West Africa gode di ampie zone rigogliose, un'immagine spesso distante dalla concezione del continente assetato. Lungo il tragitto ho perso il conto dei fiumi e dei ponti attraversati, ma lo spettacolo delle distese verdi è inebriante
Sulla strada c'è un pullulare di camion e mezzi pesanti che se sono nuovi sono cinesi, mentre di vecchio si vede qualunque cosa, ivi compresi vecchi Iveco ed addirittura OM. Superarli non è facile col nostro furgone stracarico e la strada in salita, e le nuvole nere dei gas di scarico appestano l'aria pesantemente, il che, non avendo aria condizionata a bordo e dovendo quindi viaggiare coi finestrini aperti, rende il viaggio un bagno di salute. Pari al bagno che, non ripreso, stava facendo un locale nel fiume, suscitando le mie profonde riflessioni, ed una malcelatissima invidia, sulle dotazioni dell'apparato riproduttivo degli autoctoni
Arriviamo a Doubreka, poco a nord di Conakry: impiegheremo, per arrivare a destinazione, praticamente lo stesso tempo impiegato per arrivare sino a qua
All'ingresso, sembra di essere tra i mobilieri della Brianza
Del camion, come del maiale, non si butta via niente
Arrivati a Conakry, veniamo scaricati dal pulmino e prendiamo un taxi per raggiungere l'albergo, dalla parte opposta della città (in sostanza, andremo sulla punta meridionale della penisola di Conakry). Ogni tassista ha il proprio santino
Sotto quelle lastre di cemento scorrono le fogne, ovviamente non intubate.
Dopo le giornate trascorse nei migliori alberghi Guineiani, decidiamo di prenderci una camera in un quattro stelle. La sensazione di pulito dopo la doccia in un vero bagno, e pure con l'acqua calda, ridona serenità ad entrambi. Ne approfitterò per mandare in lavanderia i pantaloni ancora intrisi del fango della jungla e lavare le magliette che, per quanto portate in abbondanza, al ritmo di 2/3 cambi giornalieri, cominciano a scarseggiare. Fuori, ci facciamo suggerire un posto dove potere gustare una buona birra
Il prestigio del bar (e dei suoi avventori)
Ci mettiamo di nuovo in cerca delle magliette per i figli di Sokol, scorgendo un concessionario sulla strada
Al mercato, pieno di gente all'inverosimile, faccio un'unica fotografia alle venditrici di peperoncini
L'indomani, giro turistico per la città: comincia a farsi largo un fortissimo raffreddore, figlio delle grandi sudate in giro alternate all'aria condizionata a temperature polari dell'albergo. Mi perseguiterà, peggiorando di giorno in giorno, per almeno una decina di giorni, unito a dolori di schiena causati dai colpi in moto
La vista di primo mattino dalla camera d'albergo
Fatta, finalmente, una ottima ed abbondante colazione, è giunta l'ora di salutare la Guinea, e raggiungere il consueto parcheggio dei collettivi per la prossima (e, almeno per me, purtroppo ultima) tappa del giro
...continua...