Sarebbe il caso di capire che i vecchi tempi, in cui la formazione del pilota era un regalo da parte dell' azienda, rappresentavano un' eccezione e che pagare per lavorare è la norma.
Scusa ma non sono d'accordo.
Pagare per lavorare oggi non é la norma. Almeno non in certi settori.
Io vivo in uno dei settori da te citati e ti posso dire che se uno vale (e con questo intendo che lotta ed emerge con tutte le sue forze applicandosi al massimo), c'é ancora molto spazio.
Quello che oggi mi stupisce dell'atteggiamento dei piloti (visto che quest'ultima é l'ennessima lettera di protesta di un'aquila) odierni é la loro totale mancanza di predisposizione a migrare verso nuove e forse ottime occasioni di lavoro.
Sento discorsi da casalinghi proprio da gente che dovrebbe invece avere come impronta uno stile di vita da giramondo, senza fissa dimora.
Comoda: voglio fare il pilota, voglio il contratto a tempo indeterminato, voglio il lavoro vicino a casa. E poi?
Il pilota, nel suo stile di vita é così da sempre: l'affascinante aviatore con la sua magnifica divisa, la sua flight bag e la sua valigia al seguito, sempre pronto a volare verso nuove mete.
Oggi, per il settore aereo, c'é una evidente domanda in alcune zone del globo (India, per esempio): chi ha voglia di non rimanere a terra sa benissimo dove inviare i c.v. .
Per chi non vuole spostarsi, mi dispiace, ma forse lo stile e la professione del pilota non é la sua vita.