quindi cambiando paese), dopo si e no un quarto d'ora giungiamo in un punto dove l'acqua comincia ad arrivare alle caviglie, poi dobbiamo scendere e proseguire a piedi perchè arriva alle ginocchia.

I motori delle moto borbottano sott'acqua, e realizzo che tenere il telefono in tasca significa doverlo buttare quanto prima: lo avvolgo nel sacchetto di cellophane che mi era rimasto in tasca, riuscendo a salvarlo. Nel frattempo, calano le tenebre (e, in mezzo alla giungla, non ci sono i lampioni), quando si scende dalla moto e si va a piedi il fondo piatto delle mie scarpe mi fa scivolare due o tre volte nella fanghiglia, in alcuni tratti Sokol mi darà la sua manina per andare avanti e fare strada sul fondo scivoloso (e tutt'altro che piatto, naturalmente). Trovo sia il momento migliore per cominciare a ripetere a memoria il "Vocabolario Veneto della grammatica da osteria", inneggiando allegramente contro Sokol ed i suoi "eroi" con gli stessi auguri riservati alle divinità. Passiamo altri due/tre checkpoint, entriamo formalmente in Guinea e, ad uno dei posti di controllo, in mezzo al nulla, nel buio pressochè totale, dopo avere controllato che avessimo il Green Pass, il libretto della vaccinazione per febbre gialla, averci apposto il visto sul passaporto e, sopratutto, averci estorto soldi (e siamo solo all'inizio, delle estorsioni), ci fanno proseguire. Dove l'acqua non c'è, o ce n'è poca, i due pazzi corrono come dei dannati, sino a giungere sulla sponda del fiume Kogon dove, con due Caronti locali, traghettiamo a bordo di una sorta di canoa da una sponda all'altra, moto comprese. E qui che approfitto per fare l'unica foto del percorso



Guardatela immersi nel buio: è fatta a mano libera con un cellulare, in riva ad un fiume, senza una caspita di luce... e si vede una stellata che solo in mezzo al nulla si può vedere!

Sbarcati sull'altra sponda, riprendiamo la strada, immancabilmente sterrata, e la sofferenza della moto che corre e prende buche e dossi in continuazione, amplificata da una posizione del tutto innaturale sul mezzo e dall'essere bagnato fradicio, fa sì che da una parte le ginocchia non riesca più a sentirle, dall'altra la spina dorsale ad ogni colpo lanci delle rasoiate di dolore che non auguro a nessuno, e che mi ricorderanno l'esperienza per un paio di mesi. Dopo un'ora di viaggio facciamo una sosta: tra una bestemmia ed un urlo, sono talmente a pezzi che la voglia di proseguire per almeno un'altra ora non c'è, Sokol deve aiutarmi a disincastrarmi dalla moto, non riesco a distendere le gambe e gli urlo dietro mentre i due "eroi" rabboccano i serbatoi delle moto (chiariamoci: moto=scooter cinese di 100 cc!) con benzina acquistata sulla strada da un venditore che la serve in comode bottiglie d'acqua da un litro e mezzo. A mente fredda, il ricordo del cielo che guardavo per non pensare al dolore rimane indelebile, al pari della discussione con il compare di viaggio, che per tre giorni continuava a chiedermi se non mi consideravo un "eroe" a mia volta per avere fatto un viaggio del genere: ancora credo non abbia capito la differenza che intercorre tra "avventura" ed azzardo. A nulla è servito spiegargli che una buca presa male a 80 km/h significava lasciarci la pelle, che a tutto c'è un limite imposto dalla ragione, e che, a differenza mia, LUI ha 3 figli ed è LUI che dovrebbe pensarci con più raziocinio.

Nonostante tutto, arriviamo a destinazione alle 22.30, dopo avere fatto 70 km in 4 ore e mezza atraversando la giungla, trovando un albergo, probabilmente il migliore della città. Ho bisogno (avrei, anzi, avremmo bisogno) di una doccia, siamo zuppi di fango e di terra, quindi ci fiondiamo in bagno



Apro il rubinetto... non esce acqua dalla doccia... Provo a lavarmi le mani... non esce acqua dal rubinetto... vado a pisciare... non esce acqua dalla cassetta del wc... i due secchi, però, sono pieni, ed almeno lo scarico posso farlo. Apro il rubinetto sopra i due secchi e, finalmente, l'urlo liberatorio: habemus aquam! Ci laviamo alla vecchia maniera, e senza nemmeno avere mangiato qualcosa, ci buttiamo a dormire.

...continua...
 

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Meraviglia. Te lo dicevo al pub temporibus illis, che giro della Madonna... ma che non farei. Trentadue cristiani e un materasso su un pulmino! Geniali.
 
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ploncito

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E poi davano del pazzo a me quando usavo i dala-dala in Tanzania.
Aspetto con ansia il resto e vi leggo con un pizzico di invidia. Quella zona dell'Africa (facendola via terra) e' da molto tempo nel mirino.
 

Flyfan

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Per la mia mente siete completamente pazzi senza neanche ricorrere all'opinione di uno specialista, ma per il mio cuore ben vengano folli come voi. Meraviglia questo racconto e queste immagini.