Tutti quanti, pur nelle divergenze, proponete ragionamenti anche condivisibili.
Io non sono dentro nel settore e quindi non ho informazioni "calde" oppure attendibili e suffragate da testimonianze.
Penso: molto probabilmente (quasi sicuramente) stiamo assistendo all'ennesima fase di consolidamento delle aviolinee mondiali. Magari in Europa è il primo grande evento ... in nord America ciò era già avvenuto diverse decadi fa.
Questo sarà causa dell'evoluzione del mercato, piuttosto che dall'esigenza primaria di competere sui costi, piuttosto che dall'insorgere di nuovi players che in un modo o nell'altro scardinano gli schemi standard; boh, non so.
In Europa ci sono fondamentalmente tre grandi economie: Germania in primis, Francia e Regno Unito. Gli altri sono o piccoli (e quindi pressochè insignificanti sui grandi numeri) oppure in estreme difficoltà (e quindi deboli oppure incapaci).
Va da se che in ambito di trasporto aereo, la realtà delle cose ricalchi questi aspetti ed infatti ci sono tre grandi players (guardacaso): AF-KLM, LH e la sua galassia, IAG. Tra l'altro rappresentano tre esempi differenti di unione.
LH, inizialmente, ha attuato una sorta di acquisizione mirata di aerolinee minori stabilendo per loro una sorta di "federazione" operativa (se così mi si può consentire la metafora).
IAG ha visto la comunione di due network complementari e strategicamente posizionati sia logisticamente sul mercato EU (nord per British e sud per Iberia) sia operativamente sullo scacchiere mondiale: rete globale ex Commonwealth per BA (che tra l'altro in quel tempo attraversava periodi critici) e posizionamento focalizzato su specifico mercato per IB (centro e sud america, date le motivazioni storico/sociali/culturali).
Infine AF-KLM, che secondo me è stata fatta più per necessità e paura di perire sotto i concorrenti, che per obiettivi di operatività e strategia. Da questo punto di vista era stata molto più intelligente la nascita dell'alleanza Wings tra KLM e Alitalia ed in questa linea poteva assomigliare per scelte a IAG ... ma la politica dell'italietta ha fatto di tutto per mandare all'aria una operazione intelligente.
Alitalia non si è voluta mai creare una sua nicchia, un suo posizionamento strategico e questo le è sempre giocato a sfavore. In più non ha mai voluto/saputo posizionarsi in Italia in aree economicamente avanzate (in passato più o meno recente) ... e mi riferisco all'area milanese. Essendo nata a Roma, storicamente, ha sempre ingrassato la sua struttura romana. Il parziale trasferimento a Milano ha giocoforza aggravato i costi, contribuendo a portarla allo sfascio. Ha perseguito nell'ottica di accentramento su Fiumicino, evitando come la peste, occasioni ghiotte (soprattutto in tempi di vache grasse) di point-to-point e/o mini basi regionali strategicamente piazzate sulla penisola (VCE, Sicilia, Puglia) rivolte verso i relativi mercati interregionali europei/internazionali. Così facendo si è sempre più chiusa in se stessa.
Dopo tutto sto preambolo arrivo al punto.
E' ovvio che oramai non vale più la pena di parlare di Compagnia di Bandiera ... sono idee superate, e già da tempo.
All'Italia di oggi, messa così male, cosa serve (tra gli innumerevoli bisogni) per portare gente al suo interno (che porti soldi, lavoro, capacità e conoscenze ... ricchezza insomma) ed esportare al di fuori dei suoi confini (ovvero merci, gente che vada per il mondo a proporre i propri servizi/prodotti, ecc.)?
Immagino ... una azienda che faccia trasporto aereo in modo sostenibile, efficiente e mirato alle necessità del paese. Inoltre commisurata con le reali necessità e aspettative del sistema economico. Chissenefrega se sarà grande, media o piccola; non possiamo star qui a fare gli schizzinosi. Non ce lo possiamo permettere, visto che abbiam dimostrato di essere fallimentari in tutte le linee.
Troviamo qualche buon samaritano che ci comperi, che comprenda l'eventuale ipotetico potenziale del mercato italiano e su di esso voglia investire per poter trarne profitto per se (è ovvio), ci dia una bella raddrizzata (anche a bastonate sulla testa, se serve) e ci consenta di interagire con lui in maniera efficace per entrambi sulle modalità e caratteristiche operative.
Starà agli italiani che stanno gestendo la trattativa riuscire a fare tabula rasa dell'esistente e scrivere un nuovo "patto" con AF (a sto punto) che regolamenti per bene rotte domestiche/internazionali/intercontinentali da operare direttamente sull'Italia per ragioni strategiche del paese, posizioni e trattamenti contrattuali con i lavoratori, struttura dei costi e struttura operativa.
Dove che saranno posizionati sede, "centro di pensiero" o figherie varie (secondo me) ha poca importanza date le condizioni al contorno.
E' inutile fare la voce grossa ... i gradassi quando abbiamo (forse) le pezze al c--o. Rassegnamoci a dire signorsì fintanto che non saremo effettivamente in grado di DIMOSTRARE COI FATTI (e non a chiacchiere) che siamo persone capaci. Quella volta, saranno gli altri a volerci al tavolo da protagonisti.
Se noi in casa non siamo capaci di organizzarci, cosa vogliamo pretendere dagli altri?
Continuiamo la diatriba Roma-Milano, Malpensa-Linate senza pianificare una gestione aeroportuale efficiente. Buttiamo tutto nel calderone ... perchè fa "brodo". Gli aeroporti grandi sono piccoli e disorganizzati (anche zozzi nel caso di FCO), quelli medi dal buon potenziale vengono snobbati, quelli regionali sono malserviti e abbandonati ... si perde passeggeri!!!
Il tutto corroborato da una politica aziendale di navigazione "a vista" senza pianificazione e programmazione.
Ma vogliamo che, o AF ci comperi alle nostre condizioni ... perchè noi ce lo abbiamo grosso, o che sarebbe il caso che put--niamo con gli sceicchi arabi per fare lo sgarbo ai francesi, oppure riabilitiamo una Compagnia di Bandiera che "sicuramente" sarà una figata.
Se questo è saper dirigere, ...
Se questo è sapersi meritare i lautissimi stipendi, ...
Se questo è motivo di vantarsi di fare il figo-manager, ...
beh, signori ... possiam andar di notte!
Ma continuiamo a fare le sanguisughe sociali aumentando le tasse e tartassando il popolo ... che effettivamente,poi,chi ne paga le conseguenze sono solo quei soliti pirli che sudano quei quattro soldi che riescono a mettere da parte con sacrificio e rinunce allo sperpero. Oppure pochi esempi rimasti di "veri" imprenditori che davvero rischiano col proprio e si fanno la schiena per mandare avanti la baracca.
Continuino a rubare ai soliti finchè non saranno poveri anche quelli. I ricchi/privilegiati, col cavolo che pagano/pagheranno tasse ... son ben furbi dal farlo.
Scusate la digressione. Questa è la mia opinione. Che ne pensate?
Saluti.