Malgrado non frequenti spesso il forum e non abbia grandi titoli per sparare sentenze

D) mi sembra che non si debba mai perdere la razionalità nel commentare un incidente aereo e tantopiù statistiche sulla sicurezza del volo.
Io credo, come del resto altri hanno già detto, che si debba mettere in relazione il numero degli incidenti (o dei morti) col numero dei voli effettuati (o passeggeri trasportati). I numeri "assoluti" in realtà dicono poco o nulla.
Sarei del parere che si debba anche considerare l'aerea geografica e/o il contesto nel quale si verificano gli incidenti. Se, ad esempio, si verificasse una serie di incidenti temporalmente abbastanza ravvicinati all'aeroporto di Lukla con DHC-6 della Yeti piuttosto che in aeroporti del centrafrica o centro-sudamerica o situazioni operative analoghe mi impressionerebbe certo meno di una serie incidenti di "major" europee o nordamericane (tanto per fare un esempio). Pur con tutti i distinguo ed avendo lo stesso rispetto per le vittime, potrei pensare che nel secondo caso effettivamente ci sarebbe da rivedere qualcosa.
L'unico incidente che negli ultimi anni mi ha realmente impressionato (non per il numero, comunque elevato, di vittime) è quello del 332 AF. Pensando a quell'aereo dell'ultima generazione in piena crociera perso senza un apparente valido motivo potrebbe venirmi paura di volare, dato che potrei pensare a condizioni di progetto e/o di impiego - date per assodate da anni - non ancora completamente valutate.