Re: l'aeroporto di Parma rischia la chiusura
Arereoporto Verdi verso la liquidazione, lunedì il Consiglio della verità
Posted by Pierluigi Zavaroni on 12/02/2015 in Newsletter, Politica Nessun Commento
Poche speranze per l’aereoporto di Parma, anzi, la sensazione di molti è quella si sia giunti al momento degli addii. Una sensazione legata alle parole pronunciate nel corso di una commissione consiliare appositamente convocata dal presidente di Sogeap Guido Dalla Rosa Prati, che ha esplicitamente ammesso il proprio pessimismo sul futuro dell’infrastruttura. Giornata decisiva sarà quella di lunedì 16 febbraio, quando l’assemblea dei soci dovrà decidere se ci sono le condizioni per una ricapitalizzazione o se l’unica via d’uscita è la messa in liquidazione, a questa volta i soldi sono davvero finiti, e la trattativa con i cinesi non ha dato gli esiti sperati. “Il lor progetto è fantascienza” dice Dalla Rosa Prati. Un riferimento alle richieste di estendere la pista e di creare infrastrutture tali da permettere allo scalo di Parma di diventare la porta di ingresso delle merci asiatiche in Italia. “Le risposte che sono state date nel nostro ultimo incontro sono state vaghe – prosegue – Difficilmente compreranno il pacchetto di maggioranza, e in questo scenario la liquidazione è lo scenario più probabile”. Il tutto nonostante chiudere sia, lo dice il Presidente, “un delitto”. Eppure, i debiti sono solo tre milioni di euro, nessuna voragine. Solo che i costi di gestione, pari a due milioni di euro, sono eccessivi, lontani dall’essere coperti dai 200mila passeggeri annui, e altre entrate non ci sono.
Uno scenario meno fosco, anche se di poco, quello disegnato dal direttore generale di Sogeap Franco Rastelli. “Speriamo in un finanziamento che ci
E per riaprire non sarà così semplice perché i soldi che si buttano via chiudendo sono tanti e bisogna capire se qualcuno li rimette. Le concessioni vengono perse e resta una striscia asfaltata. Finiremo come Forlì e Rimini”. In ballo ci sono anche 24 posti di lavoro diretti più alcuni appalti, più 100 persone legate a enti di Stato tra vigili del fuoco, polizia. I principali soci di Sogeap sono Comune di Parma, Meinl Airports International, Camera Commercio, Upi.
Rastelli parla delle difficoltà di intavolare e portare avanti la trattativa con la compagine cinese e spiega: “L’aeroporto ha due destinazioni: servire il territorio e allora è il territorio che se ne deve fare carico fino all’auto sostenibilità che si ottiene oggi con due milioni di passeggeri, oppure bisogna trovare investitori che hanno altri business che fanno funzionare anche lo scalo e poteva essere il caso dei cinesi e del loro progetto di import export; non ci sono altri schemi di funzionamento”. Particolare importante: il prezzo di vendita dell’aeroporto è deciso dal socio austriaco di maggioranza che ha quote per 10 milioni di euro.
“I cinesi – aggiunge Dalla Rosa Prati – ci sono in forma ‘light’ e sarebbe opportuno guadagnare altro tempo: servirebbe uno sforzo ulteriore da parte dei privati perché altri finanziatori potrebbero arrivare nei prossimi mesi. Parlo di sforzo da parte dei privati perché dai soci pubblici da tempo non ci sono disponibilità”.
Ad oggi dunque il dato di fatto è che “uno dei più importanti assi della città purtroppo se ne sta andando. Le risorse sono finite da tempo e quindi siamo obbligati a convocare l’assemblea per la messa in liquidazione”. Con “grande tristezza dobbiamo dire ai nostri concittadini che è un delitto e un grandissimo errore per il territorio inevitabile per mancanza di risorse”. La multinazionale cinese Izp? “Io ai miracoli ci credo all’1% e quindi non ci credo. Credo che questa cordata non sia pronta per un investimento, anche perchè è coordinata da un imprenditore libanese che già più volte in passato
consenta di sopravvivere qualche mese – dice – Altrimenti, con la liquidazione, in 30 giorni cessiamo le operazioni”. Anche per Rastelli però riaprire in seguito è utopia, troppo alte le spese da sostenere per una ripartenza. Resta la speranza di un generoso investitore disposto ad un salvataggio dell’ultimo minuto, ma le speranze sono poche.