caffettiera
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Non ho detto che partiranno il 5. Ho scritto che un amico cui ho chiesto lumi mi ha risposto che su un sito di cui entrambi non dovremmo nemmeno immaginare l'esistenza la partenza di quel volo è schedulata (per il momento) a quell'ora. E questo lascia intendere che non ci siano più molte speranze di sistemare la macchina in loco. Un volo partirà domani in tarda serata, anche se è auspicabile che allora si sia già escogitata una soluzione diversa. Nulla di utilissimo, lo so ... ma è quanto sono riuscito a sapere.
Nemmeno che tutto sia normale (almeno per i nostri canoni); ma che ci si trova in Africa. E chi ci si reca per un viaggio, mi auguro sappia sempre cosa sia l'Africa, al di là di un vocabolo che genera stupore ai colleghi al rientro in ufficio.
Parlo di Zanzibar perchè le rotazioni di rientro partono sempre da lì, e successivamente fanno scalo a Mombasa dove vengono effettuate le pulizie ed il rabbocco di carburante.
Bellissima isola ... kilometri di strade sterrate in mezzo alla giungla che attraversano villaggi di poche decine di capanne, dove gli uomini si dedicano alla caccia, le donne si recano ogni mattina al pozzo a procurarsi l'acqua, e i bambini si danno appuntamento per salutare festosi questi bestioni di acciaio a 4 ruote che portano i turisti nei paradisiaci villaggi ad un'ora dall'aeroporto. Quando naturalmente le piogge non le rendono impraticabili, e quelli che somigliano a ponti non crollano per la piena.
All'aeroporto il check in viene fatto a mano, il tabellone è una lavagna in cui col gesso vengono scritti i voli, e mano a mano che partono si cancellano. Mentre un signore la porta sulle braccia in giro per l'aeroporto in modo che tutti la possano vedere. I voli vengono chiamati col megafono, i pc sono simili a quelli che utilizzavamo a scuola.
Sul piazzale trovano posto 2 aerei wide body ... riempito quello, si rimane in holding o si dirotta altrove.
Gli addetti (i più fortunati) ricevono stipendi che permettono loro di affittare la baracca in cui vivono e far imparare a leggere e a scrivere ai bambini. Una volta una donna mi ha confessato di essere in profondo imbarazzo per aver scoperto che noi utilizziamo l'acqua potabile per lavarci.
I meno fortunati vivono fuori di elemosina, si vestono con gli abiti usati che missionari ed equipaggi (di nascosto) fanno pervenire loro.
Con il loro stile di vita che mai noi europei potremmo comprendere. "Pole pole", ridacchiano quando ci vedono affannati nelle nostre corse e arrabbiati per 12 ore di ritardo. Perchè con tutta la buona volontà, non riescono a capire.
Come si comunica, e a chi, che un Airbus ha avuto un problema ? E chi gli ci può mettere le mani sopra ?
Come si organizza una riprotezione di 150 persone in un'isola che avrà una capacità complessiva di posti letto paragonabile a quella di Diano Marina ? Come si gestisce la situazione da qui, con personale che risponde al telefono una vota si e due no, quando funziona ?
A Mombasa la situazione potrebbe potenzialmente essere migliore. Se non fosse che la guerra civile l'ha profondamente segnata appena 12 mesi fa.
E io questo vorrei che la gente capisse quando a parenti ed amici rosi dall'invidia, comunica che andrà a trascorrere le vacanze in Kenya o in Tanzania. Che sta andando in Africa, e cosa sia l'Africa, al di là della foto celeste che per un anno ha tenuto sul desktop del pc.
Che quella ragazza che si guadagna da vivere raccogliendo i mozziconi di sigaretta e gli sputi dei turisti appena sbarcati in cambio di una piccola elemosina perchè le hanno tagliato i seni e non si può più vendere ai vacanzieri per dar da mangiare ai fratelli più piccoli, non è umano assista a scene d'isteria perchè 150 turisti vestiti di tutto punto con bagagli, cellulare, macchinetta digitale sono vittime di 12, 24, 48 di ritardo che siano, nel rientro dalle vacanze.
Questa è l'Africa, ci si va perchè a noi costa una miseria, proprio perchè non esiste altro che la miseria.
E le compagnie, pur con i grandi sforzi coi quali cercano di risolvere le situazioni che vi si creano, con questa realtà devono interagire.
Se si pretendono l'efficienza e la qualità di servizio cui si è abituati nel vecchio continente, allora si resta in Europa.
Non umiliamo ulteriormente una popolazione che già ci sopporta sempre meno con le nostre tragedie da cortile. Perchè laggiù, per "cose vergognose" si intende altro.
Questo chiedo, nel momento in cui si menzionano giornali e tv. E spero mi comprenderai.
tutto condivisibile (come non farlo?), come non darti ragione? c'è un però: il però, e il mio riguarda i vettori aerei e non la situazione economico-politica di quei paesi, è che qualsiasi cosa capiti ad un aeroplano a znz (e in quello scalo c'è solo da sperare che non succeda nulla... c'era un "mitico" comandante di air europe che appena atterrava a znz col 767, moltissimi anni fa, quando c'era solo una striscia di terra battuta, diceva sempre... a ragà toccamose i cojoni che num c'è succeda nulla perchè senò da qui non se movemo più... oppure quando sorvolava il sudan... e chi scende qua sotto? ndò stanno gli aeroparti veri e non quelli sulla carta, se ci tocca l'extra scalo qui spariamo dalla faccia della terra) occorrerebbe, insomma, che qualora capitasse qualcosa in quello scalo l'equipaggio si togliesse il ditino dal popò e si desse una sveglia a rabberciare qualcosa per venir via (almeno fino a mombasa) e non invocasse lo scalo! aiuto mi serve lo scalo!!! manca lo scalo! non c'è assistenza! non c'è l'acqua, non c'è la radio, non funziona nulla, gl'africani dormono, non sono capaci da far nulla... tutto vero, nel frattempo l'aeroplano resta inchiodato la!!! insomma: smetterla di invocare la mamma e muoversi!
porto un esempio per spiegare meglio cosa intendo: anni fa ad un 767 di un vettore italiano quelli di znz hanno scardinato, nell'aprirlo, il portellone della stiva bagagli! come caXXo potevano aggiustare, a znz dove c'è solo spiaggia e capanne oltre a 35 gradi col 100% di umidità, il portellone di un aereo? il comandante del volo era un inglese (guarda un pò), un ex BA (guarda un pò) e l'av responsabile uno della prima ora di air europe, di quelli addestrati in inghilterra (guarda un pò)... cos'hanno fato? non hanno invocato lo scalo e non hanno neppure chiamato in italia chiedendo assistenza totale se non, ovviamente, per informarli dell'accaduto... hanno prima di tutto tirato fuori la frusta (metaforicamente, ovvio) e cioè non sono andati troppo per il sottile con gl'africani, perchè se dai retta a loro, tu non fai nulla e loro ti dicono anche che non son capaci di far nulla oltre a prenderti pure per i fondelli, quindi metodo (sempre metaforico) delle "pedate nel culo" per dar loro una mossa. il comandante poi si è tolto la camicia, ha recuperato una mazza e ha provato a prendere a mazzate il portellone per vedere se riuscisse a farlo rientrare nel frattepo ha mandato l'av responsabile e il copilota a cercare un baracchino di aereo per volare a mombasa a recuperare il tecnico e un pezzo di ricambio... le mazzatte al portellone non sono servite a nulla, sono saliti mezzi nudi e fradici di sudore sull'aeroplanino sono decollati per mombasa hanno preso per le orecchie il tecnico e il pezzo che serviva e sono tornati a znz obbligando poi il kenyota a lavorare e a sistemare il tutto velocemente senza aspettare l'avvenuta della gerusalemme in terra! hanno imbarcato i pax e sono decollati per mbo senza lasciare gente ferma (in tutto solo 10 ore) giorni e giorni in attesa che saltasse fuori un aeroplano sostitutivo, il subcharter o il messia...
morale: ovviamente ogni caso fa a se, non so cosa sia successo tecnicamente a GJ, esistono danni e danni, alcuni gravi altri meno, alcuni rabberciabili altri no, ma sono portato comunque a credere che l'equipaggio GJ abbia comunque collaborato poco per risolvere la questione... abbia preferito l'attesa della mamma usando la frase "non è mio compito, non sono pagato per far ciò..." tipica degli italiani... meno degli inglesi che prima di tutto cercano la soluzione del problema... succede anche nelle aziende! è la cultura delle soluzioni e non dei problemi (tipica nostrana)!