Ucraina, il traffico «evaporato» nei cieli su Flightradar24. Stop ai voli civili: «Rischio abbattimento»
di
Leonard Berberi 24 feb 2022
Nessun aereo sopra l’Ucraina il 24 febbraio (foto da Flightradar24)
Il conflitto Russia-Ucraina chiude alle aviolinee un’ampia porzione di cielo tra l’Europa e l’Oriente alle 2.50 di notte di giovedì 24 febbraio. Non soltanto per il rischio che qualche missile finisca — intenzionalmente o per errore — contro un velivolo pieno di passeggeri. Ma anche perché non si può escludere che le torri di controllo del Paese vadano fuori uso per un attacco informatico o possano addirittura essere gestite da remoto dagli hacker al soldo di Mosca. Con due Notam — gli avvisi emessi della autorità dell’aviazione e inviati a tutti gli interessati — lo spazio aereo ucraino non è più disponibile per i voli civili, non soltanto in arrivo e in partenza, ma anche in sorvolo.
La decisione
Alle 3.08 è la stessa Eurocontrol, l’agenzia Ue che vigila sui cieli dell’Europa (e anche sull’Ucraina), ad avvisare tutti di non entrare nell’area «a causa degli elevati rischi per la sicurezza». «Ora è una zona di conflitto in corso», avverte nei documenti. Per questo tutti i velivoli «devono evitare un’area di almeno 100 miglia nautiche (185 chilometri, ndr) entro i confini della Bielorussia e della Federazione Russa che circonda i confini dell’Ucraina». Oltre all’Ucraina è stato chiuso pure lo spazio aereo della vicina Moldavia. Mentre a Bruxelles cercano di capire se estendere la «no fly zone» anche a una parte della Romania e della Polonia.
Le comunicazioni
Non si può passare così nelle porzioni di cielo gestite dall’Ucraina attraverso i centri di controllo d’area di Kiev, Leopoli, Dnipropetrovsk, Simferopoli, Odessa ufficialmente per «restrizioni dovute ad attività militari» comunicano i Notam A1081/22 (valido almeno fino all’1.45 del 2 marzo) e A0567/22 (fino alle 23.59 del 24 febbraio, ora di Kiev). Non si può sorvolare, dalla sera del 23 febbraio, nemmeno l’area di Rostov, in Russia, lungo il confine con l’Ucraina. L’intero Paese, a dire il vero, si era colorato di rosso proprio la sera tardi dopo la chiusura a sorpresa — anche se solo di notte — dell’unica pista dell’aeroporto di Kharkiv, da giorni nel mirino dei russi secondo l’intelligence americana. Si vuole a tutti i costi evitare il ripetersi di un altro volo Malaysia Airlines 17, abbattuto proprio mentre sorvolava nell’area contesta tra Ucraina e Russia nel luglio 2014 (298 morti) o del volo Ukraine International Airlines 752 bombardato subito dopo il decollo da Teheran nel gennaio 2020 (176 morti).
I tre livelli di pericolo
«Lo spazio aereo ucraino e le sue infrastrutture critiche, compresi gli aeroporti, sono esposti ad attività militari che comportano rischi per la sicurezza degli aeromobili civili», avvertono Eurocontrol ed Easa, l’agenzia europea per la sicurezza aerea. «In particolare, esiste il rischio sia di mira intenzionale sia di identificazione errata degli aeromobili civili». Secondo gli esperti consultati dal Corriere ci sono almeno tre livelli di rischio. Il primo, e più rilevante: è appunto che i velivoli vengano presi di mira, anche in modo non intenzionale, dagli eserciti in conflitto. Il secondo, che nessuno esclude: il venir meno degli occhi e delle attrezzature radar della società che controlla lo spazio aereo ucraino per un attacco informatico. Il terzo, dato per meno probabile, ma da considerare: il rischio che il conflitto Russia-Ucraina possa dare luogo ad atti terroristici — come il dirottamento — a opera di simpatizzanti dell’una o dell’altra parte.
La mappa con le porzioni di cielo vietate alle linee aeree (da Eurocontrol)
I corridoi Europa-Asia
La chiusura dei cieli ucraini riduce ulteriormente i corridoi delle compagnie aeree che volano tra l’Europa e l’Asia. Questo perché nei mesi passati i vettori che operano collegamenti civili hanno cercato di evitare lo spazio aereo bielorusso dopo il finto allarme bomba che ha portato al
dirottamento a Minsk di un volo Ryanair Atene-Vilnius per arrestare un attivista e la sua fidanza. Lo stop ai sorvoli sull’Ucraina impone di indirizzarsi ulteriormente a Sud, verso la Turchia, oppure più a Nord, verso i Paesi Baltici e la Finlandia. Negli ultimi giorni diverse compagnie occidentali hanno deciso di sospendere i collegamenti con l’Ucraina dati i venti di guerra. La compagnia locale, Ukraine International Airlines, ha annunciato la sospensione di tutti i voli. Mentre il volo greco Aegean 880 da Atene a Mosca è tornato indietro per ragioni di sicurezza. Le due low cost Ryanair e Wizz Air hanno comunicato la sospensione dei voli per l’Ucraina «almeno per le prossime due settimane».
I rischi con la Russia
Ma, avvertono gli esperti, nel caso di una rottura diplomatica tra Occidente e Russia Putin potrebbe ordinare di non far passare alcun aereo — nemmeno cargo — sopra il suo Paese. Una mossa che avrebbe gravi ripercussioni sui flussi ad alta quota e che obbligherebbe le compagnie ad allungare ulteriormente le tratte con consumo maggior di kerosene. Aiuta, in questo periodo, il fatto che i voli commerciali tra l’Europa e l’Oriente siano ancora ridotti per il Covid e le restrizioni anti-pandemia. I dati di Eurocontrol mostrano un sensibile calo dei movimenti aerei sull’Ucraina scesi di oltre il 37% nell’area di Kiev e di quasi il 19% in quella di Leopoli negli ultimi sette giorni. Prima dell’inizio del conflitto. Piccola curiosità: il sito che monitora i movimenti aerei in tempo reale, Flightradar24, è stato per buona parte della giornata quasi impossibile da visualizzare. Chi è riuscito ad accedervi si è visto messo in attesa anche per 25-30 minuti dato il picco di traffico.
lberberi@corriere.it
Due Notam nella notte chiudono i cieli dell’Ucraina a tutti i voli passeggeri poco prima dell’avvio delle operazioni militari russe. I corridoi con l’Asia diventano sempre più stretti
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