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D’altronde si pagano i consulenti esterni quando non hai risorse interne all altezza; che poi non si parli delle perdite è ridicolo.Ita Airways, la Corte dei Conti: stop alle consulenze esterne (sono costate fino a 9,34 milioni)
di Leonard Berberi
La Corte dei Conti «bacchetta» Ita Airways per le spese significative in consulenze esterne nel 2021 pari a 9,34 milioni di euro. Ma, allo stesso tempo, riconosce che erano necessarie per far decollare la compagnia aerea (il 15 ottobre dello stesso anno). E invita, per il futuro, a «limitare l’utilizzo» di esperti esterni. Lo si legge a pagina 33 della «Determinazione e relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria di Italia Trasporto Aereo Spa», come si chiama la società — al 100% del Tesoro — proprietaria del vettore tricolore.
(dal rapporto della Corte dei Conti)
Le voci di spesa
Il documento esamina l’andamento dell’azienda pubblica oggetto in questi mesi di una trattativa per l’ingresso nel capitale di Lufthansa. E i temi affrontati sono svariati. Compreso quello delle consulenze. Nel 2021 queste ammontano a 9.342.800 euro per la maggior part a «supporto start up della società»: 2,92 milioni in «consulenza strategica - piano industriale», 2,15 milioni in ambito «legale/societario», 1,74 milioni per l’«Information technology», 1,1 milioni per «Commerciale, rapporti con la clientela, programma di fidelizzazione». Ma anche 752 mila in «Risorse umane», 352 mila di «supporto apertura filiali estere».
Le motivazioni
«Come si può notare — scrive il relatore del documento, il presidente di sezione Francesco Paolo Romanelli — la spesa sostenuta per le consulenze esterne è principalmente riferibile all’ampio ricorso a prestazioni specialistiche che si sono rese necessarie, dapprima, per l’elaborazione del piano industriale e per il suo successivo adattamento durante l’interlocuzione con la Commissione Europea e, successivamente, per la partenza operativa della compagnia aerea in un brevissimo lasso temporale».
La raccomandazione
La Corte — sottolinea il rapporto — «riconosce» la «necessità del ricorso a competenze professionali specialistiche esterne nelle attività aventi particolare carattere di straordinarietà, complessità e rilievo economico». Ma deve anche «raccomandare, per il futuro, di limitare l’utilizzo delle prestazioni di professionisti esterni ai soli casi in cui (...) l’esigenza da soddisfare trascenda effettivamente le possibilità operative della struttura societaria». Tradotto: si può ricorrere alle consulenze esterne solo se non è possibile utilizzare le risorse interne.
I bilanci
La relazione — pubblicata il 21 aprile e lunga 84 pagine — esamina tutto il percorso di Ita. Ricorda la sua nascita, i conti del 2020 (quando non era ancora decollata) che si sono chiusi con una perdita di 1,02 milioni di euro sui 20 milioni versati dal Tesoro. Quindi passa al 2021 caratterizzato, nella prima parte, delle trattative — a tratti dure — con la Commissione europea, quindi nella seconda metà dell’anno con il via libera dell’Antitrust Ue che ha concesso un finanziamento pubblico in tre anni di 1,35 miliardi: 700 milioni nel 2021, 400 milioni nel 2022 e 250 milioni nel 2023.
Alitalia per 1 euro
Il documento conferma anche quanto svelato dal Corriere nella primavera dell’anno scorso: Ita ha pagato un euro il ramo «Aviation» di Alitalia. Il 16 agosto 2021 — ricostruisce la Corte — la nuova compagnia ha inviato un’offerta «per un prezzo pari a zero euro». Come mai? Se il valore dell’asset era «stimato in 88,8 milioni» a questi andavano sottratti i «maggiori costi da sostenere da parte di Ita (calcolati complessivamente in circa 137 milioni) per i lavori di manutenzione degli aeromobili» e per il rinnovo dei contratti di leasing «che risultavano essere stati stipulati a condizioni fuori mercato». Il 14 ottobre, a poche ore dal decollo del primo volo di Ita, le due società firmano il contratto del valore di 1 euro.
La gara per il marchio
Il dossier fa luce anche sull’acquisto del marchio «Alitalia», altro asset finito all’asta. L’advisor incaricato di fornire una valutazione del brand — il professor Giovanni Fiori, conoscitore di tutte le vicissitudini della vecchia compagnia — aveva fissato la stima «tra gli 80 e i 145 milioni». L’unica a partecipare alla gara, Ita, l’ha rilevato per 90 milioni di euro. Da allora il nome non viene utilizzato e si vede soltanto sui pochi aerei, ereditati dalla vecchia società, che non sono stati ridipinti con la livrea azzurra di Ita. «Il marchio Alitalia è ritenuto comunque un asset strategico ed il suo migliore utilizzo è in fase di studio», ha spiegato ai tempi il Chief marketing officer di Ita.
(dal rapporto della Corte dei Conti)
Gli stipendi per i vertici
Un capitolo è dedicato alle remunerazioni dei vertici della compagnia aerea. Compagnia che conta, dalla sua nascita, un amministratore delegato/direttore generale (Fabio Lazzerini) e tre presidenti: due nel 2020-2022, oggetto del documento della Corte dei Conti (Francesco Caio, non esecutivo, e Alfredo Altavilla, esecutivo), mentre ora è in carica Antonino Turicchi (esecutivo) di fatto non coinvolto in questo documento della Corte. Per il ceo/dg il «trattamento economico» è stato, fino al 23 giugno 2021, di 675 mila euro, poi portato a 600 mila. Per il ruolo di presidente il compenso è variato da 220 mila a 600 mila. In entrambi i valori sono compresi 200 mila di «incentivi di breve termine».
Le tensioni nel cda
Il rapporto su Ita si concentra anche sulle frizioni all’interno del board. Il 2022 «è stato caratterizzato da tensioni nell’ambito del Cda a causa di una persistente contrapposizione su alcuni rilevanti temi di gestione aziendale — si legge — venutasi a determinare tra il presidente esecutivo e la maggioranza dei consiglieri non esecutivi (che si sono, poi, dimessi dall’incarico), che hanno finito per ripercuotersi negativamente sul funzionamento dell’organo amministrativo». Tensioni culminate il 12 ottobre con «la revoca delle deleghe esecutive» e su «iniziativa del Mef» a «un nuovo assetto del governo societario» che ha ridotto il cda a 5 membri: il presidente Turicchi, l’ad Lazzerini, i consiglieri Frances Ouseley (unica confermata dal precedente board), Gabriella Alemanno e Ugo Arrigo.
Ita Airways, la critica della Corte dei Conti: «Basta consulenze esterne» (arrivate a 9,5 milioni)
Il documento «fotografa» i conti e l’evoluzione della compagnia aerea italiana. La gara per il ramo «Aviation» di Alitalia (preso a 1 euro), l’asta per il marchio e le remunerazioniwww.corriere.it
Ma non mi sorprende.