Pilota a Dubai


aa/vv??

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Forse qualcuno non ha ben capito come stanno le cose... NON sono quelli di AZ che decidono di andare in emirates.... sono quelli di emirates che POTREBBERO assumere quelli di AZ... e non è così ovvio che lo facciano. Anzi.
 

i-givo

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Forse qualcuno non ha ben capito come stanno le cose... NON sono quelli di AZ che decidono di andare in emirates.... sono quelli di emirates che POTREBBERO assumere quelli di AZ... e non è così ovvio che lo facciano. Anzi.
eh eh ..:)) verissimo!
ognuno è liberissimo di fare ciò che vuole ma in effetti ho notato un certo scetticismo verso Dubai ed affini (intesi come fare le valigie per [tentare di ]andare a lavorare altrove in quanto qui non si lavora). Quasi un rifiuto...ma si rifiuta una proposta che c'è...
Qui di certo c'è forse solo l'auspicio che a Dubai (ed affini) ci siano posti di lavoro possibilmente disponibili vista la crescita di quelle zone.
Succede spesso in casi simili quando uno guarda alle alternative di lavoro e dice, beh.. vado là..so che hanno bisogno..mi conoscono...quasi cosa fatta.
Poi scopre che le cose non stanno proprio così e che la porta rimane inesorabilmente chiusa..
 

venexiano

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Sul ponte di Calatrava invece, una mia amica lo difende così:
"Pure di Borromini all'epoca si diceva che era un insulto alla classicità, e lui rispondeva: e prego ricordare, qualora vi paia che io mi discosti dai disegni di Michelangelo principe degli architetti, che chi segue gli altri, non gli va mai innanzi."

Ma è indubbio, per me, che quel ponte con Venezia c'entra una sega.
in più è scivoloso e non permette l'accesso ai diversamente abili.
Da veneziano vado controcorrente e sono d'accordo con la tua amica.

Non discuto sul fatto che città come Venezia vadano in qualche modo preservate; ma d'altra parte trovo anche giusto che ogni epoca lasci un suo segno, naturalmente con criterio. Nello specifico, il ponte di Calatrava trovo che si inserisca molto bene in quell'angolo di città, non certo tra i più belli e suggestivi, soprattutto considerando che proprio di fronte c'è un "magnifico" garage multipiano: quello c'entra forse qualcosa con Venezia?

Sono d'accordo quando si dice che il ponte forse è scivoloso, che i corrimano d'ottone d'estate scottano, che la soluzione dell'ovovia per i disabili è una porcheria, e che i tempi e i costi di realizzazione si sono dilatati a dismisura. Ma sono questioni che andrebbero tenute ben distinte da quella puramente architettonica, altrimenti qualunque pretesto diventa buono per fermare la costruzione di nuove opere, magari anche valide, in nome della preservazione di una città immobile. Se penso che negli anni '50 si rinunciò a far costruire un palazzo a Frank Lloyd Wright (e un ospedale a Le Corbusier, ma quello in effetti non era bellissimo)...

Chiudo qui e chiedo scusa per aver proseguito l'OT :D

Federico
 

vipero

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Da veneziano vado controcorrente e sono d'accordo con la tua amica.

Non discuto sul fatto che città come Venezia vadano in qualche modo preservate; ma d'altra parte trovo anche giusto che ogni epoca lasci un suo segno, naturalmente con criterio. Nello specifico, il ponte di Calatrava trovo che si inserisca molto bene in quell'angolo di città, non certo tra i più belli e suggestivi, soprattutto considerando che proprio di fronte c'è un "magnifico" garage multipiano: quello c'entra forse qualcosa con Venezia?

Sono d'accordo quando si dice che il ponte forse è scivoloso, che i corrimano d'ottone d'estate scottano, che la soluzione dell'ovovia per i disabili è una porcheria, e che i tempi e i costi di realizzazione si sono dilatati a dismisura. Ma sono questioni che andrebbero tenute ben distinte da quella puramente architettonica, altrimenti qualunque pretesto diventa buono per fermare la costruzione di nuove opere, magari anche valide, in nome della preservazione di una città immobile. Se penso che negli anni '50 si rinunciò a far costruire un palazzo a Frank Lloyd Wright (e un ospedale a Le Corbusier, ma quello in effetti non era bellissimo)...

Chiudo qui e chiedo scusa per aver proseguito l'OT :D

Federico
un mio amico, in risposta alla mia amica che sostiene quanto dici tu, e quindi rispondendo anche a te asserisce:
"D’accordissimo sul fatto che buttiamo sempre tutto in politica, d’accordissimo che siamo provinciali, super d’accordo sul fatto che quello sullo stretto sarebbe la cazzata più lunga che costruiremmo sul mare. E’ indubbio però che su quel ponte si scivola. Ritengo che quando l’architettura concilia la bellezza con le abitudini e le necessità allora è anche intelligente. Altrimenti è bella ma anche inutile e quindi stupida. E quello che è stupido perchè inutile non so fino a che punto possa essere considerato bello. :eek:)

Io distinguo le opere d’arte fini a se stesse (quadri o sculture) dalle opere architettoniche che oltre ad avere un requisito estetico debbano averne anche uno funzionale come ad esempio un ponte. Se un ponte è bellissimo ma non funziona vuol dire che quel ponte è una gran cagata. Se anche sugli altri ponti di Venezia si cade - non perchè distrattamente e colpevolmente sei scivolato sulla merda dei cani - vorrà dire che anche gli altri ponti di Venezia sono cagate.
Penso che se in un palazzo l’architetto si divertisse a disegnare una scala con l’altezza degli scalini a cazzo di cane sarebbe necessario fargli gonfiare il palloncino."

certo che è un bel pò OT, ma siamo quasi a Natale, no? ;)
 

nicolap

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altrimenti qualunque pretesto diventa buono per fermare la costruzione di nuove opere, magari anche valide, in nome della preservazione di una città immobile.
Il fascino di New York deriva dal non essere mai stata immobile. Il fascino di Venezia deriva invece dai suoi circa 1300 anni di immobilismo.

Non è detto che sia necessario per forza fare qualcosa.
 

nicolap

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Piccolo OT, tanto per ribadire la qualità della formazione nostrana.

L'università di Messina nella bufera
Nuove intercettazioni, sospeso il rettore
La moglie del Magnifico: «Bisogna fare tutto il possibile perché Umberto vinca il concorso perché merita di tornare a far parte della nostra famiglia»

MESSINA - Tanto tuonò che piovve. Dopo il crollo del soffitto, due giorni fa nella segreteria della facoltà di Lettere, dal quale piovono topi, anzi toponi, l'università di Messina ritorna nell'occhio del ciclone per la sospensione del rettore Francesco Tomasello decisa dal gip del Tribunale di Messina, Mariangela Nastasi. La sospensione è di due mesi su richiesta del sostituto procuratore Angelo Cavallo. L'ipotesi di reato è di concorso in abuso d'ufficio.

LA MOTIVAZIONE - Ecco il ritratto che fa del rettore Tomasello nelle sue motivazioni il giudice «Mariangela Nastasi: «Il Tomasello utilizza la sua autorevole posizione di Rettore presso la Università degli Studi di Messina per intervenire, abusando dei propri poteri nella assegnazione di incarichi e posti di lavoro. La sua gestione della cosa pubblica, lungi dall’essere improntata a regole di trasparenza ed imparzialità, è invece molto più "pragmaticamente" mossa dalle esigenze di favorire chi può evidentemente ricambiare. La logica dello scambio reciproco, che inquina la sua azione amministrativa ed esprime una disivoltura non comune, porta a ritenere concreto il pericolo di reiterazione del reato». E poi rincara parlando della «spregiudicatezza della sua azione certamente incurante delle più elementari regole di correttezza nello svolgimento della pubblica funzione, e anzi disinvolta nell’abuso, appare certamente esplicabile e riproponibile in ogni momento perché l’occasione è data proprio dall’esercizio del tipo di ufficio ricoperto... influenzando senza scrupoli le scelte di tutti quei settori amministrativi che comunque fanno capo a lui, in seno all’Università degli Studi, con grave danno per la collettività».

INTERCETTAZIONI - «Bisogna fare tutto il possibile perché Umberto vinca il concorso perché merita di tornare a far parte della nostra famiglia» scrive Tempo Stretto. Umberto è Umberto Bonanno, ex presidente del consiglio comunale di Messina in quota Forza Italia. A parlare era Melitta Grasso, la moglie del Rettore Franco Tomasello, in una telefonata intercettata dalla squadra mobile, nell’ambito delle indagini dell’operazione «Oro Grigio», sulla speculazione edilizia al Torrente Trapani, in cui è coinvolto lo stesso Bonanno, arrestato e poi scarcerato. Questo nuovo filone d'indagine sui concorsi truccati nell'«ateneo degli scandali» riguarda un concorso, per dirigente medico dell'unità operativa complessa di medicina del lavoro del Policlinico, espletato nel dicembre 2006. A vincerlo la figlia di un dirigente di sezione della stessa unità, ma tra i partecipanti alla selezione pubblica, c'era anche l'ex presidente del consiglio comunale di Forza Italia, Umberto Bonanno. Quel posto sarebbe poi stato appannaggio di Bonanno proprio su pressioni del Rettore. E, alla fine, la vincitrice avrebbe rinunciato a quel posto. A descrivere il quadro ci sarebbero delle intercettazioni, finite ora nelle 130 pagine circa di ordinanza del gip Mariangela Nastasi, su richiesta del pm Angelo Cavallo.

LA DIFESA - «È una misura infondata e comunque inadeguata e sproporzionata». Rispondono gli avvocati Carmelo Scillia e Nino Favazzo, difensori del rettore dell'Università di Messina. I legali annunciano «il ricorso immediato al tribunale del riesame, contro il provvedimento di sospensione». E aggiungono: «Sorprende l'applicazione di una misura, a distanza di circa tre anni dai fatti contestati, da quanto si apprende da tempo ben noti agli inquirenti e quindi di nessuna attualità. La misura, sempre secondo i legali, appare di «inusitato rigore, vista la assoluta evanescenza del quadro indiziario ne trova precedenti analoghi».

IL PRECEDENTE - Tomasello era stato sospeso una prima volta dalle funzioni nel luglio 2007, per un concorso «pilotato» alla facoltà di Veterinaria. Il processo per lui ed altri 22 docenti inizierà a marzo prossimo. Nonostante questo scandalo, con altre intercettazioni in cui sono coinvolti almeno due magistrati messinesi che avrebbero fatto pressioni e ottenuto favori per far vincere ai loro figli due concorsi come ricercatore, Tomasello non si era dimesso. «Continua, caro Rettore, a donare tutto Te stesso alla nostra Università, affinché questa possa seguitare a crescere e ad operare nel migliore dei modi, pur in una congiuntura oggettivamente, complessivamente non benigna, che nondimeno non ci priva della speranza in un futuro migliore». Così scrivevano i prorettori pochi giorni fa. Ora le funzioni di responsabile dell'ateneo sono state affidate all'attuale prorettore Giovanni Calabrò. Intanto, sul sito dell'università è sparita la rassegna stampa che puntualmente ogni giorno veniva messa on line.

LE DIMISSIONI - Il partito dei comunisti italiani, la Cgil e il professor Antonio Saitta, ordinario di diritto Costituzionale all'università di Messina, hanno chiesto le dimissioni del rettore: «Ora più che mai - afferma Saitta - le dimissioni sono atto doveroso di rispetto verso tutti gli studenti ed anche verso noi professori. È evidente che la sua posizione scredita l'intero Ateneo». Il Pdci di Messina chiede al ministro dell'Istruzione Gelmini la rimozione di Tomasello, «poiché - scrive il segretario provinciale Giuseppe Bertuccelli - a quanto pare non ha alcuna intenzione di dimettersi, anzi ha assunto un atteggiamento di resistenza ad oltranza, che nuoce all'ateneo, il quale rischia di essere sottoposto per mesi ad un tiro al bersaglio non solo mass-mediatico». Qualche giorno fa il rettore Tomasello aveva inviato al ministro Gelmini una lettera con la quale chiedeva un’ispezione ministeriale per il periodo 1998-2008: «L’esame degli atti di governo relativi ad un periodo così ampio appare necessario, nonostante io abbia assunto l’ufficio di Rettore nell’anno 2004. Infatti, le emergenze amministrative e le criticità delle procedure e dei comportamenti istituzionali che ho trovato al momento del mio insediamento hanno le loro precise radici nel periodo precedente».
 

venexiano

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OT per OT, tanto vale continuare la discussione :D :

Il fascino di New York deriva dal non essere mai stata immobile. Il fascino di Venezia deriva invece dai suoi circa 1300 anni di immobilismo.

Non è detto che sia necessario per forza fare qualcosa.
Se a Venezia possiamo vedere tanti stili diversi, dal gotico al barocco al neoclassico, è perché si è continuato a costruire palazzi fino alla seconda metà del '700, pochi anni prima della caduta della Repubblica e dell'inizio della sua decadenza; nei due secoli successivi per fortuna è stato fatto qualche altro ponte, ma poi ci si è fermati.

L'immobilismo io lo vedo in tempi molto più recenti, e credo sia andato di pari passo con la turistificazione di massa della città: a chi Venezia viene a solo a visitarla interessano senz'altro poco le opere moderne. Ma in una città dove si deve anche vivere, qualunque città, fa piacere ogni tanto vedere qualcosa di nuovo e soprattutto utile*: io me ne sono andato per esasperazione, seppur a malincuore (proprio per il suo fascino, ma ahimè, non si vive solo di quello).

Direi che ciò rientra nella nostra tendenza a bearci del nostro glorioso passato: cosa giustissima dato il nostro patrimonio artistico e culturale dire ineguagliabile, ma nel frattempo il resto del mondo va avanti. Questo però è un argomento che meriterebbe un thread tutto suo, quindi è meglio tornare all'OT principale :)D) cioè al ponte.

Scivoloso o no (non mi è ancora successo, ma in effetti devo ancora attraversarlo con la pioggia), resto dell'opinione che si inserisca bene in quell'angolo di città, e mi spingo oltre dicendo che è pure utile. Per convincersene, basta provare ad andare da piazzale Roma alla stazione seguendo il percorso tradizionale (fondamenta S. Simeon Piccolo e Ponte degli Scalzi) e poi confrontare con il solo attraversamento del Ponte della Costituzione. Vince anche per semplice vantaggio numerico: 1 ponte contro 3. Probabilmente sarò uno dei pochi a pensarla così, ma d'altronde sono sempre stato un veneziano anticonformista :D

Federico
 

Paxromana

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28 Novembre 2005
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Rome, Milan born.
Parli della "pompa di benzina texana" sul lungotevere??
Certo che la vita è proprio buffa.

Colaninno e co. hanno scelto proprio l'auditorium dell'Ara Pacis come cornice strafica per la conferenza stampa inaugurale.
Per chi non lo sapesse, la teca di Richard Meyer, ovvero la "pompa di benzina texana", contiene nei sotterranei anche un bellissimo auditorium....
 

icemanfg

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27 Giugno 2008
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FCO
Certo che la vita è proprio buffa.

Colaninno e co. hanno scelto proprio l'auditorium dell'Ara Pacis come cornice strafica per la conferenza stampa inaugurale.
Per chi non lo sapesse, la teca di Richard Meyer, ovvero la "pompa di benzina texana", contiene nei sotterranei anche un bellissimo auditorium....
Più che teca o "pompa di benzina texana", a Roma qualcuno la definisce "sarcofago che protegge la popolazione inerme dalle pericolosissime radiazioni della Bellezza Artistica", alludendo all'impossibilità di ammirare dall'esterno l'Ara Pacis:D:D:D
 
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