Certares interessata al dossier Alpitour (e Neos)


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Allo stesso tempo, i fondi PE che
Non capisco perché si faccia di tutta l'erba un fascio.

Sì, il mondo Private Equity produce spesso obiettivi a breve termine che "creano valore" distruggendo l'insieme aziendale o addirittura deprendandolo. Ma non è sempre così. E' un universo incredibilmente ampio e variegato e non sempre la strategia del PE firm è quella classica del leveraged buyout che costringe a vendere velocemente e incentiva gli spezzatini.

TPG ha acquisito parte di Continental nel 1992 (salvandola dal fallimento) e Ryanair nel 1996 (anche Ryanair messa malissimo all'epoca). Ambedue i vettori sono usciti dalla crisi con strategie di crescita di lungo periodo. Inutile sottolineare quanto fosse inutile Ryanair nel 1996 rispetto agli anni dieci, quando TPG ha ceduto le proprie quote.
Virgin America è cresciuta da zero fino alla quotazione in borsa (2005-2014) con gli investimenti di fondi privati (Cyrus Capital Partners e Black Canyon Capital).
Durante il Covid vari fondi PE sono intervenuti in aiuto di vettori in giro per il mondo: Viva Aerobus ($150M da CarVal). Vedremo come andrà a finire ma il vettore è sempre là, operante e operoso. (Credo che Carval possegga anche Aergo, lessor con un centinaio di aerei in giro per il mondo, incluso qualcosa in ITA).
Altro lessor che cresce con gli investimenti di un PE (Oaktree) è Azorra, che ha ricevuto $350M milioni nel 2021. Anche quello è roba da un centinaio di aerei di proprietà. Oaktree, peraltro, è stata per un decennio socio di minoranza del London City Airport: fra il 2006 e il 2015, i movimenti dell'aeroporto sono raddoppiati, così come il valore dell'investimento. Fra gli altri, Oaktree è attualmente proprietaria dell'aeroporto di Austin.
Tutto ciò che scrivi è innegaibile, e come dicevo prima quella che esprimevo era la mia esperienza. Però va detto che Certares, nel campo delle compagnie aeree, è specializzata in distressed assets. Il fondo che ha investito in LATAM, Azul e Hertz è quello 'specifico' per chi non sta messo benissimo; ora, Neos/Alpitur stanno, a quanto ne so, più o meno in salute; non vorrei che l'idea di Certares fosse quella di prenderli, spolpare e poi rivendere a qualcuno tipo TUI.
 

kenadams

Moderatore
13 Agosto 2007
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NYC
Tutto ciò che scrivi è innegaibile, e come dicevo prima quella che esprimevo era la mia esperienza. Però va detto che Certares, nel campo delle compagnie aeree, è specializzata in distressed assets. Il fondo che ha investito in LATAM, Azul e Hertz è quello 'specifico' per chi non sta messo benissimo; ora, Neos/Alpitur stanno, a quanto ne so, più o meno in salute; non vorrei che l'idea di Certares fosse quella di prenderli, spolpare e poi rivendere a qualcuno tipo TUI.
E' plausibile che Certares abbia intenzioni del genere -- francamente non ho strumenti per valutare o farmi un'idea.

Quello che ho imparato avendo lavorato a lungo (in tutt'altro settore) con molti fondi di venture capital, private equity e investitori istituzionali è che sono quasi tutti uguali. L'80% delle persone che vi lavora ha molta più autostima che effettiva competenza. L'80% valorizza risultati di breve e medio periodo senza alcuna capacità di valutare, apprezzare, misurare strategie di ampio respiro. L'80% è superficiale, grossolano e perfino ingenuo. E, soprattutto, l'80% si caga sotto e campa di FOMO.
Il Private Equity è una bestia particolare, soprattutto quando usa tecniche di leveraged buyout che inevitabilmente comportano tempistiche accelerate (altrimenti tutto il profitto se ne va in interessi sul debito). Ma c'è anche chi arricchisce davvero le aziende nelle quali investe: nel settore tech, trovo eccezionale il lavoro di Vista Equity Partners: il loro modus operandi comprende l'imposizione alle aziende che acquisisce del loro metodo di reclutamento e valorizzazione del personale. E' così che un'azienda della quale ero cliente segò in meno di due anni la maggior parte dei commerciali, sostituendoli celermente con gente assunta coi nuovi criteri: anziché una schiera di laureati delle migliori università, la rosa di venditori si trovò a essere davvero variegata. Uno dei neoassunti, un diplomato che fino all'anno prima installava la fibra ottica per conto di un operatore telefonico, si rivelò il miglior commerciale dell'azienda, superando ampiamente i risultati di coloro che lo avevano preceduto.
 

kenadams

Moderatore
13 Agosto 2007
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NYC
I fondi ricorrono alla leva finanziaria?

Se l'avessi chiesto a me, non l'avrei mai detto... d'altronde, se non sono loro ad avere palate di soldi da investire, chi altro?!
Produrre plusvalenze e ritorno sul capitale investito competitivi senza ricorrere al debito è ormai piuttosto difficile in quasi tutti i settori. La leva finanziaria è -- del resto -- maggiormente utilizzata proprio da fondi e investitori istituzionali provvisti di capitali enormi. Sia nei mercati azionari che nel mondo privato. La speculazione è la norma in tutti i tipi di investimento.

Dipendiamo (paradossalmente) tutti dal debito anche quando non abbiamo debiti noi stessi. Chiunque investa in borsa (anche in modo estremamente prudente) compra e vende titoli il cui valore dipende molto dalla quantità di debito contratto da chi quei titoli li ha acquistati con denaro preso in prestito. In linea di massima, più gente investe con denaro prestato, maggiore è il valore nominale (non effettivo) di ciò in cui la gente investe.

Non a caso l'andamento dell'indice Nasdaq ha un profilo simile al grafico che traccia la misura della leva finanziaria (attualmente $680.000.000.000) solo nei mercati americani.

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East End Ave

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su e giu' sull'atlantico...
Neos, la compagnia italiana che fa più utili: il record degli aerei del gruppo Alpitour
di Leonard Berberi

La trasformazione da sola compagnia aerea charter a vettore di voli di linea in un mercato sempre più competitivo rafforza le operazioni (e i bilanci) dell’italiana Neos. L’aviolinea del gruppo Alpitour World ha chiuso il 2023, in quello che è stato il primo anno «normale» dopo la pandemia, con 2,3 milioni di passeggeri trasportati, l’85% di tasso di riempimento dei voli, 778 milioni di euro di ricavi (+33% sul 2022), un Ebitda positivo per 68 milioni (+287%) e un utile netto di 42 milioni (+260%).
I numeri
È stata — tra le cinque compagnie battenti bandiera italiana — quella i conti migliori. E nonostante le tensioni e i conflitti che hanno ridotto i flussi su alcuni mercati importanti come l’Egitto (-30%). Assieme ai conti di Neos crescono anche le assunzioni (i dipendenti sono saliti a 1.200 di cui 334 assunti nel 2023) e la flotta che oggi conta 16 aerei (5 Boeing 737-800, 5 Boeing 737 Max, 6 Boeing 787) aumenterà a 19 entro l’anno prossimo.

Il peso (ridotto) del charter
«Il charter vero e proprio — legato alla crocieristica, agli eventi sportivi e musicali — rappresenta ormai il 10% delle nostre operazioni», racconta Carlo Stradiotti, amministratore delegato di Neos. «Il 90% è costituito dai voli di linea, cosa che per noi ha voluto dire anche cambiare modello di business, da società con un unico cliente a tanti». L’inverno passato — grazie a una domanda forte — Neos ha potuto aumentare l’offerta prendendo a noleggio un 787 di Norse Atlantic Airways. «Caraibi, Maldive, Africa orientale sono andati bene», commenta Stradiotti. «Cresciamo anche in India — prosegue —, grazie alla direttrice Toronto-Amritsar via Malpensa».
Carlo Stradiotti, amministratore delegato di Neos
Le nuove rotte
Nel 2024, secondo i dati forniti al Corriere da Cirium, Neos mette in vendita 2,6 milioni di posti sui voli, il 5% su collegamenti nazionali, quota che non crescerà. «Non è il nostro modello di business, non siamo una low cost e non vogliamo diventare tale». Da giugno decolla il volo diretto Palermo-New York, l’unico senza scalo tra la Sicilia e gli Usa (sono circa 24 mila i posti in vendita). Un collegamento previsto fino a settembre, «ma stiamo valutando se estenderlo fino a metà ottobre», anticipa il ceo. Le vendite, dice, stanno andando bene: «Abbiamo in portafoglio già la metà di quanto avevamo preventivato di ricavare dalla rotta, cosa su cui ci avrei messo la firma tempo fa». La componente di traffico, dice, è molto forte «in ingresso», verso la Sicilia, tant’è vero che la proporzione vede un 65% di clienti Usa, 35% italiani.
La questione Cina
Guardando a Oriente, qualche criticità c’è in Cina. «Stiamo provando a tenere il punto nel Paese, ma non è facile», sottolinea Stradiotti. Il motivo? In Europa — racconta — inglesi, francesi e tedeschi hanno limitato pro tempore il numero di voli con il gigante asiatico, facendo sì che i vettori cinesi abbiano lo stesso numero di frequenze di quelle dedicate ai vettori europei. «La Germania ha una decina di frequenze settimanali con la Cina — calcola —. In Italia i vettori cinesi ne hanno 55 settimanali, mentre l’unica compagnia italiana verso la Cina, cioè noi, nel periodo di picco quest’anno ne avrà appena 2 settimanali. Siamo diventati il punto d’ingresso dei cinesi in Europa». Con una ulteriore difficoltà: «Non potendo sorvolare la Russia (dopo l’invasione dell’Ucraina, ndr) dobbiamo effettuare percorsi più lunghi di un paio d’ore». Cosa che non avviene per i cinesi. Il calo del Mar Rosso — per le ostilità tra israeliani e Hamas — è stato compensato dalle prestazioni degli altri mercati.


I piani di espansione
«L’India può crescere ancora — ragiona Stradiotti —: nel Punjab, dove voliamo, vivono 70 milioni di persone». In parallelo Neos ragiona sui prossimi passi. «Un Boeing 787 aggiuntivo avrebbe senso per la nostra flotta», svela. Cosa che potrebbe utilizzare nell’ulteriore fase di espansione. «Pensiamo di aggiungere qualcosa ancora in Africa e nei Caraibi. Vorremmo anche ampliare la presenza su Roma Fiumicino, oltre che a Milano Malpensa e Verona». A proposito di Malpensa: resta forte il focus sui voli per New York. Una rotta tra le più concorrenziali che a gennaio ha registrato l’uscita dal mercato di Ita Airways, mentre restano (e in alcuni casi raddoppiano) i tre vettori americani (United Airlines, Delta Air Lines, American Airlines), Emirates e La Compagnie.
Il prodotto a bordo
E anche per questo Neos prova ad attrarre ulteriore clientela con l’offerta a bordo con la Premium economy, collocata tra l’Economy e la Business (che il vettore non ha): sedili che «generano ricavi in linea con le aspettative» e con un «prodotto che vuole andare oltre le aspettative: la ristorazione è da Business class, c’è la connettività veloce a bordo».


Le due criticità del settore
All’orizzonte, con tempi più o meno definiti, ci sono due criticità, secondo il ceo di Neos. La prima: il rispetto del calendario da parte di Boeing. «I ritardi sposteranno la consegna di tre 737 Max dalla prima metà di quest’anno a inizio 2025», racconta, confermando quanto segnalato da altri clienti del costruttore americano. La seconda criticità: le normative europee sulle emissioni, come ReFuelEu, «che richiedono progressivamente un maggior impiego del carburante sostenibile per l’aviazioni (Saf)». «Il problema non è solo che il Saf costa molto di più — segnala —, ma anche che non c’è e gli aeroporti non sono ancora pronti a livello infrastrutturale. E gli effetti inizieranno già dal 2025».
lberberi@corriere.it

 

OneShot

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A Carlé, due cose mi devi spiegare: ma se le cose vanno così bene, perché vi vogliono vendere?
dipendenti sono saliti a 1.200 di cui 334 assunti nel 2023)
E quanti se la sono squagliata? Un soffiatore di fischietti mi ha raccontato che c’è un fuggi-fuggi piuttosto copioso….
 
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micheleforchini

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A Carlé, due cose mi devi spiegare: ma se le cose vanno così bene, perché vi vogliono vendere?

E quanti se la sono squagliata? Un soffiatore di fischietti mi ha raccontato che c’è un fuggi-fuggi piuttosto copioso….
La vendita potrebbe essere anche per monetizzare, alla fine i fondi quello fanno
 

AZ MS

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Avendo visto alcuni dei loro roster della flotta 787, non fatico a credere al tuo soffiatore di fischietti.
E pare che sul 737 sia pure peggio...
Un altro soffiatore di fischietti mi ha confermato che il roster è veramente pesante. Non solo per il fatto di macinare tantissime ore, ma il modo di come vengono effettuate (transfer pesanti, W patter ecc.)...
 

bande

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Ho lavorato con loro tra il 2016 e il 2019 in line maintenance, e quando ripenso alle condizioni in cui ho lavorato mi vengono ancora i brividi. Roster allucinante e stipendio vergognoso soprattutto, non so se sia cambiato qualcosa nel frattempo.
 
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El Cubetazo

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A Carlé, due cose mi devi spiegare: ma se le cose vanno così bene, perché vi vogliono vendere?
Tamburi, grande investitore dal taglio più lungo termine, noto per aver rilanciato o fatto crescere molte aziende, tra cui OVS, Interpump, Moncler, Azimut Benetti, Elica, etc, l'aveva comprata nel 2018 quando fatturava 1.7b e faceva 60m di EBITDA.

Ha chiuso il 2023 a circa 2.2-2.3b con 140m di EBITDA.

Vuol dire che se l'ha pagata, ipoteticamente, 10x l'EBITDA, valeva €600m
Ora vale 1.4b.... Anche tu venderesti con questi numeri ;)
 

fiducioso

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Gli stipendi sono aumentati a febbraio. Si…sul 73 e’ pesante d’estate ma da ottobre ad aprile e’ una pacchia.
78 isola felice invece..
 
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micheleforchini

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Scelta interessante. Chissà se poi si evolverà in un ordine di nuovi 787...dopotutto la crescita di Neos è strutturale, non mi stupirei se arrivasse qualcosa nel futuro.
 

OneShot

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Mi sembrava che Norse volasse già per Neos. Mi sembra di aver visto un 787 Norse a Mombasa quest'inverno e dubito fosse una loro rotta dall'Italia...
 

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Sono stati riconfigurati i 787 ex-Norwegian finiti a Neos e a Norse?
Quali sono le differenze hard product con quelli ordinati in origine direttamente da Neos, se ne esistono?
 

East End Ave

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su e giu' sull'atlantico...
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