Re: Ryanair annulla centinaia di voli per mancanza di piloti
Ken, famo a capirse, nessuno ha mai negato che FR abbia attualmente dei problemi con i propri piloti.
Ma il punto è un altro.
Viene fuori un'intervista (rigorosamente anonima) dal titolo e dalle prime tre righe di questo tenore cabarettistico:
Un pilota racconta l'inferno Ryanair...“L’acqua. Le altre compagnie te la offrono insieme al cibo. A noi niente. Io mi devo portare la bottiglietta da casa. E se la finisco in volo, sono costretto a comprarmela dal carrello degli assistenti di volo, a tre euro".
Si fa notare alla platea che non è certo questo il vero problema. Anche mia nonna ci arriverebbe.
Dopo una serie di insulti vari sui quali meglio sorvolare rimango basito nel leggere BALLE e FALSITÀ del tipo "l'acqua deve essere gratis perché lo dice la legge (easa)". Questa è una stronzata bella e buona. E nessuno si è mai scusato per averla scritta.
Ora, quello che mi fa strano è che sia l'intervistato, sia la claque, sia gli altri naviganti si focalizzino su un punto totalmente marginale, avendo pure torto, e ne facciano una questione di principio. Ma perché poi???
E basta poi con sta storia che esistono i piloti e poi, un gradino sotto, tutti gli altri mestieri. Manco alla magistratura hanno mai osato pronunciare bestialità del genere.
Sì, va bene, un po' di imbecilli marciano su questa storia degli inferni (mediatici, non certo professionali) e giù di lì, ma il problema rimane. Il mestiere di pilota non è superiore ad altri ma il mercato - per la prima volta dai primi anni Novanta - ha bisogno di più piloti (sarebbe forse più giusto dire "comandanti").
- Gli Stati Uniti non riescono a sfornare piloti di linea come un tempo perché una norma promulgata dopo l'incidente di Colgan a Buffalo nel 2008 vuole che i copiloti di voli di linea abbiano almeno 1500 ore di esperienza (500 se l'esperienza è militare) - risultato: le
regional americane, che un tempo pagavano i piloti mille lire al mese e ne sfornavano in quantità, oggi faticano a reclutare.
- A questo va aggiunta la circostanza demografica del pensionamento attualmente in corso di migliaia di piloti entrati in servizio negli anni Ottanta e Novanta, dopo la
deregulation del trasporto aereo in USA. Risultato: in USA servono piloti e, per la prima volta dal 2001, le linee aeree si trovano a migliorare le condizioni economiche e contrattuali dei piloti.
- In Cina hanno bisogno di migliaia di comandanti
expat all'anno.
- In Medio Oriente, nonostante la crisi recente, continuano a crescere e ad assumere.
Risultato: l'equilibrio che Ryanair aveva trovato - assumi cadetti a volontà,
pay-to-fly, li traduci al comando nel più breve tempo possibile e speri che restino qualche anno per perpetuare il ciclo - è venuto meno. Cosa dovrà fare Ryanair? Scordati i sindacati, gli imbecilli e tutto il resto - è il mercato a dire che Ryanair deve pagare di più e dare benefit migliori ai piloti (soprattutto ai comandanti), almeno fino alla prossima crisi del settore. Funziona così in tutti i settori dell'economia: Facebook, Apple, Google pagano i loro ingegneri un sacco di soldi perché è il mercato a imporlo, non perché dei sindacati (quali?) si siano messi in mezzo con lagne varie sui giornali. Qua nella Silicon Valley i
developer sono assai più ossessionati dagli
snack di quanto non lo siano i piloti Ryanair dall'acqua: le aziende si devono adattare. E se i piloti chiedono la semplicità di avere a disposizione acqua e
snack a bordo, trasferte di lavoro con alloggi retribuiti, ferie e malattie pagate, forse all'azienda converrebbe fare qualche concessione.