La UE dà l'OK all'acquisizione di ITA da parte di LH


AirFleet

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La Germania calpesta i patti, Ita-Lufthansa a un passo dallo schianto

Il big di Francoforte chiede 10 milioni di sconto, ira del Tesoro. Cinque giorni per salvare l’accordo o salta tutto



 

East End Ave

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su e giu' sull'atlantico...
La Germania calpesta i patti, Ita-Lufthansa a un passo dallo schianto

Il big di Francoforte chiede 10 milioni di sconto, ira del Tesoro. Cinque giorni per salvare l’accordo o salta tutto


Certo che ci lamentiamo di postare spazzatura con Starmug e poi ci troviamo con nicolaporro.it...
 

belumosi

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GLI SCENARI
Ita, le alternative del Mef dopo la lite con Lufthansa: restare al 100% o trovare un altro socio

di Leonard Berberi

I «pontieri» sono a lavoro per ricucire lo strappo tra Roma e Francoforte. Ma se dovesse saltare l’accordo con i tedeschi ecco quali sono le altre (possibili) opzioni per il ministero dell’Economia

«L’accordo Mef-Lufthansa su Ita al momento è morto e sepolto», spiegavano martedì sera al Corriere due fonti governative al termina di una giornata a dir poco convulsa e caratterizzata da accuse incrociate. «È venuta meno la fiducia». Ma in mezzo al pessimismo, per una trattativa che era quasi conclusa e invece è stata bruscamente interrotta, si sono messi al lavoro i «pontieri» per far tornare il sereno tra i promessi sposi.

Le opzioni
Ma ora che succede? Ufficialmente si va avanti con i tedeschi, del resto non si possono buttare via due anni di lavoro congiunto: un «piano b» non è stato elaborato. Ufficiosamente si inizia a ragionare sulle alternative plausibili, magari godendo del fatto che il 2025 è l’anno del Giubileo e i conti del vettore tricolore ne beneficeranno.

Gestione tutta pubblica
Una prima ipotesi è quella di tenere Ita Airways così com’è ora, al 100% pubblica (cioè del Mef). Una seconda opzione — più desiderabile secondo gli analisti — è quella di cercare sul mercato un altro partner (industriale o finanziario) da affiancare ministero dell’Economia e delle finanze.

La ricerca di un (altro) privato
Nel caso di un socio industriale il rischio è quello di dover andare incontro a tempi lunghi per avere l’ok di Bruxelles: l’iter con Lufthansa sta lì a dimostrare le complessità. Mentre con l’ingresso di un fondo d’investimento le prospettive di medio periodo sono più complicate. Secondo gli esperti, però, Ita da sola non può resistere per molto. Un socio, meglio se industriale, serve per forza.

 

Viking

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GLI SCENARI
Ita, le alternative del Mef dopo la lite con Lufthansa: restare al 100% o trovare un altro socio

di Leonard Berberi

I «pontieri» sono a lavoro per ricucire lo strappo tra Roma e Francoforte. Ma se dovesse saltare l’accordo con i tedeschi ecco quali sono le altre (possibili) opzioni per il ministero dell’Economia

«L’accordo Mef-Lufthansa su Ita al momento è morto e sepolto», spiegavano martedì sera al Corriere due fonti governative al termina di una giornata a dir poco convulsa e caratterizzata da accuse incrociate. «È venuta meno la fiducia». Ma in mezzo al pessimismo, per una trattativa che era quasi conclusa e invece è stata bruscamente interrotta, si sono messi al lavoro i «pontieri» per far tornare il sereno tra i promessi sposi.

Le opzioni
Ma ora che succede? Ufficialmente si va avanti con i tedeschi, del resto non si possono buttare via due anni di lavoro congiunto: un «piano b» non è stato elaborato. Ufficiosamente si inizia a ragionare sulle alternative plausibili, magari godendo del fatto che il 2025 è l’anno del Giubileo e i conti del vettore tricolore ne beneficeranno.

Gestione tutta pubblica
Una prima ipotesi è quella di tenere Ita Airways così com’è ora, al 100% pubblica (cioè del Mef). Una seconda opzione — più desiderabile secondo gli analisti — è quella di cercare sul mercato un altro partner (industriale o finanziario) da affiancare ministero dell’Economia e delle finanze.

La ricerca di un (altro) privato
Nel caso di un socio industriale il rischio è quello di dover andare incontro a tempi lunghi per avere l’ok di Bruxelles: l’iter con Lufthansa sta lì a dimostrare le complessità. Mentre con l’ingresso di un fondo d’investimento le prospettive di medio periodo sono più complicate. Secondo gli esperti, però, Ita da sola non può resistere per molto. Un socio, meglio se industriale, serve per forza.

Mi vergogno di essere metà Italiano: ben venga che l’Europa metta ogni tipo di bastone a qualsiasi operazione dei ciarlatani nostrani. Ovviamente spero anche che LH saluti con calore e se ne torni a casa a gambe levate.


Sent from somewhere
 

Farfallina

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La Germania calpesta i patti, Ita-Lufthansa a un passo dallo schianto

Il big di Francoforte chiede 10 milioni di sconto, ira del Tesoro. Cinque giorni per salvare l’accordo o salta tutto


Impensabile ripartire da zero.
 

Farfallina

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Mi vergogno di essere metà Italiano: ben venga che l’Europa metta ogni tipo di bastone a qualsiasi operazione dei ciarlatani nostrani. Ovviamente spero anche che LH saluti con calore e se ne torni a casa a gambe levate.
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In realtà l'UE e un approccio non certo indipendente che ha perdere un anno alla trattativa LH-AZ ha le sue colpe. Comunque si sta discutendo di nulla, c'è un contratto e se la differenza è così poca come riportato dai giornali un accomodamento lo troveranno.
Al momento comunque dare dei ciarlatani ai nostrani non è corretto, finora le cose sono state fatte per bene e il fatto che si arrivi al problema l'ultimo giorno non esclude LH dalle colpe, anzi. Giorgetti non è un pazzo che si sveglia la notte e crea un problema del genere per un capriccio.
Comunque alla fine arriveranno ad un accomodamento se il problema sono i 10 milioni che scrivono i giornali, sia LH che AZ ne hanno già investiti di più in questi due anni.
 
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Viking

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In realtà l'UE e un approccio non certo indipendente che ha perdere un anno alla trattativa LH-AZ ha le sue colpe. Comunque si sta discutendo di nulla, c'è un contratto e se la differenza è così poca come riportato dai giornali un accomodamento lo troveranno.
Al momento comunque dare dei ciarlatani ai nostrani non è corretto, finora le cose sono state fatte per bene e il fatto che si arrivi al problema l'ultimo giorno non esclude LH dalle colpe, anzi. Giorgetti non è un pazzo che si sveglia la notte e crea un problema del genere per un capriccio.
Comunque alla fine arriveranno ad un accomodamento se il problema sono i 10 milioni che scrivono i giornali, sia LH che AZ ne hanno già investiti di più in questi due anni.
Troveranno l’accordo? Non lo so.
10ME sono peanuts? Certo.
Credibilità? Nessuna.
Piuttosto non fai trapelare la notizia, la cialtronaggine sta’ proprio qui. IMHO


Sent from somewhere
 

Cesare.Caldi

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Sembra di tornare nel 2000 con l'affaire Alitalia - KLM
Sarebbe interessante sapere se il contratto prevede delle penali e di quale importo nel caso una delle parti si ritiri all'ultimo minuto.
Oltre a LH che potrebbe chiedere un risarcimento nel caso l'affare saltasse mi riferisco anche a Easyjet e a BA e AF/KLM che hanno firmato la loro parte come remedy taker.
 

ploncito

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Una prima ipotesi è quella di tenere Ita Airways così com’è ora, al 100% pubblica (cioè del Mef).
Venghino signori, venghino!


Ci andrei piano con i giudizi definitivi e le frasi fatte, visto che quello che sta succedendo è tutt'altro che chiaro. Al pari del presunto sconto richiesto da LH, che a seconda delle fonti oscilla tra i 10 e i 200 M€.
Non ho seguito la vicenda ma si e' capito chi si e' tirato indietro e/o cambiato le carte in tavola?
 

robygun

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Ed anche oggi il MINAL (*/**) si vende domani..

*MINistero ALitalia

** suona bene anche come nome, "MINAL Airlines"..
 
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belumosi

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Non ho seguito la vicenda ma si e' capito chi si e' tirato indietro e/o cambiato le carte in tavola?
L'unica cosa che sembra certa, è che LH abbia chiesto uno sconto sulla parte del prezzo destinata al MEF (i primi 325 M€ sono un investimento in ITA, quindi nell'ottica di LH sono in larga misura una partita di giro).
Sul valore dello sconto, ho letto cifre oscillanti tra i 10 e i 200 M€.
Secondo LH, questo sconto sarebbe previsto dal contratto.
Leggendo altri articoli, sembra invece che non lo sarebbe.
Da cui la presunta incaxxatura di Giorgetti.
Senza ulteriori elementi, non è facile sapere la verità.
Quello che è certo, è la natura fortemente asimmetrica della transazione: per LH è solo una possibilità di accrescere la sua dimensione strategica, ma per ITA si tratta della sopravvivenza a lungo termine della compagnia stessa.
Ed è proprio per quest'ultima ragione, che se dovessi scommettere un cent, direi che sono i tedeschi che ci stanno provando.
D'altra parte Giorgetti negli ultimi due anni si è sempre mosso con piena coerenza per raggiugere l'obiettivo.
Dall'addio a Certares, alla modifica ad hoc per LH del decreto per privatizzare ITA, alle trattative per arrivare al signing, per finire con la telenovela dell'antitrust.
Ora domandiamoci questo: quanto è realistico che l'autore di tutto questo lavoro, decida di rovesciare il tavolo per evitare di concedere uno sconto al compratore previsto dal contratto?
Mi sembra del tutto illogico, sia in riferimento al lavoro passato, che nell'ottica futura: sarebbe il primo a cui verrebbe addebitato il fallimento e il primo a cui toccherebbe nuovamente prendersi carico delle sorti di ITA qualora saltasse tutto.
Valutiamo invece la posizione di LH. Innanzitutto come ho scritto sopra, per i tedeschi acquistare ITA è una possibilità, ma non una necessità. Sanno perfettamente che la compagnia italiana faticherebbe a sopravvivere stand alone nel lungo periodo e sanno perfettamente che lo stato italiano non può iniettare altri fondi pubblici senza sconfinare nella procedura di infrazione per aiuti di stato. In parole povere, i tedeschi probabilmente si sentono indispensabili. E chi si sente indispensabile, può essere tentato di giocare al rialzo. Certo, non sarebbe molto elegante rimangiarsi le cifre concordate e sottoscritte, ma i contratti in fondo si possono sempre cambiare, se le parti sono d'accordo.
Se le cose stessero così, probabilmente Giorgetti si troverebbe di fronte a due sole alternative: ingoiare il rospo cedendo alle richieste di LH, oppure mettere ITA di fronte ad un futuro incerto.
Mollare LH per cercare altri acquirenti, sarebbe un'operazione lunga e complessa. Difficilmente AF farebbe follie, specie dopo la cacciata del suo proxy Certares. L'unica altra opzione UE credibile sarebbe IAG, che tuttavia a suo tempo non era sembrata molto interessata.
In due parole, tanta incertezza. Viceversa la firma con i tedeschi, seppure obtorto collo, garantirebbe definitivamente un futuro a ITA. Ragione per la quale sembra che ci siano trattative per cercare di ricucire lo strappo. Poichè in LH conoscono benissimo le usanze italiane, credo che potrebbero limare la loro richiesta per permettere a Giorgetti di salvare la faccia e mantenere comunque rapporti con il ministro anche in futuro. E pazienza se non saranno più cordiali come prima, ma solo istituzionali.
I tempi sono stretti: tra 5 giorni al massimo, sapremo com'è andata a finire.
 

Seaking

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Ottima analisi, che condivido totalmente.

Al punto di scommettere che la cosa andrà comunque in porto, seppur dopo scazzi vari originariamente non previsti.
 
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Ottima analisi, che condivido totalmente.

Al punto di scommettere che la cosa andrà comunque in porto, seppur dopo scazzi vari originariamente non previsti.
Io non sono sicuro della buona fede del MEF in quest'ultimo scazzo, e non lo dico per partito preso. Lo direi sia che al ministero ci sia Giorgetti da Cazzago o Peppone da Brescello.

Un'acquisizione non si contratta come un taxi fuori dall'aeroporto di Tashkent. Il MEF e LH si sono accordati su un prezzo basato su una valutazione, e sui criteri basati su questa valutazione. Almeno a mia conoscenza, basandomi su cio' che ci era stato detto da IAG per il tentato acquisto di Air Europa, e quello (riuscito) di BMI. Si era dato un valore di mercato agli asset tangibili - aerei, slot, edifici, pezzi di ricambio, equipaggiamento, IT - e un valore stimato sugli introiti futuri della compagnia.

Per gli asset tangibili veniva ipotizzata una rendita basandosi sul prezzo che si potrebbe ricavare a venderli, o ad affittarli a terzi. Per il valore stimato della compagnia nel futuro, si guarda al passato e si fanno delle stime per il futuro. Per esempio, nel caso di BMI - che aveva la redditivita' di un cassonetto dell'immondizia in fiamme - IAG aveva "priced in" il costo (non indifferente) di raddrizzarne le perdite. Infatti nel 2013 BA ha postato un risultato negativo a causa dei costi di integrazione.

Andando a parlare di ITA, secondo me LH non "ci sta provando". Torno a dire, non stanno cercando di accordarsi su una corsa in taxi. Se devo tirare ad indovinare, stanno rivalutando la futura redditivita' di ITA alla luce delle ultime trimestrali, unitamente a quello che LH pensa succedera' in futuro. Cosa che immagino sia prevista dall'accordo, dato che LH ha detto che si attiene a quello, e il MEF si sente 'punto' nel vivo. Non immagino per un secondo che LH si metta a far qualcosa che non sia esplicitamente ammesso nel contratto.
 

imac72

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In un mio post di qualche tempo fa avevo evidenziato che LH non avrebbe mai pagato le cifre concordate per l’acquisizione delle quote successive di ITA, semplicemente perché il valore di mercato o di capitale di ITA sarebbe stato diverso in quanto molto probabilmente i risultati economici-finanziari sarebbero stati peggiori di quanto si era prospettato nel business plan di ITA presentato ad LH che sta facendo solo rispettare le clausole del contratto.

Adesso che i fan di ITA dicono che LH stia cambiando gli accordi e che ITA stia facendo bene mi sembra alquanto surreale, si dimentica troppo spesso che EBIT 2023 di ITA e’ stato totalmente negativo nonostante la fantasia contabile - in un mercato done tutti hanno fatto utili stratosferici - inoltre anche nel 2024 EBIT sarà negativo in un mercato ancora positivo.
 

herry92

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Ita-Lufthansa, l’ipotesi del «vertice di pace» tra il ministro Giorgetti e il ceo Spohr per salvare le nozze

di Leonard Berberi
7 novembre 2024
I «pontieri», guidati dal presidente di Ita Antonino Turicchi, sono a lavoro per far ricucire lo strappo. I legali studiano le possibili soluzioni. La Commissione europea aspetta i documenti finali entro l’11 novembre

Un incontro, entro domenica, tra il ministro dell’Economia italiano e il ceo del gruppo Lufthansa per salvare l’operazione Ita Airways. In queste ore i «pontieri» italo-tedeschi, e i loro team legali, sono a lavoro per ricucire lo strappo tra i due promessi sposi. A fare da capo-ambasciatore, il presidente di Ita Antonino Turicchi, che dopo aver lavorato per ottenere il via libera Ue (condizionato) adesso dovrà riportare l’armonia sull’asse Roma-Francoforte dopo le tensioni di lunedì sera.

I «pontieri»
È quanto spiegano al Corriere tre fonti a conoscenza delle discussioni. La riappacificazione — sottolineano — dovrà passare da un vertice tra Giancarlo Giorgetti e Carsten Spohr che nel tempo hanno costruito pure un buon rapporto personale. Dopo ventiquattro ore di accuse e rimostranze, martedì le parti hanno provato a smussare, parlando di «incomprensioni» comparse all’improvviso e «turbolenze» superabili. Mef, Lufthansa e Ita non commentano.

Le criticità
In Lufthansa non hanno cambiato piani e vogliono chiudere positivamente l’accordo con il ministero italiano. Nessuno nega l’esistenza di alcuni intoppi su un accordo — siglato nel maggio 2023 — che si pensava ormai al riparo da obiezioni. Più fonti confermano che metà delle criticità emerse lunedì sera appare risolta, mentre sulle altre ci sarebbero alcune idee, anche creative, per trovare le soluzioni. Gli avvocati queste ore stanno effettuando alcune verifiche legali.

L’investimento
L’intesa Mef-Lufthansa prevede, al closing, l’ingresso dei tedeschi nel vettore tricolore al 41% attraverso un aumento di capitale riservato da 325 milioni di euro. Questo versamento, spiegano le fonti, non è in discussione. È la seconda tranche, sempre da 325 milioni e per un ulteriore 49% di Ita, che ha causato le frizioni tra le parti. I tedeschi avrebbero segnalato alcune voci dell’andamento economico della compagnia tricolore che potrebbero essere oggetto di revisione della somma da sborsare.

La seconda tranche
La revisione, al ribasso, di quei 325 milioni di seconda tranche oscillerebbe da una decina di milioni a 200 milioni. Ma le fonti sottolineano che nella realtà non c’è ancora una valutazione effettiva che è peraltro oggetto di analisi proprio in queste ore. In ogni caso — al contrario di quanto fatto trapelare a mezzo stampa — non c’è alcuna segnalazione da parte tedesca sulle cause di lavoro dei dipendenti ex Alitalia.

Il pacchetto di rimedi
Lunedì sera la Commissione europea aspettava i contratti commerciali che Ita e Lufthansa hanno siglato con i vettori rivali chiamati a garantire la concorrenza a Linate e su una decina di rotte di breve raggio (easyJet) e tre voli intercontinentali tra Roma Fiumicino e il Nord America (Air France-Klm e British Airways-Iberia). Ma la richiesta di Lufthansa di uno sconto ha irritato il Mef e bloccato l’invio della documentazione.

Le tempistiche
Bruxelles resta in attesa dei contratti entro l’11 novembre per valutarli e dare l’ok definitivo alle nozze italo-tedesche. L’Antitrust Ue si mostra flessibile sulle date e non esclude, su richiesta delle parti, di concedere qualche altro giorno. Diverso il discorso nel caso dovesse saltare tutto: di fronte a un nuovo accordo di Ita con un altro partner industriale l’iter ripartirebbe da zero, con tempistiche lunghe. Come insegna proprio il dossier con Lufthansa.

lberberi@corriere.it


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