Scioglimento contratto leasing A340 di Stato


Farfallina

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La coglionaggine versione 2.0
È vietato usare l'aereo col wifi ma gli altri invecesi usano a rotta di collo. Perché non essendo stati comprati da Renzi significa che sono magicamente aggratis per il contribuente italiano.
Il problema è che non possiamo nemmeno invocare la demenza senile come si faceva con alcuni precedenti diversamente statisti che a confronto di questi fanno un figurone.
 

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La coglionaggine versione 2.0.
No è molto di più purtroppo. È un pericoloso gioco dei “buoni” contro i “cattivi”, degli “onesti” contro i “disonesti”, dei “ tu sei dalla mia parte” contro “tu non la pensi come me quindi ti schiaccio”
 
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Tutti i (costosi) voli blu del governo del cambiamento

www.nextquotidiano.it


Vi ricordate l’Air Force Renzi? Mentre nonostante la scenetta in favore di telecamera l’aereo è ancora a carico dell’Italia (e di Alitalia), il governo del cambiamento non cambia molto nella gestione dei cosiddetti voli blu e, racconta oggi Carlo Tecce sul Fatto, pure il governo gialloverde di Cinque Stelle e Lega –che propugna una politica francescana, essenziale, mezzi pubblici e felpe sdrucite –perpetua la solita gestione. Più che il cambiamento, si manifesta la perfetta continuità: ogni dicembre – e il governo di Conte non ha ribaltato la tradizione – Palazzo Chigi pianifica le spese per il ristoro a bordo e stanzia sempre all’incirca 120mila euro.

Dal 1° luglio al 29 ottobre 2018, per esempio, il servizio voli di Stato riferisce che il 31esimo Stormo dell’Aeronautica militare ha svolto 25 missioni. E l’elenco propone i viaggi ampiamente raccontati dai media dei ministri, di Giovanni Tria o di Elisabetta Trenta o di Matteo Salvini. Con una richiesta d’accesso agli atti, però, il Fatto ha scoperto che il 31esimo Stormo ha completato 105 missioni nel periodo citato.

E la discrepanza non si giustifica con le visite istituzionali delle più alte cariche dello Stato. Anche la dotazione per il catering da 120mila euro è superflua: l’esborso è più consistente, ma diluito nel tempo. Sempre dal 1° luglio al 29 ottobre 2018, come già documentato dal Fatto, le carte di credito di Chigi hanno acquistato 26.540 euro di catering in Italia, 14.851 all’estero, 3.720 per corredo al catering, cioè porcellane dell ’azienda Manifattura di Venezia.

Per questo è impossibile ricostruire il costo annuo dei voli di Stato:

Palazzo Chigi li autorizza con l’ufficio del tenente colonnello Filideo De Benedictis e copre le spese impreviste (catering a parte); il 31esimo Stormo li controlla e si occupa di manutenzione, carburante, equipaggio. Nei prospetti finanziari del ministero della Difesa ci sono le previsioni di un triennio di “t r asporto aereo di Stato”(non è incluso il personale): 25,1 milioni di euro per il 2018; 26,1 per il 2019; 26,1 per il 2020.
I Cinque Stelle hanno celebrato più volte la rottamazione dell’Airbus A340 –il famoso Air Force Renzi da più di 150 milioni di euro per sette anni – e l’interruzione del contratto di leasing con Etihad (ex azionista di Alitalia), ma l’enorme quadrimotore è ancora parcheggiato a Fiumicino, il contenzioso legale con la compagnia emiratina è appena cominciato e il risparmio –ormai il danno è fatto –sarà di poche decine di milioni di euro.
 

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Voli di Stato, 120mila euro per catering e vino: il cambiamento non decolla. I contratti senza gara di Palazzo Chigi

Carlo Tecce
Voli di Stato, 120mila euro per catering e vino: il cambiamento non decolla. I contratti senza gara di Palazzo Chigi
Il 24 dicembre, la vigilia di Natale, Palazzo Chigi ha firmato un contratto da 120mila euro – “affidamento in economia” – per il catering sugli aerei di Stato. Il 31 dicembre, il giorno del veglione, la stessa struttura ha ordinato 1.482 euro in vini per i passeggeri. La propaganda contro la casta ha un limite invalicabile, un muro che spesso la respinge: la realtà. Pure il governo gialloverde di Cinque Stelle e Lega – che propugna una politica francescana, essenziale, mezzi pubblici e felpe sdrucite – perpetua la solita gestione dei famigerati voli blu, fastidioso emblema del potere. Più che il cambiamento, si manifesta la perfetta continuità: ogni dicembre – e il governo di Conte non ha ribaltato la tradizione – Palazzo Chigi pianifica le spese per il ristoro a bordo e stanzia sempre all’incirca 120mila euro.

Il vino è una simbolica eccezione, tra l’altro un calice di rosso è salutare, e dunque si sopperisce semmai a una mancanza del passato. Qui la vicenda, e non la morale, va oltre qualche euro in più che di certo non infierisce sul bilancio italiano. Il tema è il rapporto “normale” – né populista né sovranista – tra i gialloverdi e i voli di Stato. Il portale del governo ha una pagina, aggiornata con estrema puntualità, che enumera i voli blu per ragioni di governo, umanitarie o di Stato. Questa pagina è soprattutto un cimelio che rammenta ai politici il controverso passaggio dei tecnici al governo: è la legge n. 98 del 2011, all’epoca di Mario Monti, che impone la trasparenza. Forse trasparenza è una parola eccessiva, un impegno esagerato, perché la legge scherma i viaggi del presidente della Repubblica, del presidente del Consiglio, dei presidenti di Camera e Senato e di quelli che restano segreti per ragioni di sicurezza nazionale. In sostanza: la trasparenza è una promessa che non si può mantenere.

Dal 1° luglio al 29 ottobre 2018, per esempio, il servizio voli di Stato riferisce che il 31esimo Stormo dell’Aeronautica militare ha svolto 25 missioni. E l’elenco propone i viaggi ampiamente raccontati dai media dei ministri, di Giovanni Tria o di Elisabetta Trenta o di Matteo Salvini. Con una richiesta d’accesso agli atti, però, il Fatto ha scoperto che il 31esimo Stormo ha completato 105 missioni nel periodo citato. E la discrepanza non si giustifica con le visite istituzionali delle più alte cariche dello Stato. Anche la dotazione per il catering da 120mila euro è superflua: l’esborso è più consistente, ma diluito nel tempo. Sempre dal 1° luglio al 29 ottobre 2018, come già documentato dal Fatto, le carte di credito di Chigi hanno acquistato 26.540 euro di catering in Italia, 14.851 all’estero, 3.720 per corredo al catering, cioè porcellane dell’azienda Manifattura di Venezia.



Allora è impossibile ricostruire il costo annuo dei voli di Stato: Palazzo Chigi li autorizza con l’ufficio del tenente colonnello Filideo De Benedictis e copre le spese impreviste (catering a parte); il 31esimo Stormo li controlla e si occupa di manutenzione, carburante, equipaggio. Nei prospetti finanziari del ministero della Difesa ci sono le previsioni di un triennio di “trasporto aereo di Stato” (non è incluso il personale): 25,1 milioni di euro per il 2018; 26,1 per il 2019; 26,1 per il 2020. I Cinque Stelle hanno celebrato più volte la rottamazione dell’Airbus A340 – il famoso Air Force Renzi da più di 150 milioni di euro per sette anni – e l’interruzione del contratto di leasing con Etihad (ex azionista di Alitalia), ma l’enorme quadrimotore è ancora parcheggiato a Fiumicino, il contenzioso legale con la compagnia emiratina è appena cominciato e il risparmio – ormai il danno è fatto – sarà di poche decine di milioni di euro. Al contrario, il 31esimo Stormo ha una flotta di almeno due elicotteri per ricerche e soccorso, tre modelli di Falcon, tre Airbus A319CJ. Il più capiente ha 50 posti. Il governo di Enrico Letta voleva vendere una coppia di Airbus: uno è andato all’asta e non ha ricevuto offerte, l’altro è di nuovo operativo. Perché per governare occorre volare. Non solo con la fantasia.
 

East End Ave

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su e giu' sull'atlantico...
Niente di nuovo...bla bla bla...che pero' ricorda ancora una volta uno dei capitoli piu' tristi della recente storia AZ....che infine declina ogni commento sui costi di gestione dell'ormai catorcio...

https://www.corriere.it/cronache/19...ma-e47e52f2-53dc-11e9-96c3-69d40ecc7f9b.shtml

Solo e abbandonato (a Roma), la triste fine dell’ex Airbus di Stato
L’A340-500, tornato nelle mani di Etihad, sette mesi dopo è ancora in Italia, parcheggiato in uno degli hangar di Fiumicino. E il suo valore è al minimo storico.

L’«ospite», come lo chiama più d’uno in Alitalia, compare e scompare dall’hangar di Fiumicino. Si trova a due passi dalla «Palazzina Bravo», sede di centinaia di dipendenti della compagnia tricolore, e per ora è nascosto più del solito dai lavori in corso nella parte sud del più grande aeroporto d’Italia. Oltre sette mesi dopo lo scioglimento del contratto di leasing l’Airbus A340-500, l’aereo a quattro motori che è andato in giro con la livrea della Repubblica italiana, resta ancora a Roma, in Italia. Il fu aereo di Stato — ribattezzato malignamente dal Movimento 5 Stelle «Air Force Renzi», ricordando l’Air Force One in dotazione alla Casa Bianca — è un capitolo poco esaltante che in diversi vorrebbero si chiudesse il prima possibile. Ma così non è, non ancora, come il Corriere ha potuto verificare pochi giorni fa.

Il valore del jet
Etihad, il proprietario dell’aeromobile, sembra non aver deciso cosa farne. L’unica certezza è che più passano i giorni meno l’aereo vale. Anche se, a sentire gli esperti, già oggi quel velivolo ha così poco valore «che gli emiratini potrebbero aver deciso che è più conveniente lasciarlo a Roma, cercare di ricavarci qualcosa oppure abbandonarlo al suo destino», ammettono al Corriere due dirigenti che hanno seguito il dossier dagli inizi e che preferiscono l’anonimato perché non autorizzati a discuterne con la stampa. «L’A340-500 oggi ha più valore se fatto a pezzi e le sue parti rivendute», sottolineano. Del resto una delle più recenti perizie nelle mani di Etihad non sembra offrire molte soluzioni: l’aereo, se venduto, potrebbe portare nelle casse non più di 3,5 milioni di euro. «Nelle stime più attendibili si parla addirittura di un paio di milioni», confidano le fonti.


L’A340-500 parcheggiato a un’estremità di Fiumicino (foto di Leonard Berberi / Corriere) L’A340-500 parcheggiato a un’estremità di Fiumicino (foto di Leonard Berberi / Corriere)
I pezzi pregiati
L’aereo è sì fermo a Fiumicino, ma come ribadiscono le fonti resta «sotto certificazione», cioè pronto a volare in qualsiasi istante o per i casi di «Aircraft on ground», cioè a vedere le sue componenti smontate e spedite d’urgenza per permettere la riparazione di un altro velivolo. E infatti per questo per gli esperti l’A340-500 dovrebbe essere fatto a pezzi. «Ce ne sono diversi che sono perfetti per l’Airbus A330», sostengono. Uno degli scenari più plausibili è allora che Etihad lo rivenda appunto per un paio di milioni di euro. «Altri 2-3 milioni di euro servirebbero per conservare le varie certificazioni così da rendere ogni sua parte autorizzata al ricambio». Alla fine rivendendo i pezzi ancora buoni si potrebbero racimolare 8-10 milioni di euro.

La consegna
Questo A340-500 è stato assemblato negli stabilimenti Airbus di Tolosa, in Francia, e ha volato per la prima volta il 30 marzo 2006. Il 9 giugno di quello stesso anno è stato consegnato a Etihad che l’aveva configurato con 12 cabine di Prima classe, 28 di Business e 200 di Economy. Il 6 ottobre 2015 è finito in hangar. Per essere poi portato in «dote» all’Aeronautica militare italiana nel luglio 2016 per trasformarlo nell’aereo di Stato in grado di volare nelle tratte intercontinentali senza dover fare scali intermedi. Il contratto non è stato sottoscritto tra autorità italiana ed Etihad: una norma vieta di usare per le attività istituzionali un aeromobile certificato in un Paese extra-Ue. Per questo il 9 giugno 2016 Alitalia firma l’accordo di leasing con Etihad così da dare seguito al contratto di sub-noleggio che il 17 maggio (quindi prima) il vettore tricolore aveva firmato con il ministero della Difesa, stando ai documenti depositati.

I movimenti
L’A340-500 risulta operativo fino al 7 giugno 2018. Sei giorni prima si è insediato ufficialmente il nuovo governo di Giuseppe Conte a trazione Lega-Movimento 5 Stelle. E proprio questi ultimi, attraverso il vicepremier Luigi Di Maio e il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, elencavano le quattro voci di spesa: «Il leasing vero e proprio (81 milioni), la manutenzione (31 milioni), l’handling (12 milioni) e l’addestramento piloti (quasi 4 milioni), per un costo complessivo che arriverebbe intorno ai 150 milioni in otto anni». Il 22 agosto 2018 i tre commissari straordinari di Alitalia dispongono lo scioglimento del contratto con Etihad, nove giorni dopo la Difesa fa lo stesso con Alitalia. L’A340-500 torna a Etihad. Ma non fisicamente. La compagnia emiratina — che ha tentato di rilanciare, senza successo, Alitalia entrando con il 49% — ricorre al Tar del Lazio contro quello scioglimento del vettore tricolore. Ma la sezione Terza Ter respinge la domanda cautelare nel gennaio 2019.

Destino incerto
Per il governo, e per Alitalia, l’A340-500 non è più un loro problema. Ma la compagnia tricolore non ha chiarito al Corriere — al momento della pubblicazione dell’articolo — chi stia sostenendo le spese di parcheggio nell’hangar di Fiumicino. Così come nessuna risposta è arrivata da Etihad alle richieste di approfondimento sul «parcheggio» e su altro. Nel 2006, secondo il listino prezzi ufficiale di Airbus, l’A340-500 nuovo costava 216 milioni di dollari. Nel 2011 era arrivato a 262 milioni di dollari (al netto degli conti che di solito vengono previsti al momento della vendita). Nel 2012 l’esemplare sparisce dall’elenco dei velivoli in vendita dal colosso europeo. Di A340-500 Airbus ne ha assemblati e consegnati 34 in tutto, stando all’ultimo bollettino internazionale consultato dal Corriere: 8 volano ancora oggi, 21 restano parcheggiati — compreso l’ex aereo di Stato italiano —, 5 risultano smantellati e i pezzi rivenduti.
 

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L’aereo (…) resta «sotto certificazione», cioè pronto a volare in qualsiasi istante o per i casi di «Aircraft on ground», cioè a vedere le sue componenti smontate e spedite d’urgenza per permettere la riparazione di un altro velivolo.
Ma che minchia sta dicendo????
L'aereo ha perso la navigabilità da mo', visto che non vola e che nessuno gli ha fatto la manutenzione programmata.
 

East End Ave

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su e giu' sull'atlantico...
Ma che minchia sta dicendo????
L'aereo ha perso la navigabilità da mo', visto che non vola e che nessuno gli ha fatto la manutenzione programmata.
mmmmmm....non ne sono certo ma pur vero non ne so nulla; avevo tuttavia letto da qualche parte che si stava tenendo valida la certificazione...?
Peraltro, stando per lo piu' fermo (se non fare qualche metro in piazzola giacche' rompe gli zibbidei ad altri movimenti) , che manutuenzioni programmate deve fare? Ovvero, alcuni specifici checks si fanno a "n" cicli, o no? Mi rimetto agli esperti.
 

TW 843

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mmmmmm....non ne sono certo ma pur vero non ne so nulla; avevo tuttavia letto da qualche parte che si stava tenendo valida la certificazione...?
Peraltro, stando per lo piu' fermo (se non fare qualche metro in piazzola giacche' rompe gli zibbidei ad altri movimenti) , che manutuenzioni programmate deve fare? Ovvero, alcuni specifici checks si fanno a "n" cicli, o no? Mi rimetto agli esperti.
Ogni N anni, mesi, giorni, ore, devi fare Nmila controlli previsti dal costruttore anche se voli 0 ore. L'aereo è 9 mesi che manco gli accendono i motori...come fai ad andare in volo senza ispezioni?
 

willy79

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16 Gennaio 2007
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sestri levante, Liguria.
Ma perchè non chiamiamo noi Striscia o Le Iene per smascherare questa truffa di Stato? Ci hanno preso in giro ed a parte quei pochissimi come noi appassionati, tutti ci stanno credendo!!!
 

nicolap

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Staff Forum
10 Novembre 2005
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Roma
Ma perchè non chiamiamo noi Striscia o Le Iene per smascherare questa truffa di Stato? Ci hanno preso in giro ed a parte quei pochissimi come noi appassionati, tutti ci stanno credendo!!!
Tutti i programmi satirici sono purtroppo già overbooked per la privatizzazione AZ, il reddito di cittadinanza, l'abolizione delle accise e la flat tax.
Ci vorrebbe un canale dedicato per questo governo. Giulia Lupo Channel.