E' difficile non notare le differenze tra questa terza risurrezione di AZ rispetto alle due precedenti.
In CAI e SAI, lo stato era rimasto fuori dalla compagine azionaria, limitandosi a dare suggerimenti, diciamo così, prima ai capitani e poi alle banche.
I soci industriali si erano fatti carico di un corposo investimento ed erano pesantemente coinvolti nella gestione di AZ. A prescindere dai risultati poi ottenuti.
A questo giro, la situazione sembra diversa. Decisamente più negativa. A parte lo stato, nessuno vuole investire in AZ. Paradossalmente il governo ha avuto la botta di cuxo (si fa per dire, viste le vittime) di trovarsi Atlantia in una posizione di debolezza e quindi ricattabile. Cosa che sarebbe stata molto più difficile se il ponte non fosse crollato.
Quanto ai soci industriali, abbiamo di fronte una DL che sembra non voler investire più di 100 M€, pur pretendendo buona parte delle leve di comando. E senza impegni di ricapitalizzazione. Situazione che stride tantissimo con l'investimento appena effettuato in LATAM: 1.9MLD USD per il 20% delle azioni. E pur mettendo in conto il peso strategico del più grande attore sudamericano, va ricordato che nel 2018 il gruppo non è andato oltre a un netto di 182M USD, con un margine operativo dell'1.8%. Certo, non un colabrodo finanziario come AZ, ma nemmeno una cash cow.
E arriviamo alla letterina di LH, secondo la quale la compagnia vorrebbe diventare partner industriale di AZ, senza nemmeno entrare nel capitale. Se non ci fosse da piangere (i soldi che si stanno sprecando sono i nostri), sarebbe tutto da ridere.
Ora, qualcuno mi spieghi quale prospettive può avere un'azienda, le cui quote azionarie sono tenute a distanza come la lebbra.
Con AF ed EY, chiudendo un occhio e mezzo e facendo sconfinata professione di ottimismo, si poteva provare a crederci.
A questo giro mi sembra che non ci sia nessun reale progetto, per quanto utopico.