L'aeroporto di Parma rischia la chiusura


freeair

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Re: l'aeroporto di Parma rischia la chiusura

Aeroporto di Parma salvo.
La cinese IZP technologies ha acquisito il pacchetto di maggioranza dalla Meinel Bank con un accordo che prevede lo sviluppo dell'infrastruttura e la creazione di un grande polo logistico, grazie ad un piano di investimenti di oltre 250 milioni di dollari.
Nei prossimi giorni si conosceranno ulteriori particolari.
Probabilmente il 24.10 l'Assemblea dei soci ratificherà l'accordo.
Grande polo logistico?
Quindi treni camion e zero aerei?
O intermodale?
 

parmafly

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3 Settembre 2010
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Re: l'aeroporto di Parma rischia la chiusura

Grande polo logistico?
Quindi treni camion e zero aerei?
O intermodale?
Il comunicato della Sogeap che ho riassunto è molto stringato, ma se parla di sviluppo dell'infrastruttura aeroportuale non penso proprio che sia un polo ad aerei zero:)
 

freeair

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7 Novembre 2005
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Re: l'aeroporto di Parma rischia la chiusura

Lo immagino, sarebbe però davvero interessante sapere il piano e capire il polo logistico come sarà.
 

OCEANO

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3 Aprile 2009
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Re: l'aeroporto di Parma rischia la chiusura

Certamente si che sono sicuro avendolo usato innumerevoli volte, erano due voli al giorno sia per Malpensa che per Fiumicino, almeno in certi periodi dell'anno. Era Minerva/alitalia, senza ombra di dubbio
 

DusCgn

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Re: l'aeroporto di Parma rischia la chiusura

mi sembrano non pochi soldi quelli investiti dai cinesi.
 

Shogun

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18 Novembre 2010
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Re: l'aeroporto di Parma rischia la chiusura

Comunque per ora si tratta solo di una lettera di intenti.
 

maccari1

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30 Novembre 2007
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Re: l'aeroporto di Parma rischia la chiusura

Sul sito della izp technologies, si trova un comunicato nel quale la stessa dichiara di aver acquistato l aeroporto di parma già a giugno di quest'anno.
http://www.izptec.com/en/index.php?m=content&c=index&a=lists&catid=9&id=122

Lo scopo dell acquisto dell aeroporto è a fini logistici per il loro sito di acquisti online http://www.haixuan.com una specie di ebay cinese.
sull homepage dello stesso sito c'è già una foto dell aeroporto di parma con un disegno che simboleggia voli diretti cargo per l'importazione di prodotti italiani. Con una pista di 2100mt al massimo estensibili di altri 150mt la vedo un pò dura farci atterrare 747 o analoghi aerei cargo. Personalmente da utilizzatore frequente, spero l'aeroporto si salvi. Mi auguro che dietro alla dichiarazione di volontà di acquisto ci dia qualcosa di concreto ma ciò che ho trovato stasera navigando sul web mi lascia molte perplessità.
 

DusCgn

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Re: l'aeroporto di Parma rischia la chiusura

a proposito di PMF.

La ferrovia MI-BO lambisce giusto il sedime aeroportuale.
La linea ferrata in particolare dista 700metri dall'aerostazione........non si è mai pensato di fare, non dico una stazione ma una semplice fermata (giusto due pensiline con scritto "Parma Aeroporto")? Con un sottopasso pedonale che bypassa ferrovia e tangenziale si è praticamente in aeroporto.
 

pello

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BGY
Re: l'aeroporto di Parma rischia la chiusura

a proposito di PMF.

La ferrovia MI-BO lambisce giusto il sedime aeroportuale.
La linea ferrata in particolare dista 700metri dall'aerostazione........non si è mai pensato di fare, non dico una stazione ma una semplice fermata (giusto due pensiline con scritto "Parma Aeroporto")? Con un sottopasso pedonale che bypassa ferrovia e tangenziale si è praticamente in aeroporto.
maaaa si facciamo fermate ovunque :) altro che 300 km/h poi :p
 

DusCgn

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Re: l'aeroporto di Parma rischia la chiusura

Un gigante della logistica e dell'e-commerce per l'aeroporto
Chi sono e quali progetti ha il gruppo Izp interessato al Verdi. Legambiente: attenti che non sia un saccheggio del territorio



16 ottobre 2014

Un gigante della logistica e dell'e-commerce per l'aeroporto
All'aeroporto Giuseppe Verdi di Parma è atteso l'atteraggio dei cinesi. Le parole contenute nella nota diffusa da Sogeap mercoledì sono state chiare anche se il presidente Guido Dalla Rosa Prati ha poi frenato.

Adesso quale scenario si apre? Prima di tentare una risposta è meglio provarea capire chi è Izp Technlogies, la società con base a Beijing, pronta a rilevare le quote dello scalo parmigiano, oggi nella mani degli austriaci di Meinl Bank.

Izp Technology nasce a Pechino nel 2008, fondata da Luo Feng, attuale numero uno della compagnia, e dal vice presidente Huang Suzhi. La società è un colosso del big data, specializzata in servizi di service provider, e-commerce, on-line shopping, internet advertising. Una delle più importanti realtà della Cina secondo i giornali di settore, e attiva a livello globale non solo in Asia, ma anche America (nord e sud) e in Europa, dove ci sono due uffici operativi in Svezia e Inghilterra.

Conta circa 900 dipendenti e nel 2012 ha registrato entrate per oltre 200 milioni di dollari. I suoi servizi (dall'e-commerce al digital advertising, al web-marketing) raggiungono 500 milioni di utenti, sono realizzati in 12 lingue e toccano 96 paesi del globo.

Nel 2013 ha lanciato la piattaforma per lo shopping on-line if2c. com. che conta 10 milioni di utenti. Il network consente di vendere alla compagnie occidentali i loro prodotti direttamente dalla fabbrica al mercato cinese, evitando mediatori.

Izp opera anche nel settore della logistica, potendo contare su 50mila metri quadrati di magazzini, distribuiti a Beijing, Guangzhou, Shanghai, Chongqing e nella provincia di Zhejiang. Da qui la merce può raggiungere qualsiasi punto della Cina in 24 ore.

IL FUTURO DEL VERDI - A questo punto, visto il profilo della compagnia e le parole contenute nella nota diramata mercoledì sera dai vertici di Sogeap, è chiaro che lo scalo parmigiano e l'area circostante potranno diventare principalmente un polo integrato della logistica. Una sorta di porta d'ingresso e di uscita privilegiata per le industrie del territorio - a cominciare dal settore alimentare - verso i mercati esteri e orientali in particolare. I servizi offerti dalla multinazionale sul fronte delle tariffe appaiono decisamente allettanti.

Uno dei punti di sviluppo dell'infrastruttura sottolinea come attorno sono state individuate aree di sviluppo di quasi 20mila metri quadri di potenziale nuova edificazione da destinare ad attività complementari allo scalo.

Un numero che può fare decisamente gola, per realizzare magazzini e implementare i servizi aeroportuali, con hangar, eliporto, noleggio auto e perché non immaginare, in linea con quanto avvenuto in altre aerostazioni, anche hotel. Tutte ipotesi, in attesa che venga rivelato il copioso piano di investimenti, un piatto da 250milioni di dollari.

Dalla parte del gestore (presente e futuro) c'è la posizione baricentrica tra Bologna e Milano (una delle zone più ricche del Paese) e l'aver ottenuto solo pochi mesi fa dal Governo la concessione ventennale e una nuova torre di controllo.

ARRIVA LA CONCESSIONE VENTENNALE

Tutto bene quindi? Solo un dubbio, quanto mai attuale in questi giorni di alluvione: non si corre il rischio di una nuova colata di cemento? Sarà questo il prezzo da pagare per evitare la fine dell'aeroporto di Parma?

Chi già nutre dubbi è Legambiente che scrive: "La salvezza dell'aeroporto non può tramutarsi in un sacco del territorio". "La prospettiva del Fondo cinese disposto ad acquisire la Sogeap che prevede (o pretende ?) un grande polo logistico rischia di essere solo l'ennesima cementificazione, che giunge proprio a ridosso della più grave alluvione subita da Parma dove l'impermeabilizzazione del suolo non è stato un fattore secondario".

"Quindi occorre subito fare chiarezza. Lo sviluppo della logistica dovrà essere a consumo di suolo zero, in stretta sintonia con la presenza dell'interporto di Fontevivo, peraltro già molto invasiva sul nostro territorio, e che si integri inderogabilmente con l'interscambio ferroviario. Solo questa può essere la condizione per accogliere la proposta dei cinesi".

"Inoltre non si può pensare che l'aeroporto Verdi si trasformi o specializzi in uno snodo cargo merci, poiché l'impatto di inquinamento atmosferico e acustico sarebbe insostenibile per la città e in particolare per gli abitati di Baganzola e Fognano". "Se la proposta dei cinesi sarà rispettosa del territorio e delle funzioni già presenti, ben venga, se invece mirasse a cementificare nuove porzioni di territorio Legambiente promuoverà un fronte di opposizione a tale progetto".

"Forse la politica e i poteri economici accuseranno i 'soliti' ambientalisti di opporsi allo sviluppo, ma sarebbe bene discutere liberamente e interrogarsi se l'aeroporto va salvato a ogni costo, anche a quello di svilire la vocazione della food valley per tramutarla in magazzino di interscambio merci".

L'AFFARE ROTORJET - Prima di Izp, alla Sogeap, la società che gestisce lo scalo, era arrivata l'offerta del gruppo Rotorjet. Una proposta arrivata e immediatamente ritirata secondo le parole di Dalla Rosa Prati, presidente Sogeap. Nel merito, a precisare i contorni della vicenda, interviene l'aviatore Pino Valenti, che si era fatto promotore dell'iniziativa: "Avevo presentato il gruppo Rortojet, gente del mestiere, più che adatta a gestire l'aeroporto. La società di Milano aveva manifestato interesse, ponendo due condizioni, la cessione gratuita delle azioni di maggioranza - quelle in mano a Meinl Bank - e la richiesta che la Soegap scrivesse al Comune per poter avere l'autorizzazione realizzare un hangar. Ad entrambe è stato risposto no, e quindi si sono chiamati fuori. Comunque ben vengano i cinesi, salvare l'aeroporto è importantissimo, purché non avvenga a spese del pubblico". (racas-frana)

http://parma.repubblica.it/cronaca/...a_e_dell_e-commerce_per_l_aeroporto-98270330/
 

DusCgn

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Re: l'aeroporto di Parma rischia la chiusura

I cinesi hanno già comprato l’aeroporto. Chiesta licenza volo Parma-Pechino
Posted by Fabio Bonati on 16/10/2014 in Newsletter, Prima Pagina

Cosa sta succedendo davvero dietro l’aeroporto di Parma? Ieri a Roma è stato annunciato un accordo Italia-Cina per il passaggio delle quote di maggioranza della Sogeap alla cinese Izp. Subito dopo a Parma l’ad della società che gestisce lo scalo di Baganzola ha invitato alla prudenza e a trovare risorse qui per resistere un altro anno. Ma sul sito internet ufficiale della Izp un comunicato stampa affermava l’acquisto del Giuseppe Verdi già il 17 giugno scorso. Comunicato che in Italia non è mai arrivato.

“IZP ha acquistato in Italia l’Aeroporto di Parma. Ci stiamo applicando per ottenere una licenza per un volo diretto dall’Italia alla Cina, che ridurrà ulteriormente i costi di trasporto internazionale della merce”, afferma la società cinese, che sta sviluppando un progetto di e.commerce, a metà via fra E.bay e Facebook, il sito Haixuan.com.

Il comunicato della Izp ci è stato comunicato da un lettore attento, Mirco M.: “Personalmente da utilizzatore frequente, spero l’aeroporto si salvi. Mi auguro che dietro alla dichiarazione di volontà di acquisto ci dia qualcosa di concreto ma ciò che ho trovato stasera navigando sul web mi lascia molte perplessità – commenta il lettore – Con una pista di 2100mt al massimo estensibili di altri 150mt la vedo un pò dura farci atterrare 747 o analoghi aerei cargo”.

Perché il progetto della Izp è di utilizzare il Verdi non per trasportare persone, come si sta inutilmente tentando da decenni, bensì merci. Soprattutto merci italiane di lusso destinate a consumatori cinesi di alta fascia di reddito. Sulla home page del sito della Haixuan c’è cià una foto del Verdi, con accanto il tragitto del volo Parma-Pechino (la scritta in cinese dice genericamente Italia-Zhongguo, uno dei nomi della Cina). L’immagine è linkata con una pagina di offerte commerciali di prodotti di lusso italiani, che i cinesi potranno comprare on line e che saranno loro recapitati decollando da Parma.

Sul progetto, la società cinese lavora da oltre un anno. Un altro comunicato sul sito internet della Izp risalente a ottobre 2013 racconta infatti di un viaggio in Italia dell’amministratore delegato della Izp Luo Feng nell’autunno dell’anno scorso. Ha visto il Palio di Siena, ha incontrato numerose aziende artigianali della moda e dell’alimentare, per proporre i loro prodotti sul portale internet, ed è venuto a Parma: “Prima dell’arrivo a Siena, Luo Feng ha anche fatto visita al Parma International Airport e ha avuto un colloquio con Franco Rastelli, amministratore delagato dell’aeroporto, sul progetto di apertura su concessione di una linea aerea speciale verso la Cina, per supportare la logistica transfrontaliera del progetto F2C di IZP”. F2C sta per “Factory to Consumer”, dal produttore al consumatore. Il comunicato della Izp ha parole lusinghiere per Parma, fin esagerate: “un città famosa nel centro Italia, ha circa 400.000 imprese. Detiene 20 fiere internazionali ogni anno”. E’ la posizione strategica al centro di un vastissimo distretto produttivo ad interessare i cinesi.

Cosa manca al perfezionamento dell’operazione? Perché è stata tenuta tanto a lungo segreta? Perché la Sogeap parla di un altro anno di attesa? Il problema economico: l’attuale proprietario della Sogeap, l’austriaca MainlBank, non vuole cedere sul prezzo? O tecnico: il Verdi è davvero sufficiente per ospitare il progetto cinese? Oppure è politico: non c’è l’ok al volo Parma-Pechino, oppure non c’è disponibilità in Comune ad autorizzare lavori di ampliamento? E’ luogo comune pensare ai cinesi come un popolo molto riservato, che fa e non parla. Ma stavolta è a Parma che le bocche restano tutte cucite.
http://www.parmaquotidiano.info/201...aeroporto-chiesta-licenza-volo-parma-pechino/
 

TW 843

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Re: l'aeroporto di Parma rischia la chiusura

Un gigante della logistica e dell'e-commerce per l'aeroporto
Chi sono e quali progetti ha il gruppo Izp interessato al Verdi. Legambiente: attenti che non sia un saccheggio del territorio



16 ottobre 2014

Un gigante della logistica e dell'e-commerce per l'aeroporto
All'aeroporto Giuseppe Verdi di Parma è atteso l'atteraggio dei cinesi. Le parole contenute nella nota diffusa da Sogeap mercoledì sono state chiare anche se il presidente Guido Dalla Rosa Prati ha poi frenato.

Adesso quale scenario si apre? Prima di tentare una risposta è meglio provarea capire chi è Izp Technlogies, la società con base a Beijing, pronta a rilevare le quote dello scalo parmigiano, oggi nella mani degli austriaci di Meinl Bank.

Izp Technology nasce a Pechino nel 2008, fondata da Luo Feng, attuale numero uno della compagnia, e dal vice presidente Huang Suzhi. La società è un colosso del big data, specializzata in servizi di service provider, e-commerce, on-line shopping, internet advertising. Una delle più importanti realtà della Cina secondo i giornali di settore, e attiva a livello globale non solo in Asia, ma anche America (nord e sud) e in Europa, dove ci sono due uffici operativi in Svezia e Inghilterra.

Conta circa 900 dipendenti e nel 2012 ha registrato entrate per oltre 200 milioni di dollari. I suoi servizi (dall'e-commerce al digital advertising, al web-marketing) raggiungono 500 milioni di utenti, sono realizzati in 12 lingue e toccano 96 paesi del globo.

Nel 2013 ha lanciato la piattaforma per lo shopping on-line if2c. com. che conta 10 milioni di utenti. Il network consente di vendere alla compagnie occidentali i loro prodotti direttamente dalla fabbrica al mercato cinese, evitando mediatori.

Izp opera anche nel settore della logistica, potendo contare su 50mila metri quadrati di magazzini, distribuiti a Beijing, Guangzhou, Shanghai, Chongqing e nella provincia di Zhejiang. Da qui la merce può raggiungere qualsiasi punto della Cina in 24 ore.

IL FUTURO DEL VERDI - A questo punto, visto il profilo della compagnia e le parole contenute nella nota diramata mercoledì sera dai vertici di Sogeap, è chiaro che lo scalo parmigiano e l'area circostante potranno diventare principalmente un polo integrato della logistica. Una sorta di porta d'ingresso e di uscita privilegiata per le industrie del territorio - a cominciare dal settore alimentare - verso i mercati esteri e orientali in particolare. I servizi offerti dalla multinazionale sul fronte delle tariffe appaiono decisamente allettanti.

Uno dei punti di sviluppo dell'infrastruttura sottolinea come attorno sono state individuate aree di sviluppo di quasi 20mila metri quadri di potenziale nuova edificazione da destinare ad attività complementari allo scalo.

Un numero che può fare decisamente gola, per realizzare magazzini e implementare i servizi aeroportuali, con hangar, eliporto, noleggio auto e perché non immaginare, in linea con quanto avvenuto in altre aerostazioni, anche hotel. Tutte ipotesi, in attesa che venga rivelato il copioso piano di investimenti, un piatto da 250milioni di dollari.

Dalla parte del gestore (presente e futuro) c'è la posizione baricentrica tra Bologna e Milano (una delle zone più ricche del Paese) e l'aver ottenuto solo pochi mesi fa dal Governo la concessione ventennale e una nuova torre di controllo.

ARRIVA LA CONCESSIONE VENTENNALE

Tutto bene quindi? Solo un dubbio, quanto mai attuale in questi giorni di alluvione: non si corre il rischio di una nuova colata di cemento? Sarà questo il prezzo da pagare per evitare la fine dell'aeroporto di Parma?

Chi già nutre dubbi è Legambiente che scrive: "La salvezza dell'aeroporto non può tramutarsi in un sacco del territorio". "La prospettiva del Fondo cinese disposto ad acquisire la Sogeap che prevede (o pretende ?) un grande polo logistico rischia di essere solo l'ennesima cementificazione, che giunge proprio a ridosso della più grave alluvione subita da Parma dove l'impermeabilizzazione del suolo non è stato un fattore secondario".

"Quindi occorre subito fare chiarezza. Lo sviluppo della logistica dovrà essere a consumo di suolo zero, in stretta sintonia con la presenza dell'interporto di Fontevivo, peraltro già molto invasiva sul nostro territorio, e che si integri inderogabilmente con l'interscambio ferroviario. Solo questa può essere la condizione per accogliere la proposta dei cinesi".

"Inoltre non si può pensare che l'aeroporto Verdi si trasformi o specializzi in uno snodo cargo merci, poiché l'impatto di inquinamento atmosferico e acustico sarebbe insostenibile per la città e in particolare per gli abitati di Baganzola e Fognano". "Se la proposta dei cinesi sarà rispettosa del territorio e delle funzioni già presenti, ben venga, se invece mirasse a cementificare nuove porzioni di territorio Legambiente promuoverà un fronte di opposizione a tale progetto".

"Forse la politica e i poteri economici accuseranno i 'soliti' ambientalisti di opporsi allo sviluppo, ma sarebbe bene discutere liberamente e interrogarsi se l'aeroporto va salvato a ogni costo, anche a quello di svilire la vocazione della food valley per tramutarla in magazzino di interscambio merci".

L'AFFARE ROTORJET - Prima di Izp, alla Sogeap, la società che gestisce lo scalo, era arrivata l'offerta del gruppo Rotorjet. Una proposta arrivata e immediatamente ritirata secondo le parole di Dalla Rosa Prati, presidente Sogeap. Nel merito, a precisare i contorni della vicenda, interviene l'aviatore Pino Valenti, che si era fatto promotore dell'iniziativa: "Avevo presentato il gruppo Rortojet, gente del mestiere, più che adatta a gestire l'aeroporto. La società di Milano aveva manifestato interesse, ponendo due condizioni, la cessione gratuita delle azioni di maggioranza - quelle in mano a Meinl Bank - e la richiesta che la Soegap scrivesse al Comune per poter avere l'autorizzazione realizzare un hangar. Ad entrambe è stato risposto no, e quindi si sono chiamati fuori. Comunque ben vengano i cinesi, salvare l'aeroporto è importantissimo, purché non avvenga a spese del pubblico". (racas-frana)

http://parma.repubblica.it/cronaca/...a_e_dell_e-commerce_per_l_aeroporto-98270330/
Rotorjet???
No vabbé, è uno scherzo?