Coronavirus: riflessi sul mondo dell’aviazione


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Coronavirus, la Svezia batte gli allarmisti: ora è tra i Paesi europei con meno casi

Di

Eugenio Palazzini

-

7 Settembre 2020

Roma, 7 set – Come sta la “sciagurata” Svezia? Piuttosto bene, visto che “è passata dall’essere uno dei paesi con il maggior numero di infezioni in Europa, a uno di quelli con il minore numero di casi, mentre molti altri paesi hanno visto un aumento piuttosto drammatico”. A farlo presente è Anders Tegnell, epidemiologo di Stato e teorico della linea soft per contenere l’epidemia di coronavirus. I dati pubblicati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), non lasciano spazi a dubbi: per la prima volta da marzo la Svezia ha un minor tasso di casi anche rispetto alle vicine Norvegia e Danimarca. Già, proprio quelle nazioni scandinave portate ad esempio per aver contenuto la diffusione del virus, nell’ultima settimana fanno registrare una media di casi superiore a quella svedese.

puoi fare delle restrizioni, puoi chiudere i confini, ma quando riapri ricominciano il numero dei casi

Svezia grande nazione
 
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Viking

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Coronavirus, la Svezia batte gli allarmisti: ora è tra i Paesi europei con meno casi

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Eugenio Palazzini

-

7 Settembre 2020

Roma, 7 set – Come sta la “sciagurata” Svezia? Piuttosto bene, visto che “è passata dall’essere uno dei paesi con il maggior numero di infezioni in Europa, a uno di quelli con il minore numero di casi, mentre molti altri paesi hanno visto un aumento piuttosto drammatico”. A farlo presente è Anders Tegnell, epidemiologo di Stato e teorico della linea soft per contenere l’epidemia di coronavirus. I dati pubblicati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), non lasciano spazi a dubbi: per la prima volta da marzo la Svezia ha un minor tasso di casi anche rispetto alle vicine Norvegia e Danimarca. Già, proprio quelle nazioni scandinave portate ad esempio per aver contenuto la diffusione del virus, nell’ultima settimana fanno registrare una media di casi superiore a quella svedese.

puoi fare delle restrizioni, puoi chiudere i confini, ma quando riapri ricominciano il numero dei casi

Svezia grande nazione
Grande cosa che l’han pagata anche loro. Almeno sono stati intellettualmente corretti nell’ammettere che avevano sbagliato (immunità di pecore)
 
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Qantaslink

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Sono due date diverse, articolo di giugno e quello di settembre. Il significato dell'articolo e da nazione con il più alto in Europa a quello più basso rispetto ai vicini che la contestavano, Norvegia e Danimarca, ma questo è un discorso che si può vedere solo con il tempo
 

Viking

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Sono due date diverse, articolo di giugno e quello di settembre. Il significato dell'articolo e da nazione con il più alto in Europa a quello più basso rispetto ai vicini che la contestavano, Norvegia e Danimarca, ma questo è un discorso che si può vedere solo con il tempo
Lascia perdere le date: la Svezia ha fatto come tutt’ora gli USA e all’inizio UK ne più ne meno. E l’hanno pagata cara (visto il tot popolazione). Detto ciò Danimarca e Norvegia hanno fatto fuoco e fiamme contro. Bene hanno capito. Ora, per arrivare ai giorni nostri: la seconda ondata non è ancora arrivata e i numeri per ora sono confortanti. Ciò detto, non cantare vittoria perché in altri paesi EU si hanno numeri decisamente brutti: Belgio e Francia in primis. Tranquillo, se dovesse volgere al brutto anche la grande Sverige chiuderà in 5mins.
 

I-MEX

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Lascia perdere le date: la Svezia ha fatto come tutt’ora gli USA e all’inizio UK ne più ne meno. E l’hanno pagata cara (visto il tot popolazione). Detto ciò Danimarca e Norvegia hanno fatto fuoco e fiamme contro. Bene hanno capito. Ora, per arrivare ai giorni nostri: la seconda ondata non è ancora arrivata e i numeri per ora sono confortanti. Ciò detto, non cantare vittoria perché in altri paesi EU si hanno numeri decisamente brutti: Belgio e Francia in primis. Tranquillo, se dovesse volgere al brutto anche la grande Sverige chiuderà in 5mins.
Concordo al 100%.
 
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Qantaslink

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1599633212895.png


1599633286647.pngL'epidemiologia per la sanità pubblicaIstituto Superiore di Sanità
Nel mondo




Come riportato nel sito dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), l’influenza è causata da un’infezione virale che si diffonde facilmente tra le persone, circola in tutto il mondo e può colpire ad ogni età. Le differenze climatiche fanno sì che nelle Regioni temperate il virus circoli con maggiore intensità nei mesi invernali mentre nelle Regioni tropicali sia presente tutto l’anno.



Globalmente, ogni anno, il virus influenzale colpisce tra il 5 e il 15% della popolazione adulta (vale a dire da 350 milioni a 1 miliardo di persone), un’incidenza che sale al 20-30% nei bambini.



Tra i 3 e i 5 milioni di casi di influenza riportati annualmente evolvono in complicanze che causano il decesso in circa il 10% dei casi (vale a dire da 250 a 500 mila persone), soprattutto tra i gruppi di popolazione a rischio (bambini sotto i 5 anni, anziani e persone affette da malattie croniche).



Gli effetti del virus influenzale non sono uguali nel mondo. Nei Paesi industrializzati l’influenza si rivela fatale soprattutto tra le persone di età superiore ai 65 anni. L’impatto nei Paesi in via di sviluppo non è noto con certezza, tuttavia si stima che l’influenza causi un’elevata percentuale di decessi tra i bambini.



A livello mondiale la sorveglianza dell’influenza fa riferimento al WHO Global Influenza Surveillance and Response System (Gisrs) che effettua sia la sorveglianza epidemiologica sia la sorveglianza virologica, con l’obiettivo di monitorare l’evoluzione dei virus influenzali (caratteristiche antigeniche e genetiche dei virus stagionali circolanti) e di emanare le raccomandazioni per la diagnostica di laboratorio, la composizione del vaccino stagionale, la suscettibilità dei virus influenzali ai farmaci antivirali e la valutazione del rischio.



Per quanto riguarda l’influenza pandemica, la sorveglianza mira a valutare le caratteristiche antigeniche e genetiche di sottotipi o varianti virali che hanno recentemente infettato l’uomo e dei virus A(H7N9) e A(H5), per individuare i ceppi candidati alla composizione del vaccino nell’ambito dei piani di preparazione pandemica. Infine il sistema serve come meccanismo di allerta globale in caso di emergenza di potenziali virus pandemici.


1599633244829.png


Globale



(Ultimi dati OMS. Fonte: Health Emergency Dashboard, 08 Settembre ore 10.39 am)

  • 27.205.275 casi confermati nel mondo dall'inizio della pandemia
  • 890.392 morti
Regioni OMS

Europa


(Ultimi dati OMS, inclusa Italia, fonte Dashboard Who European Region, 07 Settembre ore 10.00 am)

  • 4.525.687 casi confermati
  • 222.731 morti
America

(Ultimi dati OMS. Fonte: Health Emergency Dashboard, 08 Settembre ore 10.39 am)

  • 14.193.356 casi confermati
  • 494.145 morti
Sud Est Asiatico

  • 4.869.112 casi confermati
  • 85.828 morti
Mediterraneo orientale

  • 2.023.392 casi confermati
  • 53.375 morti
Africa

  • 1.088.204 casi confermati
  • 23.101 morti
Pacifico Occidentale

  • 522.080 casi confermati
  • 11.353 morti
 

ilverococco

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non sono certo che questa sia la discussione giusta ma volevo condividere una cosa che mi ha lasciato piuttosto perplesso:

ero al telefono con un collega olandese, anche lui residente a dubai, il quale mi ha detto tutto contento che la prossima settimana andrà qualche giorno in vacanza a Roma.
Quando gli ho fatto notare che secondo la legge vigente deve fare quarantena obbligatoria proveniendo da paese extra UE è cascato dal pero.

Ora, sicuramente lui ha sbagliato a non informarsi adeguatamente ma tutto sommato il suo mi pare un peccato veniale: probabilmente ha dato per scontato che le norme italiane siano analoghe a quelle del resto d'europa dove la quarantena per lo più non è obbligatoria.
Quello che mi pare criminale è che l'hotel prenotato non gli abbia detto nulla pur sapendo della provenienza diretta da Dubai (ha prenotato il pick up con tanto di numero del volo). Non dico che non avrebbero dovuto prendere la prenotazione, ma non dovrebbe essere loro responsabilità almeno ricordare al cliente che ci sono delle norme in entrata?
E se il mio collega, magari infetto, contagiasse qualcuno (siamo nel penale) non dovrebbe avere qualche responsabilità anche l'hotel avendo omesso di verificare che che il cliente non rientrtasse tra le eccezioni del DPCM?
Magari la sto sparando un po' grossa, ma il pensiero continua a frullarmi nella testa
 
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davesheffield

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non sono certo che questa sia la discussione giusta ma volevo condividere una cosa che mi ha lasciato piuttosto perplesso:

ero al telefono con un collega olandese, anche lui residente a dubai, il quale mi ha detto tutto contento che la prossima settimana andrà qualche giorno in vacanza a Roma.
Quando gli ho fatto notare che secondo la legge vigente deve fare quarantena obbligatoria proveniendo da paese extra UE è cascato dal pero.

Ora, sicuramente lui ha sbagliato a non informarsi adeguatamente ma tutto sommato il suo mi pare un peccato veniale: probabilmente ha dato per scontato che le norme italiane siano analoghe a quelle del resto d'europa dove la quarantena per lo più non è obbligatoria.
Quello che mi pare criminale è che l'hotel prenotato non gli abbia detto nulla pur sapendo della provenienza diretta da Dubai (ha prenotato il pick up con tanto di numero del volo). Non dico che non avrebbero dovuto prendere la prenotazione, ma non dovrebbe essere loro responsabilità almeno ricordare al cliente che ci sono delle norme in entrata?
E se il mio collega, magari infetto, contagiasse qualcuno (siamo nel penale) non dovrebbe avere qualche responsabilità anche l'hotel avendo omesso di verificare che che il cliente non rientrtasse tra le eccezioni del DPCM?
Magari la sto sparando un po' grossa, ma il pensiero continua a frullarmi nella testa
Capisco il tuo ragionamento ma credo che l'hotel non si sia fatto problemi perchè la parte meno nota della normativa italiana dice anche che escludendo i paesi in black list e la coppia Bulgaria/Romania chi entra per motivi di lavoro e resta in italia meno di 5 giorni consecutivi è esentato dalla quarantena. Da cui ne deriva l'impossibilità di un controllo reale effettivo: di fatto in Italia il rispetto della normativa è lasciato al buonsenso del singolo.
 

leerit

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Aerei, da Lufthansa a Emirates e Alitalia: a che punto siamo con i rimborsi dopo il caos voli cancellati
Dal vettore tedesco i rimborsi più alti, 2,5 miliardi. Alitalia ha restituito 123 milioni. La Iata aveva cercato di rimandare i rimborsi con i voucher
di Gianni Dragoni
(Maria Laura Antonelli / AGF)
(Maria Laura Antonelli / AGF)
3' di lettura
Dopo il caos rimborsi per i voli cancellati arrivano i rimborsi per chi aveva comprato biglietti aerei e non ha potuto volare. In seguito agli interventi della Commissione europea le compagnie non hanno potuto dare solo voucher ai passeggeri, ma hanno dovuto dare rimborsi in denaro. In particolare in Italia i rimborsi sono stati resi obbligatori per i voli previsti dal 3 giugno in poi, dopo un intervento dell’Enac del 18 giugnop scorso.
Alitalia ha restituito 123 milioni
Il commissario di Alitalia, Giuseppe Leogrande, nella relazione sulla situazione economico-finanziaria del primo semestre inviata in agosto alle commissioni parlamentari competenti sui Trasporti, ha affermato che «tra il 17 febbraio e il 25 giugno 2020 Alitalia ha provveduto a rimborsare 400.000 biglietti per un ammontare di circa € 123 milioni, di cui € 13 milioni solo nel mese di giugno, oltre ad aver emesso nello stesso
periodo 127.214 voucher per un ammontare complessivo pari a circa € 27 milioni (€ 9,5 milioni solo nel mese di giugno)». In media ogni biglietto rimborsato vale 307 euro.

Ancora da rimborsare 86 milioni
Secondo la compagnia, «l’ammontare dei biglietti ancora da rimborsare, secondo le stime aggiornate al 15 giugno 2020, è pari a circa Euro 86 milioni; tale dato tiene conto delle richieste ricevute da passeggeri ed agenzie di viaggio, senza valutazioni sull’effettivo diritto al rimborso nel rispetto delle normative sopra citate».
In sei mesi perdita operativa -427 milioni
Nel primo semestre di quest’anno Alitalia ha subìto una perdita operativa (Ebit) di -427 milioni, con un peggioramento di 177 milioni rispetto alla perdita della prima metà del 2019 (era -250 milioni). I ricavi operativi totali sono diminuiti del 62%, da 1.444 a 544 milioni. I dati sono contenuti nella relazione di Leogrande al Parlamento.
Da Lufthansa 2,5 miliardi
I rimborsi più alti in valore sono quelli pagati da Lufthansa, stando a quanto è stato annunciato dalle compagnie. Il gruppo tedesco ha reso noto che «nell’anno in corso le compagnie aeree del gruppo Lufthansa hanno finora rimborsato oltre 2,5 miliardi di euro a un totale di 5,6 milioni di clienti (al 24 agosto 2020)». Il valore medio ricevuto da ogni cliente è pari a 446 euro.
9 settembre 2020


Emirates ha rimborsato 1,4 miliardi di dollari
Emirates ha annunciato il 7 settembre di «avere evaso, da marzo a oggi, oltre 1,4 milioni di richieste di rimborso, pari al 90% delle richieste totali. La somma totale rimborsata ai propri clienti è di 1,4 miliardi di dollari». Dunque ogni cliente rimborsato ha ricevuto in media mille dollari.
Da rimborsare 9,2 miliardi entro maggio
Il 13 maggio la Iata, associazione mondiale delle compagnie, aveva detto che i rimborsi che le compagnie europee avrebbero dovuto restituire entro la fine del mese ai consumatori ammontava a 9,2 miliardi di euro. In base alle norme Ue, il regolamento n. 261 del 2004, i passeggeri (mancati) hanno diritto di chiedere alle aziende di trasporto, non solo aereo, il rimborso in denaro del biglietto non utilizzato per la cancellazione del viaggio. Oppure possono accettare un buono per rifare il volo in una data successiva. Ma spetta ai passeggeri decidere, non alle compagnie. La Iata aveva detto che le compagnie rischiano di fallire se saranno costrette a pagare. «In base al regolamento 261 della Ue le compagnie dovrebbero rimborsare 9,2 miliardi di euro per i voli cancellati entro la fine di maggio. Chiediamo che venga consentito di dare dei voucher per rimandare i rimborsi, per consentire alle compagnie di preservare la liquidità», aveva detto Alexandre de Juniac, direttore generale della Iata. Poi è scattata la disposizione della Ue, che ha fatto valere l’obbligo di rimborsare i biglietti in denaro e non con un credito da riscuotere in futuro.

 

Superricky

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5 Marzo 2020
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Quindi la nuova iniezione da 200 milioni approvata dall'UE dovrebbe andarsene per quasi il 45% solo nei rimborsi rimanenti da erogare?
 

Brendon

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Un piccolo aggiornamento da parte mia... sono partito la Lubiana alla volta di Cancun per poter incontrare la mia compagna. Al momento sono a Washington per le prossime due settimane. Segue un breve report del viaggio.

Il viaggio da LJU a CUN è stato diviso in 3 giorni per ottimizzare i layover ed evitare di dover partire da casa alle 2 di notte. Ho trascorso una notte a FRA ed una a MEX.

Volo LJU-FRA con load decisamente buono, è un CR9 ma era occupato per un buon 80/85%. Aeroporto di LJU al di sotto delle aspettative: all'ingresso un solo dispenser con gel igenizzante ma non touchless. Bagni post security senza sapone e non ho trovato nessun altro dispenser di gel (solo quelli all'ingresso). Lounge chiusa. Imbarco caotico, dove se ne sono fottuti di boarding group e social distancing, con cobus abbastanza pieno.
All'arrivo a FRA grande attenzione per i test all'arrivo, dove a bordo era già stata fornita una fotocopia con i dettagli (tuttavia non mi è stata fatta nessuna domanda da dove provenissi quindi per i test all'arrivo si confida nella buona fede del passeggero credo). Parcheggio ai remoti e prendo il secondo cobus in quanto il primo sembrava un treno Indiano, tuttavia il deplaning molto più ordinato e per file.
FRA baggage claim abbastanza vuoto, un po' di gente in giro per il terminal e nel Squaire, ho cenato al Paulaner ed oltre a me c'era un solo altro tavolo occupato.
Check-in all'HGI dove i protocolli Hilton per il CleanStay erano seguiti alla lettera. Ristorante non aperto. Colazione in una "bag to-go" compilando un form con le varie opzioni disponibili.

Volo FRA-MEX con un load ad occhio del 50/60% in economy (a vista più europei che latini a bordo), in business credo fossero vuotini in quanto fino al giorno prima mi vendevano l'upgrade per 579 euro (ottimo prezzo ma essendo occupato ad orario ridotto da quasi 6 mesi... non me la son sentita), mentre pe fully booked.
Servizio classico LH, non vedo alcuna differenza pre e during pandemia... insomma una garanzia. Volo (lungo) senza infamia e senza lode.
FRA non vuoto come mi aspettassi, buona quantità di gel igenizzante (questo presente ovunque in tutto il complesso dell'aeroporto, incluso Squaire e stazione dei treni). E-gates non attivi. Lounge senator B gates decisamente vuota, e decisamente piacevole da usare. Servizio di cibo ridotto, bar con barista chiuso.
Imbarco dove il social distancing va a farsi benedire nuovamente. Ma almeno ci sono i gruppi. Durante il volo viene fornito il form con la dichiarazione sanitaria richiesta per ogni volo in Messico. Deplaning nuovamente a file e molto più ordinato.
MEX controllo passaporti deserto, parecchie misure di contenimento, dalla misurazione della temperatura a persone che si assicurano tu stia utilizzando il gel igenizzante spruzzandotelo direttamente sulle mani (sarà una costante in Messico).
Recupero il bagaglio e faccio il check-in all'Hilton presente al T1, anche qui protocolli seguiti alla lettera ma il ristorante è aperto (con tavoli ad almeno 3 metri di distanza. Più o meno ovunque in Messico ti fanno camminare su un tappeto impregnato di disinfettante per sanificare le suole. Le mie valigie sono state igenizzate con spray disinfettante dal bellboy.

Dormo (3 ore... dopo 6 mesi senza viaggi non sono più una macchina anti jet-lag) e mi avvio verso il T2 dove parte il volo MEX-CUN con Aeromexico. La hall è una bolgia, ma tutto molto ordinato. Durante le due ore all'aeroporto mi viene presa la temperatura un'infinità di volte (all'entrata e uscita dell'airtrain, al check-in, al controllo sicurezza, all'entrata in lounge, all'imbarco). Si assicurano che tutti abbiano compilato il modulo sanitario e ti spruzzano gel sulle mani prima di darti una penna per compilarlo e dopo averlo compilato.
Lounge AM abbastanza vuota, servizio ottimo, cibo inesistente (ero stato nella stessa lounge 3 anni fa ed avevano parecchia scelta per colazione) ma ottima selezione di bibite, in self service più servizio barista, anche al tavolo.
Volo fully booked, ho comprato J in quanto costava 30 euro più della Y. Imbarco molto ordinato, imbarcando dal fondo (quindi J imbarcata per ultima).
Volo tranquillo, la J AM è come la first domestica in USA. A metà volo servizio bevande e snack. Arrivo a CUN, deplaning per file molto ordinato, ed attesa infinita per i bagagli (la mia compagna atterrava da BWI e mi raggiungerà mentre io sto ancora aspettando i bagagli). A CUN il modulo sanitario non viene ritirato da nessuno. Molta meno gente che cerca di fotterti rispetto al passato.
Pernotteremo 15 notti in Messico passando le prime due a Cancun zona hotelera e le altre in Riviera Maya. Fino a questa settimana lo stato di Quintana Roo permetteva una capacità massima ad hotel e resorts del 30%. Non era raro avere una piscina intera solo per noi, o camminare lungo la spiaggia senza incontrare anima viva. Gli alberghi in Messico sono quelli che, a mio avviso, hanno reagito molto più aggressivamente nel contenimento della pandemia. Sono rimasto piacevolmente sorpreso. Il servizio ottimo, ineccepibile. Qui vivono di turismo e tutti erano felici di tornare ad una parvenza di normalità, riavere un lavoro, ecc.

Ultimo volo del report... CUN T4 abbastanza pieno, poco social distancing durante check-in e controlli di sicurezza. Questa volta il modulo sanitario lo volevano digitale in quanto scansionavano il QR code prima di far accedere ai controlli.
In area sterile situazione tranquilla, viaggiavamo WN CUN-BWI ed imbarco molto ordinato (assieme ad AM i due migliori imbarchi che abbia avuto). Volo fully booked per quanto Southwest possa vendere (garantiscono posto centrale libero).
Servizio a bordo un po' freddo, di solito con WN il servizio è decisamente migliore... in 3 ore e mezza di volo è stato servito solo un bicchier d'acqua.
All'arrivo al gate tutti si sono alzati, ed è sembrato non importare a nessuno del crew. Immigrazione veloce, non c'era nessuno. Nessuna domanda se non per quanto mi fermassi e cosa facessi li ma, riguardo la pandemia, il nulla.

In tutti i voli ed aeroporti tutte le persone hanno indossato la maschera, anche se un tedesco seduto di lato a me sul volo FRA-MEX è stato il passenger più unruly di tutto il trip e continuava a togliersi la maschera di continuo.

Dulcis in fundo credo avrei avuto molte più possibilità di contrarre il virus nella mia spiaggia locale che è stata densamente affollata ogni giorno cui ci sono stato o in uno dei molti bar presenti... Felice di poter trascorrere del tempo con una persona che praticamente considero una moglie ma per la legge, se una persona non crede nel matrimonio, questo non conta.
 
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Cesare.Caldi

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Voi che sapete tutto, se vado in Spagna lunedi e torno martedi devo fargli vedere un tampone recente o robe simili a Madrid?
Per entrare in Spagna non serve tampone devi fare la registrazione online e presentare il qr code. Al rientro in Italia dovrai fare il tampone in aeroporto o alla usl
 

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non sono certo che questa sia la discussione giusta ma volevo condividere una cosa che mi ha lasciato piuttosto perplesso:

ero al telefono con un collega olandese, anche lui residente a dubai, il quale mi ha detto tutto contento che la prossima settimana andrà qualche giorno in vacanza a Roma.
Quando gli ho fatto notare che secondo la legge vigente deve fare quarantena obbligatoria proveniendo da paese extra UE è cascato dal pero.

Ora, sicuramente lui ha sbagliato a non informarsi adeguatamente ma tutto sommato il suo mi pare un peccato veniale: probabilmente ha dato per scontato che le norme italiane siano analoghe a quelle del resto d'europa dove la quarantena per lo più non è obbligatoria.
Quello che mi pare criminale è che l'hotel prenotato non gli abbia detto nulla pur sapendo della provenienza diretta da Dubai (ha prenotato il pick up con tanto di numero del volo). Non dico che non avrebbero dovuto prendere la prenotazione, ma non dovrebbe essere loro responsabilità almeno ricordare al cliente che ci sono delle norme in entrata?
E se il mio collega, magari infetto, contagiasse qualcuno (siamo nel penale) non dovrebbe avere qualche responsabilità anche l'hotel avendo omesso di verificare che che il cliente non rientrtasse tra le eccezioni del DPCM?
Magari la sto sparando un po' grossa, ma il pensiero continua a frullarmi nella testa
Non è compito dell'hotel, nè della compagnia aerea, dare informazioni del genere al passeggero. Non si fa in materia di visti, non si fa in materia di Covid. In altre parole, sta al passeggero informarsi.
 
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