Oltre alla speriamo momentanea chiusura del sorvolo della Russia, per Hong Kong la situazione sta evolvendo strutturalmente in maniera molto negativa, la Cina sta cercando di imporre la sua dittatura anche li, e questo ha causato le ripetute proteste e ribellioni degli abitanti, finora abituati a ibertà di stile occidendale. Questa restrizione di libertà sta impattando anche sul settore degli affari e del commercio rendendo Hong Kong sempre meno appetibile per le varie società e multinazionali, tutto questo sta causando anche un riduzione del traffico aereo specie quello per affari.
Non so se tu abbia dati affidabili a supporto di questa affermazione, ma mi sentirei di dire che, casomai, l’impatto sul “settore degli affari e del commercio” dipenda più dal clima di incertezza che dalle restrizioni della libertà. Anche perché di libertà ne esiste più d’una.
Le libertà civili e politiche non sono mai esistite nella Cina continentale, eppure questo non ha impedito a Shanghai, per esempio, di diventare una delle capitali economiche del mondo. Questo perché, a differenza delle libertà civili e politiche, in Cina (Hong Kong compresa, naturalmente) la libertà economica e di impresa è garantita, con l’eccezione di quei settori che producono comunicazione e contenuti che potrebbero essere sensibili per il regime politico.
E – credimi – l’importanza del mercato cinese è e resta tale che una multinazionale o una qualsiasi società straniera fa presto a passare sopra il fatto che alla popolazione locale sia impedito di votare o di esprimere libere opinioni. Cinico, forse, ma realistico.
Scusate la puntualizzazione off topic.