Intervista al sottufficiale dell’Aeronautica in pensione: “La notte della strage ero nella sala operativa di Milano, ci convocarono la mattina dopo per imporci…
www.repubblica.it
Cito un articolo a caso rispetto ai tanti che circolano ultimamente (specie su Repubblica) ma che mi sembra utile a capire perché cade quasi sempre nel vuoto l'invito - sacrosanto - ad informarsi sulla vicenda tramite la lettura attenta di carte le perizie.
Se nella memoria collettiva del Paese si è ormai radicata l'idea del depistaggio - il
dogma a cui fa giustamente riferimento Nicola - allora la stessa perizia diventa prima inaffidabile e poi inutile da leggere. Ciò, però, non in quanto pilotata da tecnici compiacenti e in malafede bensì perché anche gli esperti sono stati a loro volta vittima di despistaggio, visto che gli è stato permesso di lavorare solo su evidenze compromesse all'origine.
Sui rottami non ci sono tracce di missile.
"Le tracce stanno in quel 10% di aereo che non è stato recuperato".
I tracciati radar provano che non c'erano altri aerei nelle vicinanze.
"Perché i tracciati che lo provano sono stati cancellati".
Non si può arrivare a una conclusione certa ma, nell'incertezza, la bomba è l'ipotesi tecnicamente più probabile.
"Perché le altre ipotesi sono state artatamente rese impossibili da provare".
E via dicendo.
Se poi questa impostazione logica viene sostenuta, oltre che da mitomani e diretti interessati, anche da colonne delle istituzioni (Cossiga e Amato in primis...), ecco che il gioco è fatto.