Il programma A380 «non sarà mai redditizio». Ad ammetterlo è il Capo delle Operazioni tecniche di Airbus Tom Williams in un’intervista rilasciata il 20 febbraio al quotidiano britannico The Telegraph. In sostanza, nonostante Airbus attualmente riesca a guadagnare qualcosa sulla vendita del singolo aeroplano, in totale l’investimento multimiliardario sul programma dell’aereo a doppio ponte non sarà mai ripagato.
Williams ha spiegato al giornale inglese che la decisione di iniziare il programma A380 è stata presa da Airbus guardando i profitti generati dal Boeing 747, che un più di «decennio fa stava facendo molto soldi».
Tuttavia, l’A380, dopo un interesse iniziale, non ha incontrato il favore delle compagnie, spaventate dagli alti costi di gestione dell’aereo. Negli ultimi tre anni, nessuna compagnia ha ordinato l’A380 e solo i recenti acquisti di Iran Air e All Nippon Airways hanno evitato un ulteriore zero nella casella degli ordini dell’aereo. Mercoledì 17 febbraio, il Ceo di Airbus Fabrice Bregier ha ammesso nel corso del Singapore Air Show l’aeroplano «ha venduto meno di quanto atteso», ma che prima o poi «troverà la sua strada».
Airbus in particolare sta pensando ad una versione rimotorizzata e più efficiente dell’aereo (detta Neo, new engine option) e Williams ha spiegato al Telegraph che l’azienda ha avuto «diverse discussioni» con i governi sui prestiti per coprire i costi di sviluppo del programma. «Prestiti – ha tenuto a precisare – che saranno ripagati permettendo agli Stati di generare profitto».
Attualmente il 74% del capitale di Airbus è flottante sul mercato azionario, con il restante 25,9% delle azioni diviso tra Francia (10,9% tramite SOGEPA), Germania (10,9% tramite GZBV) e Spagna (4,9 tramite SEPI).
Molte, cose, ha spiegato Williams al Telegraph, sono cambiate nel corso degli anni in Airbus, soprattutto perché il ruolo pubblico si è progressivamente ridotto.
«I giorni in cui facevamo progetti per l’ego, il coraggio e l’orgoglio non ci sono più» ha spiegato Williams. Alla domanda se l’A380 sia stato sviluppato per queste ragioni, Williams ha risposto che «non ne sono certo, ma potrebbe esserlo stato all’inizio». «C’è ancora un po’ di politica [in Airbus] – ha aggiunto – ma quando penso a quando ho cominciato nel 2000 quando tutto si faceva guardando i passaporti, non è più così».
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