Alitalia + Ferrovie in dirittura di arrivo


Stato
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AlicorporateUK

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Sarajevo
Il mio scettiscismo è invece dovuto –oltre ai rischi concreti di ulteriori perdite che andrebbero di fatto sul groppone del contribuente– alla scelta dei vertici che sarebbe, per forza di cose, influenzata dalla politica. Alzi la mano chi crede che la politica attuale (ma non solo, guardando ai disastri passati) sarebbe in grado di fare scelte oculate in tal senso.

D'accordissimo, rimanendo in tema, con il nicolap-pensiero di qualche 'post fa':

Il passaggio allo Stato porterebbe il sistema delle nomine di vertice all'interno della sfera politica, e - a seconda del come si strutturerebbe legalmente la nuova società - aprirebbe il baratro dei concorsi per le fasce sottostanti. In sintesi, Alitalia, che è già un carrozzone di stampo ministeriale nonostante la privatizzazione, verrebbe irrigidita ulteriormente facendola diventare la Tortuga delle raccomandazioni politiche.
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Farfallina

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Credo che ci voglia anche l'onestà intellettuale di capire che non sempre ciò che tocca lo stato si tramuta in carta straccia. Così come privato non vuol dire successo.

Leonardo ha utili e ricavi in costante crescita.
Eni uguale e la sua importanza è riconosciuta in tutto il mondo.
Ferrovie ha appena chiuso il miglior bilancio di sempre.
Poste Italiane è stata modernizzata e restituisce interessanti dividendi.
ST Microelectronics continua a crescere.

Per carità, ci sono ottime possibilità che AZ continui ad essere l'azienda fallimentare quale è, ma non è nemmeno così scontato.

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Lo Stato non è sempre un cattivo imprenditore, lo diventa specialmente quando esce da logiche di mercato e quando la classe politica in carica pensa a logiche elettorali. Vedremo con AZ se andranno avanti i vertici che nomineranno e se gli daranno la possibilità di fare una bella ristrutturazione e pulizia. Se lo faranno una qualche possibilità per AZ ci può essere, se non lo faranno saremo alle solite.
 

nicolap

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Il mio scettiscismo è invece dovuto –oltre ai rischi concreti di ulteriori perdite che andrebbero di fatto sul groppone del contribuente– alla scelta dei vertici che sarebbe, per forza di cose, influenzata dalla politica. Alzi la mano chi crede che la politica attuale (ma non solo, guardando ai disastri passati) sarebbe in grado di fare scelte oculate in tal senso.

D'accordissimo, rimanendo in tema, con il nicolap-pensiero di qualche 'post fa':



G
Lo Stato imprenditore non si inventa dall'oggi al domani. Perchè lo Stato abbia capacità professionali da spendere come amministratore di apparati industriali è necessaria la concomitante presenza di una classe politica preparata e motivata in funzione dell'interesse nazionale (mentre al momento siamo governati dal peggio che si sia mai visto in questo senso nella storia del Paese) e un'apparato gestionale pubblico preparato, ben gestito, ben remunerato e sottoposto a costanti procedure di verifiche/controlli. Nulla di tutto questo è oggi presente in Italia, e non lo è da molto tempo.
Senza dare colpe all'uno o all'altro, una grande responsabilità grava sul capo di chi ha smantellato l'IRI (e non è solo Prodi, prevenendo le critiche), che per molti anni è stato un vero e proprio gioiello qualitativo e gestionale, e di chi non ha mai permesso la realizzazione di una scuola manageriale della PA, come nel caso dell'ENA francese. La formazione della PA in Italia fa letteralmente schifo, e il prodotto visibile è la classe dirigente che arriva nei ministeri.

Ergo, non bisogna confondere l'amor di Patria con la capacità della Patria, perchè sono due cose del tutto distinte.
 

belumosi

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Mi inserisco tardi in questa discussione, ma vorrei portare il mio pensiero da insider, anche se NON informato dei fatti, poichè di questa manovra si sa poco e niente anche all'interno
Quindi tutto ciò che dirò sono MIE impressioni basate su quella che credo essere la filosofia della compagnia e alcune scelte passate


C'è un problema di fondo con questo, ovvero che i 320 di AZA non sono facilmente integrabili nelle nostre operazioni
Hanno configurazioni di cabina, cockpit e motori fondamentalmente diverse, e anche i 320 exAP sono degli strani ibridi ormai abbastanza vecchiotti per quelli che sono i nostri target
Vedi per esempio gli aerei exAB che abiamo preso, che erano tutti molto nuovi ma comunque hanno dovuto subire una pesante riconfigurazione prima di entrare in linea


Dal punto di vista teorico è interessante, ma mi sfugge un punto:
Non credo che LIN possa avere i 25 aerei di MXP (più altre acquisizioni), nè avrebbe senso sdoppiare tutte le rotte e volarle sia da LIN che MXP (non guardare BER, dove lì arriverà la razionalizzazione e il tutto si fa in un ottica di un futuro BER)


300M sembrano tanti... bruciarti quasi un 50% dei tuoi utili annuali in un mercato redditizio, ma nemmeno tanto, come quello Italiano sembrano davvero troppi
Considera che l'acquisizione di AB (o meglio dei suoi slot) è costata 40M + le perdite generate, e parliamo comunque di 25 aerei
E' vero che AB era già fallita, ma sicuramente è stato più facile gestire quella patata bollente che non la vendita di Alitalia (e i suoi 1000M di debito da ripagare)


D'accordo al 100% con 13900. Sicuramente ci sono dei pezzetti interessanti di AZA per noi, e vale la pena fare un'offerta, ma dubito che questa sia piaciuta al governo e commissari
Siamo sinceri, ci vogliono almeno 3000M da mettere sul piatto (1000 del prestito+2000 per il rilancio) e nessuno è disposto a rischiare così tanto


Vedi sopra, l'interesse per 20 macchine è relativo, volendo non manca nè la capacità economica, nè i contatti per averli
La compagnia si sta muovendo più verso NEO e 321, con il relativo risparmio di carburante (che nei prossimi anni sarà un valore da tenere d'occhio), prendere 20 aerei pre-2008 con configurazioni diverse dalle nostre sarebbe più un danno collaterale che un punto di interesse
Condivido i tuoi dubbi, ma poniamoci la domanda: cosa potrebbe avere AZ che possa interessare U2 al punto da lanciarsi in una offerta vincolante? Che l'interesse sia per l'intera compagnia, in qualità di socio di minoranza, agli ordini di Toninelli o similari e per di più in un contesto chiaramente avverso ad una seria ristrutturazione, mi sembra folle.
Se quanto appena scritto fosse corretto, ne dovrebbe conseguire che l'offerta di U2 non riguarda l'intera AZ, ma solo alcuni asset.
E l'unico asset di AZ che per U2 ha valore, secondo me sono gli slot di LIN. Siccome non si possono vendere tout-court, suppongo che sarebbe necessario "attaccarci" un ramo d'azienda. Poi va da se che le cifre postate sono pura supposizione, come d'altronde l'intero castello. Ma alla domanda fatta prima, non non mi sono venute in mente altre risposte.
 

LH243

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Intorno al minuto 15 ho iniziato a iperventilare quando la Gabanelli chiede "cosa dobbiamo fare per risollevare LA COMPAGNIA DI BANDIERA" e iniziano a dare contro le LowCost e come limitare il loro mercato
Anno del signore 2018
ok grazie Tiennetti, evito direttamente di guardare il video. Peccato per la Gabanelli, la considero/consideravo una delle poche giornaliste/i che che ancora non si erano ridotti a semplici megafoni per le parole di politici/imprenditori/ecc.
 

kenadams

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La vulgata riporta perdite considerevoli su (quasi) tutte le rotte. Si salverebbero quelle in CT e qualcosa su Londra. Ma è solo un’informazione sentita da più parti senza uno straccio di numero a supporto, per quanto possa essere plausibile.
Per quanto sia verosimile che la maggioranza delle rotte sia in perdita, credo che questo non abbia particolare importanza: in un network carrier molte rotte stanno in piedi grazie - appunto - al network, e non perche' siano autosufficienti. Per anni e' stato ripetuto fino alla nausea che il problema di AZ e' lo scarso peso relativo del lungo raggio. Trovando l'equilibrio giusto - che e' poi compito di chiunque ristrutturi - e' ampiamente possibile che una buona parte delle rotte divenga profittevole. Solo nell'ottica dello spezzatino si puo' pensare al valore delle singole rotte: in ottica di rilancio, cio' che conta e' il contributo di ciascuna rotta al network.
 

Rasmus

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U2 non può che essere interessata a pezzi di AZ che possano migliorarne il posizionamento di U2 sul mercato italiano.
Possiamo essere stra-certi che non puntino a prendere rami operativi dell'azienda. Oltre ad ovvi elementi culturali contano fondamentali aspetti strategici: le profonde diversità di modello di business minerebbero la coerenza e la semplicità di un sistema no-nonsense, ben funzionante ed apprezzato dal mercato (investitori e passeggeri). Sarebbe un'operazione senza precedenti (tenendo a mente il tentativo ostile, fallito, di Ryanair su Aer Lingus) ed escluderei categoricamente che il board di U2 possa aver dato mandato di intraprendere iniziative pionieristiche in un affare complesso e rischioso come la gestione di AZ.
 

I-MEX

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Credo che ci voglia anche l'onestà intellettuale di capire che non sempre ciò che tocca lo stato si tramuta in carta straccia. Così come privato non vuol dire successo.

Leonardo ha utili e ricavi in costante crescita.
Eni uguale e la sua importanza è riconosciuta in tutto il mondo.
Ferrovie ha appena chiuso il miglior bilancio di sempre.
Poste Italiane è stata modernizzata e restituisce interessanti dividendi.
ST Microelectronics continua a crescere.

Per carità, ci sono ottime possibilità che AZ continui ad essere l'azienda fallimentare quale è, ma non è nemmeno così scontato.




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ST Microelectronics è 100% capitale italiano?
 

Nickee

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ST Microelectronics è 100% capitale italiano?
È partecipata al 27% da st holding, la quale al 50% è in mano allo stato italiano e la restante metà allo stato francese, i quali sono i maggiori azionisti.


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Paolo_61

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Segnalo un simpatico scambio di tweet fra una serie di economisti (Boldrin, Debenedetti, Giurcin, Stagnaro e altri) e la Gabanelli a proposito del recente articolo di quest’ultima sul caso AZ. A me è bastato sentirla durante il tg di La7 ieri sera per capire che sulla questione aveva idee quanto meno “vaghe”.
 

AlicorporateUK

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Per quanto sia verosimile che la maggioranza delle rotte sia in perdita, credo che questo non abbia particolare importanza: in un network carrier molte rotte stanno in piedi grazie - appunto - al network, e non perche' siano autosufficienti. Per anni e' stato ripetuto fino alla nausea che il problema di AZ e' lo scarso peso relativo del lungo raggio. Trovando l'equilibrio giusto - che e' poi compito di chiunque ristrutturi - e' ampiamente possibile che una buona parte delle rotte divenga profittevole. Solo nell'ottica dello spezzatino si puo' pensare al valore delle singole rotte: in ottica di rilancio, cio' che conta e' il contributo di ciascuna rotta al network.
Straquoto (cit.).

Alitalia, a parte una miriade di voli nazionali, non ha network, semmai un focus (appunto, sul nazionale). Si guardi, a titolo di esempio, ai voli in arrivo in serata nell'hub di FCO, voli che dovrebbero –per ovvi motivi– alimentare le varie rotte sul Sud America, punto di forza (almeno in teoria) del vettore italiano: a parte le usual suspects – LIN/VCE/BLQ/PMO (ecc.) e LHR/AMS/CDG, non rimane granché.

Senza una strategia robusta sul network (Cosa voglio fare da grande?), si torna alla solita fuffa.

G
 

13900

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Per quanto sia verosimile che la maggioranza delle rotte sia in perdita, credo che questo non abbia particolare importanza: in un network carrier molte rotte stanno in piedi grazie - appunto - al network, e non perche' siano autosufficienti. Per anni e' stato ripetuto fino alla nausea che il problema di AZ e' lo scarso peso relativo del lungo raggio. Trovando l'equilibrio giusto - che e' poi compito di chiunque ristrutturi - e' ampiamente possibile che una buona parte delle rotte divenga profittevole. Solo nell'ottica dello spezzatino si puo' pensare al valore delle singole rotte: in ottica di rilancio, cio' che conta e' il contributo di ciascuna rotta al network.
Pero' se hai un aeroporto come LIN, dove i transiti sono minimi (e, se non ricordo male, il buon Bersani Bis li proibiva), avere molte rotte in perdita non aiuta.
 

londonfog

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Londra
Straquoto (cit.).

Alitalia, a parte una miriade di voli nazionali, non ha network, semmai un focus (appunto, sul nazionale). Si guardi, a titolo di esempio, ai voli in arrivo in serata nell'hub di FCO, voli che dovrebbero –per ovvi motivi– alimentare le varie rotte sul Sud America, punto di forza (almeno in teoria) del vettore italiano: a parte le usual suspects – LIN/VCE/BLQ/PMO (ecc.) e LHR/AMS/CDG, non rimane granché.

Senza una strategia robusta sul network (Cosa voglio fare da grande?), si torna alla solita fuffa.

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Paolo_61

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Pero' se hai un aeroporto come LIN, dove i transiti sono minimi (e, se non ricordo male, il buon Bersani Bis li proibiva), avere molte rotte in perdita non aiuta.
Ma infatti la strategia di AZ su LIN è senza logica. Dato che, di fatto, i transiti a LIN ci sono, tanto varrebbe organizzarlo come secondo hub per il CR/MR, andando a completare i LF di voli che comunuqe vivono di P2p.
 

East End Ave

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su e giu' sull'atlantico...
Per quanto sia verosimile che la maggioranza delle rotte sia in perdita, credo che questo non abbia particolare importanza: in un network carrier molte rotte stanno in piedi grazie - appunto - al network, e non perche' siano autosufficienti. Per anni e' stato ripetuto fino alla nausea che il problema di AZ e' lo scarso peso relativo del lungo raggio. Trovando l'equilibrio giusto - che e' poi compito di chiunque ristrutturi - e' ampiamente possibile che una buona parte delle rotte divenga profittevole. Solo nell'ottica dello spezzatino si puo' pensare al valore delle singole rotte: in ottica di rilancio, cio' che conta e' il contributo di ciascuna rotta al network.
Meno male lo affermi qualcuno ben piu' in quota di me qui dentro e che il ragionamento sia condiviso da altri eccellenti forumisti, thanks God!
Quando io chiamavo in causa questioni critiche su alcune rotte, in particolare alcune di quelle relative al mercato che seguo per mestiere, MEX-SCL-LAX ad esempio, lo scetticismo era spesso il primo riscontro. IL NETWORK FA LA ROTTA, oltre naturalmente alla stabilita' aziendale, all'immagine, allo sviluppo IT, all'FQTV e a tutto il corollario che rende una compagnia aerea affidabile e appealing o meno. I dati che ancora vedo sulle tre rotte prese ad esempio mi confermano i commenti colti da Dancrane e l'emorragia continua...
 
Stato
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