Aeroporto senza collegamenti con la città Ryanair dice no alla base europea a Sestri
Nel 2010 nuovi voli low cost, ma nessun radicamento
MASSIMO MINELLA
L´ultimo atto si consumerà alla metà di novembre, con una missione a Dublino, ma le speranze di indurre Ryanair, il colosso europeo dei voli low cost, a scegliere l´aeroporto di Genova come propria base sono ormai quasi nulle. Un problema sostanzialmente legato alla città e alla sua cronica carenza di infrastrutture, più che all´aeroporto. Il vettore low cost, infatti, chiede al territorio una serie di garanzie imprescindibili: adeguato sostegno pubblicitario al volo, parcheggi di interscambio per mettere a disposizione linee veloci di treno e bus, collegamenti con la città a costi contenuti, così da non costringere il passeggero a servirsi solo del taxi (che costerebbe più del volo). Tutte cose che, oggi, Genova non è in grado di offrire. Così, le due "macchine" che Ryanair intendeva posizionare al "Colombo", tali da garantire sedici collegamenti (dieci internazionali per Francia, Gran Bretagna, Germania, Spagna, Scandinavia, sei domestici) non arriveranno. Ma il legame con Ryanair non verrà certo allentato. Anzi, proprio per dimostrare la fiducia del gruppo irlandese nel "Colombo", nel 2010 verrà lanciato un nuovo collegamento con una destinazione nordeuropea che si andrà ad aggiungere agli attuali voli per Londra, Cagliari e Bari. Un segnale importante, quello del vettore irlandese, che arriverà probabilmente in coincidenza con la "raccolta" delle offerte da parte dell´advisor che affiancherà l´authority intenzionata a cedere al miglior offerente la sua quota di capitale del "Colombo", pari al sessanta per cento. Il bando per la scelta dell´advisor arriverà la prossima settimana, come ha spiegato giovedì il presidente dell´authority Luigi Merlo, e sarà il primo passo di un percorso che dovrebbe concludersi nell´arco di un anno con la privatizzazione della società. Percorso, va detto, tutto ancora da costruire, a cominciare dalla valutazione dell´asset aeroportuale, che potrebbe comunque richiamare più di un soggetto.
L´opportunità di trasformare Genova in una delle basi low cost di Ryanair si era materializzata nei mesi scorsi ed è stata coltivata a lungo dai vertici della società aeroportuale e dagli azionisti, l´autorità portuale (titolare del sessanta per cento del capitale) e la Camera di Commercio (venticinque). Nelle scorse settimane, una missione guidata dal presidente Paolo Odone e a cui ha preso parte anche il direttore generale Paolo Sirigu ha sottoposto al colosso irlandese un piano di sostegno commerciale senza precedenti nella storia del "Colombo": quattro milioni di euro messi sul tavolo dalla Regione Liguria, dall´aeroporto e dalla stessa Camera. Un tentativo fatto per bilanciare le avances di altri territori pronti a sostenere l´arrivo di nuovi voli con massicci investimenti. Il caso del Piemonte, che ha recentemente stanziato con la propria giunta nove milioni di euro, è forse quello più significativo. E quando la concorrenza si fa (anche) con i soldi, allora tutto diventa più difficile.
La Repubblica - Genova
CIAO
_goa
Nel 2010 nuovi voli low cost, ma nessun radicamento
MASSIMO MINELLA
L´ultimo atto si consumerà alla metà di novembre, con una missione a Dublino, ma le speranze di indurre Ryanair, il colosso europeo dei voli low cost, a scegliere l´aeroporto di Genova come propria base sono ormai quasi nulle. Un problema sostanzialmente legato alla città e alla sua cronica carenza di infrastrutture, più che all´aeroporto. Il vettore low cost, infatti, chiede al territorio una serie di garanzie imprescindibili: adeguato sostegno pubblicitario al volo, parcheggi di interscambio per mettere a disposizione linee veloci di treno e bus, collegamenti con la città a costi contenuti, così da non costringere il passeggero a servirsi solo del taxi (che costerebbe più del volo). Tutte cose che, oggi, Genova non è in grado di offrire. Così, le due "macchine" che Ryanair intendeva posizionare al "Colombo", tali da garantire sedici collegamenti (dieci internazionali per Francia, Gran Bretagna, Germania, Spagna, Scandinavia, sei domestici) non arriveranno. Ma il legame con Ryanair non verrà certo allentato. Anzi, proprio per dimostrare la fiducia del gruppo irlandese nel "Colombo", nel 2010 verrà lanciato un nuovo collegamento con una destinazione nordeuropea che si andrà ad aggiungere agli attuali voli per Londra, Cagliari e Bari. Un segnale importante, quello del vettore irlandese, che arriverà probabilmente in coincidenza con la "raccolta" delle offerte da parte dell´advisor che affiancherà l´authority intenzionata a cedere al miglior offerente la sua quota di capitale del "Colombo", pari al sessanta per cento. Il bando per la scelta dell´advisor arriverà la prossima settimana, come ha spiegato giovedì il presidente dell´authority Luigi Merlo, e sarà il primo passo di un percorso che dovrebbe concludersi nell´arco di un anno con la privatizzazione della società. Percorso, va detto, tutto ancora da costruire, a cominciare dalla valutazione dell´asset aeroportuale, che potrebbe comunque richiamare più di un soggetto.
L´opportunità di trasformare Genova in una delle basi low cost di Ryanair si era materializzata nei mesi scorsi ed è stata coltivata a lungo dai vertici della società aeroportuale e dagli azionisti, l´autorità portuale (titolare del sessanta per cento del capitale) e la Camera di Commercio (venticinque). Nelle scorse settimane, una missione guidata dal presidente Paolo Odone e a cui ha preso parte anche il direttore generale Paolo Sirigu ha sottoposto al colosso irlandese un piano di sostegno commerciale senza precedenti nella storia del "Colombo": quattro milioni di euro messi sul tavolo dalla Regione Liguria, dall´aeroporto e dalla stessa Camera. Un tentativo fatto per bilanciare le avances di altri territori pronti a sostenere l´arrivo di nuovi voli con massicci investimenti. Il caso del Piemonte, che ha recentemente stanziato con la propria giunta nove milioni di euro, è forse quello più significativo. E quando la concorrenza si fa (anche) con i soldi, allora tutto diventa più difficile.
La Repubblica - Genova
CIAO
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