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Utente Registrato
- 26 Aprile 2012
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Allo stesso tempo, i fondi PE che
Tutto ciò che scrivi è innegaibile, e come dicevo prima quella che esprimevo era la mia esperienza. Però va detto che Certares, nel campo delle compagnie aeree, è specializzata in distressed assets. Il fondo che ha investito in LATAM, Azul e Hertz è quello 'specifico' per chi non sta messo benissimo; ora, Neos/Alpitur stanno, a quanto ne so, più o meno in salute; non vorrei che l'idea di Certares fosse quella di prenderli, spolpare e poi rivendere a qualcuno tipo TUI.Non capisco perché si faccia di tutta l'erba un fascio.
Sì, il mondo Private Equity produce spesso obiettivi a breve termine che "creano valore" distruggendo l'insieme aziendale o addirittura deprendandolo. Ma non è sempre così. E' un universo incredibilmente ampio e variegato e non sempre la strategia del PE firm è quella classica del leveraged buyout che costringe a vendere velocemente e incentiva gli spezzatini.
TPG ha acquisito parte di Continental nel 1992 (salvandola dal fallimento) e Ryanair nel 1996 (anche Ryanair messa malissimo all'epoca). Ambedue i vettori sono usciti dalla crisi con strategie di crescita di lungo periodo. Inutile sottolineare quanto fosse inutile Ryanair nel 1996 rispetto agli anni dieci, quando TPG ha ceduto le proprie quote.
Virgin America è cresciuta da zero fino alla quotazione in borsa (2005-2014) con gli investimenti di fondi privati (Cyrus Capital Partners e Black Canyon Capital).
Durante il Covid vari fondi PE sono intervenuti in aiuto di vettori in giro per il mondo: Viva Aerobus ($150M da CarVal). Vedremo come andrà a finire ma il vettore è sempre là, operante e operoso. (Credo che Carval possegga anche Aergo, lessor con un centinaio di aerei in giro per il mondo, incluso qualcosa in ITA).
Altro lessor che cresce con gli investimenti di un PE (Oaktree) è Azorra, che ha ricevuto $350M milioni nel 2021. Anche quello è roba da un centinaio di aerei di proprietà. Oaktree, peraltro, è stata per un decennio socio di minoranza del London City Airport: fra il 2006 e il 2015, i movimenti dell'aeroporto sono raddoppiati, così come il valore dell'investimento. Fra gli altri, Oaktree è attualmente proprietaria dell'aeroporto di Austin.