Aeroporto di Genova sempre ai margini del business: per decollare fine dell’isolamento e privati
I dati del 2024 del “Cristoforo Colombo”: 1,335 milioni di passeggeri (più 4,3%) su un totale nazionale di 219 milioni
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Aeroporto di Genova sempre ai margini del business: per decollare fine dell’isolamento e privati
di Massimo Minella
I dati del 2024 del “Cristoforo Colombo”: 1,335 milioni di passeggeri (più 4,3%) su un totale nazionale di 219 milioni
31 GENNAIO 2025 ALLE 17:58 2 MINUTI DI LETTURA
Una percentuale da prefisso telefonico (0,60), quello del traffico passeggeri dell’aeroporto di Genova nell’impietoso confronto con il dato nazionale. Assaeroporti, l’associazione che riunisce gli scali italiani, ha reso noto i dati di traffici passeggeri e merci per il 2024. Un andamento in progressiva crescita dopo il lungo stop pandemico che ha trovato conferma anche nei numeri. Peccato che la partecipazione del “Cristoforo Colombo” alla somma complessiva sia davvero marginale. I passeggeri che hanno scelto gli aeroporti italiani sono stati infatti 219 milioni, con una crescita dell’11,1% rispetto al 2023. Anche Genova ha chiuso l’anno in aumento, anche se con una percentuale ridotta: 1,335 milioni, (più 4,3%). Peggio fa il cargo che incide davvero per una piccola frazione (826 tonnellate) del dato complessivo, con una contrazione del 34,8%.
Questi i numeri, che peraltro non sorprendono alla luce degli andamenti mensili. Ma sarà mai possibile un cambio di rotta oppure il “Colombo” è destinato a restare inchiodato a volumi che (con l’eccezione della fase del Covid) si rincorrono da più di dieci anni poco al di sopra del milione di passeggeri? Il problema, si sa, non è legato all’aspetto gestionale che al contrario, con l’arrivo dei nuovi vertici (il direttore generale Francesco D’Amico, il presidente Enrico Musso) ha visto un rafforzamento della politica commerciale che sta per tradursi in nuovi collegamenti. Genova, si sa, paga soprattutto per colpe non sue, con una concorrenza degli altri aeroporti del Nord che finiscono per ridurre ulteriormente il suo già ridotto bacino d’utenza. Nell’arco di duecento chilometri, il “Colombo” si trova a fare i conti a Ponente con Nizza, a Levante con Pisa e a Nord con Milano e Torino. Tutti aeroporti che hanno un’offerta molto ampia di collegamenti e quindi anche prezzi altamente concorrenziali. Il segno che la partita non sarà mai vinta? Non è detto. Il destino del “Colombo” si sta giocando su più fronti: una nuova aerostazione, parcheggi d’interscambio, collegamenti diretti con la vicina stazione di Sestri Ponente. In poche parole, si sta tentando di togliere l’aeroporto dal suo isolamento per valorizzarne i punti di forza, a cominciare dalla sua vicinanza con il centro cittadino (sei chilometri, caso unico in Italia). Ma non è tutto. Come è noto, Genova ha il suo valore aggiunto nelle crociere, con oltre tre milioni di passeggeri l’anno in Liguria. Se La Spezia gravita di più su Pisa, Genova e Savona possono fare la differenza, legandosi all’aeroporto di Sestri Ponente. Da questo punto di vista la gara per trovare un socio privato può realmente creare le condizioni per un balzo in avanti. Dopo le manifestazioni d’interesse raccolte lo scorso anno, però, l’iter si è fermato. Urge intervenire perché l’alternativa è una strategia consueta di voli tentati e poi sospesi, di vettori alternativi a Ita per la tratta su Roma, di impegni che poi per qualche motivo saranno disattesi. Davvero non è più tempo.