Coronavirus: riflessi sul mondo dell’aviazione


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Brendon

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Il problema di chi agisce così, rendendosi nemici i clienti, è il futuro (a meno che pensino non ce ne sia alcuno).

Come detto sopra e come avevo già riportato, quel biglietto lo ho pagato il 26 ottobre quindi quei soldi, al momento, non mi mancano. Avrei accettato senza problemi un voucher ma le prime proposte di Lufthansa erano: rebooking entro 31/05 e viaggio entro il 31/12, però ti diamo una maggiorazione di 50€. No grazie.

Già estendere il valore del voucher fino al 31/12/2021 avrebbe migliorato la cosa. Da notare quando ho cancellato (12 marzo) questa policy non era ancora applicata infatti il customer care mi aveva comunicato un rimborso entro 7 giorni lavorativi. Il voucher non è mai stato menzionato.

Il settore in cui lavoro è stato impattato allo stesso livello ma la multinazionale per cui lavoro è stata la prima a trasformare le prenotazioni non cancellabili (prepagate) in cancellabili fino a 24 ore prima. Per tutte le prenotazioni fino al 30 giugno.
Inoltre hanno anche esteso lo status fino al 2022 e bloccato la scadenza dei punti.

Questa è differenza di leadership, per ripartire ti servono clienti, specie in un mercato dove c’è tanta concorrenza e puoi scegliere.
Fare incazzare i clienti nel momento in cui hanno bisogno di te, non è la scelta giusta.
 
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flyer74

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16 Gennaio 2016
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Se il biglietto è rimborsabile senza penali chiedi subito il rimborso, se rimborsano per cancellazione non si può sapere se ti rimborseranno i soldi oppure un buono con eventuali limitazioni che per te che hai una connessione fai da te non è il massimo.
L’intestatario del secondo biglietto ha chiamato pochi minuti fa al call center Airfrance e hanno detto che abbiamo un biglietto con tariffa totalmente rimborsabile prima della partenza , se dovessero cancellare il volo loro ti propongono voucher o rimborso a nostra scelta . Se e’ cosi aspetto a cancellare..
 

Flyfan

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17 Giugno 2019
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L’intestatario del secondo biglietto ha chiamato pochi minuti fa al call center Airfrance e hanno detto che abbiamo un biglietto con tariffa totalmente rimborsabile prima della partenza , se dovessero cancellare il volo loro ti propongono voucher o rimborso a nostra scelta . Se e’ cosi aspetto a cancellare..
Non è che il biglietto sia rimborsabile, se cancellano il volo, la compagnia ti deve rimborsare a prescindere, qualsiasi sia il biglietto.
 

13900

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Questo vi farà senza dubbio sentire più intelligenti:

Birmingham and Merseyside masts torched over 5G coronavirus claims

Mobile phone masts have been torched and engineers abused over "baseless" theories linking coronavirus to 5G.

UK mobile network providers have warned against the spread of the theories after videos showing masts on fire were posted on social media.

Masts were set alight in Sparkhill, Birmingham, on Thursday and Melling, Merseyside, on Friday.

Trade body Mobile UK, which represents network providers, said the false rumours and theories were "concerning".

In a statement on Twitter, the Department for Digital, Culture, Media and Sport said it was "aware of inaccurate information being shared online about 5G".

"There is absolutely no credible evidence of a link between 5G and coronavirus," it added.
In Melling, Merseyside Fire and Rescue Service said it extinguished a 5G mast tower fire near the M57 motorway late on Friday.

There was damage to the mast and control panels, a spokesman said.

West Midlands Fire Service said the fire in Birmingham on Thursday involved a 70ft tower on a telecommunications site. However, the service said the cause was yet to be identified and could not confirm the mast was 5G.

A West Midlands Police spokesman said: "We're aware of a fire involving a phone mast, but are awaiting further details on its cause."
On Friday, Facebook removed a page which showed several videos claiming to show 5G towers on fire and encouraged others to do the same.

In addition to warning on the theories about the safety of 5G technologies, Mobile UK added: "More worryingly some people are also abusing our key workers and making threats to damage infrastructure under the pretence of claims about 5G.

"This is not acceptable and only impacts on our ability as an industry to maintain the resilience and operational capacity of the networks to support mass home working and critical connectivity to the emergency services, vulnerable consumers and hospitals."
Ovviamente...Midlands/Merseyside/B'ham.

https://www.bbc.co.uk/news/uk-england-52164358
 

East End Ave

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su e giu' sull'atlantico...
L'obiettivo è chiaro e cioè far si che la stragrande maggioranza dei pax non possa avere nessun rimborso e non utilizzi eventuali buoni. In fondo i tedeschi sono inflessibili con gli altri e fanno quel cavolo che gli pare quando gli fa comodo.
Il problema di chi agisce così, rendendosi nemici i clienti, è il futuro (a meno che pensino non ce ne sia alcuno).

Come detto sopra e come avevo già riportato, quel biglietto lo ho pagato il 26 ottobre quindi quei soldi, al momento, non mi mancano. Avrei accettato senza problemi un voucher ma le prime proposte di Lufthansa erano: rebooking entro 31/05 e viaggio entro il 31/12, però ti diamo una maggiorazione di 50€. No grazie.

Già estendere il valore del voucher fino al 31/12/2021 avrebbe migliorato la cosa. Da notare quando ho cancellato (12 marzo) questa policy non era ancora applicata infatti il customer care mi aveva comunicato un rimborso entro 7 giorni lavorativi. Il voucher non è mai stato menzionato.

Il settore in cui lavoro è stato impattato allo stesso livello ma la multinazionale per cui lavoro è stata la prima a trasformare le prenotazioni non cancellabili (prepagate) in cancellabili fino a 24 ore prima. Per tutte le prenotazioni fino al 30 giugno.
Inoltre hanno anche esteso lo status fino al 2022 e bloccato la scadenza dei punti.

Questa è differenza di leadership, per ripartire ti servono clienti, specie in un mercato dove c’è tanta concorrenza e puoi scegliere.
Fare incazzare i clienti nel momento in cui hanno bisogno di te, non è la scelta giusta.
Dal momento che praticamente l’intero comparto delle compagnie aeree, inclusa Alitalia cara Farfallina, sta ponendo in atto la stessa regola, legale e prevista dal DPCdM, non vedo dove un cliente del settore possa fare in futuro distinzioni circa chi rimborsava e chi no.
Peraltro , come abbiamo già detto mille volte qui sopra , quando dovrai andare da A a B tornerai comunque a cercare il miglior prezzo sul routing più congeniale.
Detto ciò non dico che sia tutto limpido e giusto, certamente legale ed eccezionale.
UA , ad esempio, al termine dei 12 mesi offrirà il rimborso.
@brendon, LH sconta i 50euro, non li chiede!
 

flyer74

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16 Gennaio 2016
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Non è che il biglietto sia rimborsabile, se cancellano il volo, la compagnia ti deve rimborsare a prescindere, qualsiasi sia il biglietto.
Grazie per la precisazione, la mia preoccupazione, a quanto pare smentita sia dal call center Airfrance che da voi , era che le compagnie aeree ora in crisi finanziaria ( alcune con rischio bancarotta ) tentassero di fare cassa cambiando le regole sui rimborsi in maniera più o meno coatta .
 

Brendon

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@EEA Si intendevo che ti danno 50€ extra ma già sanno che la maggior parte delle persone si troverà col cerino in mano visti i termini di quel voucher.
 

Cesare.Caldi

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@EEA Si intendevo che ti danno 50€ extra ma già sanno che la maggior parte delle persone si troverà col cerino in mano visti i termini di quel voucher.
Io con un biglietto Lufthansa che di avere i soldi indietro neanche l'ombra, sto facendo continui cambi data, mi cancellano il volo chiamo (devo dire il call center mi ha risposto in due minuti e fatto tutto) e sposto tutto dopo un mese, arriva quella data, nuova cancellazione e risposto ancora in avanti, in questo modo non hai i limiti di data massima del voucher e quando si sbloccherà la situazione e potrò volare avrò un biglietto valido in mano. Per la mia situazione credo sia la soluzione migliore poi ognuno ha le sue esigenze :)
 

belumosi

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Un articolo che fa riflettere e che forse aprirà un dibattito sui costi/benefici del lockdown nel mondo:

https://www.corriere.it/esteri/20_a...zo-01e3ce9e-763c-11ea-b3b8-a2cb021df0f0.shtml

Articolo originale solo per gli abbonati:
https://www.economist.com/leaders/2...rk-choices-between-life-death-and-the-economy
Grazie Cesare. L'articolo è interessante perchè affronta un problema che, per quanto antipatico, sarà ineludibile. Non si può pensare di campare d'aria o di sussidi da quarantena da addebitare ai pronipoti.
Secondo me però l'approccio è incompleto, perchè affronta solo l'aspetto economico senza legarlo a quello sociale e comportamentale delle masse.
E' una pia illusione aspettarsi che la cancellazione del lockdown riporterebbe ad uno stadio anche solo similare a quello pre-crisi. E lo sarebbe ancor di più qualora palesasse una sconfitta nel contenimento del virus, ammettendo di fatto che delle vite dovranno essere sacrificate per tentare di andare avanti.
Sappiamo che il CV colpisce soprattutto gli anziani. E in Italia gli ultrasessantenni sono il 30% della popolazione. Difficile pensare che a fronte di un contagio ufficialmente fuori controllo, si rimetterebbero a fare la vita precedente. Molto probabilmente uscirebbero lo stretto necessario, ridurrebbero ai minimi termini la loro vita sociale e diventerebbero rapidamente dei pessimi consumatori, con una ripercussione immediata sui produttori di quei beni e servizi consumati liberamente in passato. Un esempio per tutti: a che serve cambiare auto finchè sai che starai quasi sempre in casa? Gran parte di queste persone hanno figli, nipoti e parenti più giovani, che forti delle statistiche, potrebbero vivere molto più liberamente. Ma sanno che qualora venissero contagiati in modo asintomatico, un contatto con il parente anziano potrebbe significare condannarlo a morte. Per cui è prevedibile un certo autocontrollo anche da parte della popolazione più giovane: in fondo a che serve andare alla fiera quanto poi ti trovi tutto su internet?
Ci sono altri due fattori a congiurare contro: l'estrema contagiosità del virus, che impedisce un rapporto sociale normale, imponendoci di trattare gli altri (e di farci trattare) come potenziali untori.
E la crescente percezione che il virus sia tra noi, soprattutto nelle zone più colpite. Quando inizi a conoscere in prima persona gente che è morta a causa del CV, tende a crollare quella barriera protettiva mentale che ci imponiamo, cercando di dissociare la nostra realtà quotidiana da quello che ci dicono i media.
E allora ti rendi conto che ci sei dentro anche tu, che non è un brutto sogno e che se esci di casa e sei avanti negli anni, rischi grosso. Perchè è vero che muore solo una minoranza dei contagiati, ma è una minoranza sufficientemente qualificata per fare paura. D'altra parte credo che nessuno dei presenti si sottoporrebbe allegramente ad una roulette russa con una pistola da 12 colpi, fidando sul fatto che hai 11 possibilità su 12 di sfangarla (o se preferite, il 91.6%).
Tutto quanto appena scritto, abbinato alla situazione economica, delinea una situazione molto difficile da gestire per i governi, tanto più che mancano gli insegnamenti di esperienze precedenti.
Vedo difficile una soluzione di stampo prettamente mercantile. Perchè larga parte della popolazione non la seguirebbe. Per non parlare della credibilità dei governi che dovrebbero ammettere la sconfitta nella lotta al CV.
Secondo me dovremo imparare a convivere con il virus. Ma non facendo finta che non sia mai esistito (ci penserebbe lui a ricordarlo), bensì adeguando i nostri usi e costumi alla sua presenza. Portare la maschera sarà uno standard (passati i primi mesi, non sarà un problema averne ampia disponibilità) e gran parte delle attività potrà riprendere, seppur a regime ridotto. Senza nascondersi che comunque tanta gente rimarrà per strada. Il tutto nella speranza di creare un po' alla volta quella famosa immunità di gregge e nel frattempo continuare a diluire il numero dei contagi per poterli gestire attraverso il sistema sanitario.
Visto che per avere una ragionevole tranquillità, il virus dovrà essere assimilato a livello globale, prevedo tempi lunghi prima di un completo ritorno alla normalità. Sperando che venga trovato il vaccino e soprattutto che il virus non decida di mutare geneticamente un'altra volta riportando tutti alla casella di partenza. Meglio non pensarci.
 

Cesare.Caldi

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Secondo me bisogna dare una segnale al Paese e iniziare a riaprire almeno qualche attività produttiva dopo Pasqua ovviamente con tutte le dovute precauzioni per il personale e permettendo alle persone solo di uscire per andare al lavoro e ritornare a casa e solo nelle regioni con minor diffusione del virus. Sarebbe un segnale di speranza, continuare con una chiusura totale ad oltranza fino a che arriveremo a contagi zero credo sarebbe insostenibile.
 

Flyfan

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Secondo me bisogna dare una segnale al Paese e iniziare a riaprire almeno qualche attività produttiva dopo Pasqua ovviamente con tutte le dovute precauzioni per il personale e permettendo alle persone solo di uscire per andare al lavoro e ritornare a casa e solo nelle regioni con minor diffusione del virus. Sarebbe un segnale di speranza, continuare con una chiusura totale ad oltranza fino a che arriveremo a contagi zero credo sarebbe insostenibile.
Iniziando magari da chi fabbrica pezzi di ricambio per macchine agricole. Assurdo sentire che iniziano a mancare e che il lavoro sui campi potrebbe rallentare o fermarsi.
 

13900

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Grazie Cesare. L'articolo è interessante perchè affronta un problema che, per quanto antipatico, sarà ineludibile. Non si può pensare di campare d'aria o di sussidi da quarantena da addebitare ai pronipoti.
Secondo me però l'approccio è incompleto, perchè affronta solo l'aspetto economico senza legarlo a quello sociale e comportamentale delle masse.
E' una pia illusione aspettarsi che la cancellazione del lockdown riporterebbe ad uno stadio anche solo similare a quello pre-crisi. E lo sarebbe ancor di più qualora palesasse una sconfitta nel contenimento del virus, ammettendo di fatto che delle vite dovranno essere sacrificate per tentare di andare avanti.
Sappiamo che il CV colpisce soprattutto gli anziani. E in Italia gli ultrasessantenni sono il 30% della popolazione. Difficile pensare che a fronte di un contagio ufficialmente fuori controllo, si rimetterebbero a fare la vita precedente. Molto probabilmente uscirebbero lo stretto necessario, ridurrebbero ai minimi termini la loro vita sociale e diventerebbero rapidamente dei pessimi consumatori, con una ripercussione immediata sui produttori di quei beni e servizi consumati liberamente in passato. Un esempio per tutti: a che serve cambiare auto finchè sai che starai quasi sempre in casa? Gran parte di queste persone hanno figli, nipoti e parenti più giovani, che forti delle statistiche, potrebbero vivere molto più liberamente. Ma sanno che qualora venissero contagiati in modo asintomatico, un contatto con il parente anziano potrebbe significare condannarlo a morte. Per cui è prevedibile un certo autocontrollo anche da parte della popolazione più giovane: in fondo a che serve andare alla fiera quanto poi ti trovi tutto su internet?
Ci sono altri due fattori a congiurare contro: l'estrema contagiosità del virus, che impedisce un rapporto sociale normale, imponendoci di trattare gli altri (e di farci trattare) come potenziali untori.
E la crescente percezione che il virus sia tra noi, soprattutto nelle zone più colpite. Quando inizi a conoscere in prima persona gente che è morta a causa del CV, tende a crollare quella barriera protettiva mentale che ci imponiamo, cercando di dissociare la nostra realtà quotidiana da quello che ci dicono i media.
E allora ti rendi conto che ci sei dentro anche tu, che non è un brutto sogno e che se esci di casa e sei avanti negli anni, rischi grosso. Perchè è vero che muore solo una minoranza dei contagiati, ma è una minoranza sufficientemente qualificata per fare paura. D'altra parte credo che nessuno dei presenti si sottoporrebbe allegramente ad una roulette russa con una pistola da 12 colpi, fidando sul fatto che hai 11 possibilità su 12 di sfangarla (o se preferite, il 91.6%).
Tutto quanto appena scritto, abbinato alla situazione economica, delinea una situazione molto difficile da gestire per i governi, tanto più che mancano gli insegnamenti di esperienze precedenti.
Vedo difficile una soluzione di stampo prettamente mercantile. Perchè larga parte della popolazione non la seguirebbe. Per non parlare della credibilità dei governi che dovrebbero ammettere la sconfitta nella lotta al CV.
Secondo me dovremo imparare a convivere con il virus. Ma non facendo finta che non sia mai esistito (ci penserebbe lui a ricordarlo), bensì adeguando i nostri usi e costumi alla sua presenza. Portare la maschera sarà uno standard (passati i primi mesi, non sarà un problema averne ampia disponibilità) e gran parte delle attività potrà riprendere, seppur a regime ridotto. Senza nascondersi che comunque tanta gente rimarrà per strada. Il tutto nella speranza di creare un po' alla volta quella famosa immunità di gregge e nel frattempo continuare a diluire il numero dei contagi per poterli gestire attraverso il sistema sanitario.
Visto che per avere una ragionevole tranquillità, il virus dovrà essere assimilato a livello globale, prevedo tempi lunghi prima di un completo ritorno alla normalità. Sperando che venga trovato il vaccino e soprattutto che il virus non decida di mutare geneticamente un'altra volta riportando tutti alla casella di partenza. Meglio non pensarci.
Belumosi come al solito sei un cervello fino, e sarebbe bello se fossero tutti come te: ma dubito.

Non so come sia in Italia, ma qui - malgrado gli appelli, il "tenete a casa gli anziani" e via dicendo - in giro vedo una gran quantità di ultra sessantenni. Nel quartiere dove vivo bene o male trovi la stessa gente, e gli anziani sono sempre quelli che trovo quando esco per quella volta al dì. Aprissero anche solo minimamente, uscirebbero tutti. Giusto oggi ce n'erano due fuori da una casa di riposo a fumarsi i sigari. Insieme.
 

londonfog

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Belumosi come al solito sei un cervello fino, e sarebbe bello se fossero tutti come te: ma dubito.

Non so come sia in Italia, ma qui - malgrado gli appelli, il "tenete a casa gli anziani" e via dicendo - in giro vedo una gran quantità di ultra sessantenni. Nel quartiere dove vivo bene o male trovi la stessa gente, e gli anziani sono sempre quelli che trovo quando esco per quella volta al dì. Aprissero anche solo minimamente, uscirebbero tutti. Giusto oggi ce n'erano due fuori da una casa di riposo a fumarsi i sigari. Insieme.
Scusate, ma io a 66 anni non mi sento ancora 'disposable'. A parte questa osservazione personale, dovremmo smetterla con il mito 'tanto muoiono solo gli anziani' negli ultimi giorni, da queste parti, sono morte due infermiere sui trent'anni un ragazzino di 13 e persino un bambino di cinque (con problemi di salute pregressi). Un mio pronipote americano ha perso due insegnanti intorno ai quaranta, tutti e due senza particolari problemi di salute. Con questo non voglio dire che non si debba trovare un sistema per ripartire, ma continuare a dire che muoiono soprattutto gli anziani mi sembra stia diventando un mito pericoloso
 

Viking

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Scusate, ma io a 66 anni non mi sento ancora 'disposable'. A parte questa osservazione personale, dovremmo smetterla con il mito 'tanto muoiono solo gli anziani' negli ultimi giorni, da queste parti, sono morte due infermiere sui trent'anni un ragazzino di 13 e persino un bambino di cinque (con problemi di salute pregressi). Un mio pronipote americano ha perso due insegnanti intorno ai quaranta, tutti e due senza particolari problemi di salute. Con questo non voglio dire che non si debba trovare un sistema per ripartire, ma continuare a dire che muoiono soprattutto gli anziani mi sembra stia diventando un mito pericoloso
Silvano, per me sei un fiore che ancora deve sbocciare (però il tuo post sembra la pagina di necrologi)
 

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Scusate, ma io a 66 anni non mi sento ancora 'disposable'. A parte questa osservazione personale, dovremmo smetterla con il mito 'tanto muoiono solo gli anziani' negli ultimi giorni, da queste parti, sono morte due infermiere sui trent'anni un ragazzino di 13 e persino un bambino di cinque (con problemi di salute pregressi). Un mio pronipote americano ha perso due insegnanti intorno ai quaranta, tutti e due senza particolari problemi di salute. Con questo non voglio dire che non si debba trovare un sistema per ripartire, ma continuare a dire che muoiono soprattutto gli anziani mi sembra stia diventando un mito pericoloso
Silvano, il fatto che gli anziani o quelli con problemi di salute siano quelli che rischiano di più non lo dico io ma le statistiche, e quello che intendevo dire era che in ben pochi faranno il ragionamento che ha fatto Belumosi. Già non lo fanno adesso.
 

belumosi

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Belumosi come al solito sei un cervello fino, e sarebbe bello se fossero tutti come te: ma dubito.

Non so come sia in Italia, ma qui - malgrado gli appelli, il "tenete a casa gli anziani" e via dicendo - in giro vedo una gran quantità di ultra sessantenni. Nel quartiere dove vivo bene o male trovi la stessa gente, e gli anziani sono sempre quelli che trovo quando esco per quella volta al dì. Aprissero anche solo minimamente, uscirebbero tutti. Giusto oggi ce n'erano due fuori da una casa di riposo a fumarsi i sigari. Insieme.
Innanzitutto grazie per tanta considerazione, che ricambio con piacere. :)
Posso dirti che a Bologna la quarantena è abbastanza rispettata, ma la situazione è estremamente a macchia di leopardo.
Puoi trovare una coda di 300m per entrare in un supermercato e nella strada accanto avere il deserto.
Ci sono tante piccole situazioni particolari, alcune delle quali possono favorire il contagio. Giusto oggi sull'edizione bolognese di Repubblica ci sono alcune foto con le strette stradine del centro piene di gente che fa la spesa nei vari negozietti, anche per evitare le code ormai usuali nei supermercati. In realtà la gente nelle foto non è tantissima in assoluto, ma la dimensione delle stradine porta ad una concentrazione probabilmente eccessiva.
https://bologna.repubblica.it/crona...o_cosi_non_va_non_ne_usciremo_-253090702/1/#1
La maggior parte delle persone comunque ha ormai acquisito una certa consapevolezza del problema e anche quando non è ligia al dovere al 100%, di solito esce con una certa moderazione.
Non manca una minoranza che se ne frega allegramente, ma se dovessi sparare una percentuale direi che non siamo oltre il 10-15%. Una moderata paura è ormai nel retropensiero di gran parte degli abitanti e ho l'impressione che si che inizi a vedere un abbozzo della futura convivenza con il virus. Probabilmente in GB questa evoluzione nei comportamenti è ritardata di 2-3 settimane.

Scusate, ma io a 66 anni non mi sento ancora 'disposable'. A parte questa osservazione personale, dovremmo smetterla con il mito 'tanto muoiono solo gli anziani' negli ultimi giorni, da queste parti, sono morte due infermiere sui trent'anni un ragazzino di 13 e persino un bambino di cinque (con problemi di salute pregressi). Un mio pronipote americano ha perso due insegnanti intorno ai quaranta, tutti e due senza particolari problemi di salute. Con questo non voglio dire che non si debba trovare un sistema per ripartire, ma continuare a dire che muoiono soprattutto gli anziani mi sembra stia diventando un mito pericoloso
Non è un mito, è la realtà.

L'Istituto Superiore di Sanità pubblica due volte a settimana un'analisi sui dati epidemiologici dei pazienti deceduti positivi a COVID-19 in Italia.
Ecco le caratteristiche relative al report del 2 aprile 2020:
Età media

  • 78 anni
Età mediana

  • 80 anni (più alta di oltre 15 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione la cui età media è di 62 anni)

http://www.salute.gov.it/portale/nu...iano&id=5351&area=nuovoCoronavirus&menu=vuoto
 
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