Comunque il buon Lenny gia' a Febbraio ne parlava:
Ita Airways e il paradosso di Milano Linate: perde soldi da un terzo degli slot «pregiati»
di Leonard Berberi
Gli Airbus di Ita Airways all’aeroporto di Milano Linate (foto Leonard Berberi / Corriere)
Gli slot di Milano Linate si stanno rivelando più difficili da gestire per Ita Airways, la società subentrata ad Alitalia nell’ottobre 2021.
Un terzo dei diritti di decollo e atterraggio utilizzati nel 2023 nel city airport dal vettore tricolore non sono profittevoli. Ma l’aviolinea pur di non cedere quello che viene considerato un asset pregiato — messo sul tavolo dei negoziati con l’Antitrust Ue per l’ingresso di Lufthansa — è «costretta» a utilizzarli il più possibile. È quanto apprende il
Corriere della Sera da tre fonti che hanno diretta conoscenza dei conti. La società, contattata, non commenta.
L’assegnazione nel 2021
Per mesi — tra il 2020 e il 2021 — le autorità italiane e la Commissione europea si sono scontrate sulla nascita di Italia Trasporto Aereo Spa, la società al 100% del ministero dell’Economia che oggi gestisce Ita Airways. Al centro dello sconto c’erano proprio loro, gli slot a Linate da riconoscere alla nuova aviolinea di Stato. Queste bande orarie sono preziose perché lo scalo a pochi chilometri dal centro di Milano da anni non ha più spazi liberi. Alla fine Roma e Bruxelles hanno trovato un accordo:
a Ita sono andati 175 diritti giornalieri di decollo e atterraggio, il 15% in meno di quelli posseduti da Alitalia.
Le regole internazionali
Quegli slot — in uno scalo che non può essere un hub perché non sono consentiti i voli intercontinentali, ma in teoria solo quelli «punto a punto» — si traducono in 87-88 partenze e altrettanti arrivi ogni giorno. Non solo. Prevedono che l’aviolinea tricolore parcheggi ogni notte 18-20 velivoli della sua flotta che attualmente conta 87 aerei, secondo i dati forniti dal database specializzato ch-aviation. Le norme del settore stabiliscono che le aviolinee utilizzino almeno l’80% di ciascun diritto orario ogni «stagione» per non perderlo. Non è dato sapere di ogni singolo slot il tasso di impiego, ma si sa che l’anno passato Ita ne ha sfruttati in media 149 al giorno, cioè l’85% circa di quelli a disposizione.
I movimenti previsti
L’analisi del
Corriere sui numeri della piattaforma Cirium Diio mostra che nel luglio di quest’anno — il periodo che al momento appare il più «intenso» per le operazioni di Ita a Linate — la compagnia italiana prevede di utilizzare in media 159 slot al giorno, cioè il 91% di quelli assegnati nello scalo milanese. In tutto l’anno corrente il tasso di utilizzo scende leggermente, all’87%, restando al di sopra della soglia minima prevista e dei valori del 2023.
L’utilizzo delle fasce orarie
Ma un terzo degli slot utilizzati nel 2023 — una cinquantina su 149 — sono stati operati in perdita. Nei giorni scorsi,
parlando con un gruppo di giornalisti, il presidente di Ita Antonino Turicchi ha raccontato che «Linate è un aeroporto sicuramente importante, ma visto il numero di slot che abbiamo e vista la dimensione della nostra flotta la gestione di quei diritti diventa onerosa».
Il dossier con Lufthansa
Turicchi non ha fornito dettagli. Ma ha confermato che gli slot di Linate sono al centro delle negoziazioni con Bruxelles sull’ingresso di Lufthansa in Ita. «Non sappiamo quanti ne dobbiamo rilasciare», ha sottolineato. Un’incertezza che si sta trasformando «in una penalizzazione» per l’aviolinea e che per questo deve essere «il primo elemento da discutere con la Commissione europea». Gli slot — ha precisato — «non sono una causa dello stallo nelle trattative con la Ue. Li possiamo rilasciare: se questo è il problema è facile da risolvere». Diverse compagnie aeree rivali — easyJet e
Wizz Air in testa — hanno espresso l’intenzione di voler
rilevare gli slot che saranno rilasciati da Ita.
Il ruolo del «Forlanini»
Ita, data l’importanza dello scalo milanese, continua a puntare sul «Forlanini». Su alcune tratte — come quelle da/per Roma Fiumicino — la società starebbe registrando risultati positivi dopo anni in cui l’alta velocità ferroviaria ha drenato centinaia di migliaia di clienti e ricavi. L’entrata in funzione della metropolitana — che porta da San Babila, nel cuore della città, direttamente al terminal — contribuisce a rendere l’impianto ancora più interessante per i viaggiatori e i vettori.
Il piano dei tedeschi
«Gli slot di Linate sono un elemento importante delle interlocuzioni con Lufthansa e la Commissione europea», ha aggiunto Andrea Benassi, direttore generale di Ita. «Sono una delle poche cose che possiamo mettere sul tavolo». L’obiettivo dei vertici dell’aviolinea è ottimizzare l’utilizzo delle bande orarie. Le tre fonti spiegano al
Corriere che secondo le analisi l’ingresso di Lufthansa in Ita potrebbe rendere profittevoli una trentina di quegli slot oggi in perdita, ma altri trenta non sarebbero «recuperabili». E proprio questi potrebbero essere liberati nell’ambito del
pacchetto di «rimedi» per ottenere l’ok Ue all’investimento tedesco.
Il valore degli slot
Ma quanto valgono quegli slot? In questo caso si può solo parlare di stime, dal momento che non esiste un vero e proprio mercato né in Italia, né nel resto dell’Unione europea. Dopo aver toccato un minimo di 900 mila euro durante il Covid, ora quei diritti a Linate hanno un valore medio di circa 3 milioni di euro, con punte di 5 milioni in particolare per quanto riguarda quelli del mattino presto e del pomeriggio tardi,
come ha raccontato il Corriere tempo fa. Ita insomma avrebbe un «tesoretto» — virtuale — di oltre 500 milioni di euro.
I conti del vettore
Nel 2023 Ita Airways ha registrato 2,4 miliardi di euro di ricavi — di questi 2,1 miliardi dal trasporto passeggeri, 300 milioni da altre voci come il cargo, il charter — che saliranno a 3,4 miliardi quest’anno. Soltanto i voli intercontinentali nel 2023 hanno portato nelle casse un miliardo. «L’Ebitda (margine operativo lordo,
ndr) è positivo per qualche decina di milioni di euro», ha sottolineato il presidente Turicchi. Numeri — ha proseguito — che sono andati meglio di quanto preventivato.
lberberi@corriere.it